Serie TV > Agente speciale Sue Thomas
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Autore: Rachi    18/06/2007    2 recensioni
La mia primissima fanfiction in assoluto (ora sto terminando la terza) veramente prima di questa solamente temi scolastici e tesine, ma come si dice c'è sempre una prima volta per tutto... risale ad un anno fa, sto cercando anche di sistemarla mentre la metto sul sito.
Ambientata tra gli uffici dell'FBI e un tranquillo quartiere residenziale, riusciranno finalmente a chiarire i loro sentimenti e a risolvere quel caso per cui sono stati mandati sotto copertura?
Una storia sul telefim Agente Speciale Sue Thomas...
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 5

Capitolo 5

«Allora ragazzi, come vanno le liti?» Bobby non riusciva a non farlo, doveva ammetterlo, quella situazione gli piaceva troppo.
«Benissimo» rispose Jack guardando Sue «Si sente molto ispirata!»
«È tutto merito suo!» rispose lei scherzando indicando Jack.
Aggiornarono il gruppo sul contatto avvenuto quella mattina e misero il collare con il microfono a Levi, visto che l’avrebbe accompagnata a prendere il the, così Jack, da casa, avrebbe potuto tenere sotto controllo la situazione.

Qualche file da controllare, dei moduli da riempire e l’ora di pranzo era arrivata velocemente. Lucy si avvicinò a Sue per proporle un pranzetto tra donne, e Sue fu felice di approfittare della compagnia delle sue amiche «Certo, mi metto d’accordo con Jack e arrivo» così prese il cappotto e si avvicinò alla sua scrivania; lui alzo lo sguardo e, prima che potesse chiederle qualche cosa, Sue gli disse «Sono stata appena invitata a pranzo da Lucy e Tara, ci vediamo subito dopo qui in ufficio, va bene?»
«Ok, appena torni ce ne andiamo a casa.»
«A tra poco allora, vieni Levi» dirigendosi alla porta facendo segno a Levi.
Jack la seguì con lo sguardo mentre usciva e si fermò a riflettere sull’ultima frase detta “ce ne andiamo a casa. Gia, insieme”. E non si accorse che con due sorrisetti in faccia, Myles e Bobby scuotevano la testa sempre più divertiti da quei due.

Lucy e Tara intanto cercavano di far parlare Sue. Avevano scelto un ristorantino lontano dall’ufficio, per poter parlare tranquillamente senza la paura di orecchie indiscrete.
«Insomma Sue,» Lucy non aveva aspettato molto per arrivare al punto per il quale l’aveva portata fino a li «perché vuoi continuare così! È vero che c’è un regolamento, ma nessuno della squadra farà mai la spia, e poi non ci sono dei controlli così serrati, e voi riuscireste tranquillamente a sostenere la situazione in ufficio.»
Tara non fu da meno dando man forte all’amica «Tutti noi facciamo il tifo per voi, e abbiamo visto come con il passare del tempo per voi sia sempre più difficile stare lontani.»
«Ieri lo ha detto anche Myles!» Lucy non aveva ancora smesso di ridere ricordando il giorno prima.
«Myles???» ripetè Sue
«Gia» continuò Tara, «ieri ci ha lasciato con un suo “al cuor non si comanda” sperando che questa copertura vi potesse servire… i n c r e d i b i l e!» fece una pausa approfittando per masticare un boccone «Sue si vede come vi cercate con lo sguardo, e vi fissate a guardarvi negli occhi… vi preoccupate costantemente l’uno dell’altra.»
«Quando sei stata rapita Jack era intrattabile, non riuscivamo a farlo uscire né per mangiare né per dormire. Non che tutti noi non lavorassimo al disopra delle nostre forze, ma lui non riusciva a capacitarsi della situazione e si addossava tutte le colpe.»
«Lo so, ma Jack si comporterebbe così per ognuno di noi, siamo quasi una famiglia.»
«Certo!! Ma quando Jack era in ospedale mi sembra che l’unica ad aver passato la notte di fianco a lui sia stata tu! Perché vuoi convincerti a tutti i costi che siete solamente amici!»
«Ma con Allie l’ho visto solo io ieri? Accidenti questo lavoro di copertura sta diventando difficilissimo, non riesco a controllare le mie reazioni.»
«Noi speriamo che vi faccia bene passare un po’ di tempo insieme. Soli!»
«Saremo anche soli, ma lo sto trattando malissimo, non capisco come fa a sopportarmi…» e questa volta fu Sue a far alzare gli occhi al cielo alle sue amiche.

Come la vide sulla porta dell’ufficio Jack si alzò, prese il cappotto e se lo infilò al volo. Si avvicinò a lei e sfiorandole la schiena con una mano le disse «Andiamo a casa!»
Devo scoprire cosa la turba così tanto” fu l’ultimo pensiero prima di prendere l’ascensore.


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Relegarli in fondo non mi piace molto, ma purtroppo non trovo altra soluzione.

Grazie a tutti per i vostri commenti....

e gia riesco ad aggiornare abbastanza rapidamente...serà perchè è gia bella e pronta? Comunque i prossimi capitoli saranno un po' più abbondanti, spero che gradirete.

  
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