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Autore: Miss Fayriteil    29/11/2012    2 recensioni
Questa raccolta di shot, l'abbiamo decisa insieme io e una mia amica pazza quanto me. Siamo entrambe delle calzoniane quindi mi rivolgo ai fan, non spaventatevi! Dovevano essere due, ma ci sono venute altre idee.
Abbiamo pensato cosa sarebbe successo se le cose a Callie e Arizona fossero andate diversamente.
La prima storia parla di cosa sarebbe successo se Callie avesse ceduto a Sadie, ma per quanto riguarda le altre è una sorpresa. Buona lettura!
1: Callie/Sadie
2: Arizona/Cristina
3: Callie/Teddy
4: Arizona/Lexie
5: Callie/Izzie
6: Arizona/Addison
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sorpresa
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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ARIXIE

 
Ecco come vanno le cose: parti per un viaggio di tre anni in Africa, te ne penti subito, torni a casa dopo neanche due mesi e scopri che la donna che ami non ti ha aspettata e adesso è incinta del suo migliore amico ed ex-amante. Magnifico.
  E come se tutto questo non fosse abbastanza, tu bussi alla sua porta, ti prostri, tuo malgrado, ai suoi piedi e lei cosa fa? Ti chiude la porta in faccia! Sempre più magnifico. In realtà quando sono arrivata a Seattle sono subito andata a casa e ho bussato alla porta. È stato un momento piuttosto imbarazzante, perchè ad aprirmi non è stata Calliope, bensì un signore sulla settantina dall’aria molto infastidita.
  A quel punto ho capito che doveva essere da Mark, infatti ho bussato da lui e ad aprirmi è stata lei e poi sapete com’è andata. Lei ha chiuso la porta, e io ho pensato che era inutile rimanere lì, quindi ho deciso di andare in albergo. Ho dormito un po’, poi il mattino dopo mi sono ripresentata da Callie e mi sono seduta lì fuori ad aspettare che uscisse. Altra scena bellissima. Lei esce, mi vede lì, mi chiede: «Sei stata qui tutta la notte?»
  Io le rispondo che no, non ero stata lì, ero andata in albergo a dormire ed ero tornata lì presto. Allora lei mi guarda e con un’aria molto distaccata mi fa: «Davvero, ti prego. Tornatene in Malawi». Poi mi volta le spalle e se ne va. Perfetto. Cose che ti fanno proprio sentire felice di esserti innamorata.
  In ospedale abbiamo dovuto operare insieme, ma Callie ha stroncato ogni mio tentativo di cominciare una conversazione. Anche più tardi, ci siamo viste fuori, io le ho aperto il mio cuore, le ho detto che la amo, che sono tornata dall’Africa per lei, ma niente. Lei non ha proprio intenzione di perdonarmi.
  Non parliamo poi di quando ho deciso, qualche settimana dopo di tornare a casa nostra, che però improvvisamente Calliope ha definito “casa sua”, dicendomi di andarmene e insultando le mie cose. Le sono stata dietro tutto il giorno, chiedendole di darmi un’altra chance, confessando i miei difetti, insomma non meritano tutti una seconda possibilità? In ascensore mi ha dato l’annuncio. La cosa che non avrei mai voluto sapere. È incinta. Calliope è incinta di Mark. Per un attimo ho avuto voglia di chiudermi la testa nelle porte dell’ascensore. Non è possibile! Un figlio con Mark Sloan, ma l’ha fatto apposta? Cioè era un modo per punirmi?
  Mi ha chiesto se accetto di far “parte del suo piano”. Dice che mi vuole con sè. In pratica mi sta chiedendo di tornare con lei. Però non so se sono pronta a perdonarla. Mi ha tradita. È vero che tecnicamente non stavamo insieme, però lei mi ha tradita. Per di più con un uomo.... come è possibile che sia innamorata di me ma che poi si fa consolare da un uomo? Ok il suo miglior amico, Mark c’è sempre lui di mezzo, gliela vorrei far pagare anche a lui, ma Callie... non so cosa fare, la amo quello è certo, però io le volto le spalle e lei mi tradisce. Insomma le avrò anche spezzato il cuore, ma lei non ha assecondato per niente il mio sogno, ha messo se stessa davanti a tutto e addio alla ragazza che diceva di amare. Bel modo di amarmi, se non sei disposta a venire con me per inseguire un mio sogno, in fondo tre anni cosa sarebbero stati?! Credo che per ora le dirò che ci devo pensare o non le risponderò affatto..magari le dico che devo farmi passare la rabbia prima, ecco sì le dico che prima ci dobbiamo calmare e poi parleremo di cose più concrete. Glielo dico e sembra comprendere. Speriamo.
 
 
Il mattino dopo vado in ospedale. Questo è bello. Il capo mi ha riassunta, però udite udite, non sono più la responsabile di pediatria! Qua le belle notizie si sprecano. Comunque. Il mio capo è un mezzo scemo di nome Stark, che non si sa come mai è stato assunto qui. Parlando d’altro, ho detto a Teddy che Calliope è incinta, ma che non so ancora cosa fare. Lei mi ha detto che devo capire se questa è davvero la vita che voglio. Una vita con Callie e un bambino? Penso di sì. Una vita con Callie, un bambino e Mark Sloan? No grazie. Okay, sono al punto di partenza.
  Per tutto il giorno evito Callie, ma lei mi insegue. Continua a chiedermi se ho deciso, ma io non ci riesco, non riesco a pensare che avrà un figlio da Mark! Chissà come è sempre colpa sua, non si accontenta di entrare in camera da letto, mentre noi... no, adesso mette anche incinta la mia donna! Poi cosa farà? Farà lo sposo al nostro matrimonio? Matrimonio? Okay, torniamo alla realtà. Dovrò affrontare Calliope stasera, per forza, la vedrò a casa. Praticamente abbiamo ripreso a vivere insieme. A quanto pare non voleva lasciarmi da sola in casa sua. Che carina.
  Quando arrivo a casa lei è lì, seduta sul divano. Sta leggendo un libro. Io mi tolgo la giacca e lei si accorge di me. «Allora? Hai preso una decisione?» mi chiede. Io la guardo per un po’.
  «No ancora no» le rispondo. Lei mi guarda ferita. Dovrei essere io quella ferita! «Callie, senti, cerca di capirmi. Sei rimasta incinta di Mark Sloan, non so se ti rendi conto di che cosa significhi per me! Prima voglio... cercare di non odiarlo e cercare di perdonarti. Ma tu non devi mettermi fretta».
  «Okay» fa lei alzandosi e andando a passo pesante in camera da letto. Io esco di casa, voglio solo schiarirmi le idee. Come mi chiudo la porta alle spalle, quella del 501 si apre e una furibonda Lexie esce di corsa sbattendola. «Arizona!» esclama quando mi vede.
  «Piccola Grey! Ehm... Lexie. Ciao! Che succede?» le chiedo. Sembra davvero fuori di sè.
  «L’hai saputo? Hai saputo cosa ha fatto quel... quel figlio di...» sembra troppo sconvolta perfino per concludere una frase. «Noi... noi eravamo appena... e adesso lui... cioè per la seconda volta... proprio non capisce... non gli importa...»
  «Grey, calmati» le dico con voce ferma. Andiamo a prendere l’ascensore. «Sì... ho saputo... è stata una delle prime cose che ho saputo quando sono tornata... so come ti senti, Lexie».
  «Ah certo» fa lei voltandosi verso di me. «Anche tu... certo anche tu... sei... anche Callie è coinvolta in questa storia, è vero, non ci pensavo». Sospira e quando le porte dell’ascensore si aprono esce e io la seguo. Ci fermiamo a parlare sul cancello. «Dovremmo fargliela pagare, Arizona»
  «Sì hai ragione» replico con un sorriso. «Ma come?»
  «Non lo so» mi risponde lei scrollando le spalle. Se ne va e io la guardo andare via. A questo punto torno a casa. Callie ha già spento la luce e decido di dormire sul divano. Sì la piccola Grey ha ragione, anch’io voglio vendicarmi, però come? Continuo a pensarci mentre mi preparo e mentre mi infilo sotto le coperte nel divano-letto. Come? Voglio davvero farlo, se lo meritano tantissimo tutti e due. Mi addormento tramando vendetta.
 
 
Al mattino mi sento ancora determinata a farlo. Sono al bancone e sto consultando la cartella di un mio piccolo umano, quando sento la Piccola Grey che mi chiama. «Dottoressa Robbins?»
  «Sì, che c’è Grey?» le chiedo voltandomi verso di lei.
  «Avrei bisogno di un consulto, potrei parlarle?». Io annuisco e lei si avvicina con aria furtiva. Mi mostra la cartella, ma capisco che è solo un pretesto. Infatti subito dopo mi dice a bassa voce: «So come possiamo vendicarci, Arizona».
  «Sul serio?» le rispondo sussurrando. «E come?»
  «Ci ho pensato stanotte. Dovremmo ripagarli con la stessa moneta, sai, tipo occhio per occhio». Io la guardo a bocca aperta. «Stai dicendo che... dovremmo...»
  «Andare a letto insieme, sì» conclude lei con un sorriso. Io scoppio a ridere. «Stai scherzando».
  «No affatto. Scusa vogliamo vendicarci giusto? E quale modo migliore che fargli capire cosa si prova ad essere traditi? Secondo me è un’idea geniale».
  «D’accordo» le rispondo. Sono piuttosto perplessa. «Ma tu... tu saresti disposta a venire a letto con me? Perchè insomma... capirei se...»
  «Senti» mi interrompe. Perchè delle due sono io quella imbarazzata? «Tu verresti a letto con me?»
  «Beh...» la studio attentamente. Di sicuro fisicamente non è da buttare. Per prendere tempo, glielo richiedo «Tu lo faresti?»
  «Direi...» mi risponde con aria pensierosa, «che non è in cima alla lista dei miei desideri, niente di personale, però possiamo provarci se è per una buona causa». Per tutta risposta, rido a bassa voce. A questo punto lei si volta e se ne va. Senza volere il mio sguardo cade sul suo fondoschiena ben fatto. Scuoto la testa e rialzo lo sguardo. Ma perchè no? Perchè no?
  «Lexie!» la chiamo ad alta voce.
  «Che c’è?» chiede voltandosi. Io le sorrido. «D’accordo». Lei mi lancia uno sguardo soddisfatto e se ne va correndo. Questo è assurdo. Cerco di concentrarmi di nuovo sul mio paziente, cercando di schiarirmi le idee. Andrò a letto con Lexie Grey per ripicca. È assurdo. Però la sua idea mi piace, lo ammetto. Anche io volevo vendicarmi di Calliope. Ora dobbiamo decidere quando, dove e come questa follia succederà. Dovremo incontrarci di nuovo e metterci d’accordo. Io e la Piccola Grey... chissà.
  Durante la giornata quando vedo Callie, comunque, mi sento più forte, come se questo segreto che io e Lexie condividiamo, mi faccia sentire più sicura. Lei non è ancora andata dalla ginecologa per farsi visitare. Dice che vuole aspettare cosa deciderò perchè vuole che sia lì con lei. Però è dolce, questo lo devo ammettere. Quando torniamo a casa me lo ripete, ma con un tono quasi rassegnato, come se ormai non ci sperasse più che possa perdonarla. Quello che non le dico è che in realtà ho già accettato la situazione in sè, cioè di avere un bambino con lei. Il punto è che non l’ho ancora perdonata del tutto, per quello aspetto. E poi c’è Mark.
 
 
Il mattino dopo come arrivo in ospedale, vado in sala medici a cambiarmi e subito dopo vedo la Piccola Grey raggiungermi di corsa. Ho idea che mi perseguiti. «Dottoressa Robbins» mi dice ancora col fiatone, fermandosi davanti a me. «La dottoressa Bailey mi ha assegnata a lei questa settimana».
  «Davvero?» rispondo senza sapere bene cosa dire. «Bene...»
  «Direi che è perfetto!» fa lei con un sorriso. È incredibilmente su di giri. «Così possiamo metterci d’accordo senza destare sospetti perchè continuiamo a parlare».
  «Ti è venuta qualche idea? Tu vuoi che loro ci scoprano giusto? La vendetta consiste in questo» le dico. Sono sicura che è così e infatti lei mi risponde: «Sì devono scoprirci quindi direi di farlo in un posto dove loro possono vederci di sicuro».
  «E dove a casa?» le chiedo con una mezza risata. La mia è una battuta, ovviamente, ma lei mi lancia uno sguardo indagatore. «Che c’è?» le chiedo.
  «Hai avuto un’idea geniale» mi risponde. Annuisce più volte come se fosse sempre più convinta della sua idea. «Lo facciamo a casa, magari in soggiorno, così quando entrano in casa... sorpresa!»
  «Tu sei pazza Lexie» le dico, guardandola sbalordita. «Sei seriamente fuori di testa. Vuoi farlo a casa? E a casa di chi? Nel caso lo farei da noi, però scommetto che tu vuoi farlo da Mark, insomma, io vorrei che a venire colpita di più sia Calliope e tu immagino Mark». Senza fare apposta mi sono resa conto di essere d’accordo con lei.
  «Sì a casa vostra, va bene. Perchè io credo che non entrerò mai più in casa di Mark, quindi è meno strano se ci trovano da voi. Poi dobbiamo decidere quando farlo succedere». Ci pensa un po’ poi aggiunge: «Ma non è strano?»
  «Che cosa?» le chiedo.
  «Questa cosa che stiamo facendo» mi dice la Piccola Grey. «Il fatto che parliamo di andare a letto insieme così, come se fosse un appuntamento dal commercialista».
  «Lo so che è strano Lexie. Te l’ho sempre detto! Però sarà interessante, provarci. D’accordo lo faremo a casa mia. Sul divano? Sì così lo vede subito appena entra».
  Insomma andiamo avanti a parlare così, decidendo cosa fare prima, come reagiremo quando Calliope ci scoprirà ed andrà a chiamare Mark. Abbiamo deciso che andremo da Joe, ma non insieme sennò è troppo evidente. Io andrò a casa per prima, poi lei arriverà, io le aprirò e poi immagino che quel che dovrà succedere succederà. Domani, non stasera. Dobbiamo organizzarlo nei minimi dettagli e stasera è troppo vicina. Però domani è perfetto. Ci accordiamo per gli orari, i luoghi, quello che succederà, organizziamo tutto nei minimi dettagli. Mi sembra di fare un piano per una rapina in banca.
  Di sera a casa per la prima volta Calliope non mi dice niente. Mi saluta e mi dice che se voglio mangiare ci sono degli avanzi in frigorifero. Ma non mi parla più per la faccenda del bambino. Meglio perchè devo pensare a domani sera ed è già abbastanza complicato così.
 
L’indomani
 
Oggi è il grande giorno. Oggi mi vendicherò di Calliope, e il pensiero oltre a terrorizzarmi mi porta un grande senso di sollievo. Però il pensiero di quello che dovrò fare insieme alla Piccola Grey mi riempie d’ansia. Forse non ne sono più così convinta, ma quando provo a dirglielo lei zittisce i miei dubbi. «Dai smettila Arizona!» esclama, mentre ci stiamo lavando prima di entrare in sala operatoria. Si tratta di una semplice appendicectomia su un ragazzino di undici anni, un intervento semplice, fatto apposta per una giornata impegnativa di suo. «sarà questione di dieci minuti al massimo, poi arriveranno e si metteranno a urlare e la nostra vendetta sarà compiuta!»
  Continuo a non capire perchè di noi due la più tranquilla è Lexie. In fondo io ci sono abituata, per lei sarà la prima volta e in più in questa situazione. Devo cercare di calmarmi, in fondo non sarà niente di che. Ha ragione durerà dieci minuti al massimo e poi ci scopriranno. Okay per ora mi concentro sull’intervento e quando sarà finito riprenderò a preoccuparmi di stasera. Comunque non è da me essere così preoccupata, io non sono mai preoccupata in questo genere di cose. Forse perchè conosco Lexie e so che è una situazione particolare, se fosse stata una sconosciuta qualsiasi penso che avrei preso io l’iniziativa.
  Un’ora più tardi siamo fuori dalla sala operatoria e decido di andare a mangiare. Mi siedo al tavolo con Lexie, dobbiamo discutere di un caso, ci viene naturale così. Però poi vedo Calliope che mi viene incontro, mentre sto uscendo dalla caffetteria e mi chiede: «Perchè in questi giorni stai così tanto insieme alla Piccola Grey? Stai facendo dei pensieri anche su di lei? Io non ti sono bastata?»
  «Ma che stai dicendo, Callie?» le rispondo arrabbiata. Non sa quanto sia vicina alla verità con queste parole. «Non sono mica tutti come te» lei arrossisce. Ha! «È solo la mia specializzanda per la settimana e mi sta aiutando con un caso piuttosto complicato».
  Però non sono tranquilla e me ne vado a passo abbastanza svelto, cercando di allontanarmi da lei il più in fretta possibile. Voglio che arrivi stasera per togliermi il pensiero di andare a letto con Lexie. È una cosa troppo impegnativa, mi sta stressando tantissimo. Come se mi avesse letto nella mente, Lexie mi arriva alle spalle, facendomi sobbalzare. «Che cosa ti ha chiesto?»
  «Se sto facendo dei pensieri anche su di te» le rispondo, dopo aver imprecato mentalmente contro di lei per lo spavento che mi ha fatto prendere. «Ma le ho risposto che non sono tutti come lei».
  Lei scoppia a ridere e risponde: «Consolati, stasera gliela farai pagare».
  «Già... sarà strano, però voglio farlo davvero» osservo. E ne sono sicura, adesso più che mai. All’improvviso non vedo l’ora che arrivi stasera, non per finirla fuori, ma per farlo, per far soffire Callie come ho sofferto io. Mando Lexie a visitare i post-operatori e intando vado nella sala medici a prendere un caffè, per calmarmi. So che in sè questa frase suona contradditoria, ma funziona davvero.
 
 
Il resto della giornata è passato immune da stress di qualsiasi tipo e va bene così perchè devo pensare seriamente a stasera. Sono appena entrata nel bar di Joe e mi sono seduta al bancone. Mi sono guardata intorno, Calliope non c’è. C’è Mark seduto a un tavolo con Derek, Teddy e qualcun altro... Lexie... ah ecco, Lexie! La saluto con la mano e qualche secondo dopo mi arriva un sms. È suo e mi dice che uscirà dal bar dieci minuti dopo che me ne sarò andata io. D’accordo buono a sapersi. Rimango qua ancora un’oretta e poi torno a casa. Calliope è in ospedale, me l’ha detto stamattina, dovrebbe tornare tra un paio d’ore. Arriverà giusto in tempo per trovarci probabilmente. Vedo Lexie che beve diversi bicchieri di qualcosa di trasparente che sicuramente non è acqua. Lo farei anch’io se fossi al posto suo. Io invece decido di bere poco, voglio rimanere lucida, non vorrei farmi... trascinare o qualcosa del genere. In fondo questo sarà puramente “tecnico”, non ci sarà niente di romantico.
  Quando decido di andarmene mando un messaggio a Lexie e lei mi fa segno di ok, che ha capito. Va bene, ora si comincia. Entro in casa e mi siedo sul divano. Dio, che ansia! Nonostante la mia decisione di poco fa butto giù un bicchiere di rosso. Okay mi sento meglio. Fra poco Lexie arriverà, più o meno ubriaca, vedremo, facciamo quello che dobbiamo fare, arriva Calliope, apre la porta, urla, chiama Mark, urlano tutti e due e ce ne andiamo tutti a dormire. Va tutto bene, ce la posso fare. I dieci minuti pianificati sembrano volare e in un attimo ecco Lexie che bussa. Guardo nello spioncino: sì, è lei. Apro la porta e la faccio entrare. Anche solo guardandola capisco che ha bevuto parecchio, però mi sembra ancora salda sulle gambe quindi non dev’essere niente di grave. «Si dia inizio alle danze» esclama ridacchiando, dopodichè mi afferra le mani e mi trascina sul divano accanto a lei.
  «Come si fa?» mi chiede con una vaga nota di dubbio nella voce. Finalmente non è lei quella sicura e convinta. Questo è il mio campo. Sorrido e rispondo: «Tranquilla. Lascia fare a me».
  «D’accordo» mi fa. «Mi fido ciecamente di te». Uao, addirittura?
  «Okay cominciamo dalle basi: hai mai baciato una donna?» le chiedo. Lei ci pensa un po’, poi si stringe nelle spalle e fa un movimento vago della testa, che potrebbe essere sia un sì che un no.
  «Può essere» risponde. «Sai a Capodanno, ti ubriachi... è probabile, non ne sono sicura». Io annuisco, so che cosa intende. Senza sapere bene come introdurlo con delle parole adatte, decido di non dire niente e mi limito a baciarla. Quando mi stacco lei mi dice: «Mi sa che non l’avevo mai fatto».
  «E com’è stato? Molto strano?» le chiedo più per curiosità che per altro. Lei ci pensa un po’ su.
  «Mmhh... non più di tanto. È stato più strano baciare Alex. Okay sto scherzando» risponde.
  «Va bene, basta parlare, concentrati» commento. «Dobbiamo essere credibili ricorda».
  «Hai ragione, scusa» risponde, poi smette di parlare. La bacio ancora una volta, poi semplicemente succede. Così come se fosse normale. È l’esperienza più strana che abbia mai fatto, almeno finora. Cioè da un lato è molto bello, è sempre bello, ma dall’altro... non so è anche stranissimo. Continuo a pensare: “Non è Calliope, non è Calliope. Come reagirà Calliope quando ci vedrà?”
  “Senti, se lo merita dopo quello che ti ha fatto. Ricordati che è rimasta incinta di Mark Sloan, del suo migliore amico, non so se mi spiego. Quello che stai facendo è una giusta vendetta”.
  Non so a che cosa stia pensando Lexie, la guardo ma nei suoi occhi vedo solo concentrazione. L’ha presa davvero sul serio questa storia della vendetta. Cerco di non ascoltare le voci della mia coscienza, anche io devo rimanere concentrata. Se non uso la ragione è la fine. Spero che Callie arrivi in fretta e ci veda. Che stress. A un certo punto sento la chiave girare nella toppa. Mi sale il cuore in gola: è arrivata. Quanto è passato? A occhio croce venti minuti, è in anticipo.
  «Arizona, sei a casa? Dobbiamo parl... OMMIODDIO!» il suo strillo ci fa sobbalzare entrambe, facendo nascere sui nostri volti l’inconfondibile espressione del colpevole. Non dobbiamo neanche fingere.
  «Ma che cosa stai facendo?» esclama. Sembra in preda al panico. No forse la sua è rabbia selvaggia. Ma certo è gelosa, è fuori di sè dalla gelosia! È gelosia fino alla follia, è gelosa da morire! Non so più come definirlo, però è ottimo. Si avvicina a noi a passo di marcia.
  «Lei chi è?» sbraita. Lexie si volta di scatto. «Che?! Tu e la Piccola Grey? Non ci posso credere, allora stamattina avevo ragione!»
  Lexie afferra velocemente la sua biancheria e se la infila. Anch’io comincio a rivestirmi.
  «Callie, aspetta, non è come pensi» comincia lei, ma ad un’occhiata furibonda di Calliope ammutolisce. «Lexie sta’ zitta , per favore. Non peggiorare le cose» sibila. All’improvviso sentiamo la porta del 501 aprirsi e la voce di Mark. «Callie perchè stai urlando? Cos’è successo?»
  «Te lo dico io cos’è successo» risponde Callie. Sembra sul serio impazzita. Vedo la sagoma di Mark ferma sulla soglia. Lei lo afferra per una mano e lo trascina in soggiorno proprio di fronte a noi. Non può fraintendere. Mark ci guarda sbalordito. «È uno scherzo» mormora più a se stesso che a noi. Dopodichè volta le spalle e se ne va. Calliope scuote la testa e sparisce in camera sua. Nostra. A questo punto io e Lexie ci guardiamo.
  «Bene» fa lei. «Possiamo dire che ha funzionato».  Finisce di vestirsi, poi si avvia alla porta e la apre. Sta per uscire quando si volta di nuovo. «Arizona» mi chiama.
  «Che c'è?» le chiedo girandomi a guardarla. Sono ancora nella stessa posizione di quando è entrata Calliope. Lei sorride. «Non è stato tanto male». Poi esce e si chiude la porta alle spalle. Io a questo punto mi alzo e vado in camera da letto. Calliope è sdraiata sulla schiena, ma quando mi vede entrare si volta su un fianco. «Vattene» mi dice con voce fredda.
  «Calliope, lasciami spiegare...» inizio, ma lei mi interrompe subito.
  «Non c’è niente da spiegare, vattene» ripete e per essere più chiara spegne la luce. A questo punto mi arrendo e torno in soggiorno. Domani dovrò spiegarle che l’abbiamo fatto per finta.  
 
 
Il mattino dopo mi siedo sul divano risistemato per il giorno e aspetto che Callie spunti dalla camera da letto. Quando la vedo arrivare, mi pianto di fronte a lei. «Spostati» mi dice, con voce dura.
  «No adesso mi ascolti» le rispondo nello stesso modo. La prendo per un braccio e la faccio sedere sul divano. Lei mi segue controvoglia. Io mi metto sul tavolino davanti a lei.
  «Adesso dimmi: come ci si sente ad essere tradita?» non aspetto la sua risposta. «Se ho fatto così, è solo per colpa tua. Non volevo farti soffrire, ma era l’unico modo per cercare di farti capire quello che ho provato tornando dall’Africa. Io voglio questo bambino, voglio averlo con te, è il mio bambino, ma non posso passare in secondo piano. Se questo è anche mio figlio non voglio essere tagliata fuori. Senti, io ti amo e sono andata con Lexie soltanto per provare a farti capire come ci si sente e se adesso l’hai capito... perfetto stiamo di nuovo insieme!»
  Callie mi guarda a bocca aperta. Ma sembra solo molto triste, o molto colpevole o tutte e due. Alla fine ritrova la voce e mi fa: «Mi dispiace tantissimo. Io... non so cosa mi è preso, ero distrutta... disperata e... ti prego perdonami». Mio malgrado sorrido, non ce la faccio a stare arrabbiata con lei molto a lungo.
  «Anch’io... anch’io ti amo» aggiunge, con aria piuttosto disperata.
  «Lo so» le rispondo, sempre sorridendo. A questo punto vado a sedermi accanto a lei sul divano. Ci guardiamo negli occhi, senza parlare, non ce n’è bisogno. Allungo una mano verso di lei e non so neanche come all’improvviso mi rendo conto che ci stiamo baciando. Non mi viene neanche in mente di allontanarmi, è da quando sono tornata che aspetto di farlo. Alla fine Calliope mi guarda e mi dice: «Perdonata?». Io sorrido e faccio sì con la testa. «Certo. Perdonata». Ci baciamo di nuovo e mi sembra di volare. È stata una buona idea questa piccola vendetta, è servita per chiarirci e fare pace. A un certo punto le dico: «Calliope, ma ci pensi?»
  «A cosa?» mi chiede lei, con aria interrogativa. Io abbasso lo sguardo e le accarezzo il ventre, ancora piatto, ma che porta dentro un grandissimo tesoro.
  «Noi avremo un bambino» mormoro, commossa. Lei sorride, con gli occhi lucidi. All’improvviso torna seria e mi dice: «Chiederò scusa a Lexie. Mi dispiace di averle urlato contro».
  «Sì, è una buona idea. Aveva i suoi motivi per farlo» le rispondo. Lei annuisce e mi abbraccia.
  «Ti amo tanto» sussurra. Io le accarezzo la testa. «Anch’io, anch’io».
  Ho fatto pace con Calliope e sto per diventare mamma. Che cosa potrei volere di più?

 
 
 
NdA: Scusate per il ritardo mostruoso, sono imperdonabile. Però tra l’università e altre storie in corso, mie e della mia socia non ce l’ho fatta prima. Non so come definire questa shot, è assurda di sicuro. Ditemelo voi!
 
  
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