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Autore: Sonia_0911    25/11/2012    4 recensioni
Perché credere a ciò che si vede a volte è più difficile di quello che si pensa.
Dal testo:
- Una distesa verde smeraldo, soffice ma fiera.
Una città popolata da gente di ogni tipo, ma affollata di giovani che insieme trascorrono una piacevole serata.
Luoghi magici che accolgono storie altrettanto fantastiche chiamate da alcuni “Leggende” e da altri “Canti”. -
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL FANTASMA D’IRLANDA

 

 

Una distesa verde smeraldo, soffice ma fiera.

Una città popolata da gente di ogni tipo, ma affollata di giovani che insieme trascorrono una piacevole serata.

Luoghi magici che accolgono storie altrettanto fantastiche chiamate da alcuni “Leggende” e da altri “Canti”.

 

Un piccolo pub nascosto ma gremito di persone che insieme trascorrono un dopo cena come un altro.

Una serata che, sembra destinata a passare nella solita noiosa compagnia dei tuoi amici di sempre, che però, essendo tutti fidanzati , spesso snobbano le tue frasi per ascoltare i vaneggiamenti delle loro ragazze.

E poi c’è lei.

Occhi color cielo, capelli color fuoco, la contraddizione di due elementi così diversi che convivono in un unico essere.

La vedi al bancone e ne rimani affascinato,la fissi, la osservi e poi decidi.

 

Un pub nascosto, quello che ti ci vuole per staccare dalla realtà d’ogni giorno, una realtà che è diversa da quelli dei giovani della tua età, una verità celata agli occhi di chi non sa vedere.

L a folla sconosciuta di individui che ti fa compagnia in una serata come un’altra, la solita birra scura davanti a te e  la solita musica tradizionale che tanto ami.

E poi c’è lui.

Occhi color verde intenso, capelli color del grano con riflessi ambrati, ti sta guardando affascinato, rimirandoti come fossi una creatura rara e preziosa.

 

Si avvicina a te lentamente e tu ti giri per poterlo vedere bene, per poterlo ascoltare, al contrario del tuo solito comportamento che tenderebbe ad isolarti da chiunque.

-Ciao-

-Ciao, non ti ho mai visto qui- dici serena

-Sono venuto con degli amici per trascorrere la serata, ma da quando siamo arrivati in realtà sto parlando solo con quel simpatico muro laggiù, è un po’ silenzioso però-

Ridete, l’imbarazzo del primo approccio si smorza e così vi lasciate andare alle chiacchiere.

Parlate del più e del meno, delle vostre passioni, non toccate argomenti troppo scontati, ma al contempo rimanete fuori dai soliti discorsi che ti costringerebbero al silenzio, per l’impossibilità di rivelare di più.

Le ore passano e quando ti accorgi che l’ora stabilita per il ritorno è passata da un pezzo ti affretti verso l’uscita, salutando in gran fretta l’unica persona che ti abbia mai dedicato attenzione dopo tanto, tanto tempo.

Corri e una volta fuori dal locale svanisci, come un sogno, come un fantasma.

Il povero ragazzo, rimane a fissare il vuoto lasciato dalla tua scomparsa, sentendo emergere dentro di lui una sensazione di freddo che non aveva mai provato.

 

Una gita fuori porta. Idea geniale. Le scogliere di Moher sono sempre state uno dei tuoi luoghi preferiti.

Come sempre, sei stato invitato ad unirti agli altri per cortesia e non per la reale necessità della tua presenza in mezzo a loro.

Camminate insieme lungo il solito sentiero che percorre le scogliere e poi, d’un tratto, ti blocchi.

Stupito.

Meravigliato.

Lei è lì, sul ciglio della scogliera e sembra stia per gettarsi giù.

Non puoi fermare le tue gambe che, ad un muto comando, corrono verso di lei; non puoi bloccare le tue braccia che si slanciano, catturandola in una stretta presa e non puoi impedirti si sussurrarle, in tono roco e strozzato, all’orecchio

-Non farlo!-

Lei si volta all’interno del tuo abbraccio, ora siete faccia a faccia, ti sorride malinconica e ti risponde

-L’ho già fatto-

La fissi sconvolto

-Come?-

-Io sono già morta-

Le tue braccia si congelano, non respiri, non rispondi, una sola domanda ti frulla in testa:

“Se lei è ciò che dice di essere come è possibile tutto questo?”

Esterni il tuo dubbio, senza quasi rendertene conto

-Come è possibile?-

 E lei ti spiega, pazientemente, che le è concesso di riprendere sostanza per alcuni giorni ogni 100 anni, dura poco, certo, ma tutto sembra tornare come una volta e così, ha la possibilità di essere vista, toccata, ascoltata.

Sospira tristemente e poi ti dice

- Ora lasciami. Devo andare-

-No-

La tua risposta è chiara, ferma  e non lascia adito a dubbi

-Non puoi venire con me, io non appartengo più a tutto questo-  e con gesto vago indica il circostante

-Lo so, voglio venire-

-Dovresti separarti da tutto ciò che hai, è troppo  doloroso … -

-Non lo è. Tu mi hai sconvolto al primo sguardo, ora lascia che sia io a sconvolgere te-

-Non potrai tornare indietro-

-Non ho famiglia, non ho una vera casa, i miei amici non si accorgono nemmeno che esisto, tu sei l’unica cosa con cui voglio restare-

-Allora vieni-

 

Camminarono insieme,  verso la nebbia, immergendovisi.

Fu così che, in silenzio e senza scalpore, se ne andarono via.

 

Di lui, parecchi anni più tardi, fu ritrovato unicamente lo zaino e all’interno di esso, solamente una solitaria ciocca di capelli rossi.

 

 

 

 

 
Note: Malinconica e surreale, ma l'Irlanda è una terra così bella che non potevo non scrivere qualcosa che la riguardasse (anche se non lo mai visitata, quindi chiedo scusa per eventuali strafalcioni XD) Come sempre spero di ricevere i vostri commenti, grazie a tutti. Alla prossima.

Erika :)

 

  
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