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Autore: Sarah Collins    06/12/2012    2 recensioni
Mi chiamo Cassidy e vivo in California.
Da bambina avevo un amico immaginario; Misha.
E' stato con me per anni, riempiendo il vuoto lasciato da mio padre.
Credevo in lui ma più passava il tempo più cambiava.
Era diverso, stanco, distante.
Non riuscivo più a guardare i suoi occhi.
Non riuscivo più a toccarlo.
E alla fine mi lasciò sola.
***
Sono passati sei anni e adesso devo ritornare in quella villa.
Il mio primo sguardo fu verso la finestra della mia vecchia camera.
Lo cerco, pregando di non vederlo.
Ma so che è lì.
So che non se ne è mai andato veramente.
So anche che ho paura ma tutto questo è solo l'inizio.
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mani a posto, Misha!
7


Sto aspettando Amanda; è la mia migliore amica e devo ammettere che con lei ho provato alcune tecniche da usare con i ragazzi in certi momenti.
Il vetro è freddo a contatto col mio naso e la tenda è umidiccia per colpa dell'umidità ma non importa, voglio vederla arrivare.
Carol non è in casa, ha aperto da poco un negozio d'abbigliamento, buon per me che posso fare quel che voglio in casa da sola.
Sono circa le tre del pomeriggio ed è nettamente in ritardo, quella stupida.

Vado a sedermi sull'isola della cucina e prendo un arancia; non mi piacciono molto, sono troppo grandi, preferisco i mandarini che ovviamente non ho in casa.
Mentre passo il frutto da una mano all'altra noto che non ho affatto sonno, di solito dopo pranzo c'è quel fatidico momento in cui la sola cosa che si vuole è morire sul divano per un'ora minimo. Mannò, oggi no, forse perché stanotte ho dormito bene e..
Credo che Misha sia rimasto fin quando mi addormentai, credo di sì, sì.
-DLIN DLON-
Quel dannato campanello antiquato e da film natalizi ogni volta strilla, non è un suono dolce, anzi, è fastidioso da morire.
Salto giù dal bancone, poso l'arancia e vado ad aprire.

Il profumo di Amanda è il più buono del mondo, è di marca e costa davvero troppo per le mie tasche. Siamo amiche da più o meno undici anni ed è per questo che, anche se me ne andai lontana in questi sei anni, i genitori non esitavano mai a farci stare insieme.
I suoi baci sono rumorosi e pieni, a volte la mia guancia si tende e si strizza quando me ne da' uno.
Figuriamoci trenta come sta facendo adesso.
"Amanda dai!, sbotto a ridere io, sotto baci e abbracci a mo' di polpo. "Entra prima!"
Non si staccò subito e dopo qualche secondo entrò in casa, salendo subito in camera di corsa.
Chiudo la porta e vedo la sua borsa blu di pelle gettata vicino al mobile dell'entrata.
La solita casinara.
Entrando nella mia camera la vedo sdraiata a stella sul letto e, dopo avermi vista, si siede e allunga le braccia verso di me con un grande sorriso.
L'abbraccio e dopo varie parole d'amore ci stendiamo sul letto già esauste.

Entrambe guardiamo il soffitto pulito senza ombra di stelle fluorescenti.
Vediamo l'intonaco fresco e la bordatura floreale in cartongesso.
"C'è più il tuo amico?" Inizia immediatamente lei.
"No, figurati, ero piccola e.." Mentivo io, cercando di sembrare il più normale possibile.
"Ah, però l'ho visto alla finestra mentre arrivavo."
Scatto in piedi e vado ad indicare tremante la tenda bianca che quella mattina avevo appeso.
"Vedi? Era la tenda."
"Mannò.", risponde subito lei alzandosi a sedere. "Aveva degli occhi, e la tua tenda non ha occhi, nemmeno la mia ne ha, per dire. Ho visto qualcuno ma forse è colpa della birra del pranzo." Sospira infine rigettandosi sul letto.
"Certo, la birra, per forza." Sforzo di ridere, io, cercando di divagare.

La vedo chiudere gli occhi e respirare lentamente; tutto quello che posso fare è rimanere a guardarle i capelli biondi aperti a ventaglio sul mio cuscino.
E' sempre stata bellissima, sempre più di me. Da piccola mi dava un certo fastidio essere criconosciuta con: "Ah, sei l'amica di Amanda!".
Quasi non avevo un nome, ma vabbè, chissenefrega.
Senza motivo guardo verso la porta e vedo una mano, anzi, un dito che mi invita a seguirlo.
Mentre esco riguardo Amanda e credo stia dormendo, perciò vado tranquilla.
Uscendo non vedo nessuno e quando mi sporgo oltre le scale, lo vedo.
Misha.
Scendo velocemente correndo, facendo meno rumore possibile, verso di lui; era vicino alla borsa di pelle blu e il suo sguardo era curioso.
"Vattene prima che ti veda!" Gli dico a bassissima voce ma con tono fermo.
"Eppure.." Fa lui, schioccando le dita e guardando il vuoto alla ricerca di qualcosa.
"Ssshh!", gli faccio indicando le sue mani. "Non fare niente! Eppure cosa?"
"Credo di ricordarmela lo sai?"
"Certo, veniva spesso a casa tanto tempo fa."
"Com'è che si chiama?"
"Che te ne frega scusa?! E' Amanda, stalle lontano." Minaccio io, col dito puntato verso di lui.
Misha alza le mani come fosse stato puntato da una pistola e diniega con la testa. "Volevo solo sapere il nome, non voglio mica portarmela al letto, forse."

Al ché mi si accende qualcosa e la domanda esce spontanea.
"Tu puoi fare sesso?! Ma se ti stanchi subito appena tenti di toccare qualcosa solo per qualche minuto! Come puoi dominare per più tempo?!" Chiedo io strizzando gli occhi.
Non mi sono resa nemmeno conto della sfrontataggine della mia domanda, accidenti.
E' ovvio che adesso lui rida, cercando di soffocare i suoni con la mano. Si sta proprio divertendo, guardalo! Sta per arrivare alle lacrime.
"La smetti?!" Sbraito cercando di fermare la sua performance.
"Mi hai davvero chiesto come io possa dominare in quella situazione?!" Cerca di dire tra una risata all'altra, ricominciando a ridere subito dopo.
Ho detto dominare? L'ho davvero fatto?
"Dominare il tuo potere! Il corpo!"
Lui ride più forte e non si riesce a trattenere.
Oddio, dominare il suo corpo. Dannazione che figura di merda...
"Okay, intendevo altro, però non hai risposto." Tento di farlo tornare alla serietà, per quanto si possa rimanere seri difronte a un discorso simile.
Misha si tranquillizza dopo un po' di tempo e si asciuga gli occhi cona la manica, rimanendo fisso su di me.
"Perché dovrei risponderti a una domanda simile? Un tempo mi chiedevi con vergogna se potevo giocare con te. Barbie e Ken. E ora?"
"E ora non hai ancora risposto!"
"Hai mai fatto sesso, Cass?" Mi squadra lui, da capo a piedi.
E' già la seconda volta che avvampo per colpa sua, lo nota dal rossore delle mie guancie e dai miei occhi sgranati su di lui.
"Non sono cose che ti riguardano!" Gli dico stizzita, prendendo la borsa di Amanda e salendo le scale.
Prima di entrare in camera però noto Misha che adesso si trova al lato della porta e mentre passo mi sussurra qualcosa.
"Hey.", inizia guardando il mio profilo. "Sì, sei qualcosa che mi riguarda. Passo dopo a salutare la bell'Amanda."
Che fastidio!

A.U.
Ciao!
E insomma già da piccola Amanda era quella che veniva vista per prima.
Forse aveva tanti fidanzatini mignon.
Beh, chissà se Misha è davvero di Cass.
Cuore batticuore, fanciulle.
Misha? Ti teniamo sotto tiro.
BAM.
Sarah.

  
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