Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Yuki Kiryukan    25/11/2012    14 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao gente!! ;) Ecco il cap 28!! :D
Cavolo, siamo arrivato fino a qui! Beeeene, che dire?
Non ricordo di aver mai scritto un capitolo così triste...ma l'editor mi ha dato l'OK, quindi eccolo qui! ;) Spero che vi piaccia!
Parlando di cose più allegre...mi è venta in mente l'idea pazza di fare un Sondaggio Di Popolarità tra i personaggi della storia!  ^------^
Che ne dite?? Vi piace l'idea??? <3
Le regole sono: nelle recensioni, o anche per messaggio privato, mi dite i 3 personaggi maschili e femminili che vi piacciono di più! ;) In modo da fare un bel podio alla fine! xD Ah, valgono anche i personaggi morti, come David, Rosalie, Mark ect.....
Io e la mia editor ci divertiremo come matte! xD Muahahahaha!!
Alla fine della seconda stagione, metteremo i risulati, quindi mancano ancora parecchi capitoli! xD Mi farebbe davvero piacere se partecipaste!
Lo trovo un bel modo per far partecipare tutti i lettori alla vita di questa storia e con i loro personaggi preferiti! ;)
Fatemi sapere che ne pensate! :D
Vi lascio al capitolo, adesso!  Un bacione!! <3
Yuki! 

 
 
 

                                                                 Sola

 



Aprii lentamente gli occhi, uscendo dal buio. 
 
Mi sembrava di aver appena capito come si facesse. Avere la forza di alzare le palpebre mi costò un certo sforzo.
 
Ero confusa. Terribilmente confusa.
 
Sentivo la mia mente svuotata di ogni pensiero.  Non riuscivo a pensare. Era uno sforzo troppo faticoso. Mi ci volle abbastanza per capire ciò che provavo, come se stessi solo in quel momento riacquistando sensibilità. 
 
Ero avvolta da una sensazione piacevole e rilassante; solo dopo capii che si trattava di acqua: ero immersa in dell’acqua calda. 

Le piccole bollicine che fuoriuscivano dalla mia bocca mi si posavano delicate sul mio volto. Le ciocche dei  capelli mi sfioravano le palpebre, mossi all’ondulamento dell’acqua. 

Le mie braccia erano tirate all’indietro, legate a qualcosa che produceva un rumore metallico, quando provavo a muovermi. 

Sfortunatamente non ne avevo la forza; ero debole. Troppo debole per qualunque cosa.                                                                                                       

Dov’ero? Avrei dato di tutto per saperlo. 

Avvertivo il male alle spalle, per troppo tempo tirate in quel modo, volevo riempire i miei polmoni d’aria.

Un momento.

Se ero nell'acqua...come diavolo facevo a respirare?

Solo dopo mi accorsi di avere la parte inferiore del viso contornata da una mascherina per l'ossigeno, e buttai fuori altre bollicine. Provai a muovermi, ma il dolore agli arti superiori era fortissimo, e ben presto mi rassegnai.

Non volevo rimanere li. Desideravo ardentemente che qualcuno mi salvasse, che mi portasse via da quel luogo.
 
Qualcuno....
 
Cercai di riconnettere il cervello. Non mi erano ancora chiari i passaggi cronologici che mi avevano fatta finire in quella situazione di merda.
 
Poi, tutto mi fu chiaro in maniera fin troppo limpida, ed ebbi una fitta alla testa.
 
Lui: Jean Stain.
 
Niente meno che il mio...padre biologico. 
 
Poi, la consapevolezza di quanto fosse accaduto agli altri, mi raggiunse come un filmine, e mi sentii morire.
 
Si, sarebbe stato meglio morire.
 
Le fiamme, il boato, l'esplosione...in quel denso fumo avevo visto uno dopo l'altro i nomi delle persone che mi avevano lasciata. Probabilmente, anche quell'acqua mi avrebbe presto condotto alla morte.
 
Nel caso, sarebbe stata l'unica fortuna.
 
 
 
                                                                                                *******************************
 
 
 


Non sapevo quanto tempo fosse passato da quando avevo aperto di occhi.  Sapevo però che niente era cambiato.
 
Stesse sensazioni. Stessi dolori. Stessa debolezza. Gli unici progressi che avevo fatto, erano ben pochi e insignificanti. Riuscivo a malapena a stringere i pugni, molto lentamente.
 
Per quanto ancora sarebbe durata quell’agonia? Tutto quel dolore, cominciava ad essere insostenibile. 

Se dovevo morire, desideravo che accadesse in fretta.
 
All'improvviso però, sentii un cambiamento in ciò che mi custodiva. Era rumore di acqua. 
 
Acqua che sgorgava. 
 
Essa scese, arrivò alla mia testa, poi giù, e la mascherina si slacciò dal mio viso. Emisi dei deboli colpi di tosse quando le mie narici furono libere. Respirai a pieni polmoni, tanto che essi mi bruciarono.
 
Il dolore alle braccia si fece più intenso, e di sottofondo, cominciai a sentire il rumore di qualcosa metallico che saliva.
 
Ben presto, i miei piedi nudi toccarono una superficie liscia e fredda, e quando le ginocchia, troppo deboli, si piegarono,  mi ci ritrovai letteralmente seduta sopra.
 
Avevo le braccia ancora inutilizzabili, e mi limitai ad alzare la testa.
 
La prima cosa che notai, fu che ero rimasta in biancheria intima, con una vestaglietta fin troppo trasparente -effetto resto ancor più marcato dal bagnato- che mi arrivava alle cosce, e provai un moto di vergogna tale, che mi fece accaldare.
 
Poi, quando il vetro della capsula che mi conteneva si alzò lentamente, vidi lui.  Si era rimesso i suoi soliti occhiali professionali, e concentrato, era intento a scrivere qualcosa su una cartella. 
 
Lo stomaco mi si contorse. 
 
Quello era il diavolo sotto le vesti di un uomo.
 
Finalmente, i suoi occhi scuri si poggiarono su di me, e vidi che trasalì leggermente  << Bene, siamo svegli >> commentò.
 
Mi si avvicinò, sempre con quei fogli sotto il naso che continuava a leggere  << Ti faccio i miei più sentiti complimenti >> esordì  << I tuoi parametri vitali sono una cosa eccezionale. Persino la tua resistenza ha un chè di inumano >>
 
Quella parola non mi piacque per niente, e feci una smorfia.
 
  << Ho provato anche a toglierti la mascherina per l'ossigeno sai? >> continuò lui, guardandomi  << E indovina quanto hai resistito senza ossigeno? Non mi crederesti. Ben sette minuti e cinquantasei secondi >> 
 
Scrisse qualcos'altro:  << Non mi sembri una nuotatrice agonistica, quindi la cosa è a dir poco inaudita >> sorrise sornione  << Lo ammetto: sei proprio da studiare, tu >>
 
Aprì la bocca per parlare, ma la voce non mi uscì. Solo un roco e debole grugnito.
 
Lui intanto si era allontanato, e quando tornò, aveva una siringa in mano. Senza che potessi oppormi o reagire, mi fece senza tanti complimenti, un prelievo di sangue.
 
  << Aah... >> mi lamentai  << N...non toccarmi, non....! >>
 
  << Non frignare >> disse, guardando la siringa  << Non mi piacciono le persone capricciose >>
 
<< I...il... >> provai ancora a parlare.
 
  << Qualunque cosa tu voglia.... >> disse lui, estraendomi l'ago dalla vena con aria soddisfatta   << .... È no >>
 
  << Il... >> continuai, testarda  << Il cion... ciondolo... >>
 
Lui si fermò, stupito da quella mia richiesta, e mi guardò come se fossi pazza.
 
Probabilmente lo ero davvero, a preoccuparmi in quel contesto più del medaglione, che di altro; ma ne avevo bisogno.
 
  << Ciondolo? >> ripeté Jean, confuso.
 
  << Dov...è? >> chiesi, guardandolo negli occhi. Lì dentro c'era David, non potevo separarmene.
 
Avevo già perso tutti. Mi rimaneva solo quell'oggetto.
 
Lui sembrò ritrarsi, e si allontanò. Poggiò dapprima la provetta col mio sangue nell'apposito contenitore, poi frugò nella scrivania poco lontano.
Mi mostrò l'oggetto tanto amato:  << Intenti questo? >>
 
Il cuore accelerò i battiti  << D-Dammelo...! >> bisbigliai, con una voce quasi decente.  
 
La parola giusta sarebbe stata "mettimelo", dato che le braccia erano inutilizzabili. Ma ragionandoci su, non volevo che quel tizio mi toccasse ulteriormente, quindi ero all'interno di una contraddizione.
 
Jean guardò sospettoso l'oggetto   << Perchè è così importante? >> chiese, diffidente.  Poi, i suoi occhi si fecero due fessure  << Non è che è una specie di micro-cip vero? >>
 
Scossi la testa  << No... quello... >>
 
Lui però smise di ascoltarmi, e studiandolo minuziosamente, concentrò la sua attenzione nel piccolo tappo all'estremità   << C'è una fessura... >>
 
Non doveva aprirla. Altrimenti le ceneri di David...
 
Le ceneri di colui con il quale era stato tanto amico....
 
  << Non aprirlo! >> gridai, e quella mia reazione non fece altro che insospettirlo di più.
 
  << Cosa c'è qui dentro? >> chiese, avvicinandosi con aria minacciosa.
 
  << Quel ciondolo è importante per me... >> dissi, serrando la mascella  << Dammelo! >>
 
  << Cosa c'è? >> insistette, alzando il tono di voce.
 
Strinsi i denti, rassegnata  << Le ceneri...di una persona cara >> dissi a bassa voce, ma certa che potesse udirmi ugualmente. 
 
Jean si stupì  << Ceneri? >> ripetè, e il suo tono indugiava tra il deluso e il sollevato.
 
Annuii, mentre il mio odio verso di lui cresceva  << Quindi, adesso damm... >>
 
  << Di chi? >> volle sapere.
 
Dio, non lo facevo così pettegolo. Ma le sue domande dovevano essere dettate solo dalla diffidenza, che dalla curiosità.
 
  << Mio zio... >> bisbigliai, non sapendo nemmeno perchè gli rispondessi.
 
Valutai velocemente la situazione. Forse era la volta buona di mettere in chiaro le cose. Se c'era ancora qualcosa di umano in lui, probabilmente avrebbe provato quel sentimento chiamato "senso di colpa"
 
  << Mio zio era.... >> continuai, con un nodo in gola   << Lui era D... >>
 
Ma non potei continuare, perchè il rumore di porte scorrevoli mi interruppe.
 
Dei passi. Veloci, decisi, ritmici.
 
Nella mia visuale entrarono le ultime due persone che avrei mai voluto vedere in un momento simile.
 
Adam Written e Alyssa Grey. I peggiori.
 
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata. Ma non dal timore di aver rivisto quei due, ma dall'aver preso consapevolezza che, ovunque mi trovassi, ci fosse anche Zach.
 
C'erano alte probabilità che l'avrei rivisto. E non ero certa che il mio cuore avrebbe retto.
 
  << Non posso crederci! >> squittì immediatamente la Chimero bionda non appena mi vide, senza nascondere un sorriso compiaciuto  << Padre sei eccezionale! >>
 
  << Voi siete sempre stati troppo teatrali nei vostri attacchi >> le rispose lui, visibilmente soddisfatto  << Io ho agito nel silenzio. E ho vinto >> concluse, lanciandomi un'occhiata crudele.
 
Adam mi si avvicinò con l'aria di un carnefice, e  prendendomi il mento con una mano, me lo portò in sù  << Non immagini nemmeno quanto io goda nel vederti così >> mi disse con arroganza, a poca distanza dal viso   << Finalmente stai avendo quello che meriti >>
 
Non riuscii a trattenermi, e gli sputai in viso. 
 
Lui si ritrasse immediatamente, e pulendosi la mia saliva dallo zigomo, mi prese il collo con una mano, con tutta l'intenzione di strangolarmi. 
Sentii i polmoni bruciarmi per la mancanza di ossigeno, e cominciai a vedere tutto nero.
 
A fermarlo dai suoi intenti omicidi, fu l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere, in quel momento.
 
Ryan Cooper apparve in tutta la sua magnificenza, prese il polso di Adam e lo costrinse ad abbandonare la presa sulla mia gola.  Tossii quando fui libera, e guardai il biondo allucinata. E quel "salvataggio" come dovevo interpretarlo?!
 
  << Calma, Adam >> disse lui, e mi guardò con i suoi zaffiri  << Non vorrai rovinare la cavia al padre >>
 
Deglutii. Ecco, mi ero illusa un'altra volta.
 
Adam si massaggiò il polso, che evidentemente il biondo gli aveva stretto con troppa forza, e mi rivolse uno sguardo assassino   << Prima o poi quella la uccido sul serio.... >> lo sentii bisbigliare, mentre arretrava.
 
  << Vedo che stai diventando giudizioso >> intervenne Jean, rivolto a Ryan, mentre si imboscava il mio amato medaglione della tasca del camice bianco  << Sono sorpreso >> 
 
Gli mise una mano sulla spalla, e vidi il biondo accennare un movimento fluido verso di lui:  << A volte posso esserlo anch'io >>
 
Jean sorrise soddisfatto, poi fece qualche passo verso di me  << Non rovinatemi questo esemplare >> disse ai presenti, e a quella parola mi sentii morire  <<  È raro, e mi ci devo ancora divertire >> 
 
Sentivo la mia dignità sotto i piedi. 
 
Lì non ero più una persona. Ero trattata alla stregua di un animale.  Sentii le lacrime pungermi gli occhi, ma le trattenni. Mai e poi mai avrei dato loro una simile soddisfazione.
 
Non mi sarei mai fatta vedere in lacrime. 
 
Chinai la testa. Non volevo più vedere nessuno.
 
Volevo solo farla finita.
 
Notai che Jean stava esortando i Chimeri ad abbandonare la sala semi buia in cui mi trovavo, e solo Ryan era rimasto al suo posto, con l' aria fiera ed orgogliosa di un leone.
 
Per quanto mi costasse ammetterlo, era sempre di una bellezza sconvolgente.
 
Questa volta, non riuscii a trattenermi:   << Che hai da guardare, eh? >> sbottai  << Sei soddisfatto adesso a vedermi così?! Perchè non chiami anche Zach, lo fai venire qui, e vi fate due risate?! >>
 
Mi morsi il labbro:  << Anzi, ho un'idea migliore! >> continuai  << Perchè non mi uccidete proprio come avete fatto con Amy?! >>
 
A pronunciare il suo nome, un sopracciglio chiaro del biondo si alzò, e una vena sulla sua tempia cominciò a pulsare.
 
  << Ma no! >> non mi diedi per vinta  << Sarebbe troppo facile. Il vostro sadismo si diverte di più a vedermi così, spogliata di ogni dignità, vero?! >>
 
Lui rimase serio, senza smettere di guardarmi.
 
  << Credevo che tu...che voi, foste diversi dagli altri Chimeri >> aggiunsi   << Ma mi sbagliavo. Siete anche peggio >>
 
Ryan ad un certo punto, cominciò a ridere. Una risata che esprimeva soddisfazione, divertimento, ma anche un profondo senso di tristezza.
 
Mi si avvicinò, e si inginocchiò in mia corrispondenza:  << Abbaia pure quanto vuoi, ma non puoi fare proprio niente >> sorrise, e chinò la testa di lato  << Sei pure divertente, a guardarti >>
 
Poi, allungò le braccia verso di me.
 
Istintivamente, serrai gli occhi in una morsa, temendo un suo schiaffo, o un'altra umiliazione.
 
Ma non accadde nulla. Sentii solo il suono di metallo, e qualcosa di freddo toccarmi la clavicola.
 
Quando trovai il coraggio di aprire gli occhi, mi guardai il petto, ed incredibilmente il mio ciondolo era lì, al suo posto, sul mio collo.  Alzai lo sguardo allibita, ma Ryan non c'era più. Veloce com'era, se n'era già andato. 
 
Sbattei le ciglia, ancora stentando a crede a quanto avesse fatto. Doveva averlo sottratto a Jean quando gli si era avvicinato.
 
Ma perchè? 
 
Emisi un sospiro, non sapendo nemmeno che pensare. Era inutile tentare di dare una spiegazione al suo comportamento illogico. 

La cosa più importante era uscire da lì.
 
Sicuramente, non ce l'avrei mai fatta da sola. A malapena riuscivo a parlare, figuriamoci ad improvvisare una fuga.
 
Senza contare che non avevo nessuno aiuto li dentro. Non sarei mai riuscita ad evadere.
 
"Non mi fido di te, ne della tua idoneità ad essere il capo dello Scudo Rosso. Anzi, sinceramente credo che tu non ne sia proprio adatta"
 
Già, aveva detto proprio così, Garreb. E alla fine, i fatti gli avevano dato ragione.
 
"Sei solo una ragazzina emotiva ed insicura, e non me la sento proprio di lasciare i nostri destini nelle tue mani!"
 
Facevo solo pena. Non ero riuscita a proteggere nessuno di loro. 
 
"Sappi che se c'è qualcuno che dovrebbe andarsene, quella sei tu, traditrice"
 
Magari, se me ne fossi andata davvero, ora loro sarebbero potuti essere ancora vivi.
 
Quella volta non riuscii a trattenere le lacrime, che mi scivolarono fin sul mento.
 
Ero sola. Completamente sola.
  
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Yuki Kiryukan