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Autore: AliceWonderland    07/12/2012    3 recensioni
La vita di Kappeita Taira, detto Capeta, trascorre tranquilla e serena tra scuola, amicizie e le immancabili gare di kart che oramai lo vedono campione indiscusso delle piste, dopo l'incredibile spettacolo offerto al pubblico in visibilio nel circuito di Haruna, contro Ryou Shiba.
Al seguito della gara, infatti, Capeta ha finalmente attirato l'attenzione di uno sponsor, è supportato da un team specializzato, un nuovo telaio ha sostituito il glorioso quanto sgangherato Capeta III e, cosa ancor più importante, è in concorso per ottenere la tanto ambita borsa di studio messa in palio dalla FSRS (Formula Stella Racing School) che potrebbe aprirgli le porte verso la tanto agognata categoria dove gareggia il suo 'eterno rivale', Naomi Minamoto; ancora non immagina che, ben presto, una notizia inaspettata sconvolgerà la sua tranquilla routine, portandolo ad avvicinarsi al suo rivale, ma... in maniera assai diversa da come se l'aspettava!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Capeta Taira, Naomi Minamoto, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: i personaggi presenti in questa fanfic appartengono al loro rispettivo creatore, Masahito Soda. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Buona lettura!



_Chapter 05: Più 'speciale' di quanto pensi_



Dopo gli allenamenti, Capeta era rientrato a casa nel primo pomeriggio e, da oramai più di due ore, disperava a causa del risultato incompatibile di un'equazione di secondo grado.
-E' mai possibile?- esclamò con le mani fra i capelli, fissando l'ammasso di incomprensibili scarabocchi riportati sul suo quaderno -Eppure dovrebbe essere così!-.
Avrebbe voluto chiamare Nobu ma, conoscendolo, sarebbero finiti entrambi a piagnucolare di fronte all'evidenza di non essere stati abbastanza attenti durante le lezioni; in quanto a Monami, l'unica in grado di aiutarlo, quello stesso pomeriggio aveva un importante servizio fotografico, perciò era da considerarsi pressoché irraggiungibile.
-Ma perché in classe sembra sempre tutto più semplice?- sbottò riprendendo ad analizzare il problema, mentre Sarukki giocherellava spensierata ai suoi piedi. Scarabocchiò ancora pochi numeri, ma ben presto perse di nuovo la concentrazione.
Anche se per tutto il giorno aveva cercato di non pensarci e di non dare peso al fatto, provando a distrarsi in ogni maniera, continuava a rimuginare sull'accaduto dalla sera prima, senza smettere un istante di chiedersi cosa gli fosse preso quando, senza pensarci un attimo, aveva accostato le sue labbra alla bocca del suo coinquilino, avvertendo il fiato di quest’ultimo infrangersi su di esse...
-No! No! NO! Non ci pensare di nuovo!-.
In vita sua, Capeta non aveva mai provato una sensazione simile a quella del giorno precedente, e cominciava seriamente a temerla, dato che sembrava essere riuscita, seppure per qualche breve attimo, a fargli perdere il controllo delle proprie azioni e dei propri pensieri. Tremava all'idea di incontrare Minamoto e di dovergli fornire delle spiegazioni al riguardo; in realtà Capeta non aveva una spiegazione neanche per se stesso! Per quella ragione, svegliatosi, era subito uscito di casa diretto al circuito, sperando di non incrociarlo e pregando che questo non si fosse accorto di nulla.
-Basta. Ci rinuncio-.
Sarukki si arrampicò sulla tavola, chinandosi e cercando il viso che il suo padrone aveva nascosto fra le braccia.
-Dici che ci sto pensando troppo?- mormorò questo, senza muoversi -Ci sono la scuola, gli esami, la borsa di studio e... Non dovrei dare peso ad una cosa priva di significato come quella, non credi? Non ho certo il tempo di ammattire dietro questa storia. Se solo il mio corpo smettesse…- tentò di darsi un contegno, rialzando il capo e scoprendo la scimmietta scarabocchiare su alcuni esercizi -I MIEI APPUNTI, SARUKKI!- esclamò tirando via il quaderno da sotto i piedi del primate, che rotolò giù dal tavolo, precipitando dentro la sua cartella.
Rassegnato, Capeta si lasciò ricadere sulla sedia, e stava per scaraventare il libro di testo fuori dalla finestra, quando udì la porta dell'appartamento aprirsi con un leggero scatto.
Dopo aver attraversato l’ingresso ed essere entrato in cucina, Naomi si fermò sulla soglia, scoprendo il ragazzino inginocchiato sotto al tavolo; osservandolo per alcuni istanti in silenzio, esordì con un atono: -Che stai combinando là sotto?-.
Capeta serrò le labbra, imbarazzato, abbassando lo sguardo sul parquet chiaro. Gli era venuto spontaneo nascondersi.
-I c-compiti-.
Minamoto inarcò le sopracciglia, perplesso: -I compiti?-;
-Sì, faccio i compiti-;
-Sotto il tavolo?-;
-...!-;
-Mia madre?- domandò il ragazzo, guardandosi intorno.
-Non è ancora rientrata- rispose Capeta, alzandosi da terra, circospetto, provando a convincersi che tutti i pensieri rimuginati su quanto avvenuto il giorno prima fossero stati solo un'inutile perdita di tempo.
Minamoto non sembrava intenzionato ad accennare all’accaduto della sera prima; forse non si era davvero accorto di nulla.
-Vuoi che ti prepari qualcosa?- gli domandò sommessamente.
-Faccio io. Stavi studiando, no?-;
-Non c'è problema. Ho appena finito- disse il quindicenne, chiudendo imbarazzato il quaderno coperto di scarabocchi ed aprendo il frigorifero con una sorta di sollievo.
-Senti, mi basta un toast. Non ho molto appetito-.
Naomi si sfilò la giacca della divisa e prese posto sullo sgabello, squadrando dapprima la scimmietta, poi il ragazzino davanti a lui.
-Così l'hai portata, alla fine- mormorò, gli occhi ambrati puntati ancora su di lui. Capeta gli lanciò una timida occhiata: -Che cosa?-;
-Quella scimmia-;
-Sì. Ti crea disturbo?-;
-Non ho detto questo- disse lui, spostando lo sguardo assorto oltre le vetrate, mentre il ragazzino gli si avvicinava con il piatto.
-E' avanzato qualcosa di ieri sera, vuoi che te ne scaldi un po'?-.
Minamoto scosse il capo e cominciò a servirsi, lanciando di tanto in tanto fugaci occhiate a Sarukki, tornata a saltellare vivacemente accanto al suo padroncino.
-Hm -sbuffò ad un tratto, attirando l'attenzione del quindicenne, rimasto immobile davanti a lui, -E’ proprio vero che gli animali, col tempo, finiscono per somigliare ai loro padroni- affermò quasi telegrafico, portandosi il toast alla bocca.
Capeta sobbalzò.
-Eeh?! Come sarebbe, scusa?- esclamò, poggiandosi al ripiano e gonfiando le guance -Ti sembra una cosa carina da dire a una persona...?-, il cipiglio del coinquilino lo costrinse a desistere –E-e comunque si chiama Sarukki!- puntualizzò.
-Ah sì? Quell'altro tizio la chiamava in maniera diversa- mormorò Naomi, con tono di apparente disinteresse impresso nella voce.
-Non mi piaceva il suo vecchio nome. Era troppo complicato, e poi a Sarukki piace… piace Sarukki-;
-Capisco. Ne avete parlato, quindi-;
-No, ma…! Senti un po’, mi stai prendendo in giro?- sbottò Capeta, infastidito, avvicinandosi pericolosamente al viso del rivale e mettendo un broncio pressoché identico a quello della scimmietta posata sulla sua spalla.
Minamoto sgranò gli occhi, colto alla sprovvista da quella reazione, e fissando in silenzio il visetto paffuto del ragazzino, fattosi così vicino al suo, mascherò quasi a fatica un impercettibile sorrisetto.
Chissà per quale strana ragione l’idea di avere uno come Taira in casa, e di poter parlare di cose futili come il nome di una bestiola, se non addirittura di cosa avrebbero preparato per cena, per un attimo cominciò a sembrargli divertente, quasi confortante…
Come se quel viso e quegli occhi caldi e scuri lo conoscessero e riuscissero a sbloccare la sua riservatezza, il muro che era solito innalzare davanti a chi non conosceva, spesso anche dinanzi a chi conosceva da tempo.
Trasalendo da quegli strani pensieri, curvò le labbra e distolse lo sguardo sul suo interlocutore, corrugando la fronte: -Ti sta squillando il cellulare- lo informò tornando a mangiare.
-C-cosa? Ah! Sì, pronto? Ciao Nobu! N-no, è tutto a posto! E' successo qualcosa?-. La voce entusiasta dell'amico echeggiò per la cucina.
-Capeta, reggiti forte: mi ha appena contattato il signor Tanaka!-;
-Davvero?! Che ti ha detto? Cos'ha detto? Ha detto qualcosa della...?-;
-Sei stato convocato domani pomeriggio per il colloquio, assieme a Shiba! Entro domani saprai se hai ottenuto la borsa di studio!- esultò il compagno -Non farti prendere dal panico, mi raccomando. Andremo direttamente dopo le lezioni, ok? Mio padre si è offerto di darci un passaggio fin là-.
Il giovane pilota annuì: -Dopo le lezioni? Sì, va bene! Allora a domani-;
-Ah, Capeta, c'è un'altra cosa...- aggiunse Nobu, incupendosi.
-Eh? Ma perché hai cambiato voce all'improvviso, adesso? Mi fai preoccupare-;
-Ecco, sai la verifica di matematica di una settimana fa?-;
-Sì, perché?-;
-Domani c'è quella di recupero per noi insufficienti-;
-CHE COSA?!- urlò incredulo Capeta, facendo ballonzolare il cellulare fra le mani, per poi riaccostarlo all'orecchio –M-ma era programmata per la settimana prossima!-;
-Era quello che pensavo! Ma ho letto per sbaglio il nove invece del sei, e...! Bé, un voto più basso del primo non potremo sicuramente prenderlo!-;
-EEEH?! Ma che dici! Se prendo ancora un'insufficienza, il professor Shibuya mi fa chiudere per sempre coi kart e le corse! NOBU?! PRONTO? PRONTO!... Accidenti alla batteria!- si innervosì il ragazzino, lasciandosi cadere a terra -Non riuscirò a recuperare quel votaccio, domani-;
-Ehi, ma cos'è quest'aria cupa?- chiese la signora Nanako, rientrando in casa -E' successo qualcosa?... Naomi?-;
Quest’ultimo sgranò gli occhi, basito: -G-guarda che io non ho fatto proprio niente-.
-Ma allora qual è il problema?- domandò la donna, posando cappotto e borse e chinandosi sul ragazzino.
-Sono perseguitato dalle equazioni- sospirò mesto il giovane pilota -Se domani non recupererò con quella verifica, i professori mi costringeranno a chiudere con le corse. Dicono che mi distraggono troppo dallo studio-.
-Ooh, chiudere con le corse?- ripetè minacciosa la signora Minamoto, facendo scrocchiare le nocche -Non sia mai!- enunciò voltandosi verso il figlio, che stava lasciando tranquillo la cucina -NAOMI!- esclamò bloccandolo col solo sguardo sulla soglia.
-Ma che c'è?- sbottò lui, seccato, volandosi appena.
La madre si portò le mani sui fianchi longilinei, corrugando la fronte con aria di rimprovero: -''Che c'è''?! Sbaglio o hai già avuto modo di studiarle, lo scorso anno?-.
Capeta fissò la scena ad occhi spalancati: -Cosa? No, aspetti, signora Nanako, io non...!-;
-Non vorrai che Capeta rinunci alle corse per un paio di Funzioni?-;
-Equazioni- precisò timidamente l'interessato.
Naomi fissò entrambi stupito, tornando, poi, a mostrare il solito cipiglio: -Guarda che anche io devo… Ah, e va bene, sbrighiamoci. Purché la finiate di lamentarvi tutti e due- cedette alfine, sotto il sorrisetto compiaciuto della madre.

-Mi dispiace, Minamoto. Avrai anche tu da fare…-;
-Concentrati invece di continuare a scusarti- lo ammonì l'interessato -Allora? Come risolvi questo punto?-.
Capeta tornò a concentrarsi sull'esercizio lanciando, di tanto in tanto, brevi occhiate al ragazzo, seduto accanto a lui.
Minamoto era una continua sorpresa: non solo era un vero asso nelle corse, ma eccelleva anche nello studio, aveva addirittura una invidiabile padronanza dell'inglese e per la sua giovane età era una persona incredibilmente matura. Non si lasciava mai prendere dal panico e sembrava avere sempre tutto sotto controllo; certo, da come aveva avuto modo di scoprire, c'era, di tanto in tanto, qualcosa che riusciva a fargli calare quella maschera apatica e severa dal volto, ma non durava mai abbastanza da lasciar intendere alle persone che anche uno come lui nascondeva una grande timidezza...
La signora Nanako aveva messo al mondo proprio un bell'enigma.
-Così va bene?- domandò mostrandogli il risultato.
-No- sospirò Naomi percorrendo lo scritto con lo sguardo -E' tutto errato- osservò, lasciandolo sbigottito.
-Ma come? Eppure ho seguito la regola-;
-Sì, ma hai confuso i segni- gli fece notare il ragazzo, posandogli il foglio davanti e facendosi più vicino -Vedi? Se sbagli un solo segno, mandi tutto a monte, che tu abbia seguito la regola o no. Questo è dovuto al semplice fatto che hai la testa altrove. Se ti concentrassi non commetteresti errori tanto banali-.
Capeta corrugò la fronte, avvilito. Se solo avesse saputo cosa occupava attualmente i suoi pensieri…
-I tuoi ragionamenti non sono sbagliati. Devi solo fare attenzione a questi dettagli, chiaro?- lo riprese severo Minamoto –Taira, si può sapere a cosa stai pensando?-.
A quella domanda, le gote dell’interessato si infiammarono, e le sue mani, sudate e tese più che mai, strinsero ferocemente la t-shirt. Poteva sentire lo sguardo tagliente di Naomi su di lui, percepiva il tepore del suo corpo, il suo profumo che pian piano si faceva strada nelle sue narici, ed era così vicino, pericolosamente vicino, tanto che poteva, con l’immaginazione, tornare alla sera prima e scoprirsi ancora a percorrere i suoi tratti con lo sguardo e a ricordare quanto il contatto con quelle labbra gli avesse causato… Nemmeno sapeva dargli un nome, accidenti!
-Io…- sussurrò con un filo di voce. Si alzò, allontanandosi dal tavolo, e sotto lo sguardo perplesso di Naomi corse via e si chiuse la porta del bagno alle spalle –C-ci metto un attimo! Scusa!- esclamò da dietro la parete che ora li divideva.
Doveva calmarsi, ma più lo ripeteva a se stesso e più il panico si impadroniva di lui; a stento riuscì a trattenere i singhiozzi.
-Sono malato. O peggio, un pervertito. Un maniaco. Un…!- bisbigliò, poggiandosi al lavandino, disorientato da quell’ondata di sensazioni sconosciute che stavano nuovamente prendendo il sopravvento del suo corpo.
Aprì il rubinetto e sporse il viso paonazzo sotto il getto dell’acqua fredda, traendone un vago sollievo, benché il suo problema principale si trovasse più in basso.
Si vergognava di se stesso, per quanto si sforzasse non capiva cosa non andasse in lui, nei suoi pensieri e soprattutto nel suo corpo… Poté solo ricondurre quella tachicardia e quel bacio che si era sentito di posare sulle labbra del ragazzo a… cos’era, amore? Per Minamoto?!
Naomi tirò un sospiro, lasciandosi andare sul poggia schiena della sedia e sfogliando svogliatamente le pagine del quaderno che aveva davanti, in attesa.
-Che calligrafia rozza…- pensò percorrendola con lo sguardo, scorgendo con la coda dell’occhio la porta del bagno che tornava ad aprirsi.
-Ricomincia-;
-Sissignore!- disse il ragazzino, camminando verso di lui tutto irrigidito per la tensione.
-…Hm. A quanto vedo la matematica fa ‘quell’effetto’ anche a te-.
Capeta volse le iridi scure verso di lui e, pochi istanti dopo, un’inaspettata risata si fece largo tra le sue labbra.
-Che c'è?-;
-E' che… Minamoto, dire certe cose non è da te. Non è elegante- ridacchiò, sentendosi improvvisamente più tranquillo e a suo agio.
Naomi lo guardò per un attimo e piegando le labbra in un sorrisetto alzò le spalle colpendo leggermente la testa del vicino con un libro.
-Ti ho detto che devi concentrarti-;
-Ahi. Sì, ok-.
Taira.
Minamoto pensò che, a prima vista, poteva sembrare un ragazzino molto rozzo e infantile, eppure… no, non era così. Portava con sé qualcos’altro, ma non avrebbe saputo dire bene cosa. Non ancora, per lo meno.
-Kappeita Taira…-.

-No, sei una capra! Nobu, mi dici che razza di manager sei, se non riesci neanche a risolvere una semplice equazione?-ruggì Monami, spazientita.
-Ma scusa, che cosa c’entra questo con le equazioni?- si lagnò il ragazzo, immerso nel libro di testo, durante la pausa.
-Come, che centra? Se davvero vuoi diventare il manager di Kacchan, la tua mente deve sempre essere pronta ed elastica! Ti devi impegnare di più con la logica!- lo rimbeccò l'amica, colpendolo col copione che stava ripassando -Guarda che è scientificamente provato, lo sai?-;
-Che cosa? Che per te ogni occasione è buona per bistrattarci?-, l'amico si massaggiò la testa, divenuta una vasta coltivazione di bernoccoli, e cercò di trattenere le lacrime, lanciando un'occhiata al ragazzino che gli sedeva a fianco, taciturno ed immerso nei suoi appunti -Diglielo anche tu, Capeta. E’ vero che esagera?-.
Questo perché hai semplicemente la testa altrove. Se ti concentrassi non commetteresti errori così banali...
Capeta pensava al giorno prima. Come avrebbe potuto concentrarsi, in una situazione come quella? Non era mai stato così vicino al suo rivale come in quel preciso istante. Fino a poche settimane prima, Capeta lo vedeva così lontano e irraggiungibile, immerso nei suoi progetti, nel suo futuro di pilota, sempre con quell'aria seria e corrucciata, un po' snob, temuto e rispettato da tutti i suoi avversari, e all'improvviso lo trovava in terrazza a leggere una rivista o semplicemente a scrutare il cielo, in cucina a prepararsi uno spuntino, in camera sua ad ascoltare assorto una canzone, e poi, seduto accanto a lui, il viso attraente e concentrato chino sugli appunti della lezione, per aiutarlo; e, di tanto in tanto, poteva scorgere Naomi seguire ogni sua mossa con quegli occhi profondi e intellegibili quanto i suoi pensieri, e se da un lato quella sua abitudine lo intimoriva un po', dall'altra, Capeta non poteva fare a meno di trarne quella sorta di inspiegabile piacere...
-Ma allora sono davvero un perverso!- gridò a se stesso, tenendosi la testa fra le mani e scuotendola disperato.
-Capeta? Ehi, Capeta, ci sei?-;
-Nobu, Monami...-;
-Cosa c'è Kacchan? Non ti senti bene?-;
-Se... se continuate a gridare in questo modo mi fate dimenticare tutte le formule!- esclamò col viso in fiamme, mentre i due amici scivolavano teatralmente a terra.

-Ehi, ma che facce. Cos'avete combinato?- domandò il padre di Nobu, abbassando il finestrino dell'auto -Com'è andato il test?-;
-Lascia stare, papà. Lascia stare- sospirò il figlio, sprofondando sul sedile assieme all'amico -Sono sfinito!-.
Una vena marcata comparve sulla fronte dell'uomo.
-Che cosa?! Non mi dirai che sarà un’altra insufficienza? Guarda che ti iscrivo al servizio militare, sai?!-;
-Ma se ancora non abbiamo i risultati! Risparmiati queste uscite, papà, e pensa a guidare!- replicò Nobu, impallidendo -Piuttosto, come ti sembra che sia andata?-; -A dire il vero, spero bene! Per lo meno, le ultime tre domande erano molto facili- ammise Capeta, lasciando piombare l'auto nel più completo silenzio.
Il compagno si sporse verso di lui, dal sedile anteriore, basito: -Stai dicendo che ti è andata bene? Ma allora hai buone possibilità di prendere la sufficienza!-;
-E' quello che mi auguro, o Shibu tornerà a perseguitarmi-;
-Incredibile- balbettò -Ma se ieri pomeriggio eri nel panico più totale?-.
-Forse, al contrario di te, ha deciso di darsi da fare seriamente- s’inserì il padre, entrando in autostrada.

-Etchum!-;
-Ehi, non dirmi che hai preso il raffreddore-.
Naomi distolse lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando, ed alzò gli occhi verso le alte cime degli alberi che costeggiavano il vialetto d'ingresso, mentre la madre tornava a stiracchiarsi, seduta sulla sdraio accanto.
-Mi sembri pensieroso...- sbadigliò -Chissà se Capeta è già al colloquio?-.
Non ottenendo risposta, la donna abbassò gli occhiali da sole sul naso e, indispettita, colpì bruscamente il braccio del ragazzo col ventaglio, facendolo sobbalzare.
-AHI! Che c'è? Sei impazzita?-;
-Non hai sentito che tua madre ti ha fatto una domanda?- lo riprese, severa, lei. -Quanto sei fastidiosa. Ma oggi non dovresti essere alla clinica?- sbuffò il figlio, tornando a sfogliare le pagine del periodico.
-Mi sono presa una giornata libera. Era da tanto che non lo facevo. Cosa c'è, una madre non può prendersi un giorno di ferie da trascorrere col suo bambino?-;
-Sei solo una lavativa, mamma-;
-Tsé. Con Capeta ci sarebbe molto più dialogo. Almeno lui mi ascolta quando parlo!-, la donna lanciò una fugace occhiata al figlio, cercando di scorgere sul suo viso enigmatico una qualche reazione all'affermazione appena mossa -Non sei preoccupato anche tu?- riprese, irritata dalla scarsa attenzione che il ragazzo le prestava -Ci pensi? Se lui dovesse ottenere quella borsa di studio, finalmente potreste sfidarvi. E tu speri che la ottenga, anzi, non vedi l'ora! Ecco perché sembri così distratto, oggi. Pensi a Capeta, non è così?-;
-Che sciocchezze- l'ammonì lui -Perché dovrei essere in apprensione per lui?-;
-Perché a separare Capeta dalla borsa di studio c'è Ryou Shiba. A quanto pare, quest'anno, la commissione si è trovata in difficoltà nello scegliere tra loro due. Sarebbe davvero un peccato se dovesse essere Shiba a conquistarla, non pensi?-;
-Che debba vedermela con Shiba o con Taira, a me non fa nessuna differenza. Non ho certo tempo da perdere, visto l'obbiettivo che mi sono prefissato-.
La madre inarcò le sopracciglia, insoddisfatta, abbassando lo sguardo sulla rivista di motori fra le mani del ragazzo.
-Ah sì, è così?- sogghignò maliziosa - A me non sembra proprio che la cosa ti sia indifferente. Sei teso come una corda di violino-;
-E cosa te lo fa credere?-;
-Be’, per prima cosa, è da più di un'ora che sfogli quella rivista al contrario- lo informò, facendolo sobbalzare -Inutile, moccioso, tua madre ti conosce fin troppo bene!-.
Il ragazzo arrossì, voltando goffamente il giornale e tornando a sfogliarlo a labbra serrate.
-M-ma vuoi chiudere quella bocca? Quanto sei petulante!-;
-Perché te la prendi tanto? La mia era una semplice osservazione- si giustificò lei, facendo spallucce e punzecchiandogli la spalla col ventaglio -Allora è vero che sei preoccupato. Non devi per forza nasconderlo. Quel ragazzino è speciale per te, non è vero?-.
Paonazzo, Naomi trasalì, colto da un improvviso ed inaspettato affanno.
-Insomma, siete grandi rivali. Certo, Shiba ha talento, però devi ammettere che una sfida contro Capeta sarebbe tutta un'altra cosa! Quel ragazzino è unico nel suo genere. In ogni caso, essere rivali sul circuito non significa doverlo essere per forza anche fuori. In fondo, ora vivete sotto lo stesso tetto ed avete molte cose in comune, ci hai mai fatto caso? Alla tua mamma farebbe tanto piacere vederti fare amicizia come tutti i ragazzi della tua età...-.
Naomi si alzò a disagio e, dopo aver raccolto la rivista caduta a terra, la gettò sul tavolino, allontanandosi.
-Che sciocchezze vai dicendo? Dovresti lavarti la bocca col sapone, mamma-;
-Cosa? Ma come ti permetti! E’ la maniera di rivolgersi a tua madre, questa?- replicò la donna, colta alla sprovvista da quella reazione -Aaah, tu guarda questi adolescenti-.

Sede della FSRS...
-Kappeita Taira?-.
La porta della sala si aprì, ed il signor Tanaka fece segno al giovane pilota di raggiungerlo.
-Mi raccomando, Capeta, metticela tutta. Sei quello che ha più probabilità fra tutti, quindi non farti prendere dal panico, siamo intesi?- lo rassicurò Nobu -Noi ti aspettiamo ai garage-.
Il ragazzino annuì e, seguendo il segretario, entrò nell'aula chiudendosi la porta alle spalle.

Rientrando in casa, Naomi alzò gli occhi sull'orologio che aveva davanti a sé. Le sedici.
Allora è vero che sei preoccupato! Non devi per forza nasconderlo. Quel ragazzino è speciale per te, non è vero?
Speciale.
Possibile che ogni volta che si parlava di Taira, sua madre dovesse sempre squadrarlo con malizia ed assumere quel tono superbo e petulante, come se fosse fiera di essere l'unica portatrice di chissà quale oscuro segreto?
-Non deludermi, Taira. Qualunque cosa accada-.

Continua...

Disse l’Autrice:
VI CHIEDO SCUUUSAAAA! gAg Perdonomegacentinaiadivolte per essere svanita nuovamente!
E’ stato (e continua ad essere) un periodo difficile, per me e la mia Tension: si può dire che Alice sia proprio in OUT-Tension-MODE! Quando la forza dell’ispirazione svanisce è davvero un disastro per la qui presente! Come se l’intera America subisse un immenso black-out a tempo indeterminato!
Fortunatamente questo capitolo era già scritto da tempo, così ho dovuto solo trovare la forza di riprenderlo e revisionarlo.
Mi auguro che sia stato di vostro gradimento! Dddai, perdonatemi! E’ stato un capitolo più lungo del solito! Otto pagine, suvvia! *Fa le fusa* In questa storia tutto procede a rilento, ma come avevo già spiegato inizialmente, proprio non mi va l’idea di affrettare le cose tra i due protagonisti.
Spero che la Tension torni presto ad accompagnare la mia scrittura, nel frattempo mi rimetto al vostro giudizio, membri del fandom Capeta! Per rimediare al mio vergognoso ritardo, provvederò a postare il sesto capitolo subito dopo Natale, invece del prossimo mese! Perciò continuate a seguirci *Indica lo staff sottopagato della ff in questione*! Ed ora...

Ringraziamenti a: Isetta, Kisachan, Camiel is Back, sanaeakito, Sancez, Toshira_Chan, Hollow, Bakakitsune, HikaruUzumaki, inazumahantikchan, Lazycat5, Olivier_hiwatari, TaeminninaBling, Toru85, Vel90, GSK Gomez per aver commentato o anche semplicemente inserito la storia tra Preferite, ricordate e seguite! ^O^7

Al prossimo capitolo, dunque: “Chapter 06: Uno, due, tre…STELLA!”.

+AliceWonderland+
  
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