Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Yuki Kiryukan    07/12/2012    13 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Belle!!! Eccomi tornata! :D Il capitolo 31 è tutto vostro! ;)
Come vi avevo promesso, ci sarebbe stato Zach....e Zach avrete! ahahahaha xD
In questo capitolo, abbiamo essenzialmente tre personaggi: Rebecca, Jean e Zach! Fatemi sapere che ne pensateee!!! ;)
Sono contentissima che la notizia della coppia omosessuale vi piaccia, e che renda la storia più realistica! *.* un grazie infinito a chi recensisce!!! :D 
PS! 
Clear LaMoon   ha realizzato questa banner per Rebirth!!! *----------* http://imageshack.us/scaled/landing/19/rebirthrinascita2.png
Non finirò mai di ringraziarti tesoro!!! :') e grazie anche per l'impegno per il trailer!!!! ^--------^
Un bacione a tutti, 
Ci sentiamo presto!!!
Yuki! 
 
 
                                                 

                                             Salvataggio A Sorpresa

 
 
 
 
 
 

I secondi erano minuti. I minuti erano ore. Le ore erano giorni. 
 
Il tempo era eternità lì dentro.
 
Poteva essere passato un mese, o magari solo qualche minuto, ma io non riuscivo a rendermene conto. Avevo ormai perso sensibilità alle braccia. Anzi, immobilizzata com'ero, non ricordavo nemmeno di avere un corpo.
 
Persino il dolore, era diventato qualcosa di secondario. Ciò che avvelenava il mio corpo, era solo il vuoto. Avevo dentro una grande voragine, che divorava passo passo ciò che era rimasto del mio povero cuore.
 
Persino respirare faceva male. Ogni volta che inspiravo era un tormento e i polmoni bruciavano, così come le narici, e la gola.
Ero quasi tentata di abbandonare l'impresa e lasciarmi morire.
 
L'unica domanda che mi faceva rimanere sveglia a tormentarmi era: Perché?
 
Perché a me? Perché mi stava succedendo tutto questo? Da dov'era iniziata tutta la tragedia? 
 
Ogni volta che la mia mente arrivava alla risposta, io la rifiutavo, e continuavo ad arrovellarmici.
 
Ma era inutile chiudere gli occhi davanti ad una realtà così evidente. 
 
Zach.
 
Era lui l'inizio. Il fulcro di tutto. La fonte della mia debolezza. Il prologo dell'intera tragedia.
 
Avevo sempre ignorato quella realtà inconfutabile, ma era arrivato il momento di prenderne consapevolezza una volta per tutte. Non avevo più la scusa del nostro amore dietro cui ripararmi, quindi sarebbe stato più facile, e allo stesso tempo, più doloroso.
 
Avevo sbagliato fin dall'inizio. Mi ero innamorata di lui, e ciò aveva determinato la mia rovina.  Avevo messo in gioco tutto per lui. La mia famiglia, i miei amici, la mia reputazione...
 
Per cosa poi? Per un ragazzo che mi ha tradito e ucciso la mia migliore amica.
 
Che pena.
 
" È quello che ti ho sempre detto. Peccato che te ne sia accorta solo adesso"
 
Dei passi mi risvegliarono dallo stato catatonico nel quale giacevo. Sentii il rumore delle porte scorrevoli, ed intravidi il camicie bianco di quell'uomo.
 
Fischiettava tranquillo, e sembrava quasi di buon umore. Trafficò con gli strumenti che invadevano il laboratorio e prese una provetta piena di liquido giallognolo, e una siringa.
 
Mi guardò, sorridendomi sornione, e si chinò per prendermi altro sangue:  << Questa è la prova finale >> disse, dopo aver estratto l'ago, e sembrava più intento a parlare con se stesso che con me.
 
Io non provavo nemmeno ad opporre resistenza. Non ne avevo la forza.
 
Poi, armeggiò con una flebo, e me l'attaccò al braccio. Era in quel modo che mi nutriva ed evitava che morissi, così da togliergli tutto il divertimento.
 
Ma non si limitava a fornirmi delle vitamine e proteine necessarie per far andare avanti il mio corpo. 
 
Mi drogava, per farmi rimanere sospesa in quel dormiveglia perenne.
 
  << Cosa... >> biascicai, e cerca di metterci tutta la convinzione possibile  << Cosa vuoi fare? >>
 
Lui si sedette e si chinò sulla scrivania senza degnarmi di una risposta. Armeggiò alcuni strumenti, e dalla sua espressione concentrata, sapevo che non si sarebbe smosso di lì nemmeno se fosse arrivata l'Apocalisse.
 
Dopo un tempo che mi sembrò infinito, scoppiò in una violenta risata. La sua voce dal tono vincente rimbombò per tutto il laboratorio, e quando si placò, girò la sedia verso di me, e mi mostrò la provetta dal liquido giallo.
 
Mi stavo innervosendo:  << Cos'è? >> chiesi.
 
  << La tua sconfitta >> si limitò a dire.
 
Dio, quanto odiavo quell'uomo:  << Non farneticare >> dissi con stizza.
 
Lui sogghignò ancora  << Fidati, non sto farneticando. Anzi, sono del tutto certo di quello che ho tra le mani >>
 
Si alzò con un abile scatto, e cominciò a camminare teatralmente per lo spazio  << Questo... >> esordì, passandosi tra le mani la provetta  << È l'antidoto contro il tuo veleno >>
 
Se fino a quel momento tutto mi aveva fatto restare impassibile e rassegnata, non fu lo stesso per quella frase.
 
Alzai la testa di scatto e sgranai gli occhi. Guardai prima la provetta, poi lui, poi di nuovo la provetta, mentre la paura prendeva il possesso sul mio corpo. Infine, sibilai:  << Impossibile... >>
 
  << "Impossibile" è la mia parola preferita >> sogghignò Jean Stain  << Sopratutto quando riesco a vincerla, sorpassando i limiti che essa impone >> 
 
Scossi la testa   << No... non puoi! >>  avevo alzato il tono di voce  << Non... >>
 
Lui alzò le spalle, e sorrise a mo' di "che posso farci se sono un genio"  << Si che posso. E la prova è nella mie mani >>
 
  << Stai mentendo >> l'accusai.
 
Il suo sorriso arrogante si ampliò  << Vuoi provare? >> mi sfidò, e senza aspettare una risposta, continuò:  << Io si! >> rise  << Lo inietterò a tutti i miei figli, e vedremo se il tuo sangue avvelenato avrà ancora effetto su di loro >> 
 
Mi si avvicinò, e mi prese il mento tra le mani, per far incontrare i  nostri occhi  << Mi dispiace ma... non sei più così speciale >> sorrise nel modo più crudele che potessi immaginare  << Non sei più utile a nessuno adesso. Oh, dimenticavo: sono tutti morti >>
 
Tremavo. Tremavo come una foglia.
 
Non poteva essere vero. Aveva trovato il modo di rendermi inoffensiva.
 
Se il mio sangue non era più necessario per uccidere i Chimeri...allora la mia stessa esistenza diventava inutile.
 
A questo punto, potevo davvero morire. 
 
Gongolando, Stain trotterellò per la stanza, senza smettere di contemplare l'abominio delle sua creazione.  << E sai una cosa? >> chiese dopo un po'.  << Indovina un po' quali saranno le uniche persone a cui non darò questo antidoto? >>
 
Mi limitai a fissarlo senza fare una piega. Con le labbra serrate e lo sguardo colmo di odio. Perché davvero, non ne avevo idea.
 
  << I tuoi cari amichetti.... Zach e Ryan, ai quali ancora permetto di gironzolarmi intorno >> esordì infine.
 
Quei due nomi mi ronzarono in testa a lungo, prima che potessi comprenderne il significato. Mi accigliai, senza capire:  << Cosa... >>
 
  << Oh, risparmiami le scene >> mi anticipò lui con una smorfia  << Inutile che tu finga di non capire >>
 
Ma la mia espressione doveva essere talmente allibita, che continuò a parlare:  << Credi che non me ne sia accorto? Che sia così stupido da non sapere che tramano alle mie spalle? Non permetterti di sottovalutarmi, ragazzina! >>
 
Io non riuscivo ancora a comprendere. Mi sembrava stesse parlando in un'altra lingua, tanto erano incomprensibili le sue parole.
 
Zach e Ryan tramavano alle sue spalle? Loro?! Forse stavamo parlando di due persone diverse.
 
  << I-Io... non capisco... >>
 
  << Non capisci eh... >> ironizzò lui, mentre il suo sguardo si faceva minaccioso  << Sei riuscita a corrompere quei due... e persino Misa da quanto ho sentito, ma il tuo lavoro termina qui. Adesso non puoi fare più nulla >>
 
Boccheggiai, perché mi sentivo svenire. Corrompere? Io avevo corrotto Zach e Ryan?
 
Ma se per poco non mi uccidevano!
 
  << Ti stai sbagliando >> ansimai, ma la sua espressione era irremovibile.
 
  << Mmh... >> si grattò il mento  << E quel medaglione che ti ritrovi appesa al collo è solo un miraggio vero? >>
 
Il cuore mi si ghiacciò. Che svista terribile. Mi ero quasi dimenticata di avere il ciondolo al collo.
 
Dannazione.
 
Avevo paura che me lo togliesse di nuovo, ma lui non fece nulla del genere, anzi era stranamente composto.
 
  << Ti ostini a sottovalutarmi >> ripeté Jean  << Mi credi così idiota? Pensi non mi sia reso conto del fatto che Ryan mi ha soffiato quel ciondolo dalla tasca? >>
 
Rise di gusto  << È stata solo un'ulteriore conferma della mia tesi >> improvvisamente, si fece serio  << Quei due sono diventati una minaccia >>  sentenziò  << Quindi, credo proprio che me ne starò a guardare quando li ucciderai >> 
 
Stentai a credere a quelle parole. Anzi, non volevo crederci e basta.  Aveva detto troppe cose illogiche e assurde.
 
Accusava Zach e Ryan di averlo tradito, e ancora peggio...
 
  << Sei peggio di quanto credessi! >> urlai, preda di un disgusto che mi attanagliava la bocca dello stomaco  << Ti proclami il Salvatore, loro padre...ma guarda che mostro sei >>  Strinsi i denti, ma non riuscii a trattenere un ulteriore insulto:  << Non ti fai schifo da solo?! >>
 
Quella volta me la face pagare, e mi tirò un forte schiaffo. Avvertii il dolore sordo, e la guancia bruciare come se mi fossi scottata.   << Non ti permetto di alzare la voce con me >> mi ammonì, e la sua voce era quella di un assassino  << Sono il Salvatore, e nessuno può privarmi di questo titolo >>
 
  << Pazzo... >>
 
  << Davvero? Io direi Genio >> tornò a sorridere  << Molto presto te ne renderai conto anche tu  >>
 
  << Spero di morire prima >> e me lo auguravo sul serio.
 
Il suo sorriso crudele si allargò:  << Io non lo permetterò. Non mi priverei mai di un simile divertimento >>
 
Ero tentata di sputargli in faccia, ma avevo la gola secca e non riuscii a richiamare abbastanza saliva.
 
Sembrava aver riacquistato il buon umore. Si diresse verso uno dei tavoli di lavoro, e notai che stava riordinando altre provette dal liquido giallo.
  << Noi due ci divertiremo ancora tanto insieme >> mi annunciò  << Quindi fammi un favore: rassegnati >>
 
Non sprecai nemmeno fiato a rispondergli, sarebbe stato solo tempo perso. Sentii di nuovo il rumore delle porte scorrevoli e i suoi passi allontanarsi sempre di più.
 
Sospirai, quando capii di essere di nuovo sola con me stessa. Ero ancora sconvolta, per tutto.
 
Quello che mi aveva detto, mi portava a stravolgere tutta l'dea che mi ero fatta di Zach e Ryan. 
 
Ma in che altro modo dovevo interpretare il fatto che avesse ucciso Amy e tutte le minacce di morte che mi aveva scagliato, se non come se mi odiasse terribilmente?
 
Non c'erano mezze misure. Era stato fin troppo chiaro. 
 
"Hai davvero creduto che io tornassi da te come un cagnolino fedele, Bechy?"
 
"Pensavi davvero che avrei tradito mio padre per te?"
 
C'era forse un'altra interpretazione di quelle parole? Indubbiamente no.
 
A meno che.... Zach non le pensasse veramente. 
 
Quella possibilità fece accelerare il ritmo del mio cuore, ma mi diedi della stupida subito dopo.
 
"Non ti sei ancora stancata di farti stupide illusioni?"
 
Per la prima volta, mi trovai perfettamente d'accordo con quella voce. A forza di fari illusioni, ecco come mi ritrovavo, quindi dovevo avere i piedi ben piantati a terra.
 
Dovevo guardare la realtà dei fatti. C'ero io, sola, imprigionata, e tradita. Quella, era una risposta più che esauriente.

La verità non era altri che quella.
 
 




                                                                                **********************************
 
 




Ero ancora in quello stato catatonico, quando qualcosa cambiò.
 
Di nuovo il rumore delle porte scorrevoli, di nuovo passi. Erano però più leggeri, più deboli. Quasi furtivi.
 
Non ce la feci ad alzare la testa, e rimasi con gli occhi chiusi. Non avevo la forza di scontarmi di nuovo con quel pazzo.
 
Non volevo saperne più nulla.
 
Sentii quei passi farsi sempre più vicini, fin quando la figura del nuovo arrivato non mi fece ombra. Stranamente, rimaneva in silenzio, senza proferir parola.
 
Avvertii qualcosa, indubbiamente la sua mano, accarezzarmi delicatamente la guancia, come il tocco delle ali di una farfalla. Fui tentata di ritirarmi, per sottrarmi a quel contatto sgradito, ma non ne avevo la forza.
 
Poi, un rumore metallico. Il rumore di qualcosa che si spezza. Un attimo dopo, sentii le braccia molli, precipitarmi lungo i fianchi. 
 
Non ebbi il tempo di sentirmi bene, che, non avendo più nulla che mi reggesse, stavo cadendo in avanti a peso morto. La mia mente era ancora troppo confusa ed appannata per prevedere ciò che mi sarebbe accaduto.
 
Feci per aprire gli occhi, ma qualcosa o qualcuno mi afferrò rapido, e mi sentii avvolgere da qualcosa di caldo. 
 
Capii soltanto dopo, che mi aveva finalmente liberata. Il dolore agli arti si fece più intenso, ora che non erano più immobilizzati, ma fu proprio grazie a quel dolore, che io mi ricominciai a sentirmi più...viva.
 
Avevo gli occhi chiusi, ma ero pienamente cosciente.
 
Dopo il suo scatto robusto,  poggiando le ginocchia sul pavimento, il misterioso individuo mi fece distendere su esse, con una sua mano dietro la mia  testa, e l’altra dietro le ginocchia. 
 
Era quasi...una rassicurante sensazione. 
 
Ma quella sensazione sparì immediatamente, venendo sostituita dal terrore. Probabilmente, quel pazzo aveva in mente di sottopormi ad esperimenti di gran lunga peggiori del precedente.
 
Sebbene avessi i sensi ancora ovattati, percepii qualcosa di pesante poggiarsi sulle mie spalle, e con un movimento brusco, fui vittima di un improvviso cambio di posizione.
 
Capii di essere stata caricata in spalla e, a giudicare da quel fastidioso "su e giù", - che mi stava mettendo il mal di mare- il mio "salvatore" si stava muovendo.
 
Non mi lasciai sopraffare dal malessere fisico, e cominciai ad oppormi, ben consapevole che non mi sarebbero capitate altre occasioni.
All'inizio ero troppo debole persino per stringere i pugni, ma grazie alla mia forza di volontà, ben presto cominciai a farmi valere.
 
Sferrai una raffica di pugni all'individuo che mi portava in spalla, e scalciai con tutta la forza che possedevo.
 
Inizialmente l'altro non fece una piega, ma quando il mio ginocchio colpì le sue parti basse, entrambi ci ritrovammo con sedere per terra. Ero completamente sdraiata sul suo corpo, e non ero ancora riuscito a vederne il volto.
 
  << Cazzo! >> imprecò una voce maschile  << Sei combattiva proprio come mi ricordavo >>
 
Sgranai gli occhi. Quella voce l'avrei riconosciuta tra mille. Era inconfondibile, mai avrei potuto sbagliare.
 
Mi rizzai a sedere, e potei finalmente guardarlo negli occhi. 
 
I capelli biondicci erano scompigliati e ribelli. La bocca semi aperta ansimava.
 
E poi, gli occhi. Due indimenticabili, inconfondibili, magnetici occhi neri. 
 
Zach mi era di fronte, chinato a terra come me, con un'espressione che non avrei saputo decifrare. Se non fossi già a terra, sarei sicuramente caduta, a causa delle gambe che avevano preso a tremare.
 
Zach...Zach era lì. Forse stavo solo sognando....ma era così reale.
 
Non era cambiato da come l'avevo visto l'ultima volta, ma allo stesso tempo, avvertivo in lui qualcosa di diverso. Persino i suoi occhi di tenebra sembravano tornati quelli di un tempo.
 
Quelli che amavo. 
 
Non sapevo cosa dire, ma ugualmente bisbigliai un misero:  << Tu... >> senza nemmeno sentire la mia voce, mentre il cuore tentava di fracassarmi la cassa toracica.
 
Lui chiuse gli occhi, fece un respiro profondo, e quando riaprì i suoi pozzi neri, sembrava quasi...agitato.   << Ascoltami >> esordì, con voce tremante  << Lo so che in questo momento mi odi a morte, ma.... >>
 
Provò a toccami il braccio, ma io scansai malamente la sua mano.  << Non mi toccare!! >> urlai, ancor prima di rendermene conto, con tutto il fiato che avevo nei polmoni.
 
Ma cosa credeva? Che adesso, soltanto perché mi aveva liberata per motivi noti solo a lui, tutto tornasse normale?!
 
Illuso. Niente era più normale, e niente lo sarebbe mai ritornato.
 
Lui fu spiazzato da quella mia reazione; glie lo si leggeva in volto:  << Rebecca... >> biascicò  << Per favore, ti chiedo solo... >>
 
  << Non toccarmi, non parlami, e non chiamarmi per nome!! >> continuai a gridare, provando ad arretrare, strisciando gambe e braccia al suolo << Tu... tu devi solo starmi lontano! >>
 
La sua espressione passò dallo shock alla tristezza, fino ad arrivare alla determinazione.  Una triste determinazione  << Adesso devi starmi a sentire >> comandò, mentre rendeva nulla la miserabile distanza che avevo creato  << Stiamo rischiando grosso rimanendo qui, e... >>
 
  << Io non voglio ascoltarti! >> esclamai, rannicchiandomi su me stessa e tappandomi le orecchie, chiusi gli occhi in una morsa:  << Non voglio più avere niente a che fare con te, non l'hai capito?! >>
 
Lui sembrò irritarsi, e mi prese il polso con forza, costringendomi a guardarlo  << Non urlare >> mi intimò  << Altrimenti ci scopriranno. Adesso non ho tempo per assecondare i tuoi capricci. Parleremo dopo, su alzati! >>
 
La rabbia travolse anche me, e mi liberai dalla sua presa con uno strattone  << Non osare dirmi cosa devo fare >> dissi con stizza  << Tu non puoi più niente su di me! >>
 
Gli occhi mi si velarono di lacrime   << Cosa speri di ottenere, posso saperlo? Cosa vuoi ancora da me?! Non ti basta vedermi così umiliata?! >>
 
Non riuscii più a trattenere i lucciconi, che debordarono fino a raggiungermi il mento:  << Hai ucciso Amy... e lasciandomi, hai ucciso anche il mio cuore >> un groppo in gola mi costrinse a fermarmi, ma continuai dopo qualche secondo:  << Cosa vuoi prenderti ancora da me?! Io non ho più niente! Niente! >>
 
Cominciai a singhiozzare, e sentii i suoi passi farsi più vicini  << Rebecca... >> bisbigliò, prendendomi le spalle.  Nella sua voce c'era una certa urgenza.
 
  << Voglio che mi stai lontano! >> esclamai, guardandolo negli occhi con disperazione  << Ogni volta che mi tocchi mi fai soffrire! Sto male se mi sei vicino! >> mi portai una mano avanti  << Mi fa male il petto, in quel punto dove prima c'era il mio cuore! >>
 
La disperazione, la tristezza, e la rabbia mi esplosero nel petto, e lo guardai con furore:  << Perché mi hai fatto questo, Zach?! >> e la mia mano volò in direzione del suo viso, preparata a colpirlo con tutta la forza che avevo.
 
Era tutto quello che chiedevo. Perché? Perché mi aveva fatto innamorare di lui, per poi abbandonarmi come una bambola vecchia?
 
Perché ogni volta che lo rivedevo, i sentimenti che credevo di aver ormai assopito, mi invadevano con così tanta violenza.
 
Perché tu?!
 
Lui intercettò il mio colpo e mi immobilizzò il braccio. Fece per parlare, ma io gli urlai sopra:  << Lasciami...Zach, lasciami!! >>
 
  << Non gridare! >> esclamò, con altrettanta disperazione  << Rebecca... non respingermi! >>
 
E poi, un secondo dopo, mi ritrovai qualcosa premuto sulla bocca. Ci misi un attimo per riconoscerle.
 
Le sue labbra.
 
Mi stava baciando con passione, bisogno, quasi disperazione. 
 
Ancor prima di rendermene conto, dischiusi le labbra, e permisi alla sua lingua di esplorarmi. Il suo sapore era proprio come lo ricordavo. Così fresco e sensuale... da mandarmi in paradiso.
 
Mi strinse a sé con possesso, e avvertii le sue mani scendermi lungo i fianchi, fino ad avvolgermi la vita.
 
Ci staccammo un attimo, giusto per riprendere fiato. E ci guardammo negli occhi. Fu solo per un istante, e la scintilla della passione ci travolse di nuovo, e simultaneamente ci buttammo l'uno nelle braccia dell'altro, riprendendo a baciarci.
 
Anch'io sentivo in modo sempre più forte il bisogno di toccarlo, per accertarmi che quello che stavo vivendo fosse reale.
 
Mentre mi baciava nel modo più erotico che avessi mai provato, mi accarezzò impetuoso la schiena, poi i fianchi, fino alle gambe, accarezzandole sinuosamente.
 
Ebbi un sussulto per tanta fretta, ma non interruppi il contatto. Mugolai nella sua bocca quando la sua lingua solleticò la mia, invogliandola a seguirla nella in quella danza sfrenata, ma l'accontentai. 
 
Sentivo il suo caldo respiro sul volto, e i nostri sospiri uniti rendevano il tutto ancor più eccitante. Le sue gambe si insinuarono tra le mie, e anche allora, non opposi resistenza.
 
Una parte di me, mi urlava che quello che stavo facendo era sbagliato, tremendamente sbagliato, e non potevo darle torto. Ma allo stesso tempo non riuscivo a fuggire da quelle labbra e da lui, così come non riuscivo a smettere di desiderarlo con tutta me stessa.
 
In un flash, mi tornò in mente il volto di Kyle e sobbalzai. E con lui, anche i visi di tutte le persone che avevo perso.
 
Che stavo facendo? Amoreggiavo in un momento come quello?
 
Ad interromperci tuttavia, fu qualcosa di esterno.
 
Dei rumorosi passi. Dovevano appartenere a più persone, a giudicare dalla loro ritmicità.
 
Zach si staccò dalle mie labbra, e guardò dietro le mie spalle. Io ero talmente scossa che non avevo il coraggio di voltarmi per vedere. 
Il martellare del mio cuore era l'unico suono che mi ovattava le orecchie. Guardai negli occhi colui con cui avevo appena limonato, ma vidi che la sua espressione non era allarmata come avrei creduto. 
 
Una risata pacata:  << Ammetto che mi erano mancate queste scene da diabete >> disse una voce femminile.
 
Il cuore mi si bloccò nel petto.
 
Quella voce....
 
Non è possibile.
 
  << Sempre sul più bello tu... >> bisbigliò Zach, sospirando lievemente  << Certo che sai proprio come rovinare un perfetto momento di riconciliazione... >>
 
  << Taci Zach >> un'altra voce maschile, che era indubbiamente di Ryan Cooper   << Questo non è il momento per scopare >>
 
Io ero ancora impalata, col fiato corto, e col cuore a mille. Non volevo credere a quello che le mie orecchie sentivano. 
 
Era impossibile.
 
Decisi che era giunto il momento di dare un taglio alla paura. Incontrai lo sguardo di Zach, e lui mi annuì con gli occhi. 
 
E allora mi voltai. 
 
Vidi Ryan in piedi con aria fiera, che mi fissava con sguardo di ghiaccio che sembrava quasi speranzoso.
 
E dietro di lui, quella persona. 
 
Non appena la vidi, il mio cuore cessò di battere.
 
Lei.
 
La fissai con gli occhi sgranati, e lei sorresse il mio sguardo, con gli occhi color smeraldo lucidi.  Infine, mi sorrise, un sorriso che celava molte cose. 
 
Non era reale. Non poteva essere reale. L'avevo vista con i miei occhi...morire.
 
Cercai di tenere a bada il tremore delle mie labbra, per pronunciare una sola parola.
 
Quella parola che non credevo avrei più detto:  << Amy... >>
  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Yuki Kiryukan