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Autore: Alue    01/12/2012    1 recensioni
“Cosa mi hai comprato? Dai, dimmelo! Che cos’hai dietro la schiena?”.
“Siediti sulla panchina e chiudi gli occhi. Lo scoprirai fra poco. Tienili chiusi! Non fare la furba!”.
“Ok, adesso puoi aprirli! Ta-Dan!”.
“Che cosa… sono. Amore, sono bellissime!”, cinguettò Alisea.
“Ti piacciono? Le ho fatte fare a posta per noi”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hyunjoong
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V

Il mio cuore infranto come un’onda.
Il mio cuore scosso come il vento.
Il mio cuore svanito come fumo,
Non può essere rimosso come un tatuaggio.
Respiro forte come se la terra stesse per sprofondare.
 
Le settimane erano passate da quell’ultimo, violento incontro con Alisea. Hyun Joong non l’aveva più vista.  Era scomparsa. Di lei era rimasto solo il triste ricordo. Sapeva che era ormai partita e di lì a poco l’avrebbe per sempre dimenticato. I suoi amici non erano più presenti come i giorni precedenti alla partenza, ma anzi molte volte sparivano anche loro per intere giornate e Hyun Joong rimaneva solo. Non gli importava però, perché la solitudine era sua vicina compagna ogni ora, e non si domandò nemmeno dove fossero. Dopotutto… anche se ci fossero stati, li avrebbe ignorati, rinchiudendosi nel suo piccolo mondo grigio e senza volti. Per Hyun Joong il dolore era diventato un’abitudine, quasi fosse il suo migliore amico, ma il non vedere il suo sorriso fuori l’aula, ad aspettarlo alla fine delle lezioni, era straziante. Certe volte avrebbe preferito che qualcuno gli cavasse il cuore dal petto, così che non sentisse più quel pungente fastidio che ogni mattina lo svegliava e ogni notte non gli dava pace prima di addormentarsi. Non sapeva però che per la ragazza che amava, quel dolore allucinante, era lo stesso.
Alisea, circondata dai SS501, aspettava che la data di scadenza arrivasse. Aveva visto il suo volto cambiare, sfiorire a poco a poco. Appassire. E aveva visto i suoi capelli indebolirsi fino a cadere del tutto.
Ogni giorno i ragazzi le facevano visita dopo la scuola, per darle forza e strapparle qualche sorriso. Un sorriso fioco ma emanante ancora qualche caldo raggio di sole. Uno di quei sorrisi che dava la forza a tutti loro di sperare che potesse salvarsi. Tutti erano rimasti basiti e scioccati dalla sua rivelazione, ma erano rimasti ancora più atterriti quando la ragazza aveva docilmente espresso il desiderio che quella rivelazione rimanesse un segreto agli occhi di Hyun Joong. Così, tra bugie e sotterfugi, tutti loro avevano innalzato un tendone e messo in scena un finto tradimento. Hyun Joong abboccò subito, troppo testardo e impulsivo per potersi fermare a pensare, e troppo innamorato per aprire gli occhi alla realtà.
Alisea aveva messo in gioco tutta se stessa, rinunciando all’aria che respirava pur di non dargli un dispiacere disumano. Per volergli dare subito la possibilità di dimenticarla. Ma aveva giocato male le sue carte: non aveva calcolato la testardaggine e la sensibilità che caratterizzavano l’amore della sua vita.
Il cuore di Hyun Joong si era infranto nel momento in cui era stato lasciato e il cuore di Alisea, giorno dopo giorno, si era inflitto da solo gravi ferite che non si sarebbero più ricucite. Come si erano amati, così avevano sofferto entrambi, inconsapevoli del male che tramava contro di loro.
I giorni passarono su ognuno di loro, senza far rumore, rubando un po’ di vita e sostituendola alla morte.
I dottori dissero che mancava poco all’operazione cui doveva essere sottoposta Alisea, l’ultimo tentativo di salvataggio. I ragazzi si erano ancorati a quella speranza, ma i medici erano più che riluttanti. Nella maggior parte dei casi nessuno si salvava e non volevano distribuire gratuitamente false illusioni.
Alisea sapeva ciò che la aspettava e aveva accettato la malattia, ormai, come se fosse la cosa più naturale del mondo andare in contro alla fine, eppure non riusciva a darsi pace. Non riusciva a non pensare a lui. Lui che tante volte gli aveva promesso di non lasciarla mai. Lei che allo stesso modo aveva ricambiato la promessa, l’aveva infranta senza pensarci due volte. Era per una giusta causa, ma… era stata la scelta giusta?
Amore mio, dovresti essere felice vivendo così. Io ogni giorno mi sento sempre più stanca. Vorrei il tuo sorriso accanto, eppure sul tuo volto è dipinta solo immensa tristezza…
Alisea guardava fuori dalla finestra della sua stanza d’ospedale e, assorta nei suoi pensieri, giocherellava spesso con i lembi delle coperte.
-Che bel cappellino abbiamo oggi!-, disse sorridendo Hyung Jun, mentre entrava in stanza.
-Ciao Jun…-, sorrise la ragazza e poi guardò gli altri.
-Cos’è quel muso lungo?-, chiese Jung Min.
-Nulla… un po’ di pensieri-, rispose evasiva abbassando lo sguardo.
Hyun Jun si avvicinò al letto e le sfiorò il viso con una mano, lo alzò con delicatezza e la costrinse a guardarlo negli occhi: -Non mentirmi. Non ne sei mai stata capace. Che cos’è che ti da pensiero?-, chiese dolcemente.
-Hyun Joong…-, rispose sincera, abbassando il volto.
A quelle parole i ragazzi si guardarono l’un l’altro. Poi tornarono alla ragazza: -Perché? Non sei più sicura di quello che abbiamo fatto?-.
Alisea sospirò e gli occhi si velarono di lacrime: -Non ci capisco più nulla Jun! Mi sembra tutto così sbagliato e giusto allo stesso tempo! Io…Io lo vorrei accanto, ma penso che sicuramente tenerlo lontano dalla verità non sia un errore. Soffrirebbe di meno e…-.
-No. Alisea, questo non puoi dirlo. Hyun Joong sta soffrendo anche così-, intervenne Kyu Jong.
-Non possiamo avvertirlo? Alisea, lui avrebbe capito e se ne sarebbe fatto una ragione…-, disse Young Saeng, guardandola negli occhi.
-Non possiamo mollare adesso. Non posso rovinargli la vita più di quando io abbia già fatto. Lo amo… questo lo so, e non smetterò mai di pensare a lui e di pregare per la sua felicità finché non arriverà il giorno in cui il mio cuore smetterà di battere-, disse asciugandosi le lacrime decisa.
Alisea giocò nervosamente con la fedina al suo anulare sinistro. Era l’unica cosa che lo teneva ancora accanto a lei e ricordava quei dolci momenti insieme a lui, così da poter tirare avanti con un sorriso ogni giorno. Non l’aveva mai tolta. Mai. Eccetto quei giorni in cui aveva dovuto fingere di averlo tradito. Eccetto… in quei giorni in cui gli aveva spezzato il cuore.
-Va bene. Faremo come vuoi-, disse Hyung Jun.
Capiva le ragioni di Alisea, anche se era stato il primo a rifiutare l’idea di tradire il suo migliore amico sin dall’inizio, ma poi aveva ceduto. Hyung Jun voleva bene a Hyun Joong e non avrebbe mai fatto una cosa del genere, se non per una giusta causa. In passato aveva amato anche lui Alisea, ma sapeva che il suo cuore era da sempre stato di un altro. Si era rassegnato, e vederla felice con lui lo aveva reso altrettanto felice, fino a trasformare l’amore in puro affetto fraterno.
-Quand’è l’operazione?-, chiese poi il ragazzo.
-Fra due giorni - sorrise sarcasticamente e guardò fuori dalla finestra- La data è vicina… manca poco ormai-, rispose Alisea con la morte nel cuore. All’improvviso si era fatto scuro e il cielo si era coperto di nuvole. Di lì a poco sarebbe piovuto.
-Non parlare così… hai ancora una possibilità-, disse Jung Min, imprimendole un po’ di coraggio, accarezzandole la nuca.
-Quale possibilità Jung Min? Ormai ho accettato il mio destino. Solo che… non voglio lasciarvi. Non voglio lasciare il vuoto nei vostri cuori, perché siete le persone più importanti che abbia…-, disse scoppiando in lacrime.
I ragazzi si avvicinarono e l’abbracciarono. Erano sempre stati insieme. Uniti e non voleva che la ragazza finisse i suoi giorni così. Era troppo giovane perché morisse. La vita per lei era stata troppo breve e in quel preciso istante sperarono tutti in un miracolo.
Quei due giorni passarono in fretta. I ragazzi l’andarono a trovare restandole accanto ogni momento, ma ognuno di loro sentiva il bisogno di avvisare l’amico. Ogni giorno Hyun Joong si allontanava sempre di più da loro e si rinchiudeva in se stesso. Dovevano fare qualcosa, perché doveva vederla per l’ultima volta. Se il ragazzo non avesse saputo nulla, avrebbero vissuto con un segreto immenso, e allora… come avrebbero fatto a guardarlo ancora in faccia? Questi pensieri vagavano nelle loro teste, ma nessuno prendeva coraggio di alzare il telefono e chiamarlo. Nessuno, tranne uno.
I SS501 erano nella stanza, aspettando che i medici chiamassero Alisea, ma Young Saeng non c’era. Con una scusa era uscito dalla stanza. Aveva detto di essersi dimenticato una cosa nella macchina, ma in realtà stava combattendo con se stesso se chiamare o no, osservandoli dalla porta. Senza farsi vedere. Gli altri si guardavano e sorridevano alla ragazza, come se non dovesse succedere nulla. Come se quello fosse un giorno come un altro. Come se la loro migliore amica non doveva essere sottoposta a un intervento, ma semplicemente sarebbe uscita per tornare alla sua normale vita.
Alla fine Saeng si decise. Si allontanò, in modo che non potessero sentire e, preso il cellulare, compose quel numero che sapeva a memoria.
Tuuu. Tuuu. Tuuu.
La linea cadde. Probabilmente Joong aveva attaccato non appena aveva letto il nome sul display, ma Yuong Saeng non si diede per vinto e continuò a chiamare.
Ti prego, rispondimi Hyun Joong!
“Pronto?”.Hyun Joong aveva la voce rotta.
-Joong… Sono io. Ascolta. No, non c’è tempo per le spiegazioni. Corri all’ospedale del centro. Adesso!-, disse Saeng con la voce affannata.
“Che cos’è successo?”,chiese Hyun Joong allarmato.
-Alisea è malata…, rispose con un filo di voce il ragazzo.
“Che cosa?!”,chiese Hyun Joong sconvolto.
-Sbrigati, Joong. Non abbiamo più tempo!-, continuò Young Saeng per poi attaccare.
A quella rivelazione Hyun Joong si sentì morire dentro. Anche la più piccola parte d’anima si sciolse nel fumo. Perché non l’avevano avvertito? Perché gli avevano tenuto nascosto una cosa del genere? Perché? Strinse il cellulare fra le mani per contenere il dolore che sentiva e le lacrime scesero di colpo. Calde, pesanti e senza sosta. Ma non c’era tempo da perdere, Young Saeng aveva ragione. Si pulì il viso con il braccio e uscì di corsa da casa.
Hyun Joong aveva cominciato a correre a perdi fiato, senza fermarsi e senza sentire lo sforzo che stava facendo. L’ospedale era vicino e non poteva permettersi di aspettare il traffico di Seoul. Le sue articolazioni, che nei giorni precedenti gli erano sembrate ferri arrugginiti che mai avrebbero ripreso le loro attività, adesso si muovevano più veloci della luce. L’adrenalina e la paura di non poterla più vedere avevano risvegliato tutto il suo amore per lei. Il suo cuore aveva sentito la fitta più grande e più dolorosa che avesse mai avuto nel preciso istante in cui Young Saeng l’aveva avvertito. Perché l’amore della sua vita era in ospedale? Perché? Era grave? Le lacrime tornarono a rigargli il volto, mentre correva e si passò nei vicoli per accorciare le distanze, tagliare e arrivare prima possibile.
I dottori arrivarono in stanza. Alisea sorrise ai ragazzi, li abbracciò uno ad uno e si lasciò trasportare sulla barella placidamente. Chiuse gli occhi, pensando a tutti i bei momenti che aveva passato. Tutti riguardanti lui. Lui che l’aveva amata da impazzire. Lui che ora la stava raggiungendo nonostante tutto quello che aveva sofferto.
Hyun Joong era nel cortile dell’ospedale. Prese le scale. Corse e a due a due percorse i gradini.
Amore mio, resisti. Ti prego.
Era arrivato e notò i suoi amici in lontananza. Più uno. L’indesiderato.
 
Cosa mi hai comprato? Dai, dimmelo! Che cos’hai dietro la schiena?”.
“Siediti sulla panchina e chiudi gli occhi. Lo scoprirai fra poco. Tienili chiusi! Non fare la furba!”.
 “Ok, adesso puoi aprirli! Ta-Dan!”.
 
Alisea pensava, pensava, pensava. Avrebbe voluto riavere di nuovo quei momenti. Ancora un altro ricordo. Si… la giornata al mare. Come poteva dimenticarla? Un debole sorriso le curvò le labbra con gli occhi ancora chiusi e una lacrima scese a rigarle la guancia.
Alisea sentì l’odore d’alcol, di disinfettanti e di ferri appena entrò nella sala operatoria. Aprì gli occhi. Davanti a sé la luce di un faro. La voce dei medici. L’anestetista che la rassicurava. Poi… il buio.
 
-Aiutami a saltare questi ultimi scogli! Non ce la faccio da sola!-, si lamentò Alisea.
-La nostra principessina ha paura di cadere in acqua?-, rise Joong riavvicinandosi a lei.
-No, ho paura di perdere la tua guida. Dai… aiutami, per favore-, lo pregò.
 
Young Saeng era tornato. I SS501 uscirono dalla stanza silenziosamente e la seguirono, ma Hyung Jun si accorse di un piccolo luccichio sul comodino accanto al letto della ragazza. La fedina. Alisea l’aveva lasciata lì sopra per farsi la doccia prima dell’operazione e poi si era dimenticata di rimettersela. La prese fra le mani e cercò di avvisare i dottori, inseguendoli, ma la ragazza era già dentro la sala operatoria. Le porte erano chiuse e non poté entrare.
Aspettò insieme agli altri. I minuti si fecero ansiosi, interminabili. I ragazzi si sedettero di fronte le porte della sala operatoria, ognuno pensando a quello che stava accadendo e le uniche domande che fluttuavano nell’aria erano… perché? O… ce la farà?
Jun, stanco di aspettare lì, si avviò per i corridoi. Aveva bisogno di muoversi, per scaricare la sua angoscia e camminò fin quando vide arrivare Hyun Joong. Restò sorpreso, ma al contempo felice che fosse lì. Chi l’aveva avvertito?
Hyung Jun si avvicinò all’amico, che aveva appena finito le scale, ancora con la fedina fra le mani. Hyun Joong lo squadrò per un momento, avendo la tentazione di saltargli addosso di nuovo. Che ci faceva lui lì? Di certo era stato avvisato per primo. Lo ignorò guardando i suoi veri amici e passando avanti.
Hyung Jun lo fermò per un braccio e lo guardò in volto. Hyun Joong si stava spazientendo e cercò di mantenere la calma, ma quando si sentì aprire la mano dall’amico, la sua attenzione fu catturata da una cosa piccola che Hyung Jun gli poggiò sul palmo della mano.
-Mi dispiace per tutte le bugie. Alisea ti amava veramente tanto-.
Le parole di Hyung Jun erano semplici e coincise e sperò con tutto il cuore che Joong capisse. Sospirò e tirò dritto.
 
“Adesso però mi devi promettere una cosa”.
“Dimmi”.
“Qualunque cosa accadrà, tu ed io… resteremo per sempre insieme”.
“Te lo prometto…”.
 
Hyun Joong strinse nel pugno quella piccola, luccicante stella luminosa che aveva rischiarato l’amore fra i due e si appoggiò al muro. Faceva male. La ferita profonda che aveva cercato di anestetizzare sanguinava di nuovo. Era così? Alisea l’aveva lasciato solo per non dargli quel dispiacere? Si passò una mano fra i capelli e lì tirò, stringendo i denti. Il baratro nero si era riaperto, facendolo cadere di nuovo.
I SS501 lo videro arrivare alle porte della sala con aria furente, ma affranta. Con le lacrime agli occhi e sconvolto. Erano stati tutti con lei. Erano sempre stati tutti con lei. E lui? Troppo cieco perché si accorgesse della verità. Non si era accorto che il viso della ragazza era sfiorito in poco tempo.
Voleva aprire quelle porte. Vederla. Baciarla. Dirle che era con lei. Ma non poteva. Cercò di arrivarci, ma i SS501 lo fermarono. Hyun Joong si appoggiò alle loro braccia, che lo sostennero, e scoppiò in frequenti e rotti singhiozzi.
-Non possiamo fare nulla, Joong. Solo aspettare!-, disse Kyu Jong.
-Ma perché lei? PERCHE’!?-, chiese nella disperazione.
-Era destino, Joong. Noi l’abbiamo semplicemente accettato-, rispose Young Saeng.
-Perché non mi avete mai detto niente!? Sapevate che stava male. Sapevate come stavo, eppure non mi avete mai detto niente! Da quanto è in queste condizioni!?-, continuò a chiedere urlando.
-Tre mesi. L’ha scoperto tre mesi fa. E’ stata lei a chiederci di non dirti nulla. Non abbiamo potuto dirle di no. Pensava che se ti fossi abituato subito alla sua assenza, allora andare avanti sarebbe stato più facile-, spiegò Jung Min.
Dall’arrivo di Hyun Joong passarono due interminabili ore. Ore in cui ci furono sbuffi, sospiri e speranze.
Un medico uscì dalla sala e tutti, alzandosi, lo guardarono con gli occhi lucidi. Fiduciosi. Il dottore però non lasciava trasparire nessuna emozione. Era teso. Sembrava che non sapesse da dove cominciare.
Pronunciò due parole. Due parole che bastarono a finire di distruggere il cuore di un ragazzo e a spezzarne altri quattro: -Mi dispiace…-.
Hyun Joong non parlò, ma guardò fisso un punto nel vuoto. Le lacrime scesero silenziose e rigarono le sue guance per l’ennesima volta. Non sentiva più niente. Il mondo intorno a lui sembrava ovattato.
Il suo cuore, fragile come una bolla di vetro, si era infranto. Frantumato in mille pezzi. Polvere. E come polvere era stata spazzata via. La terra si era aperta sotto i suoi piedi e lo aveva ingoiato di nuovo.
Le porte della sala si aprirono, lasciando passare la barella. Lei era supina. Coperta fino al collo. Bianca e immobile.
Sotto gli occhi di tutti, il ragazzo si avvicinò lentamente. S’inginocchiò, esausto, e le prese una mano, stupendosi: era ancora tiepida. Gli accarezzò la nuca, coperta dal cappellino azzurro, e le passò le dita sul volto con l’altra mano: percorse gli occhi grandi, il naso piccolo e minuto, e le labbra ancora curvate da un sorriso. Aveva pensato a lui prima di lasciarlo?
-Ti amo…-, sussurrò con la voce rotta, mentre il suono dell’elettro cardiogramma, che segnava l’assenza dei battiti, gli ronzava nella testa.
Ragazza,
Sto piangendo.
Sei tutto per me.
Amore mio,
Non mentirmi.
Cuore mio,
Addio.
 

  ►Alue
Ed eccoci qui  con l'ultimissimo capitolo di questa FF. Spero che vi sia piaciuta e come sempre aspetto vostri commenti. MI raccomando! ^^ 
  
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