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Autore: Yuki Kiryukan    23/11/2012    8 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Ciao ragazze!! :D
Ecco il capitolo 27!! Cazzarola, siamo arrivate anche qui! Come avrete capito dal titolo, e anche dal finale dello scorso capitolo, Rebecca è stata rapita! E il suo aguzzino, è niente meno che il suo adorato paparino! xD Muahahhaah!
Dopo aver letto questo capitolo, la cosa che sicuramente penserete, come a tutti gli altri capioli daltronte, sarà "ma è possibile che a sta poveraccia non gli va dritta na cosa?" 
Ebbene, cari miei, vi do pienamente ragione! >.< chiedo venia!! :P
Ma ho un'annuncio da fare: ( rullo di tamburi..... ) che ci sarà una  TERZA SERIE!!!!!

All'inizio, pensavo di finire il libro con questa seconda stagione...ma ci sono così tante cose da fare ancora, e sopratutto così tante coppie da sviluppare....che non posso fare a meno! 
Spero che la cosa vi faccia piacere! Preferisco dividere la storia in serie, piuttosto che fare una cosa unica con 200 capitoli! xD Voi che ne dite??? Spero che vi fa piacere, sul serio! ^^
Fatemi sapere! Prometto, che tutto il sentimento, il love, ma anche l'azione e "legami famigliari" , sopratutto i personaggi che in questa seconda stagione sono stati un pò nell'angolo, nella terza serie saranno messi in primo piano!
In primis Zach e Ryan, promesso! ;)
Alla seconda stagione manca ancora un pò per finire...quindi non angosciatevi xD
Bene, adesso vi lascio alla lettura! Aspetto con ansia le vostre recensioni, eh! ;)
Un bacione a tutti!!! <3
Yuki!!! 
 
 

                                                Rapimento...Esplosivo 

 




Ero completamente terrorizzata, e del tutto impreparata.

Sapevo che presto o tardi avrei dovuto scontrarmi nuovamente con Jean Stain, ma non avrei mai immaginato che quel momento sarebbe arrivato così presto.

Non ero preparata psicologicamente ad affrontarlo.

I suoi occhi color nocciola sembravano portarmi a nudo l'anima, e io mi stavo facendo piccola piccola nel sedile posteriore, desiderando di sparire.

Imprecai, contro me stesse e contro, chiunque lassù, ce l'avesse con me.

Non ero pronta. Non ero pronta e basta.

Tuttavia, per quando ancora provassi repulsione verso di lui, non riuscivo più a guardarlo come una volta, tanto meno ad avere le stesse considerazioni che mi ero fatta un tempo.
 
Non dopo aver ascoltato la sua storia. Non dopo aver letto di lui sul diario di mia madre.
 
Non dopo aver scoperto che era...mio padre.
 
No, mio padre era George Callaway. Lui era solo...il "donatore di sperma"*, per così dire. 
 
  << Sei sorpresa? >> la sua voce, non più volutamente trattenuta, mi riempì le orecchie  << Devo dire che ingannarti è stato più facile del previsto >>  Mi rivolse un'occhiata eloquente:   << Fattelo dire >> continuò  << La vostra sorveglianza fa pena. Non ci è voluto niente a spacciarmi per uno dei vostro agenti >>

Il suo sorriso si fece quasi... triste:  << George urtandomi, non mi ha nemmeno riconosciuto...che allocco >>

Il martellare del mio cuore era così forte che temevo mi avrebbe sfondato la cassa toracica.

Cominciai a valutare la situazione: le mie valigie erano nel camion. Non avevo nemmeno la spada con me.

Maledizione!

Deglutii, ed inspirai profondamente:  << Ferma immediatamente la macchina >> intimai.  Ma a chi volevo darla a bere? Non avrei mai fatto paura a nessuno. Tremavo come un pulcino.

Lui fece una smorfia, guardando la strada  << Banale, come minaccia >>

Con un gesto fluido, mi slacciai la cintura di sicurezza. Era escluso il fatto che potessi prendere il controllo del mezzo, ma aprire lo sportello e lanciarmi fuori, rientrava nelle mie capacità.

Avrebbe fatto male, molto male, ma nel giro di qualche minuto, sarei tornata come nuova.

Feci un grosso respiro. Potevo farcela.

Tuttavia, non appena mi mossi, le sicure della macchina scattarono, e mi ritrovai intrappolata all'interno.  Lo guardai spaventata a morte, e vidi che il suo sguardo di era incattivito  << Non provarci >> mi intimò.

Ma io non mi diedi per vinta. La mia unica possibilità era quella di sottrargli il controllo del mezzo. Non ero totalmente inesperta, sapevo guidare, anche se non avevo la patente.

La parte difficile, era metterlo KO.

Lui sembrò intuire per l'ennesima volta le mie mosse, e tenendo il volante con una sola mano, mi mostrò con l'altra la canna di una pistola.

Raggelai.

  << Non farmi perdere la pazienza >> disse, gelido  << Potrai anche avere straordinarie capacità rigenerative, come come la mettiamo quando avrai una decina di proiettili in corpo? >> mi guardò e sorrise con l'aria di chi la sa lunga:  << Non ti nascondo che avrei una certa voglia di scoprirlo... >>

Il cuore stava per esplodermi nel petto. Avevo seriamente paura.

Mi imposi di rimanere calma, e tornai a sedermi composta, senza smettere di trucidarlo con gli occhi:  << Cosa vuoi fare? >> chiesi.

Che domanda stupida.

  << Domanda stupida >> disse lui, in linea con i miei pensieri  << Non credere che ti stia portando a fare un pick-nick >>

Ovviamente. Voleva solo rinchiudermi in un laboratorio. 

Lo guardai e in una remota parte di me, provai per lui...una sorta di compassione.

Non sapeva che quella che voleva far diventare una cavia per esperimenti, era sua figlia. La figlia sua e di Rosalie. La figlia che lui aveva tanto desiderato, e che credeva fosse morta ancor prima di nascere.
 
Che dirgli? La verità? Quelle a brucia pelo, del tipo: "Guarda che sono tua figlia, e tu sei mio padre"
 
Scartai immediatamente quella possibilità.  No, no e ancora no. Non era il modo, e nemmeno il momento. Avevo a che fare con una mente corrosa dalla pazzia, e non dovevo lasciarmi andare a futili sentimentalismi.

Non potevo permettergli di fare di me quello che voleva. Per nessuna ragione al mondo. 

Anche a costo di ricevere qualche proiettile, o di andare a schiantarci. 

  << Non mi porterai lontano >> continuai  << Gli altri non sono sciocchi, si accorgeranno che c'è qualcosa di strano, e ci seguiranno >>

Mi accorsi solo in quel momento, di quanto avessi ragione. Mi venne improvvisamente da ridere: Quel pazzo si era fregato da solo.  << Il tuo piano finisce qui >> sentenziai, spavalda.

Ma Jean scoppiò a ridere, mandando in frantumi la mia sicurezza e le mie speranze nel giro di pochi secondi.

Un risata profonda e chiassosa, mentre i suoi occhi mi guardarono con compassione  << Sei proprio un'illusa >> disse, senza perdere un sorriso sornione  << Credi davvero che sia così stupido? >>

Deglutii. Tutta quella sua sicurezza non mi piaceva per niente.  << Che intendi? >> chiesi, e mi mangiai qualche sillaba per il tremolio delle mie labbra   << Cosa vuoi farmi?! >>

  << Fossi in te... >> disse quello  << Mi preoccuperei di più per i tuoi amici >>  

E con l'indice della mano che ancora impugnava la pistola, indicò dietro di me, verso la strada.

Seguii la direzione del suo dito, ma non vidi nulla di così scandaloso. C'era solo l'autostrada, e i camion che ancora si vedevano in lontananza, che come da mia previsione, ci stavano raggiungendo.

Ma allora, cosa?!

  << Tre... >> si intromise la voce di Jean, che notai stava guardando l'orologio al suo polso  << Due... >> 

Il suo sorriso si estese, e anche se non sapevo cosa stesse per succedere, desiderai che il tempo si fermasse.

  << Uno! >>

Fu allora che accadde.

Il primo dei camion, quello in testa ai tre, sbandò improvvisamente. Troppo sconvolta, non riuscii a capirne il perché subito.

Poi vidi la ruota anteriore schizzare fuori dalla strada, e il veicolo inclinarsi da un lato, fino a schiantarsi sull'asfalto. Il mezzo continuò a strisciare sull'autostrada, sbandando a zig zag nelle carreggiate, e investendo le altre corsie.

Ovviamente, il secondo camion appena dietro, non potendo prevedere l'accaduto, senza avere il tempo di evitarlo, finì a capofitto sul primo, in un'esplosione plateale, alla quale si aggiunse anche il terzo veicolo.

I due container a seguito sbandarono, e uno di essi finì a capofitto fuori dalla recinzione autostradale, in un boato infernale.

Tutto questo, sotto le mie urla.

Non ci sono parole per descrivere il dolore che mi attanagliò il cuore a quella vista.

Vidi le fiamme, le figure dei camion distrutti che si ammassavano li uni sopra agli altri, sul ciglio della strada.

  << No!! >> urlai a squarcia gola, sbattendo violentemente i pugni contro il vetro posteriore  << No, no...NO!! >>

Non poteva essere vero.

No, no, no!

Tutti loro...George, Kyle, Misa, Susan, Gwen, Derek, Julia...persino quell'odioso di Garreb.

Non potevano essere... morti.

No, non anche loro. 

  << No, ti prego!! >> continuai, mentre mi sentivo in bocca il sapore delle lacrime.  << No.... >> 

Avevo già provato un dolore così devastante. L'avevo sentito sulla mia pelle la volta in cui avevo stretto il corpo sanguinante di Zach, con le costole rotte.

Al tempo in cui credevo che mi amasse.

Ma quello che provavo in quel momento, era un dolore nettamente amplificato, nato dalla consapevolezza di aver perso in una volta sola, tutte le persone che amavo.

"Ci si rivede a Dallas"

La voce di Kyle mi ovattò le orecchie. 

No...non ci saremmo più visti. Mai più. A quel punto, avrei voluto prolungare di più quel bacio.

  << Quanto urli... >> la voce dell'uomo che più detestavo al mondo tornò a farsi sentire.

Non avevo il coraggio di distogliere gli occhi dallo spettacolo terrificante della strada, che mi sembrava ancora più devastate dell'attentato dell'11 Settembre 2001.

  << È stato uno scherzo manomettere i mezzi >> continuò, e avrei giurato che si stesse addirittura permettendo di sorridere   << Con una semplice sbandata, guarda che gran bel casino >>

Tremavo. Tremavo dalla rabbia.

Sentivo che avrei potuto ucciderlo con le mie stesse mani.

  << 'stro... >> bisbigliai  << Sei un mostro!! >>  

Urlai, e mi avventai verso di lui. Non sapevo bene cosa stessi facendo. Forse sentivo solo il bisogno di fargli male. Non mi importava di andare a schiantarci. Anzi, in quel momento, un incidente stradale sarebbe stato quasi una benedizione.

Non mi importava più di niente.

Lui però, mi colpì con forza alla tempia con l'impugnatura della pistola, e tramortita, finii per cadere di nuovo sui sedili posteriori. 

  << Mostro... >> continuavo a ripetere, col sangue che mi colava sulla guancia  << Come hai potuto... sei solo un mostro!! >>

  << Melodrammatica >> mi schernì, poi sentii un rumore sospetto. Proveniva dalla pistola.   << È meglio che tu non mi infastidisca più >>

E senza pensarci due volte, premette il grilletto. In una frazione di secondo, un dardo mi si conficcò sul braccio destro, e mugolai di dolore.

Dannazione, era una pistola anestetizzante. 

Immediatamente, venni assalita da un violento giramento di testa, e le orecchie cominciarono a fischiarmi.

  << Immaginavo che solo un colpo non sarebbe bastato, per te >> lo sentii dire, e poi, sentii altri due darti perforarmi la pelle.

Uno sul femore sinistro, e uno sulla gola.

Con la mano tremante, e la vista sempre più appannata, cercai di estrarmi il dardo dalla gola, ma non avevo nemmeno la forza per stringere il pugno.

Decisi di smettere di lottare. A quel punto, non mi importava nemmeno più di tanto quello che mi avrebbe fatto.

Ero sola, dopotutto.

Persi il controllo del mio corpo, e tutto divenne buio. L'ultima cosa che vidi fu il volto soddisfatto di Jean Stain, e mi addormentai con l'odio annidato nel cuore.





* "Donatore di sperma"...santo cielo, non poteva uscirmi una cosa peggiore!!! perdonatemi!!! >.<
 
  
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