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Autore: Stray    12/06/2007    2 recensioni
ce la posso fare. Tutti e 100 i titoli del Royai 100 themes: 100 modi di reinventare questa coppia tanto sconclusionata che mi lascia sempre senza fiato. 100 modi di dire Ti Amo, Ti Odio, Ti Proteggerò, 100 modi di dire tutto senza dire una parola. Un'overdose di Roy & Riza... anche se non bastano mai!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE SPOILER DEL MANGA (anche ce non ricordo più di che volume…)!

Questa strana telefonata è arrivata alla centrale operativa poco dopo il trasferimento del tenente Hawkeye, di Breda, Falman e Fuery… e forse non tutti i messaggi sono in codice...

P.S: vediamo se riuscite a capire di cosa o chi stanno parlando…

 

 

034. Telephone (Al telefono)

 

 

“Pronto?”

“Signor Roy, da quanto tempo!”

“Elizabeth! Mi fa piacere sentirti...”

“Scusi se la disturbo, ma volevo avere sue notizie… Così ho deciso di chiamarla. Ho fatto bene?”

“Certo! Non sai quanto. Sentire anche solo la tua voce fa passare più piacevolmente il tempo… così potrò passare il resto della giornata ad immaginarti…”

“Oh, signor Roy! Così mi fa arrossire!”

“Mi piacerebbe vederti, allora: devi essere bellissima…”

“Su, la smetta! Altrimenti metto giù!”

“Va bene, mi tratterrò. Che mi racconti di bello? In negozio, tutto bene?”

“Sì, anche se Kate e le altre si sono trasferite…”

“Davvero?”

“Già. Problemi familiari. Si sono dovute trasferire… Kate mi ha telefonato ieri: è andata a stare al sud, e adesso si occupa di telecomunicazioni per un’azienda, o qualcosa di simile: è sempre stata brava, quando si trattava di riparare marchingegni complicati…”

“Già, ricordo… ho qualche collega laggiù, che potrebbe avere bisogno di un’esperta come lei, ne terrò conto… Salutamela.

“Riferirò. Bredina è andata all’ovest, mentre Vanessa al nord. Non era molto contenta, ma almeno si ricongiungerà con una parente di un suo conoscente… almeno, così mi ha detto, prima di partire.

“Ho capito. E tu? Mandi avanti la baracca da sola?

“No, ma il vecchio padrone dell’attività se n’è andato, anche lui.

“E chi ha rilevato l’attività?”

“Un suo vecchio amico. Non mi sta proprio simpatico. Sembra una persona per bene, ma cominciano a venir fuori cosette sul suo conto, che non mi piacciono per niente...

“Del tipo?”

“Mah, non so… per esempio, che ha un figlio di cui non si sa molto: ha molti lati oscuri… ma sa come si dice: tale padre…”

“Capisco. Ma almeno ti tratta bene, questo tipo?”

“Sì, per ora non ho di che lamentarmi: non ho quasi nulla da fare. A volte ho l’impressione che non si fidi di me.. Anche se sono diventata praticamente la sua segretaria!”

“Mi dispiace…”

“E di cosa? Posso tenerlo d’occhio meglio. E’ un tale impiastro con i fornitori! Lascia in giro tutte le ricevute e tocca sempre a me rimetterle a posto. Che non si lamenti, poi, se leggo o vedo cose che non dovrei!”

“Eh, già. Me lo ricordo bene, quanto se curiosa… E quel vecchio cane con i due automail, che fine ha fatto? E’ ancora lì con te?”

“No, mi dispiace. E’ scappato, non so dove sia adesso… anzi, signor Roy, e lo vede mi telefoni: mi farebbe piacere sapere come sta!”

“Ed io? Non ti farebbe piacere se ti telefonassi per dirti come sto io?”

“Le sue chiamate mi fanno sempre piacere, lo sa… può chiamare quando vuole: io ci sarò sempre per lei.”

“Grazie, Elizabeth. Non sai quanto sia importante per me, sentirlo…”

“E lei, signor Roy? Sempre indietro con il lavoro?”

“Ehi, sono un normale essere umano! Non come quel mostro del tuo titolare!”

“Su, moderi i termini: se ci sentisse…”

“Scusa, non ci avevo pensato… comunque sto bene, non ti devi preoccupare per me. Capito?”

“Ci proverò.”

“…”

“…”

“Elizabeth?”

“Sì?”

“Ti senti sola, ora che non è rimasto nessuno?”

“…”

Eli-

“No. No, va tutto bene. E poi, se mi sento sola, posso sempre chiamarla, no?”

“Sempre. Dico davvero: sempre, per qualsiasi cosa.

“Grazie. E lei, non si sente solo?”

“A volte. Ma dopo un po’ passa, basta pensare ai ricordi belli. Tipo quelli dove ci sei tu…”

“Signor Roy!”

“Che c’è di male? Non vuoi che ti pensi?”

“… no… no, voglio dire… Mi pensi pure, se le fa piacere…”

“Perché, tu non mi pensi mai?”

“… a volte…”

“Allora va tutto bene. A pensarsi, le distanze sembrano meno grandi.

“Non siamo poi così distanti… potrei sempre fare un salto a trovarla”

“Non penso sia una buona idea: se il tuo nuovo capo ti scoprisse, sarebbero guai.

“E’ vero.”

“Elizabeth?”

Mhm?”

“Hai dei rimpianti?”

“Per cosa?”

“Per il negozio, per non essertene andata anche tu… per tutto quello che hai fatto in questi anni.

“No, signor Roy. Non ne ho. Neanche uno. E non li avrò mai, di questo può stare certo.

“E come mai?”

“Perché quando ho iniziato questo lavoro, ho fatto una promessa, e ho promesso anche a me stessa che sarei andata avanti, qualsiasi cosa fosse successa, senza arrendermi. Per cui, non posso mollare proprio ora, anche se le cose si stanno mettendo male.

Sei ottimista…”

“Sì. Non so come, ma lo sono. Sa, in tutto questo tempo, non so più quante volte mi è stata data l’opportunità di scappare via da tutto. Ma sono sempre rimasta, l’ho scelto io. E non torno indietro.”

“Bene. Proverò anch’io ad essere ottimista, dunque. Mi hai contagiato persino per telefono, Elizabeth!”

“Mi fa piacere. Allora…la lascio tornare ai suoi doveri, signor Roy.”

Noooo… di già?”

“Su, non trascuri i suoi compiti!”

“Va bena, va bene… ma tu promettimi che richiamerai!”

“Lo farò. Arrivederci, signor Roy.”

“Hai promesso, mi raccomando…”

“…”

“Elizabeth, aspetta.”

“Sì?”

“… volevo dirti che mi manchi…davvero.”

“Ah… anche lei… mi manca, signor Roy…”

“Senti, ti prego, smettila di chiamarmi ‘signore’! Non ti sembra che ci conosciamo ormai da abbastanza tempo, per finirla con le formalità?”

“… sì, lo penso anch’io… allora…”

“Allora… ciao Elizabeth. Stai attenta e riguardati…”

“Anche le-… anche tu. Ciao, Roy…”

 

 

 

 

  
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