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Autore: LostinStereo3    22/11/2012    2 recensioni
E se un giorno ti svegli e capisci che sei tu la delusione?
Ero immobile nel mio letto senza dormire da almeno 3 ore. Erano le 4 del mattino. Era il momento di fare quello che non avevo mai trovato il coraggio di fare.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Waiting


“Mangi quasi più di me” esclamò Pierre mentre addentavo il secondo muffin della mattinata.
“Imposshibile” biascicai, con la bocca piena.
Pierre rise “non si parla con la bocca piena Liz”
“No mi iteressha”
“Non farlo ancora” rise di nuovo.

Usciti di casa ci eravamo catapultati al primo bar che mi piacesse e ci stavamo ingozzando di cibo, anzi io.

Presi un’abbondante sorsata di caffè.
“In realtà non so perché sto mangiando così tanto, non so..ho fame.”
“Ho notato” sottolineò lui guardando il vassoio con i residui della nostra colazione.

Il telefono di Pierre, poggiato sul tavolo, prese a squillare e lui, alzando gli occhi al cielo dopo aver letto il nome sul display, rispose.

“Pronto? Sì, ciao” sembrava quasi scocciato.
“Proprio adesso? Va bene, dammi 10 minuti” e riattaccò.
“Chi era?” chiesi curiosa.
“I ragazzi..devo andare per risolvere una faccenda. Se ti va di accompagnarmi..” buttò lì la domanda.
Ci pensai un attimo su, sembrava annoiato, ma aspettava una mia risposta indubbiamente.
“Sì, ma solo se ti fa piacere. Non vorrei essere di intralcio.” Era la verità.
Lui strabuzzò gli occhi.
“Ma scherzi? Dai andiamo.”
Pagò velocemente la nostra colazione da cinghiali e insieme salimmo in macchina, verso una destinazione a me sconosciuta.

Arrivammo, nemmeno dopo 5 minuti, sotto una palazzina di uffici dall’aria importante.
Lui sicuro si diresse verso la porta principale ed entrò, con me al seguito, salutando con fare confidenziale l’anziana segretaria nell’androne.
Lo seguii ancora dentro l’ascensore, che salì fino al sesto piano. Arrivati, mi trovai davanti ad una porta enorme con incisa sopra la sigla SP. Lo guardai confusa, lui annuì e disse “vieni”.


“Amico era ora che arrivassi” un tipo più basso di Pierre e con una strana erre moscia ci accolse.
Mi guardai intorno, quello era sicuramente uno studio di registrazione. C’era un vetro che divideva a metà due stanze, una era ampia e con vari strumenti e microfoni, l’altra, dove stavamo noi, era leggermente più piccola e piana di roba come mixer e altre cose che non saprei descrivere. Inoltre c’erano quattro ragazzi, che sembravano far parte dell’arredamento. Uno, quello che aveva parlato, era seduto sulla poltrona davanti a tutti quei macchinari; altri due erano comodamente sdraiati sul divanetto e l’altro imbracciava una chitarra classica seduto su uno sgabello.

“Allora che fate lì impalati? Pierre non ci presenti questa ragazza che ci guarda come fossimo alieni?”
Cosa? Io non stavo fissando un bel niente.
“Dave. Sta zitto.” Finalmente Pierre disse qualcosa. Poi si rivolse agli altri.
“Ragazzi questa è Liz, la mia..una mia amica”
Lo guardai un attimo confusa, poi decisi di non prendermela, in realtà non stavo insieme, nessuno dei due aveva accennato a niente, quindi aveva ragione, eravamo “amici”.
“Oh, tu sei Liz, la famosa Liz. Piacere, David.”
Il tizio che prima era sdraiato sul divano con il suo compare pelato mi strinse la mano.
“Ciao Liz” salutò erre moscia “io sono Chuck.”
“Piacere Seb e il tipo pelato e maleducato è Jeff” si presentò l’altro tipo.
Rivolsi un sorriso a tutti e poi tornai a guardare Pierre che sembrava alquanto scosso.

“Allora amico abbiamo un problema” esordì Chuck “quel coglione di Dave ha perso l’unico demo delle due canzoni che avevamo inciso, no, non dire niente, lo abbiamo già picchiato. Insomma bisogna rimetterci un attimo a lavoro.”
Pierre fulminò David con uno sguardo, gli si avvicinò minaccioso e gli tirò un grosso pugno sulla spalla.
David emise un terrificante ululato di dolore e si accasciò teatralmente a terra.
“Smettila con questa scenata, te lo sei meritato” Pierre sembrava incavolato nero e allo stesso tempo divertito.
“Vi ho già detto che non è stata colpa mia, io..” tentò di giustificarsi
“Sta zitto, hai già fatto abbastanza danni."
“Non perdiamoci in chiacchiere, da domani torniamo in sala” ordinò Chuck.
“Bene, anzi no, non va bene, ma va bene lo stesso. Io vado ragazzi, ci sentiamo più tardi. David, sta lontano da me se ci tieni alla tua vita.”
Pierre si congedò e timidamente salutai anch’io seguendolo.

Avevo decisamente tante, troppe domande da fargli.







Heilàà bella gente. Vi sarete chiesti che fine ho fatta, o forse no. Fatto sta che non scrivevo da tipo due mesi e adesso sono tornata :3
Che ho fatto di così divertente in questi due mesi? Sono andata a scuola, non sono andata a scuola, ho occupato scuola, ho preso una sbandata, cazzo l'ultima cosa è un bel problema.
Il capitolo è di merda, però è un sacco lungo e la cosa mi stupisce proprio troppo.
Mia madre rompe i coglioni perchè voglio tingermi i capelli cazzo.
Non vi interessa lo so, però il verde è troppo un santo colore :3

Ciaooo
  
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