Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Strawbana    03/12/2012    4 recensioni
Una what if incentrata su una fantasia che mi è venuta in mente ascoltando la canzone No More di Hatsune Miku.
----------------------------------
Dopo una serie di spiacevoli eventi, il quattordicenne Kageyama Reiji si rifiuta di uscire di casa e di vedere anche i suoi stessi parenti. L'unica persona di cui accetta la presenza è Cassandra Andrei, una sua compagna di scuola di origini italiane che lavora part time nel negozio che consegna mensilmente delle provviste a casa del ragazzo. Lentamente, la giovane riesce a far uscire Kageyama dal suo guscio, convincendolo a riprendere la normale routine quotidiana. In seguito i due ragazzi si troveranno insieme ad affrontare il crudele trattamento che adolescenti giapponesi riservano a coloro che ritengono diversi. Fra pregiudizi, bullismo e sofferenza i due ragazzi riusciranno a trovare la strada per un futuro felice?
Bana part~
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kageyama Reiji, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cassandra guardò Kageyama altrettanto stupita, poi distolse lo sguardo.

-Conoscevo chi l’ha composta…

-Conoscevi?

-Già…

Reiji strinse di più le gambe al petto, vergognandosi di ciò che stava per chiedere alla ragazza.

-Andrei, ecco… P-Potresti cantarmela?

La castana tornò a guardare sorpresa il padrone di casa per poi mordersi le labbra e fissare il pavimento. Kageyama rimase a guardarla in silenzio per qualche minuto, poi sospirò e si alzò, diretto in camera sua.

 

-Dare mo inai heya ni hitori

dare mo inai watashi hitori

Sono tutta sola in questa stanza dove non c’è nessuno

Non c’è nessuno, ci sono solo io

 

Reiji si fermò. Cassandra aveva iniziato a cantare. Il ragazzo si girò lentamente a guardarla: era rimasta seduta sul divano, composta, occhi chiusi ed aria concentrata. Il padrone di casa tornò a sedersi sul divano, continuando ad osservare la sua ospite come ipnotizzato: non erano solo le parole di quella canzone a suonargli familiari, anche la voce della ragazza gli ricordava qualcosa.

 

-Yami ni shimeba towa no katari 
hikari saseba subete kiete
nani mo mitakunai
dare no te mo iranai 
kawaisou da to sagesun de
hotte oite

 

Mista al buio, parlo senza fine

Se il sole entrasse, tutto scomparirebbe

Non voglio vedere nulla

Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno

Disprezzatemi, sono patetica

Lasciatemi sola

 

Kageyama deglutì a fatica, sentendo un groppo alla gola. Ascoltando le strofe che l’avevano tormentato per tutto quel tempo gli tornarono alla mente molti ricordi: la morte di sua madre, la scomparsa di suo padre e poi quella maledetta sera, la sera in cui aveva definitivamente perso la fiducia nel prossimo. Il ragazzo serrò gli occhi, tentando di ricacciare dentro le lacrime. Nella sua mente l’immagine vivida degli occhi crudeli ed inespressivi di Daisuke lo terrorizzava. Nemmeno lui riusciva a credere quanto quel ricordo potesse farlo soffrire. In quel momento voleva sparire, voleva scomparire dalla faccia della terra. Non voleva davvero vedere nessuno, non voleva essere aiutato da nessuno. Voleva essere lasciato solo con il suo dolore. Ed una piccola parte di se lo portava a disprezzarsi a causa di quel desiderio.

 

-Kaeri michi wa itsumo hitori
maigo ni naritai toshigoro
koi ni yameba towa no katari
hitomi sakeba subete samete

 

Torno sempre a casa da sola

Sono un’adolescente, e mi perdo di proposito

Una volta, ho ricevuto una delusione d’amore. Una bugia infinita.

Se riposassi i miei occhi, tutto si sveglierebbe

 

Un sorriso amaro si dipinse sul volto di Reiji. Una bugia infinita, anche lui aveva pensato una cosa del genere scoprendo qual era il vero interesse di Garshield nei suoi confronti. “Sei solo un giocattolo. Non interessi a nessuno.” Il castano non voleva ammetterlo, però quelle parole l’avevano ferito profondamente. Ma in fondo era la verità, a nessuno importava niente di lui. Anche suo padre non importava, oppure non l’avrebbe abbandonato. E i suoi parenti, loro si occupavano di lui per semplici doveri familiari. Era solo al mondo, anche la ragazza al suo fianco in realtà non provava alcun interesse per lui: faceva la carina solo perché le era stato detto di fare così. Poi un singhiozzo attirò la sua attenzione.

 

-Nani mo mitakunai
dare no sei de monai
warui no wa zenbu watashi na no
hotte oite yo

 

Non voglio vedere nulla

Non è colpa di nessuno

È tutta colpa mia

Lasciatemi sola

 

Cassandra piangeva, ma continuava a cantare, sempre ad occhi chiusi, con voce tremante. E non le tremava solo la voce: il suo intero corpo era scosso da brividi, dovuti probabilmente ai singhiozzi che tratteneva per continuare a cantare. Poi improvvisamente smise, strinse con forza la stoffa del divano e continuò.

 

-Nani mo mitakunai
dare no te mo iranai
kawaisou da to sagesun de
hotte oite
hairanai de
watashi no naka ni

 

Non voglio vedere niente

Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno

Disprezzatemi, sono patetica

Lasciatemi sola

Non venite qua

Non da me

 

La ragazza aveva cantato con voce ferma, decisa, quasi urlando. Aveva smesso di tremare, sembrava tesa come una corda di violino. Gli occhi, ora spalancati, erano pieni di rabbia e frustrazione. L’unica cosa che era rimasta come prima erano le lacrime che continuavano a solcarle il viso. Poi, tornando a rilassarsi, Cassandra pronunciò sottovoce le ultime due strofe della canzone.

-Dare mo inai heya ni hitori
dare mo inai watashi hitori

 

Sono tutta sola in questa stanza in cui non c’è nessuno

Non c’è nessuno, ci sono solo io…

 

Il silenzio calò nella stanza, rotto appena dal respiro pesante di Cassandra. Kageyama le passò un fazzoletto perché si asciugasse gli occhi.

-Si può sapere che hai da piangere adesso?

La castana prese il fazzoletto ma si asciugò le lacrime con una manica, sorridendo debolmente.

-Scusa, è che ho appena rotto una promessa importante…

-Cantando?

La ragazza annuì e Reiji sbuffò stizzito.

-Se ci tenevi così tanto potevi anche evitare di cantare…

-Tengo di più a te.

Il padrone di casa lanciò un’occhiata sospettosa alla sua ospite.

-Impossibile. Ci conosciamo da pochissimo.

-Lo so, ma io ci tengo comunque!

Kageyama odiava la gente sorridente. La maggior parte di loro era gente falsa, altri invece sorridevano senza curarsi minimamente della sofferenza degli altri. Ecco perché non si capacitava del fatto che il sorriso di Cassandra lo facesse sentire così tranquillo. Non era un sorriso falso, non era un sorriso superficiale, rispecchiava sempre gli stati d’animo della castana. In fondo era per quello che le aveva permesso di stare con lui, il sorriso della ragazza sembrava renderla incapace di mentire. Ma Reiji continuava comunque a tenere le distanze: era stato tradito troppe volte, non voleva che la cosa si ripetesse un’altra volta.

-Sai Kageyama, mi hai sorpresa! Non sono in molti a conoscere quella canzone.

Il ragazzo strinse le spalle, facendo finta di essere poco interessato all’argomento.

-Nemmeno io ricordo dove l’ho sentita, solo da un po’ di tempo mi è ritornata in mente. L’avrò sentita da qualche parte…

La castana ridacchiò con un tono triste.

-Un po’ improbabile…

-Perché?

-Quella canzone è stata trasmessa per non più di un mese da una piccola radio locale, poi non è mai più stata trasmessa. Esistono solo cinque cd che contengono quella canzone.

-E tu come fai a sapere queste cose?

-Te l’ho detto, conoscevo chi l’ha composta!

Cassandra si rattristò di colpo.

-La canzone fu trasmessa in occasione della sua morte…

Reiji rimase in silenzio per qualche secondo, poi si alzò dal divano.

-Beh, si è fatto tardi, dovrai tornare a casa prima o poi no?

La castana sospirò avviandosi verso la porta, aveva l’impressione che il ragazzo la stesse cacciando per sempre. Poi però, quando Cassandra era in procinto di avviarsi verso casa, Kageyama la fermò trattenendola per una manica.

-Domani voglio sentire il resto della storia. Voglio capire quando e dove ho sentito quella canzone.

Detto questo il ragazzo chiuse la porta, lasciando ancora una volta la castana interdetta davanti alla porta. Incamminandosi finalmente verso la sua dimora, Cassandra non poté trattenere un sorriso: iniziava a piacerle quello strano modo che usava Reiji per dirle cosa voleva.

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Strawbana