Fanfic su attori > Alex Pettyfer
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Autore: artemisia reight    09/12/2012    4 recensioni
Forse sono stata un pò troppo cattiva con Alex, ma era uno sfigato, ed io ho fatto solo ciò che andava fatto...Non avrei mai immaginato che a distanza di un anno si sarebbe trasformato in un bullo convinto a vendicarsi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornare a casa è un'agonia. Mi vergogno per le condizioni della mia macchina e per di più non voglio arrivare. So chi mi aspetta lì ed ho paura, ho paura più di quanta ne abbia mai avuta in tutta la mia vita. La figura nitida della mia villetta mi si staglia davanti agli occhi troppo presto ed io non so cosa fare. Mi costringo a mantenere la calma, nonostante il tremore delle mani e faccio molti respiri profondi in rapida successione. Risalgo lentamente la montagnola sulla cui punta è situata la mia casa e parcheggio l'auto proprio di fronte all'entrata per averla vicino in caso dovessi scappare. Ovviamente, i miei genitori sono in vacanza da qualche parte a me sconosciuta, quindi mi ritrovo tutta sola, in un paesaggio sperduto, con Lui. Il cellulare qui non prende, tanto per aggiungere qualcos'altro alla lista di cose a mio sfavore. Immagino riusciate a comprendere la mia ansia in questo momento. Scorgo quasi immediatamente la Sua macchina che, per la prima volta, assomiglia un pò alla mia per i rimasugli di vernice. Ironia della sorte. Lo cerco nei dintorni del mio giardino ma non lo trovo da nessuna parte e alla fine mi decido ad entrare. Faccio per estrarre la chiave del portone, ma mi rendo conto che la porta è già aperta. Entro sospetta e mi guardo intorno per capire chi sia entrato. I miei sono tornati prima? Improbabile. Spendono il minor tempo possibile con me, quindi approfittano di ogni momento. Allora.... che sia lui? Mi chiedo come abbia fatto ad entrare. Eccolo. E' comodamente spaparanzato sul MIO divano e guarda la MIA tv come se fosse casa sua. Appena mi vede si alza e spegne la televisione nello stesso momento, sorridendomi. "Finalmente!" esclama ed io mi chiedo per quanto tempo sia stato in casa mia. "Siediti" mi indica il divano ma io scelgo la poltrona e lui alza le spalle. Perché cavolo mi sta dicendo cosa devo fare? Questa è casa mia! "Preferisco stare in piedi" dico alzandomi di scatto. "Artemisia!" la sua voce si fa irritata e quasi urla il mio nome "Ho detto siediti" ripete un po' alterato. Io mi risiedo spaventata e lui si rilassa sul divano. "Cosa c'è?" azzardo a chiedere. Lui ride per una battuta fatta alla tv, che ha riacceso, e che io non ho colto per la troppa tensione. Si volta a guardarmi come se si fosse appena accorto che sono lì. "Non lo sai?" domanda a sua volta, stupito. Io lo guardo sconcertata, non capendo di cosa parli. "Non hai idea di cosa voglia dirti?" è incredulo. "....che ti vuoi vendicare?" provo. Scuote la testa ed io mi sento stupida per non riuscire a capire a cosa si riferisce. "In tutti questi anni. Non ti sei mai accorta di nulla?" continua a farmi domande di cui non so la risposta. Se ne accorge e si sistema meglio sul divano. Spegne per l'ennesima volta la tv e questa volta mi guarda negli occhi. Fa un respiro profondo, come se fosse teso, e comincia: "Per tutti questi anni tu mi hai maltrattato ed io non ho mai provato a difendermi. Avrei potuto farlo! Certo che avrei potuto! Non sei certo più forte di me!" ora mi grida contro "C'era un motivo se non ribattevo! E ora vengo a scoprire che non solo non ti interessava, non te ne sei neanche mai accorta!" Mi viene da piangere ma non so perché. Non pensavo mi aggredisse così, anche perché non capisco di cosa non mi sono resa conto. Mi è sfuggito qualcosa e, evidentemente, era qualcosa di importante. "Alex, di cosa stai parlando?" quasi lo supplico di fornirmi risposte invece che continuare a farmi domande. "Artemisia!" grida "Io ti amo!". Mi copro la bocca con le mani per la sorpresa. Questo proprio non me lo aspettavo. Come potevo immaginare che gli piacessi dopo tutto quello che gli ho fatto? "Io......io non ne avevo idea...." mormoro shockata "m....mi dispiace...." tento di chiedergli scusa, ma so che non è così semplice, non dopo tutto quello che gli ho fatto. Non sono stata crudele, sono stata spietata. Ma la cosa peggiore è che non volevo. Se solo lo avessi saputo prima, le cose sarebbero andate diversamente.........molto diversamente. "Se lo avessi saputo io....." "Cosa?" mi interrompe "...non ti avrei fatto soffrire...." "E' troppo tardi ormai!" grida "Le scuse non servono più.....sapevo che non ti interessavo, ma...... ti ho sempre fatto capire che mi piacevi!" io scuoto la testa tentando di ricordare. "Al ballo di Beth" dice infine. Beth è una ragazza i cui genitori permettono praticamente tutto. Fa una festa ogni mese, ma io non ci sono mai andata. L'unica volta in cui mi sono fatta convincere c'era anche Lui. Lo hanno cacciato quasi subito urlandogli dietro che uno sfigato come lui non poteva permettersi una festa del genere, ma prima che succedesse.........ora ricordo. In un attimo ritorno nel passato, con Alex lo sfigato con le spalle curve ed i maglioni sformati.

 

"Cosa ci fai qui, incapace?" domando irritata. Lui si guarda intorno come per accettarsi che nessun altro si sia accorto che è lì. Io alzo le spalle per la sua assenza di risposta e faccio per andarmene, ma lui mi blocca "Aspetta" esclama. Lo fisso strabiliata. "Cosa vuoi?" dico sprezzante. "Vuoi qualcosa da bere?" chiede quasi in un sussurro. Scoppio a ridergli in faccia, sicura che si tratti di uno scherzo. Gli poggio in mano il mio bicchiere vuoto e me ne vado. Poco dopo Brad, il fidanzato di Beth, la avvisa che uno sfigato è entrato in casa sua di nascosto e tutti si mettono d'accordo per cacciarlo nel modo più umiliante possibile. Lo gettano nell'enorme piscina di Beth. Lui per un pò nuota da vero professionista, ma poi viene sopraffatto dai vari bicchieri che gli gettano addosso e arranca verso il bordo come una piovra ferita. Io gli tendo la mano e lui la afferra speranzoso proprio mentre la ritiro divertita. Si sistema come può per riacquistare un minimo di dignità e, non prima di avermi lanciato un'ultima occhiata di supplica, se ne va in silenzio. 

 

"Ci sono andato solo perché sapevo che ci saresti stata anche tu!" fa una smorfia al ricordo di come l'hanno umiliato e mi guarda schifato. Io mi sento davvero malissimo al ricordo di ciò che ho fatto, ma non riesco a dire nulla a mia discolpa. "Scusami un attimo" dico e mi rifugio in bagno prima che possa seguirmi. Piango, addossata al muro, ricordando tutte le volte in cui l'ho trattato da pezzente. Ora mi vengono in mente milioni di momenti in cui ha tentato di farmi capire cosa provava per me, ma in nessuno di questi sono riuscita a coglierne il significato. Che stupida! All'improvviso sento il rumore della chiave, rimasta fuori, che gira. Cosa vuole fare? Mi dirigo verso la porta e provo ad aprirla, ma non ci riesco. "Alex?" grido spaventata. "Rimarrai qui" mi dice "Finché qualcuno non si accorgerà di te" "No" strillo impazzita "No, no, ti prego, ti prego, no!" il panico si fa strada in me. Sento i suoi passi farsi sempre più lontani e comincio a chiamarlo. Lo chiamo fin quando la voce mi va via completamente. A quel punto mi limito a singhiozzare e a bere acqua dal rubinetto.



Spazio Autrice:
vedo che non recensite quindi deduco che non vi piaccia..... vi sarei grata se scriveste sulle recensioni ciò che non vi convince della storia, così da aiutarmi a migliorarla! Grazie in anticipo!

  
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