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Autore: _Eleuthera_    20/06/2007    7 recensioni
Torniamo indietro negli anni, quando Murtagh era alla corte di Galbatorix.
Incontriamo Leda, che potrebbe essere diversa da ciò che sembra.
Guerra, tradimenti e, sì, anche amore, forse.
Le cose non sono mai come sembrano.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galbatorix, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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FROM YESTERDAY

‘From yesterday, it's coming!
From yesterday, the fear!
From yesterday, it calls him
Fighting off the world all around’
From Yesterday – 30 seconds to Mars


1. È arrivato il momento di scegliere fra ciò che è giusto e ciò che è facile. (Albus Silente)

«Non puoi stare qui dentro tutto il giorno a piangerti addosso!»

«Non mi sto piangendo addosso!»

«Non vuoi uscire?»

«No.»

Leda sospirò. Ormai conosceva Murtagh da quasi nove anni e da almeno cinque quella storia si ripeteva. In quel periodo dell’anno si chiudeva in sé stesso più di quanto era abituato a fare. Sempre, quando si avvicinava il suo compleanno, diventava così… insopportabile. Leda si sedette accanto a Murtagh sul letto, sconsolata, chiedendosi se almeno quell’anno sarebbe riuscita a trascinarlo fuori dalla sua camera. Murtagh era disteso sulla schiena e guardava verso la finestra, dove il paesaggio di Uru’baen si estendeva a perdita d’occhio. Il cielo era coperto da nuvole.

Leda si alzò e si avvicinò alla finestra, imponendosi nella visuale di Murtagh.

«Certo che sei strano…»

Murtagh sorrise maligno «Non sono io quello che cavalca di nascosto, che non sta fermo un attimo e che scappa almeno tre volte al giorno…» Leda gli lanciò un’occhiata torva e Murtagh sogghignò «oh, dimenticavo, e che vuole diventare Cavaliere…»
br> «Avevo dieci anni quando l’ho detto!» Leda arrossì violentemente. Murtagh tirava sempre fuori la stessa storia, quando voleva metterla in imbarazzo. E ci riusciva sempre.

Murtagh rise «Ti ci vedo proprio»

Leda si spazientì e gli tirò un cuscino, centrandolo in pieno. «Io vado a cavalcare, se vossignoria vuole onorarmi della sua presenza sa dove trovarmi».

Murtagh buttò per terra il cuscino che l’aveva colpito in faccia e guardò la ragazza uscire. A volte gli sembrava che lei fosse l’unico motivo per cui restava lì, per cui andava avanti. Si erano conosciuti che erano bambini, e adesso lui stava per compiere diciotto anni.

Leda si riaffacciò sulla porta «…dai, vieni. Non puoi restare chiuso qui dentro per l’eternità.»
Murtagh scese precipitosamente dal letto cercando di cancellare l’espressione avvilita che aveva dipinta in volto. «Va bene, vengo.» Non voleva che lei sapesse come si sentiva. Non voleva che lo sapesse nessuno. Avrebbero provato pietà, e lui non ne voleva – non ne aveva bisogno.

Leda sorrise, ma con amarezza. Aveva visto le lacrime negli occhi di Murtagh, e ricordò dell’unica volta in cui lo aveva visto piangere. Avevano entrambi tredici anni all’epoca, e non se l’era mai dimenticato.

«Murtagh…» Leda gli tocca una spalla, quasi timorosa. I singhiozzi di Murtagh sono rabbiosi, silenziosi, ma violenti.

Murtagh scrolla le spalle per liberarsi della mano di Leda. Leda la ritira, sentendosi fuori posto, una stupida, e per un attimo si odia.

«…vuoi che me ne vada?» gli chiede. Dopotutto, se non la vuole non la vuole, e lei rispetta la decisione.
Murtagh si volta verso di lei e non dice niente. Leda è senza parole, non sa che cosa dire, non lo ha mai visto esprimere le sue emozioni, mai piangere.

D’istinto lo abbraccia. Si aspetta che Murtagh si ritragga, la mandi via, ma invece rimane stretto a lei e piange. Leda sente la sua rabbia, la sua tristezza infinita.
E inizia a credere che le voci sul suo conto, su suo padre, siano vere.
Capisce.
E lo stringe più forte, lo consola sentendo quella tristezza diventare anche sua.

Da quel giorno la loro amicizia divenne un legame indissolubile, ma Leda non vide mai più Murtagh piangere.

Murtagh osservò Leda sellare il cavallo.

«Tuo padre approverebbe?»

Leda fece un gesto noncurante con la mano. «Credo che ormai si sia rassegnato. E poi, è sempre impegnato con le truppe e con la sua guerra…»

La guerra… mentre cavalcavano verso un pianoro poco distante da Uru’baen, Murtagh rifletté a lungo. In quegli anni la guerra gli era sempre sembrata distante, lontanissima. Eppure vedeva i soldati feriti tornare e sentiva i racconti agghiaccianti degli scontri.

«Tu da che parte stai?» chiese a Leda quando rallentarono in prossimità del pianoro.

«Che cosa?»

«Ti sei mai chiesta se fossimo noi ad essere dalla parte sbagliata? Se l’Impero non fosse quello che pensiamo che sia? Cosa sappiamo dei Varden, in fin dei conti? Che si sono ribellati. Ma perché? Non sappiamo il motivo per cui combattono contro l’Impero. Forse sono loro nel giusto, e noi stiamo sbagliando.»

Leda scosse la testa. «Io non sto da nessuna parte. Mi sono fatta spesso queste domande, ma non ho mai trovato una risposta. Sono arrivata anche a pensare che… non vogliano farci trovare la risposta. La mia fiducia nell’Impero non è molta. Ma che cosa possiamo fare?»

Si sedettero sull’erba del pianoro. Venivano lì da sempre, e sormontavano l’intera città di Uru’baen.

«Potremmo scappare» disse Murtagh, dopo qualche istante di silenzio.

«E andare dove?» chiese Leda, con la rabbia nella voce, e Murtagh comprese l’odio profondo che la ragazza custodiva «Non sappiamo neppure da che parte stare. È come essere prigionieri.»

Leda pronunciò l’ultima parola con disprezzo e con rabbia, come se le facesse male dirlo. Murtagh la guardò in volto e vide che aveva uno sguardo duro, impassibile, una maschera di ghiaccio.

«Vivrò là per sempre. Se lascerò la reggia, sarà solo perché mio padre mi darà in sposa a qualche vecchio capitano. Questa non è la mia vita, questa non è vita. Questo è solo aspettare che gli eventi avvengano, restare a guardare… Questo è esistere, nient'altro» Leda aveva la voce ferma, maledettamente ferma.

Murtagh rimase attonito.

Esistere... è già qualcosa.
Ma non è abbastanza.


«Ce ne andremo» disse all’improvviso, con la voglia di libertà che gli irrompeva nel petto «Ce ne andremo di qui, te lo prometto.»

Le prese una mano e restarono così per molto tempo, immobili, l’uno accanto all’altra.

Quando tornarono a corte, un servo disse a Murtagh che il re voleva cenare con lui.










.................corner A
Ebbene, è da febbraio che lavoro a questa fic e finalmente l'ho quasi finita. Così inizio a postare.
Lo stile, mano a mano che pubblico i capitoli, vi sembrerà cambiare, diventare diverso. E' perché gli ultimi capitoli li ho scritti con il mio nuovo stile, alcuni mesi dopo. Abbiate pazienza^^

Se questa fic vi è piaciuta, non vi è piaciuta, vi intriga o vi incuriosisce... commentate! :P
Arigatoo, e sayonara.

Ele.
   
 
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