Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: Blzbp91    04/12/2012    6 recensioni
Dopo innumerevoli avventure trascorse in svariate regioni, Ash Ketchum fa ritorno a Pallet Town. Divenuto uno dei più famosi e forti allenatori di pokémon, viene scelto per partecipare al torneo più prestigioso del mondo: la Kyoto Master League.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Gary, Misty, N, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota dell’autrice - Salve a tutti! Come va? A me abbastanza bene! In questi giorni ho riposato e ieri ho iniziato nuovamente a studiare … che tristezza! Fortunatamente mancano ancora vari mesi per i prossimi esami, quindi posso dedicarmi maggiormente ai miei interessi, tra cui la scrittura! Questa volta sono stata davvero veloce! Prima di tutto vorrei ringraziare tutti coloro che, costantemente, commentano la mia fan fiction! Grazie, grazie, grazie! E’ per merito vostro che mi sento stimolata a scrivere e a creare nuovi intrecci che potrebbero stupirvi … se nessuno recensisse, ammetto che un po’ sarei dispiaciuta! Ma è normale, no? Preferisco pareri negativi all’indifferenza, anche perché adoro confrontarmi con gli altri! Fra l’altro ho notato che sempre più persone seguono la mia storia e la inseriscono tra le preferite … ringrazio anche voi! Prometto che farò sempre del mio meglio! Dunque, questo capitolo è molto importante: ho inserito nuovi personaggi (e credo che alcuni di voi gradiranno XD) e un colpo di scena che potrebbe lasciarvi di stucco! U_U Ok, meglio non esagerare, non vorrei riempirvi di aspettative e poi lasciarvi delusi! XD Quindi, d’ora in poi starò zitta, cosa che mi risulta piuttosto difficile visto che sono parecchio loquace! XD A proposito di pokémon, a quanto pare N apparirà nell’anime! :O E non so dove ho letto che vogliono arrivare fino alla settima generazione! Secondo me vogliono raggiungere la quota di mille pokémon … e dire che all’inizio erano solo 151! Mah, è ancora tutto da vedere! Un’ultima cosa: chiedo scusa per eventuali errori! Ultimamente mi trovo a rileggere i capitoli di questa fan fiction e mi rendo di fare un sacco di errori di distrazione! E’ per questo che li correggerò! Alcuni sono davvero assurdi, ma dove ho la testa? XD In ogni caso, se doveste notarli, ditemelo! Provvederò quanto prima! Poi, n'ultimissimissima cosa (giuro)! xD Ho pubblicato una flashfic, andate a darle un'occhiata se vi va! ^^ Buona lettura!
 
- Mamma, come ti senti? -
 
Trascorsero diversi giorni.
 
Che Alicia avesse iniziato il periodo di gestazione era cosa ormai nota e tutti erano molto contenti per lei; sfortunatamente la donna aveva da sempre sofferto di anemia e quindi era stata costretta a rimanere in ospedale oltre il tempo necessario.
 
- Tesoro, che bello vederti! - La donna sembrò meno pallida quando si accorse della presenza della figlia Agata.
- Scusa se ieri non sono venuta con Emy, ma a casa di Ash ho trovato Vera e Drew … mi hanno fatto una sorpresa … hanno saputo di te e sono davvero felicissimi … - Disse Agata.
- Vera, Drew! Come stanno? E’ da tanto che non li vedo … come mai sono a Pallet? Immagino per incoraggiare Ash … possono venire a trovarmi quando vogliono. Non ho ancora avuto modo di complimentarmi con quei due ragazzi … stanno così bene insieme … - Continuò la donna.
- Riferirò! - Esclamò Agata.
- Signora Fox. - Un’infermiera subentrò nella conversazione, seppur con discrezione. - Ha visite! -
- Oh, chi sarà mai? - Domandò la donna.
- Figlia! - Come era potuto mancare fino a quel momento? Blain! 
- Papà! - Esclamò Alicia con contentezza. - Pensavo non venissi più! -
- Impossibile! Non potevo lasciarti sola in un momento così delicato! Quindi hai deciso di sfornare un altro nipotino, eh? Brava! -
- Sei sempre il solito, nonno! - Esclamò Agata, ridendo divertita.
- Ehi! Sono solo al settimo cielo! E speriamo che sia maschio, stavolta! -
- Smettila di gufare … sei il solito bisbetico, antipatico, ridicolo vecchiardo! - A intervenire, questa volta, fu una donna: anziana, ma molto bella. Possedeva un fascino peculiare che la contraddistingueva dalle altre; nonostante i capelli grigi, la sua alterigia sembrava non conoscere limiti.
- Ciao, nonna! - Esclamò Agata.
- Ciao, tesoro. Diventi sempre più bella. - Rispose la donna, accarezzando i capelli della ragazza. Si rivolse poi ad Alicia: - Va tutto bene? -
- Ora che siete qui, sì! - Disse lei sorridendo. 
- Sappi che puoi contare su di noi. - Aggiunse la donna.
- Grazie, mamma … - Concluse la gestante.
- Non mi escludete! Cloe, come ti permetti di rivolgerti in questo modo a me, tuo marito? - Protestò Blain.
- Taci, stupido! - Esclamò la donna in maniera acida. - Tuo padre più diventa vecchio e più diventa irritante! -
Alicia sorrise: - Dai, smettete di litigare. Almeno oggi! Ho un mal di testa atroce … -
- Oh, scusami. Capito Blain? Sta’ zitto! - Ordinò l’anziana.
- Guarda che fino ad ora sei stata tu a sbraitare! - Ribatté l’uomo.
Agata guardò la madre: entrambe risero. Quei due non erano cambiati.
 
 
 
- Buongiorno! - Nello stesso momento, Misty aveva raggiunto la casa di Ash: in quell’istante il ragazzo era solo.
- Ciao, Misty! - Ash, aperta la porta, fece capolino e guardò prima a destra e poi a sinistra; con molta attenzione, trascinò letteralmente la ragazza in casa; poi la baciò.
- Avevo dimenticato cosa significasse baciarti, sai? - Disse Misty divertita, dopo essersi staccata dal suo amato.
- Io no … - Ash strinse a sé la rossa. - Hai saputo di Alicia? E’ incinta! -
- Certo che sì! Che sorpresa … quando Emy me l’ha detto, non ci credevo! - Esclamò Misty sedendosi sul divano; la ragazza fece cenno ad Ash di collocarsi accanto a lei.
- Poverina, però! Quando sono andato da lei in ospedale, era piuttosto malmessa … - Commentò Ash, abbracciando la capo palestra di Cerulean.
- Già … infatti Emy è molto preoccupata … non credevo che Alicia fosse così giovane … ha avuto la sua prima figlia a diciassette anni … -
- Addirittura?! - Domandò Ash completamente stupito. 
- Già … sai, Alicia è una donna straordinaria: è simpatica, dolce e poi è molto comprensiva … Emy e le sorelle possono confidarsi liberamente con lei … quando in questi giorni sono andata a trovarla, abbiamo parlato molto … ah, a proposito! Mi ha fornito informazioni molto interessanti sulla Lega, ma credo che tu già le conosca, no? I telegiornali sicuramente ne hanno parlato … -
- No! Sono all’oscuro di tutto! - Esclamò Ash allarmato.
- Tranquillo! - Misty poggiò la propria testa sul petto del corvino. - E’ evidente che non è ancora arrivato il momento per comunicarlo … sintetizzo: si terranno degli incontri anticipati. -
- Incontri anticipati? - Ripeté Ash attonito: chissà se si era allenato abbastanza per fronteggiarli! In quel periodo la sua paura più grande era quella di non essere all’altezza dei suoi potenziali sfidanti; timore non del tutto infondato, visto che era ben consapevole di dover affrontare allenatori di  notevole qualità.
- Sì … saranno anche eliminatori. La Lega vera e propria si terrà tra due mesi; eppure Tajiri e company hanno avuto quest’idea all’ultimo minuto … mi chiedo perché … comunque dei cento partecipanti ne verranno eliminati dieci … -
- Dieci? Ma scusa, com’è possibile? -
- Non lo so, Ash. Probabilmente i gareggianti saranno sorteggiati … non posso garantirtelo con sicurezza! Sta di fatto che mi sembra una situazione parecchio strana! Eppure Satoshi Tajiri sembra così affidabile … qualche giorno fa Emy andò a parlare con lui … -
- Uh? Le ha detto qualcosa di rilevante? - Chiese Ash.
- Mistero! - Esclamò Misty esasperata. - Hanno parlato nel medesimo giorno in cui Alicia è stata ricoverata in ospedale … Emy era parecchio nervosa … inizialmente credevo fosse per la madre … ma poi … ho capito che la vera ragione era Satoshi. Emy era andata da lui per ottenere delucidazioni sulla questione di Vermillion city … ma non so bene come sia andata a finire … quando le ho chiesto come fosse andato l’incontro, è stata parecchio scortese con me … mi ha detto che non sarebbe andata mai più da Tajiri perché è un cafone. Ho cercato di estorcerle una risposta, ma invano … comunque, era davvero incavolata! Chissà che è successo … spero che Tajiri non sia un maniaco! Non ricordo dove, lessi qualcosa del genere … -
- Andiamo, non esagerare! Sai bene quanto Emy possa essere antipatica con chiunque, anche con il presidente della Lega! - Ash sminuì il discorso di Misty.
- Beh … spero che sia come dici tu. Sinceramente il comportamento di Emy è stato molto strano … solitamente parliamo, ci confidiamo … quando ho intavolato il discorso “ Tajiri “, si è alterata troppo! Qui gatta ci cova, secondo me … -
- Prova a parlarle quando si sarà calmata, vedrai che saprà risponderti. - Ash rassicurò Misty, dandole un bacio sulla fronte; poi si alzò per andare in cucina: - Mia madre sarà qui a momenti … - Il ragazzo sembrava dispiaciuto: non aveva tutti i torti; in presenza di altri, che non fossero Brock ed Emy, non poteva comportarsi in maniera naturale con Misty, dal momento che quest’ultima aveva espresso il desiderio di mantenere segreta la loro relazione.
- Ash, scusami … sai che sono parecchio titubante … non voglio … -
- Non preoccuparti, Misty. Anche io voglio procedere coi piedi di piombo. - Ash interruppe la rossa. - E poi hai ragione. E’ probabile che possano esserci problemi con la Lega. Sai, non mi stupisco più, ormai! Quindi, sarà meglio continuare così … in questi casi è meglio essere prudenti! - Il moro sorrise e Misty contraccambiò.
- Va bene … io aspetterò. - I due si abbracciarono per un’ultima volta, prima che Delia rincasasse.
 
 
 
- No, ti prego! Basta ramen! Non posso tollerarlo anche di mattina! - Kristie, appena svegliatasi, aveva assunto un’espressione terrorizzata nell’osservare che, anche alle nove del mattino, Harrison era ben disposto a divorare quei succulenti e appetitosi spaghetti: squisiti, senza dubbio; ma non quando lo stomaco non è ancora biologicamente preparato!
- Certo che tu non sei proprio una buona forchetta! - Harrison, tra un boccone e l’altro, rimproverò la sorella di Emy. - Credevo che fossi una fan sfegatata del ramen … -
- Lo sono, infatti! Ma mi è impossibile mangiare spaghetti … ora! - Ribatté lei.
- Ecco, vedi? Ho ragione io! -
- Ma smettila! - Kristie, che in mano aveva un cuscino, lanciò quest’ultimo verso il ragazzo, che divertito, ripeté il gesto. - Che mira scarsa! -
- Non credo proprio! - Kristie lo rincorse, mentre lui fuggiva dalla ragazza: durante quelle giornate scherzavano, giocavano e ridevano di continuo. Harrison e Kristie si conoscevano da anni, ma non avevano avuto modo di approfondire in maniera così netta il loro rapporto: durante quelle ore, trascorse in solitudine e in intimità, avevano compreso di avere molto in comune.
- Ehi, hai sentito? - Domandò Kristie, voltando la sua testa verso la tv.
- Cosa? - Harrison si arrestò.
- Stanno parlando della Lega … incontri anticipati o qualcosa del genere … -
- Ah sì. - Harrison sospirò. - Ho letto la notizia su un forum in internet ieri sera … a quanto pare non sono solo voci … che palle! -
- Perché hanno organizzato questi incontri? - Domandò Kristie. - Non era stato deciso tutto da principio? Che razza di disorganizzazione! -
- Sì, è molto strano … fra l’altro senza nemmeno un po’ di preavviso … si terranno tra pochi giorni … saranno eliminati dieci allenatori … mi chiedo in base a quale criterio verranno sorteggiate le persone che dovranno sfidarsi! -
- C’è qualcosa sotto, per caso? Mia sorella sarà sicuramente informata … -
Harrison sorrise: - Lascia stare, già ti ho spiegato come stanno le cose … -
- Avevate detto che volevate mantenere rapporti civili, no? Perché non la chiami? E’ legittimo che tu sia preoccupato, Harrison! Molte volte anche i telegiornali toppano … secondo me dovresti consultarti con lei, sono sicura che sarà ben felice di aiutarti! -
- No, Kristie, davvero … non è il caso! Mi rendo conto che sta attraversando un periodo particolare e non voglio disturbarla … fra l’altro avevamo detto che ci saremmo rivisti alla Lega, possibilmente da sfidanti … se la contattassi, penserebbe che sono ancora innamorato di lei … beh, in parte è così, ma insomma … non voglio dar vita a fraintendimenti. Capisci cosa intendo, vero? -
- Sì, certo … - Rispose Kristie un po’ delusa. - Beh, sospettavo che non volessi rivederla a breve. Quindi se andrò a Pallet Town, non potrai accompagnarmi … -
- Certo che sì! - Harrison si affrettò a rassicurare Kristie. - Verrò con te tutte le volte che vorrai vedere tua madre. A proposito, come sta? -
- Bene … poco fa Agata mi ha inviato un sms … anche i nonni sono andati da lei … -
- Anche Cloe? - Domandò Harrison stupito.
- Sì, il nonno disse che a breve sarebbe venuta anche lei, ricordi? Ah, il nonno! Ultimamente è parecchio in contatto con Tajiri! Fa parte del team organizzativo della Lega! Potremmo chiedere a lui! -
- E’ una buona idea, Kristie … comunque ciò che è certo è che questi incontri anticipati si terranno … anche se conoscessimo il perché, non potrei di certo evitarli, se non con una buona dose di fortuna … probabilmente è solo un modo per mettere alla prova i partecipanti … e io sono disposto a tutto pur di vincere! -
- Bravo, è così che si fa! - Kristie incoraggiò il ragazzo: quest’ultimo le rivolse un sorriso radioso. Kristie non poté fare a meno di arrossire: aveva sempre avuto un debole per il biondino, ma aveva imparato a vivere nella rassegnazione più totale; mai e poi mai avrebbe immaginato che la coppia Harrison/Emy avrebbe potuto frantumarsi. E soprattutto non aveva ritenuto minimamente possibile che Harrison si sarebbe ripreso così presto! Certo, era ancora molto legato ad Emy e lo si notava … ma riusciva a sorridere e questo era già un gran traguardo! Sembrava che il vento soffiasse in favore della scolaretta …
- Dunque … dov’eravamo rimasti? - Chiese Harrison, che iniziò nuovamente a correre. Kristie non poté fare a meno di reggere il gioco.
 
 
 
- Due caffè, grazie! - Meredith e Lea si trovavano nello stesso bar in cui si erano incontrate qualche giorno prima. - Spero che ti piaccia, il caffè! - Esclamò Meredith.
- Oh … sì … abbastanza … - Aggiunse Lea, timorosa.
- Bene, prima di tutto ti ringrazio per essere venuta. - Disse Meredith, osservando le proprie mani: erano particolarmente lunghe e affusolate, come il resto del suo fisico. - Sei davvero convinta di voler intralciare Oak, Lea? -
- Ce … certo! - Esclamò la ragazza, cercando di mostrare sicurezza. - Non mi tirerò indietro, se è questo che vuoi dire. Sono disposta a tutto. -
- Mi stupisci, ragazzina! - Disse Meredith, sorseggiando il caffè che le avevano appena servito. - Credevo fossi molto più arrendevole e accondiscendente … invece dietro quel visino delicato si nasconde una donna d’acciaio! Sono fiera di te! -
- Ti ringrazio, Meredith … quando mi metto in testa una cosa, nessuno riesce più a toglierla … so che è scorretto comportarsi slealmente … ma stiamo parlando di Gary Oak, una persona che non ha dovuto sgomitare per arrivare dove è ora … quindi mi sento giustificata nell’agire in un certo modo! -
Meredith scoppiò a ridere: - Brava, bravissima, Lea! Ho sempre detto che bisogna temere le persone che a primo impatto sembrano buone, generose e innocenti … proprio come te! So che di mio fratello non te ne frega, però nel mirino abbiamo gli stessi soggetti … sono stata fortunata ad incontrarti! -
- Beh, non esattamente … Emy è una brava ragazza … non ce l’ho con lei … -
- Fa lo stesso. Sai perché sono venuta a Pallet? -
- Per la Lega? - Tentò Lea, credendo che quella domanda postale fosse retorica.
- Anche. - Sorrise Meredith. - Ma non è il motivo principale. Qualche settimana fa ho ricevuto una chiamata da mio fratello … era davvero disperato per quella sgualdrina! Mi disse che aveva capito che c’era qualcosa tra lei e Gary … io inizialmente non gli ho creduto! Poi, però, quando l’ho visto piangere … ho compreso che quella mezza calzetta faceva sul serio! Harrison mi ha chiesto esplicitamente di creare problemi … non è proprio da lui, si vede che è al limite … -
- Harrison ha davvero detto questo? - Chiese Lea totalmente stupita.
- Sì, e ripeto: non è da lui. E’ una persona molto leale, ma è ben consapevole del fatto che in guerra e in amore tutto è concesso! Sai, io potrò sembrarti una megera … ma non è così. Agisco in questo modo per proteggere le persone che amo. Mio fratello è la persona più importante per me. Siamo cresciuti insieme. Ho sofferto molto quando è partito per diventare un allenatore di pokémon. All’epoca ero una bambina … e sapevo bene che non avrei retto quella situazione … i miei genitori sono persone meravigliose, ma Harrison era una presenza fondamentale per me … fu così che decisi di partire anche io! Almeno avrei avuto più possibilità di incontrarlo! Credimi, da bambina non avevo mai sognato di diventare un’allenatrice di pokémon, ma poi così è stato. Solo per essere, in qualche modo, più vicina a Harrison … e anche per essere alla sua altezza! - Concluse Meredith, poggiando la tazzina sulla superficie del tavolo.
Lea la osservò a bocca aperta: non poteva credere che dietro tutta quella freddezza fossero celati sentimenti così profondi! 
- Con questo non voglio dire che sono pentita della strada che ho intrapreso, eh! Né ho intenzione di dipingermi quale una vittima … so bene di essere una cattiva persona, ma è la mia indole … per quanto molto spesso io agisca gratuitamente in maniera sbagliata, ci sono anche delle volte in cui penso che la mia cattiveria possa servire a qualcosa di buono … in questo caso proteggere Harrison … scusa per questi ragionamenti contorti! Raramente mi apro così con le persone … tu mi sembri davvero una brava ragazza … e un po’ mi sento colpevole di averti coinvolto in questa faccenda … ma quando sarà tutto finito, saremo più felici entrambe, no? -
- Sì … hai ragione … in fondo, agiamo a fin di bene … - Disse Lea.
- Bene! Dobbiamo programmare il nostro piano! Prima di tutto, non so se Harrison ed Emy si siano già lasciati … non sento mio fratello da giorni! Stamattina, però, mi ha inviato un sms … ha scritto che deve parlarmi! Io cercherò con tutte le mie forze di far cadere Gary Oak ai miei piedi … e credimi, so come si conquista un uomo, a differenza di quel maschiaccio … quando sarà una mia preda, senza via di scampo, lo convincerò a cederti il posto … o, almeno, a riservartene uno di fondamentale importanza! Sono una forza, vero? -
- Sì … non fa una piega questo piano, ma … io? Cosa devo fare? -
- Per ora nulla, Lea! Sai, stavo pensando che potrei mettere i bastoni tra le ruote a quei due anche senza far scendere in campo il mio fascino … un’altra mia specialità è quella di creare fraintendimenti tra le persone! Nel caso in cui riuscissi ad allontanarli in maniera così semplice … sarai tu a dover sedurre Gary! -
- Cosa?! Ma sei impazzita, Meredith?! - Lea alzò la voce al punto tale che gli altri presenti si voltarono nella sua direzione. - Ehm, scusate … - La giovane contrasse l’intero proprio corpo: sembrava ancora più piccola di quanto lo fosse realmente.
- Oh, capisco. Il problema è Brock, vero? Beh, tesoro, sai che ti dico? Mai fidanzarsi prima di raggiungere i propri obbiettivi! Potrebbe essere deleterio per qualsiasi relazione … se tieni davvero ai tuoi sogni, dovrai essere disposta a rinunciare a Brock! Credevo che un’arrivista come te fosse pronta a una perdita del genere … -
- Io non sono un’arrivista! - Replicò Lea. - E’ che mi sembra assurdo quello che stai dicendo! Perché mai dovrei rinunciare a Brock? E’ vero, non mi sono fatta scrupoli a collaborare con te per colpire una persona che non mi sta a genio … ma non puoi chiedermi di andare contro la persona che amo! E’ davvero troppo! Ho sbagliato a fidarmi di te! - Ancora una volta, Lea attirò l’attenzione delle altre persone.
- Ehi, calmati, Lea … se il piano non ti garba, possiamo idearne un altro … non c’è problema, davvero! Scusa, non ho tenuto conto dei tuoi sentimenti … sono stata una stupida! Ti prego, non te ne andare. Discutiamone con calma. -
- E va bene … - Lea si calmò nuovamente.
- Ecco, lo dicevo io. Quelle come te sono le avversarie più temibili. E’ dura fronteggiarvi, ma è anche stimolante. Non c’è fretta … mi pare di capire che tieni molto al tuo Brock … ti invidio, deve essere bello essere ricambiati, quando si è innamorati di qualcuno … -
- Stento a credere che tu sia capace di innamorarti, Meredith … -
- Cosa? Che vuoi dire? - Domandò la bionda, spiazzata da quell’affermazione.
- Sei così cinica e calcolatrice … certo, mi rendo conto che sfrutti la tua cattiveria per aiutare chi ti sta a cuore … ma non è assolutamente una buona giustificazione! Nemmeno in questo modo, potresti avere una relazione stabile con qualcuno … -
- Ora stai esagerando. Oltre a essere polemica, fai anche la sapientona. Credo che possa bastare. - Meredith si alzò. - Comunque la mia proposta è sempre valida. Pensaci, davvero. Io e te possiamo fare grandi cose insieme. Ah, il caffè te lo pago io. Ciao, Lea! -
 
Meredith si dileguò in un istante: un’uscita degna di lei, data la sua natura sfuggente e poco chiara. Lea sospirò: l’angoscia la invase senza ritegno. Ormai era sicuro: si era cacciata in un bel guaio; e, probabilmente, non avrebbe avuto la forza di uscirne indenne.
 
 
 
Il Team Rocket era un’organizzazione estremamente seria; nonostante ciò fosse un dato di fatto, Ash e i suoi amici erano ormai giunti alla conclusione che, in fondo, Giovanni e i suoi subordinati non erano poi così tanto temibili, visto che su questi ultimi avevano sempre avuto la meglio. Jessie e James, rispetto ai veri fedeli di Giovanni, erano delle schiappe; ma il capo era affettivamente legato a loro e non smetteva mai di prenderli in considerazione, a prescindere dalla scarsità dei risultati.
 
- Sono felice che alla fine tu abbia deciso di venire qui. - Disse Giovanni sorridendo in maniera maligna, mentre era comodamente seduto sulla sua costosa poltrona. Persian era più lucente che mai: chissà quante cure e attenzioni gli riservava. L’uomo continuò: - Ho saputo che a breve diventerai di nuovo padre … congratulazioni, Rupert! Spero che stavolta sarà un bel maschietto … le donne non fanno altro che danni … -
- Perché mi hai chiamato? - Incredibile, ma vero: Rupert Fox stava avendo un dialogo con Giovanni del Team Rocket; erano nella base segreta di Pallet e sembrava che stessero piuttosto in confidenza; di sicuro quella non era la prima volta in cui si erano incontrati!
- Era da molto che non ricevevo tue notizie. Credimi, mi dispiace molto. Un tempo eravamo così affiatati … da quando accadde quell’incidente con Mewtwo … sei sparito … nonostante io ti avessi cercato … ma sono felice che, dopo numerose chiamate, tu sia giunto qui … saresti così gentile da spiegarmi il perché? -
- Ti conosco bene, Giovanni. - Sospirò Rupert. - Ho sempre detestato le tue vendette trasversali, anche quando erano rivolte a persone che non conoscevo; pensavo che ti saresti comportato nello stesso modo anche con me … non ti avrei mai permesso di far del male a mia moglie o alle mie figlie … -
- Non sono così sadico … o forse sì. - Giovanni rise sguaiatamente.
- Non sei cambiato a quanto vedo. Io non tornerò a lavorare con il Team Rocket, sia ben chiaro. E se proprio dovrai prendertela con qualcuno, fallo con me. Non con la mia famiglia.  Inoltre … smettila di scavare buche. Le mie figlie hanno rischiato. -
Il cattivo rise: - Nemmeno se ti facessi un’offerta che non potresti rifiutare? -
- Smettila di citare frasi di film da Oscar. - Rupert sorrise: - Ho detto di no. A quei tempi ero giovane e inesperto. Ammetto che il progetto relativo a Mewtwo mi aveva attirato e non poco … credevo che mi avrebbe donato gloria, successo e fama … ma le cose non andarono come avevo sperato … a causa tua e del dottor Fuji ho trascurato la mia famiglia … e ho rischiato la vita. -
- Infatti è da quel giorno che mi hai tradito. - Precisò Giovanni.
- Non ti ho tradito. Ho semplicemente imparato a scindere il bene dal male. Non me ne volere, siamo entrambi uomini adulti: la mia famiglia è la mia priorità. -
- Sei davvero un ottimo padre, ma lo eri anche allora o sbaglio? All’epoca dell’incidente le tre marmocchie già esistevano … -
- Ho sbagliato. Esse sono all’oscuro di tutto. Se mia moglie e le mie figlie sapessero la verità, probabilmente non mi guarderebbero più in faccia. E’ per questo che ho cercato in tutti i modi di redimermi. Volevo eliminare lo sporco di cui mi ero macchiato. Ci sono riuscito. Non ho intenzione di tornare indietro. -
- Posso ricattarti, ne sei consapevole, vero? - Giovanni provocò il dottore.
- Fa’ quello che vuoi. Se devi sfogarti, fallo con me. Ma non azzardarti a prendere di mira mia moglie o le mie figlie. Attualmente ho altro a cui pensare. Le mie figlie devono scegliere per il loro futuro e … c’è una nuova vita che dovrò accogliere. Voglio farlo serenamente, senza problemi. -
- Dici davvero? - Domandò Giovanni con fare di sfida.
- Sì. - Rispose Rupert in maniera decisa. - Non collaborerò con te. Non tradirò mai la mia primogenita; non modificherò geneticamente i suoi pokémon per incattivirli … dopo che hai cercato di privarla della vita, facendo cadere lei e gli altri in quelle cavità … mi fai schifo … -
- Mi dispiace, ma non credo che sarà così. - Il delinquente, dopo aver pigiato un tasto di un telecomando posto accanto alla poltrona, innescò una trappola simile a quella in cui erano caduti Ash e gli altri vari giorni prima. Le urla di Rupert furono ben udibili, ma divennero sempre più lontane fino a svanire del tutto.
- Queste sì che sono trappole. - Commentò Giovanni, mentre accarezzava Persian e osservava il tunnel profondo che si era formato, nel quale Rupert era precipitato.
 
 
 
- Buongiorno, professore! - Emy era giunta al laboratorio di Samuel Oak: quest’ultimo, come al solito, era impegnato a studiare e a osservare i pokémon; in quel frangente nutriva un Oddish.
- Ciao, Emy! Sei qui per Gary? - Domandò l’uomo.
- Proprio così … - Affermò la ragazza con lieve imbarazzo. - Dov‘è? -
- E’ in camera sua … sta studiando dei documenti in vista di una ricerca … -
- Ah, strano. Credevo che fosse in giro ad allenarsi. -
- Sai, mio nipote è straordinario. Riesce a conciliare senza problemi gli allenamenti e lo studio … non capisco come faccia a non stancarsi. -
- La genialità è di casa, professore! -
- Sei sempre troppo gentile, Emy. Ah, senti un po’: tuo padre? -
- Uh, papà? Se non è qui con lei, probabilmente è in ospedale da mamma. -
- Già, vero. Capisco il momento, è davvero molto emozionato. -
- Beh, sono felice che questa gravidanza lo abbia avvicinato nuovamente a mia madre. Purtroppo non è mai a casa, anzi: è sempre in giro per lavoro! -
- E’ anche colpa mia, faccio troppo affidamento su tuo padre … ma è un professionista troppo in gamba per non essere considerato. Cercherò di essere meno invadente d’ora in poi, anche se dovremo collaborare a un progetto importantissimo. -
- Progetto importantissimo? -
- Sì, non lo sapevi? -
- Papà non parla molto del suo lavoro con noi … si limita solo a bacchettarci le mani quando non abbiamo voglia di adempiere ai nostri doveri! -
Oak rise: - Sono sicuro che ve ne parlerà. A Viridian city sono stati trovati dei resti di pokémon non identificati … probabilmente sono stati sottoposti a modifiche genetiche … ma è solo un’ipotesi … -
- Eh? A Viridian city? - Domandò Emy con meraviglia.
- Esattamente … io e tuo padre siamo stati contattati dal Comitato Nazionale del Pokémon … erano molto preoccupati per quest’evento! In realtà non sono ancora informato a dovere … io e tuo padre ci recheremo a Viridian city quanto prima … -
- Roba che scotta, insomma! Pokémon geneticamente modificati! Sembra una trama avvincente per un buon film … comunque papà dovrebbe parlare di più … insomma, è stato chiamato dal Comitato Nazionale del Pokémon, è considerato un pezzo grosso! Non capisco perché non condivide i suoi successi con la propria famiglia … non lo capirò mai … è così enigmatico, quell’uomo … -
- Ognuno ha il proprio carattere … ciò che davvero conta è che Rupert farebbe di tutto per voi. Lavora incessantemente per te, Alicia, Kristie, Agata e … per il vostro futuro familiare. -
- Lo so bene, però … mi piacerebbe comprenderlo meglio. -
- Hai ancora tanto tempo per farlo. -
- Grazie, professore. E’ sempre rassicurante parlare con lei … però ho già disturbato abbastanza. Sarà meglio che vada da Gary … -
- Non disturbi mai. Va bene, ci vediamo dopo. -
 
Emy entrò nel laboratorio, salendo sui gradini della scala a chiocciola posta al centro della sala scientifica: si trovò direttamente nella stanza di Gary, una specie di mansarda.
- Peccato che non esista una porta qui, altrimenti ti direi che sei molto maleducata. - Iniziò Gary, mentre concentrava le proprie energie sugli appunti sparpagliati sulla scrivania. 
- Prenditela con l’architetto/ingegnere del laboratorio, non di certo con me! - Replicò Emy in maniera non propriamente gentile.
- Dai, accomodati. - Gary invitò Emy a sistemarsi: la ragazza non aveva mai visto la stanza di Gary; in effetti non era speciale: molto spoglia, molto sobria; neutra, insomma.
- La tua cameretta è priva di personalità! - Esclamò Emy con fare provocatorio. 
- Cameretta? - Ripeté Gary, credendo che quel modo di chiamare la sua stanza fosse molto femminile e poco appropriato.
- Quello che è! -
- Capirai, alla fine mi serve solo per dormire e per studiare. -
- Dici davvero? Io invece sono sempre stata molto attenta all’arredamento della mia cameretta … credo che sia un riflesso della mia personalità. -
- Interessante. - Disse Gary con fare ironico, mentre dava ancora un’occhiata alle scartoffie. Emy si irritò particolarmente:
- Farò finta di prenderti sul serio. Non mi va di litigare di nuovo! Sei così pesante! Ci son voluti giorni affinché tu tornassi a parlarmi civilmente … -
- Assumiti le tue responsabilità, signorina! Però vedo che stai migliorando … -
- Beh, diciamo di sì … devo ringraziare mia madre. Se quel giorno non fosse stata portata d’urgenza in ospedale, ora io e te non staremmo qui a parlare come due amici di vecchia data! Comunque ... i preliminari? -
- E‘ una proposta? - Domandò Gary con aria maliziosa.
Emy arrossì: - Ma sei un maniaco! Intendevo gli incontri anticipati della Lega, stupido! -
- Avevo capito, idiota …  che ben vengano. Anche se sono molto scettico a riguardo. Incontri anticipati eliminatori … non ha molto senso … perché l’amministrazione della Lega ha adottato una scelta del genere? Proprio non me lo spiego … dovresti fare quattro chiacchiere con Tajiri … -
- Non se ne parla! - Esclamò Emy alzando la voce. - Non parlo con quello schifoso! -
- Non capisco perché provi tanto astio nei suoi confronti. E’ simpatico. -
- Che ne sai, tu?! Manco lo conosci! -
- Almeno spiegami perché è così terribile … -
- Non mi va. Dopo la Lega ti spiegherò tutto. -
- Non dirmi che ci ha provato con te … - Gary scoppiò a ridere. 
- Ma che cavolo vai dicendo?! Se l’avesse fatto, a quest’ora non sarebbe vivo, fidati! -
- Beh, sì … sei molto violenta, quando vuoi. In ogni caso se dovesse fare il viscido, avvertimi subito … a prescindere dai nostri ruoli all’interno della Lega, non può assolutamente molestare una ragazza … -
- Non ho bisogno del tuo aiuto! - Affermò Emy, arrossendo nuovamente. - E’ semplicemente antipatico, ecco tutto … e sicuramente poco adatto a fare il presidente della Lega … ma forse tutti sono così … -
- E’ quello che ho sempre pensato … ne parlai con Ash e con Tracey … i presidenti delle leghe tutto fanno fuorché interessarsi ai mostriciattoli tascabili! -
- E’ davvero uno schifo … - Commentò Emy, abbassando la voce.
- Lo so, ma non abbiamo altra scelta … -
- Parli come se il fatto non fosse il tuo! -
- No, non è questo! - Gary si difese. - E’ il mio principale obbiettivo per il momento … insieme alla ricerca. -
- Sei proprio un secchione, eh? Si vede che ti piace studiare. -
- Molto. In realtà mi è sempre piaciuto. Anche quando viaggiavo, studiavo molto. Sapevo molte cose sui pokémon e questo mi permetteva di essere avvantaggiato negli scontri. Oggi, a vent’anni, nutro ancora forti dubbi sul mio futuro … adoro fare ricerche sui pokémon e il lavoro del nonno mi piace tantissimo … ma non ti nego che dentro di me domina un senso di riscatto non indifferente … qualche volta penso ancora alla mia sconfitta alla Lega di Johto! E’ vero, sono trascorsi sette anni … ma ricordo che ero davvero ardente, in quel periodo! Il lato negativo della ricerca è che ci si abitua alla staticità … fare l’allenatore di pokémon è continuamente stimolante … sono un po’ combattuto … è per questo che ho deciso di intraprendere entrambe le strade, per quanto possa essere faticoso … -
- Sei ammirevole … reggi dei ritmi pesantissimi … fossi al tuo posto, crollerei! -
- Non dire così, Emy. So bene che puoi essere molto forte. La forza più potente di cui possiamo disporre è la volontà: solo con quella si va avanti. -
- Sì, è vero, hai ragione … -
- Di’ un po’ … con Harrison? - Gary cambiò totalmente argomento.
- Eh? Oh, beh, ecco … noi … ci siamo lasciati. -
- Lo so. - Disse Gary con calma. - Mi chiedevo se ci fossero stati risvolti … -
- No. La nostra decisione è definitiva. -
- Mh, capisco. - Affermò il castano. - Almeno adesso potrai dedicarti con serietà alla Lega … -
- Già … -
 
 
 
- Vera e Drew sono qui? - Domandò Misty: era ancora nell’abitazione dei Ketchum.
- Sì, sono venuti a salutare Ash! - Spiegò Delia, intenta a disporre del cibo sugli appositi scaffali. - Sapevi che quei due stanno insieme? Sono davvero carini. -
- Non li conosco molto bene … li ho visti una volta e ho subito pensato che fossero una coppia … - Rispose Misty.
- Misty, ti va se andiamo a salutarli? - Domandò Ash.
- Certo! Mi farebbe davvero piacere! - Rispose la rossa con entusiasmo.
- Andiamo, allora! A quest’ora saranno al centro medico … -
- A Pallet c’è un centro medico? - Domandò la ragazza.
- Sì, è nuovo di zecca. Ormai anche la piccola e modesta Pallet si è modernizzata … -
- Bene. Sono pronta! -
 
I due si avviarono verso la meta: non era molto lontana da casa Ketchum. Durante il tragitto Ash e Misty si comportarono da amici: d’altra parte Pallet era un piccolo paesino e le voci giravano piuttosto velocemente.
 
La loro relazione era un segreto. E doveva esserlo ancora per un po’. 
 
- Ecco! - Esclamò Ash, indicando una struttura a forma di uovo.
- Oddio, ma … sembra … -
- Un ovale? - Domandò il ragazzo ridendo.
- Un uovo, più che altro! - Lo corresse la ragazza.
- Beh, sì. Un design piuttosto infelice, ma che importa? Dai, andiamo! -
 
Misty non poté fare a meno di ridere: quella bizzarra forma le ricordava il suo piccolo Togepi, evolutosi poi in Togetic … chissà come stava.
 
- Ash, Misty! - Entrati, i due ragazzi furono subito chiamati da una bellissima ragazza dai capelli color cioccolata: i suoi occhi avevano il colore del mare.
- Ma quella è Vera! Cavoli, è diventata bellissima! - Esclamò Misty.
 
Ash non fiatò: effettivamente Vera era gradevole d’aspetto, ma non la considerava migliore di Misty! Evitò di fare qualsiasi apprezzamento, non voleva ferire la sua nuova compagna … fra l’altro considerava Vera come una sorella e nulla più.
- Ehi, ragazzi! Misty, come stai? - Domandò la castana con una voce molto acuta.
- A meraviglia, tu? Caspita … ho appena detto ad Ash che sei diventata uno schianto di ragazza! - Rispose Misty.
- Non esagerare, dai! Poi tu non scherzi mica! Io sto bene! - Ribatté Vera. Entrambe risero.
- Drew non c’è? - Domandò Ash. 
- Non lo so, è sparito! Era qui fino a un attimo fa … - Disse la ragazza guardandosi attorno.
- Sono qui, stupida! - Un giovane altrettanto bello, con insoliti capelli verdi, diede un buffetto sul collo della castana. - Sei cieca o cosa? -
- Ehi, non ti avevo visto! Sei tu che ti dilegui all’improvviso! -
- No, sei tu che hai sempre la testa tra le nuvole … scusala, Misty, è una babbea. -
- Drew! - Misty lo riprese, anche se era parecchio divertita da quella scenetta. - Siete davvero molto simpatici! -
- Non credevo che litigaste in questo modo! Mi ricordate qualcuno … - Ash guardò Misty con complicità. 
- Beh, tu eri così presuntuoso, era ovvio che m’incavolassi! E non dimenticare che mi hai distrutto una bicicletta! - Ribatté la rossa.
- Anche a me! - Si aggiunse Vera.
- Oddio, basta! Sarebbe stato meglio se fossi stato zitto. - Tutti risero: Ash era davvero contento di essere circondato da amici di vecchia data e … non solo.
- Come mai da queste parti? - Domandò la capo palestra di Cerulean.
- Siamo di passaggio. - Spiegò Drew. - Non so se lo sai, ma ormai viaggiamo insieme, visto che siamo … ehm … una … aspetta, non mi viene in mente la parola … -
- Coppia! - Aggiunse frettolosamente Vera. - Non è necessario fare tutto questo mistero! -
- L’avevo intuito, ragazzi! - Disse Misty con molta calma. I due fidanzatini arrossirono.
- Comunque … - Continuò Drew, schiarendosi la voce. - attualmente i contest sono sospesi e quindi abbiamo deciso di fermarci qui. Vera voleva fare il tifo per Ash … -
- Abbiamo da poco saputo degli incontri, si terranno tra qualche giorno … - Aggiunse la ragazza. - Ash, chissà se gareggerai! -
- Non lo so … non ho capito molto bene questa storia degli incontri … -
- Comunque andrà, sei sempre disposto a vincere, no? - Domandò Drew, aggiustandosi il ciuffo.
- Questo è ovvio! - Esclamò il moro.
- Ragazzi, che ne dite di andare a fare un giro? - Domandò Vera.
- Ottima idea! - Disse Misty. - Un po’ di shopping non può che farci bene! - Le due, parecchio affiatate, s’incamminarono verso l’uscita.
- Chi ha mai parlato di shopping? - Domandò Ash impaurito: in base alle sue esperienze, sapeva bene quanto quelle due potevano essere pericolose quando si trattava di compere.
- Ma che ne so? - Disse Drew infastidito. - Ormai è troppo tardi, non possiamo opporci! - A malincuore, ben consapevoli di ciò che li aspettava, Ash e Drew seguirono le loro amate.
 
 
 
- Cosa … cosa hai intenzione di farmi? - Rupert era legato con una corda molto spessa: era stato gettato a terra da due uomini coperti in volto che gli facevano da guardia. Giovanni assisteva alla scena divertito.
- Non avresti dovuto essere così leggero … credevi davvero che, dopo aver abbandonato il Team Rocket, ti avrei perdonato? Che ingenuo … pensavo mi conoscessi meglio … -
 
Rupert e Giovanni. Giovanni e Rupert.
 
Un sodalizio tanto improbabile, quanto possibile.
 
Giovanni era il capo supremo del Team Rocket: un mafioso a tutti gli effetti.
 
Rupert era il medico di pokémon più conosciuto della regione di Kanto.
 
Giovanni era ben consapevole delle doti dell’uomo: fu per questo che cercò di avvicinarlo al proprio ambiente.
 
Inizialmente, stabiliti i primi contatti, Rupert si rifiutò: era un uomo di principio; credeva che mai e poi mai avrebbe collaborato con un pezzo da novanta come Giovanni.
 
Quest’ultimo era parecchio insistente, voleva che Rupert facesse parte del suo team a tutti i costi;
 
Il medico era praticamente marcato da Giovanni, ma non aveva mai parlato ad alcuno di questa situazione.
 
Un giorno il capo del Team Rocket si presentò nello studio di Rupert: gli disse che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui si sarebbero visti. Rupert rimase stupito da quell’affermazione: non ci credeva! Giovanni era stato così insistente durante quegli anni … gli sembrava impossibile che avesse desistito all’improvviso.
 
Ma quella volta non fu come tutte le altre.
 
Giovanni fu molto cordiale in quell’occasione: disse a Rupert che il suo team scientifico stava lavorando a un progetto molto interessante.
 
La parola magica fu “ genetica “.
 
Rupert era un grande appassionato di genetica e Giovanni lo sapeva bene.
 
Il malavitoso parlò chiaro: il team stava lavorando alla creazione del pokémon più potente del mondo. 
 
Rupert si chiese se ciò fosse scientificamente possibile.
 
Non era da escluderlo.
 
Giovanni spiegò al medico che i suoi scienziati erano partiti da una cellula del pokémon leggendario Mew, e che dalla stessa avrebbero tratto il DNA del pokémon feto.
 
Per quanto Giovanni non fosse un esperto in materia, le sue parole furono davvero molto convincenti.
 
Rupert accettò, spinto da una strana e oscura forza.
 
Il giorno stesso si recò alla base segreta del Team Rocket di Viridian city. Fu lì che si svolsero le prime ricerche. In quel contesto Rupert conobbe il dottor Fuji, coordinatore dell’intero progetto.
 
Rupert conosceva il dottor Fuji di vista: anche quest’ultimo viveva a Viridian city; sapeva che Fuji era stato lasciato dalla moglie a causa della morte della loro figlia, Amber. In realtà Fuji era considerato alla stregua di un esaltato, dal momento che, in seguito alla morte della sua bambina, si era posto come obbiettivo farla tornare in vita.
 
Trascorsero vari mesi e Rupert era diventato un membro del team a tutti gli effetti: era quello che stava maggiormente in contatto con Fuji; si chiedeva come un uomo così sensibile e altruista potesse lavorare per un’associazione a delinquere: domanda che risultava stupida, appena pensava che anche lui era nella sua stessa situazione.
 
Più volte Fuji si era confidato con Rupert: gli aveva parlato della moglie che lo aveva lasciato, della deceduta Amber, ma soprattutto del suo scopo: quello di farla rivivere. 
 
Rupert era l’unico che sapeva che Fuji stava lavorando a un progetto parallelo: quello di far tornare la bambina da lui.
 
Giovanni ignorava ciò. Se ne fosse venuto a conoscenza, avrebbe licenziato Fuji in un battibaleno. E’ per questo che Fuji pregò Rupert di mantenere il segreto.
 
Nel frattempo, i lavori per il progetto di clonazione del pokémon Mew procedevano alla grande: gli scienziati, sotto la guida di Rupert e di Fuji, erano riusciti a dar vita al pokémon più potente della storia: Mewtwo.
 
Purtroppo il dottor Fuji non riuscì a riportare in vita sua figlia e se ne disperò; Rupert cercò di farlo ragionare: era impossibile clonare un essere umano. Nonostante questo fallimento, erano comunque riusciti a creare il pokémon più forte di tutti i tempi.
 
La felicità del Team Rocket non durò a lungo: Mewtwo, disgustato dall’egoismo di Giovanni, il quale lo aveva sfruttato per i suoi sporchi scopi, diede ben presto prova della sua forza, distruggendo il laboratorio dove era nato: fuggì, credendo che tutti gli uomini fossero delle bestie.
 
Nell’ultima fase di creazione di Mewtwo gli scienziati si trovavano a New Island: a causa di un’esplosione generata dalla potenza del pokémon psichico, morirono quasi tutti, tranne Giovanni, Rupert e il dottor Fuji, i quali riuscirono a evacuare la struttura grazie a speciali sistemi di salvataggio.
 
Fu da quel momento che Rupert decise di dissociarsi completamente dal team Rocket: aveva rischiato troppo. Non voleva mettere a repentaglio né la propria vita, né l’incolumità della sua famiglia.
 
Comunincò la sua decisione a Giovanni, senza se e senza ma. Il capo lo minacciò ma Rupert non diede peso alla cosa: i due non si videro mai più fino alla cattura del medico da parte del malavitoso.
 
Durante quegli anni, che furono circa dieci, Rupert non ebbe più notizie di Mewto, né del dottor Fuji. Seguiva le vicende del team Rocket grazie al telegiornale e ai quotidiani: faceva di tutto pur di tutelare i suoi cari.
 
Una cosa era sicura: mai e poi mai avrebbe immaginato che sua figlia, insieme ai suoi amici, poco dopo la fuga di Mewtwo, si sarebbe trovata ad affrontare quest’ultimo, nonostante il pokémon fosse stato in grado di cancellare dalle loro menti quella incredibile esperienza.
 
- Ora lavori per quello stupido di Oak, eh? Hai sbagliato, Rupert … devi pagare! -
 
 
 
- Ti ringrazio per essere venuta a trovarmi. Ci vediamo agli incontri anticipati. - Disse Gary, facendo strada ad Emy.
- Senz’altro! - Rispose la ragazza.
- Ciao, Emy. - Disse il ragazzo, giunto alla porta.
- Ciao! - Emy si allontanò dalla struttura, salutando Oak con la mano.
 
La ragazza si diresse verso l’ospedale per andare dalla madre: l’infermiera di turno riconobbe Emy.
 
- Emy, sei qui! - Esclamò Alicia, debole come al solito.
- Sì, mamma. Sei sorpresa, non è così? - Domandò la ragazza sorridendo.
- Che peccato, i nonni sono appena andati via … -
- Oh, mi dispiace. Dovrei parlare col nonno per chiedergli una cosa della Lega … -
- Parli degli incontri anticipati? -
- Sì, come lo sai? -
- Sono informata e poi ne ho parlato anche con tuo nonno e con Misty. A quanto pare si dovranno presentare tutti gli allenatori … venti di loro verranno sorteggiati … dovranno battersi a due a due … chi perde, verrà sconfitto … -
- Ma che senso ha? Davvero non me lo spiego … -
- Chiedilo a Tajiri, tesoro … sei la caposquadra dei Super Quattro, hai il dovere di farlo. -
- Mamma, io non ho intenzione di andare da quello! -
- Perché? -
- Perché è … antipatico! -
- Tesoro, nel mondo del lavoro è così! Il tuo datore sarà sempre detestabile, ma non per questo dovrai esimerti dal compiere i tuoi doveri!-
- Sì … ma … -
- Ma? -
- Niente … - Emy sospirò e si sedette su una sedia. - Hai ragione, devo andare da lui … che seccatura … -
- Sii professionale: chiedigli il perché, lui ti risponderà e … grazie e arrivederci! -
- Già … ah, mamma, per caso papà è passato da te? -
- No, non lo sento da ieri … -
- Ah, capisco … chissà dove si è cacciato … quell’uomo ha la capacità di scomparire da un momento all’altro … -
- In questi giorni è molto presente … evidentemente oggi non poteva sottrarsi ai suoi impegni … -
- Sì, è probabile … comunque grazie per le informazioni … io vado da Tajiri … riguardati, mi raccomando. -
- Tranquilla, tesoro. Va’ pure. -
 
Emy uscì dalla stanza e si diresse verso l’uscita:
 
- Che noia … non mi va di parlare con Tajiri … - 
- Ehi, collega! - All’uscita della struttura ospedaliera c’era un ragazzo: alto, prestante, palestrato, con folti e rossi capelli ricci.
- Uh? - Emy, che era miope, non aveva capito chi fosse, ma era sicura che quell‘individuo si stesse rivolgendo a lei.
- E’ da un po’ che ti cerco, finalmente ti ho trovata! - Il tizio si avvicinò: ma certo, ora era tutto più chiaro!
 
Vulcano, strabiliante allenatore di pokémon di fuoco, nonché membro dei Super Quattro della regione di Sinnoh.
 
- Vulcano! - Esclamò Emy.
- In persona! - Aggiunse il ragazzo. - Ti prego, non considerarmi uno stalker … ti cercavo da giorni e ti ho vista uscire dal laboratorio del professor Oak … sei entrata in quest’ospedale e ho preferito non disturbarti, così ti ho aspettato all’uscita! -
- Oh, grazie, molto gentile … che fortuna! Ti conosco solo per la tua fama e provo grande ammirazione nei tuoi confronti! Sei un vero e proprio modello da seguire! Sai, mi sento un po’ imbarazzata … -
- Scherzi! Il piacere è tutto mio! Fino a prova contraria, sei tu quella che è considerata una degli allenatori più forti del mondo! -
- Sì, ma tu hai molta più esperienza di me e ti seguo sin dagli inizi! Comunque, come mai mi stavi cercando? -
- Beh, non so se tuo nonno ti ha avvisato, ma anche io, come lui, faccio parte del team organizzativo della Lega! Volevo dirti che tra cinque giorni si terranno gli incontri anticipati a Vermillion city e tu dovrai essere presente, anche perché dovrai partecipare a una conferenza stampa insieme agli altri tre del team dei Super Quattro … ho preferito avvertiti in tempo in modo tale da permetterti di organizzarti al meglio! -
- Ah … sei gentile, Vulcano! In realtà stavo andando da Tajiri per discutere di questi incontri anticipati … insomma, tu sei d’accordo? Per me sono senza significato! Perché mai devono essere eliminati dieci allenatori ancor prima che la Lega inizi? -
- Non credo che né io, né tu ci troviamo in una posizione tale da poterci opporre alle scelte di Satoshi … in verità non ho parlato con lui e quindi non posso rispondere alla tua domanda … ah, è inutile andare da lui … attualmente è a Vermillion city … se vorrai parlargli, dovrai attendere un po’. -
- Ho capito … va bene, grazie per le informazioni. -
- Figurati! Per qualsiasi cosa, rivolgiti pure a me! Questo è il mio numero! - Il ragazzo le porse un biglietto, nello stesso modo in cui lo fece Gary.
- Grazie … -
- Ora vado! Ci vediamo, collega! - Il ragazzo si allontanò fino a confondersi tra le persone.
- Cavoli, Vulcano dei Super Quattro! Prima che mi mettessi con Harrison, ero innamorata persa di lui! Ero proprio un’adolescente stupida! Certo, non si può negare che è carino … e poi allena pokémon di fuoco! Mi sembra un tipo affidabile, d’ora in poi mi rivolgerò a lui! -
 
 
 
- Pronto, Meredith? -
- Harrison, che sorpresa! - I due fratelli avevano iniziato una conversazione telefonica.
- Devo parlarti. -
- Dimmi. -
- Per la questione di Emy … lascia perdere. So che ti ho espressamente chiesto di mettere in difficoltà lei e Gary, ma adesso è finita, ci siamo lasciati … può fare quello che vuole … -
- Oh, mi dispiace … o meglio, no, non mi dispiace affatto. Comunque va bene, non m’intrometterò. -
- Grazie. Adesso ti saluto, le batterie del mio cellulare si stanno scaricando. -
 
Il dialogo fu breve, chiaro e coinciso, ma nemmeno la chiarezza di Harrison avrebbe arrestato la perfidia di Meredith. 
 
- Può fare quel che vuole, eh? Scordatelo, fratellino! -
Continua ...
 
 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Blzbp91