Fanfic su artisti musicali > Oasis
Segui la storia  |       
Autore: thewhitelady    24/11/2012    4 recensioni
1993-2009
Come deve essere vivere la storia degli Oasis e della scena rock britannica dagli anni 90' ad oggi? Cassandra Walsh è forse l'unica persona al mondo a saperlo. In più in tutto il caos della sua vita di sex, drugs, and rock n roll sa solo una cosa, che a volte il posto migliore da cui godersi un concerto è da dietro il palco.
Per chi ama gli Oasis e quei due pazzi fratelli, ma anche solo per chi ha sentito una volta nella vita Wonderwall o Don't Look Back In Anger e vuole scoprire chi sono Liam e Noel Gallagher. Per chi ha nostalgia dell'atmosfera degli anni '90, e chi neppure l'ha vissuta davvero. Per chi ama gli aneddoti del rock e della musica. Una canzone per ogni capitolo. Cheers!!
Gruppi/Artisti che compariranno: Oasis, Blur, Pulp, Red Hot Chili Peppers, Radiohead, Kasabian, Paul Weller, The Stone Roses, The Smiths, Travis, Arctic Monkeys (un po' tutti)
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Gallagher, Noel Gallagher, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi trovavo nella mia cara vecchia Scozia, ed era un sabato fresco, frizzante quasi dovesse trasmetterti sulla pelle la sensazione di aspettativa e di agitazione che c'era per lo show di quella sera, che stava cominciando a costruire quel momento grandioso che sarebbe culminato meno di una settimana dopo parecchie centinaia di chilometri più a sud, a Knebworth.
Quello che quella sera avrebbero dovuto suonare era una specie di warm up, giusto per prepararsi all'idea di suonare di fronte a una vera e propria moltitudine il 10 e l'11 di Agosto. Anche se alla fine ce ne voleva di coraggio a chiamarlo riscaldamento: a Loch Lomond s'era riunita la bellezza di quaranta mila persone. A sera, dato che i concerti sarebbero stati due.
Certo, poca roba per gli Oasis che ormai andavano più veloci di be', una palla di cannone per dirla come avrebbe fatto Noel.
Era ancora mattina ma potevo vedere la gente fare la fila dalla mia posizione privilegiata in cui mi trovavo, sopra il palco a cercare di capire cosa volessero dalla mia vita fonici di palco e tecnici del suono. Tra poche ore avrebbero aperto i cancelli ma intanto io mi godo lo spazio aperto. Feci qualche accordo stanco, e sbadigliai più annoiata che stanca. Erano alcune settimane che ero rientrata in Gran Bretagna ma la mia testa mi pareva perennemente bloccata, penso che fosse per colpa del fatto che non si possa essere in due posti allo stesso tempo ed era il mio cervello a cercare di supplire a questa mancanza del mio corpo. Il tutto coadiuvato da una bolletta del telefono non indifferente, ma tanto mettevo tutto in nota spese, - quelli sì che erano tempi d'oro per la Creation -.
In realtà non avevo passato molto tempo con la band, ero stata troppo presa a sistemare i dettagli per il grande show di Knebworth per rientrare veramente nella mia vita da roadie a stretto contatto con Gallagher & Co. Noel da parte sua s'era comportato in maniera particolarmente professionale, senza per fortuna sfociare in quei modi raggelanti che aveva sfoggiato l'inverno passato. Prevalentemente ci ignoravamo, ma sembrava sempre un qualcosa non fatto di proposito, in quei giorni vivevamo tutti di caffeina e sigarette – e questi erano i salutisti, qualcuno preferiva tirarsi su con la coca – tanto dovevamo lavorare al massimo senza fermarci un istante.
Ero ormai completamente assorbita nel mio lavoro quando alla fine salì sul palco Noel imbracciando la chitarra pronto per il soundcheck. Lo scrutai un secondo più a lungo, indossava un sguardo contrito che sapevo aveva poco a che fare con la concentrazione: quelle sopracciglia ormai erano abbastanza facili da leggere per me. Nonostante questo continuai il mio lavoro, andandogli dietro qualsiasi canzone volesse provare, senza avere nessuna esitazione sugli accordi o sui riff, come se dovessi essere io la prima chitarra. Eravamo appena a metà della sesta canzone da provare, una che Noel aveva scritto evidentemente mentre era in vacanza, dato che era saltata fuori solo a Luglio. Era una canzone strana, suonava molto Oasis, quasi fin troppo, ma allo stesso tempo non aveva lo stesso gusto delle canzoni di Definitely Maybe.

 

Say something shout it from the rooftops off your head
Make it sort of mean something make me understand
Or I'll forget
The people here on lifes beaches
They wish upon the waves that hide the sand
Let them know that life teaches you
To build a castle in your hand
Maybe the songs that we sing are wrong
Maybe the dreams that we dream are gone
Bring it on home and it won't be long

 

C'era qualcosa d'alieno, ma forse mi pareva solo così perchè non ero lì a vedere la canzone nascere su quelle stesse spiagge di cui parlava Noel, a sentire la stessa sabbia su cui lui aveva camminato. Certo potevo riconoscere la strafottenza nelle parole che poi sarebbe stata modelata a misura dalla voce di Liam, eppure c'ea anche una certa decadenza, il che non era per niente da The Chief: lui sapeva che le sue canzoni erano sempre giuste, che i sogni erano lì a portata di mano. Era ridicolo che proprio adesso si cominciasse a chiedere se nel suo piano grandioso qualcosa potesse andare storto.

 

Build something build a better place and call it home

 

Fu l'ultima cosa che riuscì a cantare prima di interrompersi, mentre io andai avanti con il giro d'accordi elementari, quella frase che mi ronzava in testa tanto da quasi non farmi accorgere che non c'era più nessuno ad andare avanti a cantare- Mi bloccai pure io e finalmente rivolsi lo sguardo verso Noel, che a sua volta era intento a scrutare una figura che ritta fissava il prato che fronteggiava il palco. Liam.
Il fratello maggiore fece un paio di passi avanti, - T'avevo chiesto di presentarti al soundcheck – fece con la sua voce autoritaria/mistoperincazzareseriamente. Ourkid si girò lentamente, un sorrisetto idiota in faccia. - Be' sono qui -.
Solitamente era sempre Noel a occuparsi dei soundcheck mentre Liam se ne sarebbe stato in albergo a dormire o in giro a fare qualsiasi cosa che più lo aggradava. C'eravamo abituati tutti, era così che andava avanti la baracca Gallagher Brothers & Co. Però a quanto sembrava questa volta Noel l'aveva espressamente chiesto, ci stavamo preparando tutti a Knebworth, e neppure il principino William era esentato.
- Sei in ritardo -. Ok, questa era decisamente provocatoria. Già ad avere lì Liam eravamo fortunati, non si poteva pretendere troppo e The Chief era quello che lo sapeva meglio di chiunque altro.
- In tal caso allora va' avanti tu - fu la risposta strafottente. Ebbi una strana sensazione di dejà vù, forse erano solo quelle due-tremila volte in cui avevo assistito ad una scena simile.
Stavano già affilando i coltelli, quando dal backstage comparve Maggie chiamando Noel.
- Problemi con i The Charlatans – esordì e tutti, immediatamente, sapevamo a cosa si stesse riferendo: il tastierista, Rob Collins, era morto in un incidente autostradale dieci giorni prima e ancora la band non s'era del tutto ripresa. Avrebbero dovuto suonare a Knebworth come band d'apertura ma erano un paio di giorni che parevano volersi tirare indietro, Maggie sembrava stufa di occuparsi della cosa, e pensava che due parole da parte di Noel sarebbero state l'incentivo giusto a smetterla con questo balletto. In un attimo l'aria di tempesta com'era arrivata, si spense, tutti ci rilassammo un attimo: non c'eravamo neppure resi conto di stare lì ad assistere alla scena con il fiato intrappolato nei polmoni.
Poi, Ourkid ci stupì tutti, - Ok, riprendiamo questo fottuto soundcheck -. Mmm, qualcuno finalmente aveva raggiunto la maggiore età, forse.

- Ho provato a smettere, sai? -.
Alzai lo sguardo, sorpresa dalla voce familiare di Noel. Riposi sul tavolo il panno con cui stavo dando una lucidata al Fender di Guigs, e mi concentrai sul suo viso pensoso, la sigaretta che pendeva dalle labbra, pericolosamente in bilico. - Ma è più difficile di quel che pensassi -. Lasciai un'ultima occhiata su di lui e questa volta non mi sfuggirono le pupille dilatate di chi s'era fatto una striscia da poco.
Feci un cenno alla sigaretta prima di tornare a occuparmi del basso, - Che hai paura di mettere su peso se smetti? -, chiesi con sarcasmo.
- Mi riferivo a te -, fece coinciso – che non ci fosse niente che mi possa allontanare dal fumo lo sapevo già -. e come per sottolineare il concetto, prese una bella boccata dalla sigaretta.
A quel punto in cuor mio abbandonai definitivamente l'idea di pulire il basso di Guigsy, perchè si prospettava decisamente una di quelle belle discussioni tra me e Noel.
- Credevo che fino ad ora mi andasse bene tutto questo tira e molla, in fondo devo ammettere che è divertente. Ma pensavo che fosse una mia decisione continuare a giocare, invece... -
Da quando in qua era così aperto Noel? Era la droga a parlare, o ero davvero io ad averlo ridotto in quello stato? A quanto sembrava ero riuscita a far crollare il muro, peccato che non mi piacesse molto quel che si trovava dietro. Stavo per replicare qualcosa, magari una frase viscida che m'avrebbe riportato in dietro il Noel burbero quello che m'avrebbe mandato a 'fanculo, ma lui fu più rapido, come se se lo aspettasse. Come se una volta rotto l'argine non ci fosse stato più modo di fermare il fiume in piena.
- Ma non me ne un cazzo, farò come te: venga quel che venga. Sono nella band migliore di questo fottutissimo mondo, non ho il tempo per pensare - sputò fuori questa frase con veemenza ma allo stesso tempo una calma infinita, non era neppure vagamente incazzato, pareva solo...stremato.
Poi com'era entrato di soppiatto, fece per andarsene. - Ehi -, lo bloccai un attimo prima che imboccasse la porta. Il perchè non lo sapevo bene neppure io, forse perchè volevo dirgli che io invece ci pensavo al casino che eravamo riusciti a mettere su in quei tre anni di sangue, zucchero, sesso e magia, e che se ogni tanto spegnevo il cervello era solo perchè in qualche maniera dovevo sopravvivere. Non tutti potevano mettersi a scrivere canzoni. O forse non lo volevo vedere uscire da quella porta, ma tenerlo con me ancora un po'.
Alla fine tutto quel che mi riuscì di dire fu: - Vedete di dimostrarvi un po' d'amore tu e quell'altro bastardo, state per entrare nella storia della musica e ancora riuscite a litigare senza motivo -. Era un po' un rimprovero per quel che era successo la mattina, ma l'avevo detto con voce leggera. L'80 % degli Oasis erano quei due matti che litigavano.
- Proverò ad accontentarti -.

 

Dietro al palco stavamo sistemando le ultime cose, il boato provocato dall'entrata di Liam sul palco, avvolto in un felpone nero e con in mano una lattina di birra, doveva ancora spegnersi quando Noel fece la sua entrata in scena ravvivando di nuovo le voci di chi aveva appena smesso di urlare. Potevo ben vederlo, lì a braccia alzate, dietro al fratello seduto a bordo palco, a godersi come un re l'apprezzamento dei suoi fan, del suo popolo. Una scarica di adrenalina emanata direttamente da quelle quarantamila persone. Stavo per tornare alle mie ultime mansioni quando un movimento inaspettato mi fece soffermare ancora un po' sulla scena. Noel si piegò sul fratello, stringendolo fra le braccia, sino a che le loro labbra non collisero in un bacio che si dilungò per qualche secondo mentre il pubblico non faceva altro che urlare ancora di più, se mai possibile, e a passarsi il gigantesco pallone gonfiabile che Liam aveva calciato loro appena arrivato sul palco.
Per un attimo la mia bocca formò una O perfetta, ma appena mi ripresi, scossi la testa e ricominciai i preparativi per il concerto con un leggero ghigno che mi increspava le labbra, e una strana voglia di ridere.
Tutto ciò fu soltanto un assaggio però, il vero show dei Gallagher come sempre si esprimeva tramite la musica e il concerto di quella sera come da copione stava costruendo l'atmosfera per quello di Knebworth, persino le due nuove canzoni che suonarono quella sera furono recipite in maniera strepitosa. Il tutto fu chiuso dalla cover di I Am The Walrus, quella che m'aveva colpito sin dalla prima volta che li avevo al Boardwalk, e che a volte mi trovavo a pensare – in modo a dir poco profano – migliore dell'originale. John Lennon mi fulmini!
Riuscii ad intercettare Noel appena fu sceso dal palco, mentre mi passava la chitarra da mettere via, - Cos'era quello? - gli chiesi cercando di controllare il ghigno che provava a riaffiorare.
- Un fottutissimo gran concerto, dovresti esserci abituata –
Gli lanciai un'occhiataccia, sapeva benissimo a che mi riferivo.
- M'avevi detto di dimostrargli un po' d'amore – fece impertinente e baldanzoso, come solitamente era Liam, ma d'altronde i geni erano sempre quelli, e in quanto ad ego facevano a gara.
- Deve essermi sfuggita, sotto la definizione di “amore fraterno”, la parte dei dieci centimetri di lingua in gola -, e a quel punto non riuscii più a trattenermi dall'avere un tono divertito.
Intanto eravamo finiti per ritrovarci al buffet che era stato allestito dietro al palco, Noel mi passò una lager. - Sei gelosa, forse? - alitò con voce bassa, mi arrivò il sentore di fumo e birra, e quello di tè che mi mancava talmente tanto che forse me lo stavo soltanto immaginando.
S'avvicinò ancora un po', incastrandomi tra il tavolo del buffet e il suo corpo, mi morse il labbro superiore, il pallido fantasma di un bacio e appena capì che ci stavo per cascare si ritirò indietro, ad ammirare la mia espressione insoddisfatta. Fece tintinnare la sua Heineken contro la mia, - Non capisco cosa ci trovassi in Ourkid, non è poi così un gran baciatore -, dopo di che se ne andò, evidentemente soddisfatto di aver smesso di pensare e di aver capito che non era l'unico ad avere problemi a smettere.



 


*Fa capolino* Emh...Buongiorno, sono ancora viva. Chiedo umilmente scusa per la quantità biblica di tempo che è passato tra una pubblicazione e l'altra dei capitoli. Non posso addurre alcuna scusa se non pesoculaggine, dopo due mesi e mezzo dovrei essermi abitutata alla vita in Galles e dovrei aver trovato tempo e voglia di scrivere, invece per qualche motivo no. Faccio schifo, per cui scusatemi, soprattutto quelle persone meravigliose che commentavano con regolarità e che han seguito la storia per tanto tempo. Torno pure con la faccia tosta di un capitolo brevissimo per i miei standard, e pure dal mio punto di vista un po' insulso ._. In teoria avrebbe dovuto far parte del capitolo del concerto di Knebworth, ma poi ho pensato che dividerlo fosse l'unico modo per aggiornare prima dei 4 mesi. Vi prometto che il prossimo sarà migliore di questo! 
Un po' di facts (anche se spero che dalla storia tutto sia chiaro), siamo a Loch Lomond, concerto di warm up per Knebworth, luogo sacro per i madferit dove avvenne IL bacio ( http://www.gophoto.it/view.php?i=http://www.oasisfanatic.com/gallery/images/brothers/pictures/gallery_pic349.jpg#.ULJrUofAcZk spero di non traumatizzare nessuno). Qua per la natura Het della storia gli ho dato questa spiegazione, ma credetemi, non esistendo nessuna Cassandra nella realtà, io pendo molto di più per la versione complottistica dell'amore incestuoso...ok, la smetto di fare la fangirl pervertita. Il fatto che It's Gettin' Better (Man!!) sia stata suonata per la prima volta a Loch Lomond, come anche My Big Mouth, è vero ;)
Ok, I'm done. Grazie mille per l'attenzione. Peace & Love & Bananas (cit.)

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Oasis / Vai alla pagina dell'autore: thewhitelady