Serie TV > Agente speciale Sue Thomas
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Autore: Rachi    15/06/2007    1 recensioni
La mia primissima fanfiction in assoluto (ora sto terminando la terza) veramente prima di questa solamente temi scolastici e tesine, ma come si dice c'è sempre una prima volta per tutto... risale ad un anno fa, sto cercando anche di sistemarla mentre la metto sul sito.
Ambientata tra gli uffici dell'FBI e un tranquillo quartiere residenziale, riusciranno finalmente a chiarire i loro sentimenti e a risolvere quel caso per cui sono stati mandati sotto copertura?
Una storia sul telefim Agente Speciale Sue Thomas...
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

L’indomani mattina Jack trovò Sue che stava rientrando dalla passeggiata con Levi. «Sempre così mattinieri voi due?» le disse, trattenendo a stento uno sbadiglio.
«Sai com’è, Levi aveva bisogno di uscire e mi ha svegliata. Cosa che non ha fatto ieri sera…»
«Veramente lui ci ha provato, ti è venuto a leccare una mano, ma tu eri letteralmente crollata sopra le coperte, è per questo che sono entrato. Siamo in lite ma non voglio mica che ti ammali…ho preso la coperta, e ti ho lasciato il the…» sorrise nel dirlo
«Grazie… mi preparo e andiamo ok?»
«Certo, e pensi di sapere già quale sarà l’argomento della lite?» alzando un sopracciglio
«Non lo so, ma penso che mi verrà in mente qualche cosa…io salgo a farmi una doccia. Mezz’ora?»
«Ok, e mi raccomando…non mi trattare troppo male…»
«Vedremo» e lo lasciò da solo in cucina
Jack guardandola uscire pensò che ancora la tempesta non era passata, ma le nubi si stavano diradando.

Alle 9 erano già davanti al supermercato, durante il viaggio avevano deciso di non rivolgersi parola mentre facevano la spesa, e di aspettare che la signora James fosse alle casse, poi Sue avrebbe preso in mano la situazione.
E così fecero, ognuno metteva nel carrello ciò che voleva, poi quando la videro alle casse, inscenarono una piccola lite dai toni molto bassi. Lite che terminò con Jack che rimase a fare la spesa e Sue che lo fulminava con lo sguardo uscendo dal supermercato.
Fuori cercò la macchina della signora James ma non la vide, quindi lasciò un biglietto sul parabrezza della macchina, avvertendo Jack che sarebbe tornata a piedi.
Con la coda dell’occhio notò che il loro obiettivo stava uscendo quindi si avviò per il viale cercando di precederla di poco per poi farsi superare, doveva pensare a come attirare la sua attenzione, così guardò Levi e iniziò a parlare con lui, sperando che almeno per deformazione personale, la signora James la ascoltasse.
«Levi, che ci facciamo qui? Che dici, avrei dovuto chiudere questa storia ora che si era presentata l’occasione? Li ho rivisti insieme Levi, si sono abbracciati per salutarsi, mi si è fermato il cuore quando li ho rivisti così. Poi lui mi guarda e mi dice che non c’è niente e io dico di credergli, poi mi rimane questo peso sullo stomaco. Possibile che nonostante tutto sia ancora innamorata di lui?.» pronunciando queste parole le venne un tuffo al cuore. Innamorata di Jack, non ci credeva neanche lei, lo aveva detto, e non era stato affatto difficile.
Era in un mondo tutto suo quando la signora James la salutò «Buongiorno! Lei è nuova del quartiere vero?»
«Si. Piacere sono Sue Hudson, e se non sbaglio mi sembra che abbiamo dato spettacolo l’altro giorno proprio di fronte casa sua. Mi dispiace, non dobbiamo aver fatto una bella impressione.»
«Non si preoccupi, non può filare sempre tutto liscio in un matrimonio, ma non mi sono presentata sono Carol James. Mi dispiace aver ascoltato il suo sfogo, ma quando sento le parole amore e problemi nella stessa frase non resisto. Sono una consulente matrimoniale, mi sono laureata in psicologia e poi ho iniziato a fare quello che adoravo fare anche al liceo, far rimettere insieme le coppie che ancora si amavano, ma non sapevano affrontare i loro problemi.»
«Interessante!» le disse Sue, era stato fin troppo facile attirare l’attenzione di quella donna. «E non si preoccupi, sa, a volte mi dimentico che gli altri mi possano sentire quando parlo… vede io sono sorda. Leggo le labbra per capire quello che mi sta dicendo. E lui mi da una mano, o forse sarebbe meglio dire una zampa!»
«Direi che questo è molto più interessante!» Carol sembrava veramente affascinata mentre guardava Levi seduto tranquillo vicino a Sue.
In quel momento Jack passò in macchina e la chiamò, Levi le saltò addosso per avvertirla, lei si girò, lo vide e con gli occhi tristi gli disse con i segni “Ci vediamo a casa” e Jack continuò dicendole, “a tra poco”
«Quello è suo marito?»
«Si, lui è Jack»
«Siete proprio una bella coppia. Senta, che ne dice di venire a prendere un the a casa mia questo pomeriggio, il martedì tengo chiuso lo studio…»
«Non vorrei disturbarla.»
«Immagino che se si è trasferita ora non conoscerà nessuno nel quartiere, e io sono un’esperta nei problemi di cuore, quindi perché non approfittare, ci potremo conoscere e magari, sempre che ne abbia voglia, mi può raccontare qualche cosa, e ascoltare quello che potrebbe dirle una professionista.»
«Allora, con molto piacere. Le dispiace se porto Levi? Sa, lui è il mio orecchio e…»
«Ma certo! Allora l’aspetto questo pomeriggio! Verso le 17? Dove abito lo sa gia giusto?»
«Sembra proprio di si, e le 17 vanno benissimo. Grazie!»

Sue entrò in casa e trovò Jack che la aspettava in salotto, appena la sentì chiudere la porta le corse incontro «Sei riuscita a parlarle?»
«Si, e siamo stati anche invitati a prendere un the a casa sua questo pomeriggio. Io e Levi intendo.»
«Sei sicura che vuoi farlo? Lui potrebbe essere in casa, se venissi anche io…beh starei più tranquillo» distogliendo lo sguardo
«Jack, lei mi ha invitato per parlare dei nostri problemi, non mi posso presentare con te. Metteremo un microfono a me o a Levi, così tu ascolterai tutto da qua, poi cercherò di piazzare qualche cimice. Non possiamo perdere questa occasione, siamo qui per questo.»
Jack continuava a guardarla con aria preoccupata
«Jack, è solo un the con Carol, di pomeriggio, non può succedere nulla! Poi con me c’è Levi e tu sarai a due passi. Sbrighiamoci dobbiamo andare in ufficio.» Nel dirlo a Jack sembrava ancora più infastidita del giorno prima.
«Cosa ti ho fatto di così crudele per aver bisogno di una consulente matrimoniale?» cercando di attenuare la situazione.
«Non ti ho descritto come il carnefice. Le ho detto che sono io che non mi fido più di te per una bugia che mi hai detto tempo fa. Colpa della mia insicurezza, ma che sono ancora innamorata di te, e non ho mai avuto il coraggio di lasciarti.» glielo disse mentre gli voltava le spalle e saliva in camera a cambiarsi per andare in ufficio.
Mi ero illuso” pensò Jack, “la tempesta non è ancora passata.

XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX E qua vi vorrei ringraziare... mar e rosy, grazie mille per la rilettura, fa piacere sapere che nonostante l'abbiate gia letta fate ancora questo sforzo ^.^ hikary Grazie mille anche a te! sono lusingata, veramente...spero che andando avanti continui a piacerti...speriamo... GRAZIE!

  
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