Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law
Segui la storia  |       
Autore: maggieredknight    10/12/2012    4 recensioni
Terra. Anno 2034.
Un virus sconosciuto colpisce l'America.
Inizialmente, le uniche ad esserne colpite, sono le persone con gli occhi chiari.
Si scatena il panico.
Le persone dagli occhi azzurri, vengono perseguitate e cacciate, per essere catturate e isolate in luoghi protetti, lontano dal resto della popolazione.
Così ha inizio la storia di due uomini, appartenenti alle due diverse fazioni, che si troveranno legati dal destino e che lotteranno per la sopravvivenza, per la speranza di un' esistenza migliore, e per la cosa più grande di tutte. L'Amore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CONTAGION - YOUR EYES, AT THE END OF THE WORLD

 

CAPITOLO 4 - E RESPIRERAI ANCORA

 

 

*

Quando ti senti tutto solo
e il mondo ti ha voltato le spalle
dammi un momento per domare il tuo cuore selvaggio
so che ti senti come se le pareti ti si stessero chiudendo addosso
è difficile trovare conforto e la gente può essere così fredda
Quando l'oscurità è alla tua porta e ti senti come se non ce la facessi più

Lascia che sia l'unico che chiami
se salti bloccherò la tua caduta
ti tirerò su e volerò lontano con te nella notte
se hai bisogno di cadere da solo
posso rammendare un cuore infranto
se hai bisogno di cadere allora cadi e brucia
non sei da solo.

 

 

*

Il cielo della notte era scuro e nuvoloso. La pioggia impetuosa di qualche ora prima si era fatta fine e delicata, e in lontananza si potevano ancora intravedere fulmini chiari che attraversavano le nubi grigie.

L'auto bianca scorreva veloce sulla strada, diretta fuori città.

All'interno, Robert, che teneva ancora le mani molto salde sul volante, si voltò verso Jude.

Il ragazzo era girato dalla parte opposta con la fronte appoggiata al finestrino, il fiato caldo che faceva condensa contro al vetro, freddo del contatto con l'aria gelida della notte. Respirava affannosamente, e aveva gli occhi chusi. Si capiva che era cosciente solo dal fatto che ogni tanto cambiava leggermente posizione, per cercare una postura che gli facesse sentire meno dolore.

Robert si perse un attimo a guardare la linea sottile del suo collo, una vena leggermente in evidenza...Senza poter fermare il corso dei suoi pensieri, immaginò come sarebbe stato mordere quel collo e succhiare quella pelle, e questo pensiero improvviso gli fece ribollire il sangue, i pantaloni che d'un tratto diventavano scomodi e stretti, una pulsazione calda in mezzo alle gambe.

Si costrinse a girarsi e guardare più attentamente la strada, alzando lievemente il bacino per alleviare la pressione dei jeans e cercare di mettersi più comodo.

Cercava di guidare velocemente, facendo fare all'auto meno sobbalzi possibili per non dare fastidio all'altro.

Ogni tanto, sottovoce, Jude gemeva.

Robert faticava ad ammetterlo, ma aveva paura. La folle e incomprensibile paura che Jude perdesse troppo sangue e non superasse quella notte.

Lo conosceva da nemmeno due giorni e già c'era dentro fino al collo...

Aveva assoluto bisogno di una sigaretta...In quel momento non era lucido, e se ne rendeva conto.

Anche prima, appena partiti, era stato Jude a dirgli cosa fare.

" Dobbiamo...Uscire da New York alla svelta, prendi la strada per arrivare all' Interstate 95, e poi tieni la direzione per Boston."

Robert aveva obbedito, lanciandogli sguardi preoccupati... "...Perchè proprio Boston? "

Per un attimo sembrò che Jude non volesse rispondere, poi invece disse : "...Te lo spiegherò...Ora ascolta : tenendo questa direzione, tra circa 20 minuti arriveremo vicino ad un grosso hotel abbandonato...Dietro all'hotel c'è una piccola strada, infilati lì e ferma l'auto vicino alla seconda porta di ferro. "

" Cosa andiamo a fare?"

"...Mi servono delle cose per medicarmi. Lì non ti faranno domande, non ti guarderanno nemmeno in faccia...Dovrai scendere tu per me...Io...Non credo di farcela...Sempre se...Se te la senti..." bisbigliò Jude.

" Ovvio che sì..." rispose piano Robert.

Appena furono arrivati nel posto indicato da Jude, il ragazzo gli chiese carta e penna e scribacchiò velocemente alcune cose. " ...Hai dei soldi con te? Io ho dato tutto ciò che avevo a Johnny...", disse in difficoltà...Era fin troppo in debito con Robert.

" Certo, non preoccuparti. "

" Te li restituirò, promesso..."

" Non dire sciocchezze, non ha importanza..."

Mentre parlavano continuavano a tenere lo sguardo fisso sulla strada, evitando di incrociare gli occhi.

" Vado. "

Robert uscì dall'auto e sparì dietro la porta di ferro, per poi uscirne dopo pochi minuti con una piccola sportina in una mano.

Quello era decisamente uno dei posti più loschi che avesse mai visto.

Risalì in macchina senza dire niente, avviò il motore e ripartì, seguendo sempre la direzione indicata da Jude.

 

 

" Basta ", disse all'improvviso Jude con un lamento: "Fermiamoci, ora...Ti prego. "

Anche Robert pensò che in fondo si erano allontanati abbastanza ed era il momento di pensare alla ferita di Jude, che anche se cercava di non darlo a vedere soffriva molto.

Guidò ancora per un poco, poi lungo la strada finalmente apparve un Motel, uno di quei posti come si vedono nei film, e Robert rallentò ed entrò nel parcheggio.

Fermò l'auto poi si rivolse a Jude : " Vado a prendere una camera, aspettami qui."

Jude lo guardò e annuì " Forse però sarebbe meglio che ti coprissi la maglia", gli fece notare.

Robert si guardò e vide che era ancora tutto sporco di sangue - il sangue di Jude - e aprì la portiera posteriore tirandone fuori il cappotto - faceva freddo ancora, la sera - e coprendosi.

Mentre si incamminava verso la reception, con una mano si sistemò i capelli arruffati, cercando di mettersi in ordine, e pregò di non avere un aspetto troppo sconvolto.

Anche se probabilmente in quel posto erano abituati a ben altro.

Entrò e al bancone c'era una donna di mezza età, dalla corporatura robusta e con una sigaretta mezza consumata in un angolo della bocca.

Robert salutò educatamente, e chiese una camera doppia. Disse che non sapeva quanto si sarebbero fermati.

"...Scappatella con l'amante?" , ammiccò la donna con un sorriso.

"...Ehm, sì...Qualcosa del genere" , disse Robert sudando freddo.

Per fortuna la donna non fece altre domande, gli diede un registro da firmare - mise un nome falso, ovviamente - e lui tornò di corsa alla macchina.

Jude era sempre lì, immobile...Robert aprì la portiera, e mentre lo aiutava a scendere vide che era davvero molto pallido, e aveva perso molto sangue.

Lo tenne stretto vicino a sè, sorreggendolo, e sentì Jude che si aggrappava a lui, come aveva fatto prima a casa sua, come se Robert fosse la sua ancora di salvezza, come se adesso che si erano finalmente incontrati non potessero più fare a meno uno dell'altro, come se niente altro fosse importante...Robert era confuso e spaventato...Non aveva mai provato sentimenti così forti e contrastanti, che lo annullassero completamente...

A causa di un movimento più brusco, Jude gemette più forte e rischiò di cadere, allora Robert si impose di non distrarsi e gli passò il braccio più stretto intorno alla vita sottile, e cercando di non dare troppo nell'occhio, entrarono nella loro camera.

Quando furono dentro al sicuro, Robert appoggiò a terra il borsone che aveva preso da casa e accese la luce.

Facendolo dovette lasciare per un solo istante Jude che però, privo del suo sostegno ,si accasciò a terra.

" Ehi! " disse spaventato Robert accovacciandosi subito di fianco a lui.

" Va...Va bene, ci sono...Non preoccuparti...", sussurrò il biondo...Poi alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi :

" ...Tu...Sai suturare una ferita? "

Robert allora abbassò lo sguardo, in difficoltà : " No...Temo di no...Ce l'ho nella lista delle cose da imparare..."

Cercava di sdrammatizzare per rompere la tensione palpabile, ma la realtà era che era davvero molto preoccupato.

Voleva solo caricarsi Jude sulle spalle e portarlo in ospedale.

Jude chiuse un attimo gli occhi e respirò forte, poi li riaprì deciso e disse: " Va bene, allora dovrai assistermi mentre lo faccio io. "

" Cosa? Ma sei sicuro?! ", esclamò il moro.

" Non abbiamo molta scelta, ti pare? " replicò l'altro. Il tono della sua voce tradiva una certa agitazione.

No, non ce l'avevano, anche Robert in fondo lo sapeva.

Con molta fatica Jude si alzò in piedi, Robert lo aiutò sostenendolo per un braccio e afferrandolo ancora per la vita.

Jude si guardò un attimo intorno, prese la sporta con i farmaci e la roba che aveva comprato Robert poi disse : " Andiamo nel bagno. "

Robert lo assecondò senza dire nulla, accompagnandolo e accendendo la luce, cercando di capire cosa volesse fare.

In bagno, su una mensola, Jude trovò un piccolo specchio rotondo e lo prese, poi si avvicinò alla vasca da bagno e appoggiò tutto per terra di fianco ad essa.

" Vuoi farlo lì dentro ? ", chiese Robert.

" Non saprei dove...non possiamo rischiare di sporcare la camera...Dobbiamo cercare di lasciare meno tracce possibili del nostro passaggio..."

Certo, come sempre aveva ragione...

Con fatica e con un gemito che cercò di reprimere, Jude si sfilò la maglietta.

Robert si sarebbe perso ancora ad osservare la linea fluida e ben definita dei suoi pettorali e dell'addome, se non fosse stato per la ferita rossa e terribile che devastava il suo corpo candido.

A Robert non faceva impressione la vista del sangue, purtroppo col suo mestiere vi era abituato, ma si sentì ugualmente tremare.

Jude si sfilò anche la cintura dei pantaloni, appoggiandola sul bordo della vasca e, aiutato dall'altro, lo scavalcò, sedendosi all'interno.

Aveva freddo per la grossa quantità di sangue che aveva perso, e quando la sua pelle nuda entrò a contatto con lo smalto gelido della vasca rabbrividì...

Le sue labbra iniziavano ad assumere un vago colore bluastro.

Jude cercò di calmare il respiro, non doveva tremare...

Robert lo osservava in silenzio: si sentiva tremendamente inutile.

Jude contò mentalmente fino a dieci, poi cercando di tenere la voce ferma si rivolse a Robert.

" ...Non mi vedo bene sul fianco...Tu devi reggermi lo specchio e passarmi le cose che ti chiedo, ok ? ".

Robert annuì.

"...Se...Dovessi svenire, controlla che io non mi strappi i punti e cerca di risvegliarmi...Se...Non dovessi più riprendere conoscenz -

" Non dirlo nemmeno!!! " , lo interruppe Robert , " ...Questa possibilità non è contemplata! ", esclamò in un sussurro.

Robert era davvero preoccupato - Ma quanta forza aveva questo ragazzo??...Lui ora non poteva essere da meno, Jude aveva bisogno del suo aiuto. -

Jude lo guardò stupito poi gli fece un debole sorriso e annuì.

Aprì la sportina, prese l'ago curvo, lo tirò fuori dalla confezione sterile e lo montò sul porta-aghi, poi infilò il filo da suture.

Sentiva già la fronte imperlarsi di sudore e continuava a parlare ad alta voce, come se ciò lo aiutasse a ripassare le cose che aveva imparato :

" Devo...Devo fare una sutura continua...Se avessi più tempo potrei fare una sutura interrotta...Che ha il vantaggio di garantire una maggiore tenuta e di controllare meglio la tensione dei singoli punti. Purtroppo richiede molto più tempo proprio perchè dovrei tagliare e annodare il filo dopo ogni punto...Inoltre...Come tipo di sutura è meno emostatica, meno ermetica...Quella continua, invece... E' la sutura più rapida e io ho già perso troppo sangue...Senza contare che non so quanto riuscirò a resistere...Però...Il rischio maggiore è il possibile cedimento di un punto che con questa tecnica comporta il cedimento della intera sutura....Ma non ho scelta... - respirò - Ora ti prego, assistimi..."

Robert guardò stupito Jude che si sistemava il più comodamente possibile nella vasca, appoggiando bene la schiena per non rischiare di scivolare.

"Sei...molto esperto...Lo hai...Lo hai fatto altre volte? ", deglutì il moro.

Jude iniziò a pulirsi la ferita con la soluzione fisiologica sterilizzata, i lembi del taglio per fortuna erano ancora ben vascolarizzati...Non lo guardò quando rispose : "...Una volta...Su mia sorella, ma era un taglio molto piccolo...E una volta...su un amico che...Non ce l'ha fatta...Su di me...Mai..."

" ...Dove hai imparato a farlo? " chiese ancora Robert porgendogli garze e disinfettante.

Jude lo versò intorno e sopra il taglio, gemendo . " Per...Per un po', anni fa...Io e i miei fratelli viaggiammo con un dottore..."

Fece una piccola pausa per prendere fiato, poi prese l'antidolorifico, ma non se lo iniettò tutto, solamente una piccola dose :

" Questo è molto potente...Se lo faccio tutto temo di non essere lucido per cucire...Non posso permettermi di sbagliare, ho perso troppo sangue, devo fare presto, e fare bene...Ok, ora inizio...Reggimi lo specchio per favore " , e così dicendo afferrò la mano di Robert che teneva lo specchio, posizionandola nell'angolazione che gli permettesse di vedere meglio...A questo contatto, entrambi sentirono un brivido, ma Jude cercò di convincersi che era solo per il freddo, e Robert che era solo per la tensione...

Jude si mise in bocca la cintura di cuoio e la morse.

Poi penetrò la pelle con l'ago, iniziando a ricucire la sua carne lacerata.

Stringeva forte coi denti il cuoio, e cercava di tenere la mano più ferma possibile.

Robert reggeva lo specchio, senza respirare per timore di muoverlo e far sbagliare Jude.

Lo osservava : la mascella era serrata, ma qualche gemito ugualmente usciva dalle sue labbra. Goccioline di sudore gli incorniciavano la fronte e gli occhi di ghiaccio erano allo stesso tempo tremanti e duri e concentrati.

Cercava di ricucire con precisione, ma velocemente, perchè sentiva la pressione scendere e la vista farsi offuscata.

Robert in quel momento notò per la prima volta che al collo Jude portava una catenina d'argento con due sottili fedine, anch'esse argentate, identiche ad un altro anello che portava al dito. Si chiese cosa fossero, cosa significassero, e per un attimo si perse a guardarle, poi si costrinse a mantenere l'attenzione su ciò che stava facendo, e si dimenticò della catenina e degli anelli...

Jude aveva quasi terminato, quando Robert vide che improvvisamente con un tremito si bloccò, le pupille gli si rovesciarono all'indietro e svenne - "No!" gridò Robert, buttò velocemente lo specchio: con una mano resse la testa di Jude perchè non sbattesse e con l'altra afferrò la mano che teneva l'ago stringendola e tenendola ferma perchè non si strappasse tutto il lavoro fatto.

L'urlo di Robert e il suo scatto veloce per fortuna ebbero il potere di far riavere Jude, che spalancò nuovamente gli occhi.

Rimasero un attimo fermi così,col respiro affannato, continuando a stringersi le mani, poi quando Robert fu sicuro che l'altro era rinvenuto lo lasciò delicatamente, e Jude dopo aver inspirato profondamente riprese a cucire cercando di mantenere regolare il respiro.

 

 

Jude finalmente diede l'ultimo punto e tagliò il filo, lasciandosi scappare un sospiro di sollievo.

Anche Robert senza accorgersene sospirò.

Jude appoggiò la testa indietro contro il bordo della vasca e chiuse gli occhi. " Grazie mille ".

"...Non ho fatto niente ."

" Non è vero. Mi sei stato di grande aiuto. Non ce l'avrei fatta da solo. "

Robert non ne era del tutto convinto, quel ragazzo non sembrava nemmeno umano, ma non replicò. Era comunque contento che gliel' avesse detto.

" Ti porto dei vestiti puliti che ho preso prima a casa mia. Dovresti farti una doccia e cercare di rilassarti un po' adesso. Ci penserò io a stare allerta. "

Jude tenne ancora gli occhi chiusi, ma annuì.

Robert uscì dal bagno, prese un paio di jeans, una maglia azzurra e una felpa dalla borsa e glieli portò.

Jude era ancora nella medesima posizione : per un attimo Robert pensò che si fosse addormentato per lo stremo, ma quando appoggiò i vestiti sulla sedia lì a fianco Jude

bisbigliò un " Grazie.", e Robert più tranquillo uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sè.

Rimase un attimo lì in piedi, strofinandosi gli occhi. Iniziava a sentirsi stanco.

Si avvicinò alla televisione, uno schermo quasi invisibile nel muro.

" On. Canale 56. ", disse. Subito con un lieve ronzio la TV si accese e si sintonizzò sul canale richiesto.

Era il canale del notiziario locale. Robert voleva vedere se erano già ricercati.

In quel momento era in onda un servizio sull'arresto di una banda di ragazzini che avevano saccheggiato alcuni negozi armati di pistole.

Robert prese una birra dal minifrigo - non dovrei, pensò - e si sedette sul letto matrimoniale, appoggiandosi allo schienale e incrociando le gambe sulle coperte.

Controllò l'ora: erano le undici passate.

Guardò il notiziario fino alla fine, un po' in apprensione, sorseggiando la birra, ma su di loro niente.

Ormai alla Centrale ne dovevano essere tutti al corrente. Chissà se Orly era riuscito ad inventarsi qualcosa...Improbabile...Le prove contro di lui erano evidenti, e questo aggiunto al fatto che Mark lo odiava ed aveva una certa influenza alla polizia, lo condannava di sicuro.

Forse suo padre stava cercando di mantenere una certa riservatezza : proprio suo figlio coinvolto in una cosa del genere, di sicuro gli era venuto un colpo quando Mark gli aveva spiattellato tutto! Si lasciò sfuggire un sorriso amaro.

" Cambia " disse un paio di volte, finchè la televisione si sintonizzò su un canale musicale. Stavano trasmettendo uno speciale su famosi gruppi del passato e per coincidenza stavano parlando di uno dei gruppi preferiti di Robert, gli AC/DC : era stato il suo nonno materno a farglieli ascoltare quando era un ragazzino. Roba d'altri tempi...

Robert si mise più comodo sul letto, allungando le gambe e incrociando le mani dietro alla testa: la musica aveva sempre il potere di distendergli i nervi e fargli vedere le cose con maggiore chiarezza - Bene, ne ho davvero bisogno...E chissà che poi non parlino anche di questi Beatles di cui mi raccontava Jude... -

 

 

In bagno, nel frattempo, Jude si era spogliato e aveva fatto una doccia veloce. Per quanto lo desiderasse, un bagno era troppo rischioso: stare immerso nell'acqua calda avrebbe aumentato il flusso del sangue. Non voleva rischiare.

Ora Jude si guardava allo specchio, proprio come aveva fatto la sera prima a casa di Robert.

Era davvero passato solo un giorno?

Sembrava una vita fa.

Era sempre a torso nudo, con i piedi scalzi, che si osservava.

Ora però doveva sostenersi al lavandino per stare in piedi, ed era bianco come un cencio.

Si era infilato i jeans puliti che gli aveva dato Robert : erano chiari, leggermente larghi, un po' strappati vicino a un ginocchio.

I capelli bagnati erano tirati indietro, e lasciavano scoperto il suo viso tirato e stanco, le sue iridi di ghiaccio, che negli anni erano diventate così ferme e solide, ma che ora erano due pozze liquide e tremanti di titanio fuso.

Si guardava, e vedeva in sè suo fratello William, sua sorella Natasha, i suoi genitori...si guardava a vedeva stanchezza, e resa.

Non sentiva più la forza di combattere, ed era così confuso, e impaurito, per i sentimenti tumultuosi che si agitavano nel suo petto da quando aveva incontrato Robert.

La testa gli pulsava...Se la prese tra le mani e si accasciò a terra, tenendosela stretta, affondando il viso tra le ginocchia.

E, senza potersi più controllare, pianse.

Pianse come non aveva mai fatto, perchè da quando tutto era iniziato aveva sempre dovuto cercare di essere forte, ma ora si era insinuato il fragile pensiero che forse c'era qualcun'altro che poteva essere forte per lui, e proteggerlo.

Solo per adesso - pensò Jude - solo per questa notte -

E il suo corpo era scosso dai singhiozzi, e tremava incontrollato.

Solo per questa notte...Vorrei non essere io il più forte...

Robert dall'altra stanza, nonostante la musica, sentì uno strano rumore e si alzò, avvicinandosi alla porta del bagno.

Poi sentì i singhiozzi dell'altro uomo, e il cuore gli si strinse nel petto come in una morsa di ferro.

Senza pensare, stava già per abbassare la maniglia quando si bloccò : - e se volesse stare solo? -

Ma come gli accadeva sempre più spesso in quei giorni, l'istinto ebbe il sopravvento : - Oh, fanculo! Mi manderà via! Ma non posso sentirlo così! -

Entrò in bagno e lo vide accovacciato a terra, le spalle scosse da tremiti, le mani che stringevano la testa, i capelli che ricadevano in avanti e non gli permettevano di vederlo in viso.

Per un istante non seppe che fare, e rimase in silenzio a guardarlo...

...Per tutto il tempo che poi trascorsero insieme...Anche dopo le cose gravi e terribili che successero successivamente, Robert non vide mai più Jude perdere la calma...

Quella fu l'unica volta che si lasciò andare ad un pianto disperato, e pianse per tutti gli anni in cui non aveva mai potuto farlo, e Robert non la dimenticò mai...

"...Jude..." , fu tutto ciò che Robert riuscì a dire. E si rese conto che era la prima volta che lo chiamava per nome.

E quel nome, pronunciato in un sussurro, come se fosse troppo prezioso e raro per essere detto ad alta voce, aveva un sapore così strano sulle sue labbra.

Era una parola buona, che gli riempiva i sensi e il cervello, e che avrebbe voluto pronunciare ancora, e ancora, e ancora, come un mantra, una preghiera.

Jude la sentì provenire da lontano, senza comprenderla del tutto.

La sentì, più che come un suono, come una sensazione calda che si faceva strada verso di lui, cercando di trascinarlo fuori dal buio in cui stava sprofondando.

Ma era ancora troppo distante per riuscire a raggiungerlo.

Robert allora si avvicinò, e non sapendo che altro fare, gli passò un braccio sotto le ginocchia e l'altro intorno alla schiena, e alzandosi in piedi, lo prese tra le braccia.

Jude sentì un calore sconosciuto avvolgerlo improvvisamente e quando aprì gli occhi l'unica cosa che vide era anche l'unica cosa che si rese conto di voler vedere.

Fu il viso di Robert.

Robert che lo teneva stretto a sè, lo teneva sollevato come se non avesse peso, e non gli permetteva di cadere nel baratro che lo stava inghiottendo.

Robert che aveva fermato la sua caduta, e lo stava ancora salvando, per la terza volta.

Jude si aggrappò a lui disperatamente, come se fosse la sola cosa che poteva tenerlo ancora in vita.

Il poco tempo trascorso insieme si dilatò, e sembrarono trascorsi secoli.

Il fondersi assieme delle loro anime, che avevano iniziato a percepire la prima volta che si erano incontrati, sembrava ora qualcosa che trascendeva i secoli e i millenni - Lo era.

Robert lo portò in braccio fino al letto e lo fece distendere, poi si sdraiò al suo fianco e ancora lo strinse a sè.

Sentiva il cuore di Jude battere forte contro al suo petto e a quel suono ogni dubbio sembrava sciogliersi e svanire nella notte fredda.

Robert stringeva quel corpo snello e muscoloso e inspiegabilmente si sentiva completo.

Per la prima volta nella sua vita era certo di essere nel posto giusto al momento giusto.

Perchè Robert sapeva che gli occhi bellissimi di Jude erano solo la punta dell'iceberg, e lui voleva scoprire anche tutto il resto, tutta la parte segreta e nascosta di lui, anche quella più buia, e soprattutto voleva scoprire quella più luminosa, che ora era assopita, ma che premeva per uscire, per essere ammirata, per essere soddisfatta. E Robert desiderava vederla e soddisfarla, e desiderava essere la chiave per farla uscire allo scoperto.

E Jude continuava a stringersi a lui, inebriandosi di quel contatto e del suo profumo, tenendo gli occhi stretti forte, per paura che se li avesse aperti sarebbe svanito tutto, e si sarebbe ancora trovato da solo, e l'oscurità l'avrebbe inghiottito davvero per sempre.

 

Dalla TV ancora accesa iniziò una vecchia canzone , e i due uomini sul letto non poterono fare a meno di ascoltarne le parole, poichè sembrava parlare di loro :

 

When you feel all alone
And the world has turned its back on you
Give me a moment please to tame your wild wild heart
I know you feel like the walls are closing in on you
It's hard to find relief and people can be so cold
When darkness is upon your door and you feel like you can't take anymore

Let me be the one you call
If you jump I'll break your fall
Lift you up and fly away with you into the night
If you need to fall apart
I can mend a broken heart
If you need to crash then crash and burn
You're not alone

 

 

Robert chiuse gli occhi, pensando a quanto sentiva come sue quelle parole. Li riaprì e guardò l'altro.

Solo due giorni prima era un rispettabile e incorruttibile poliziotto e ora era sdraiato sul letto di uno squallido motel, con Jude stretto fra le braccia, in fuga come un criminale, e non si era mai sentito più vero e più giusto.

Robert si era trovato sul baratro e aveva scelto. Aveva saltato. E ora si sentiva vivo. E non sarebbe tornato indietro.

E anche se c'era ancora una sottilissima voce che gli diceva che era ancora in tempo per tornare sui suoi passi, non voleva ascoltarla.

Tenere così vicino l'altro, respirare il profumo dei suoi capelli color miele, sentire di stare diventando inesorabilmente importanti l'uno per l'altro era una sensazione spaventosa ed inebriante.

Robert ammetteva dentro di sè di avere paura : inizialmente era soprattutto perchè non si capacitava di provare qualcosa di simile per una persona del suo stesso sesso, ma poi qualcosa, come una luce, un'illuminazione, aveva preso forma nella sua mente.

E aveva capito.

E la cosa che ora lo spaventava terribilmente era che si sentiva rapito e annegato come non lo era mai stato prima, e che non contava 'uomo' o 'donna', contava solo che lui era Robert e l'altro era Jude, e che loro erano nati solo per incontrarsi e salvarsi l'uno con l'altro.

Perchè Robert aveva salvato Jude dalla morte, ma, ancora più importante, Jude aveva salvato Robert dal finto se stesso, e gli aveva fatto capire cosa voleva essere veramente, CHI era veramente.

Jude si strinse di più a lui, affondando il viso nel suo collo e Robert sentì brividi caldi e freddi allo stesso tempo lungo tutto il corpo, e pensò che avrebbe anche potuto passarci la vita intera su quello squallido letto con lui.

Sentirlo abbandonato tra le proprie braccia, i petti che si alzavano e abbassavano veloci - troppo veloci - uno contro l'altro, le gambe che si toccavano, era così eccitante e struggente.

Preso da questi sentimenti inebrianti, stravolgenti, Robert avrebbe voluto toccarlo, baciarlo, farlo suo ora, su quel letto, in quella stanza, quella notte. Ma sapeva che non poteva e non doveva...Che se doveva arrivare, il momento sarebbe arrivato...

 

 

And there has always been heartache and pain
And when it's over you'll breathe again
You'll breath again

When you feel all alone
And the world has turned its back on you
Give me a moment please
To tame your wild wild heart

Let me be the one you call
If you jump I'll break your fall
Lift you up and fly away with you into the night
If you need to fall apart
I can mend a broken heart
If you need to crash then crash and burn
You're not alone

 

Come se potesse sentire e condividere i suoi pensieri, Jude respirò più forte contro il suo collo :da quanto non si sentiva così?...Protetto, sereno...felice...?

Era come avere all'improvviso troppo ossigeno dopo essere stati in apnea per un tempo infinito :le tempie gli pulsavano, il cuore si agitava e martellava il suo petto, la pelle era un unico brivido.

Robert riusciva ad un tempo a calmarlo profondamente e mandargli i sensi a mille, scombussolandolo nel profondo.

Jude non era un ingenuo : poteva sentire quanto Robert fosse attratto da lui, e gli sembrava di provare la stessa attrazione nei confronti dell'americano, ma allo stesso tempo aveva paura di essere ancora tradito, ferito...Aveva paura che se si fosse lasciato andare avrebbe rovinato tutto, ora che finalmente, dopo così tanto tempo in cui il bisogno principale era stato sopravvivere, un altro tipo di bisogno richiedeva di essere appagato...Il bisogno di essere in due, di avere qualcuno vicino...

Ma non era ancora sicuro di volere questo, o di essere pronto. Certo, Robert lo faceva sentire bene come non succedeva da anni, come forse non era mai successo, ma...Ancora troppo era il timore...

Finalmente prese coraggio e alzò la testa, guardandolo negli occhi, cercando di scrutargli l'anima : Robert sostenne il suo sguardo, annegando però ancora dentro di lui.

Le perle scure dei suoi occhi non riuscivano a restare a galla - era evidente - nelle pozze liquide di Jude, ma vi precipitavano all'interno velocemente e profondamente, per quanto Robert si sforzasse di tenerle in superficie.

I loro visi ora erano vicini - troppo vicini - Robert mise una mano sulla guancia di Jude e si avvicinò ancora. Avevano smesso entrambi di respirare. Robert avvertì una sensazione di calore intenso che si andò a concentrare nell'inguine : possibile che bastasse davvero così poco? Nessuna donna gli aveva mai fatto lo stesso effetto...

Socchiuse gli occhi...Bastava che si avvicinasse solo un altro po', e le loro labbra si sarebbero toccate...

Ma poi Jude mise la mano sulla sua, in un gesto urgente, non di incitamento, ma di timorosa e dolce dissuasione, irrigidendosi appena e Robert se ne accorse e - " Scusa " - sussurrò, ma non potendo e non volendo lasciare quel gesto irrisolto, gli diede allora un bacio in mezzo ai capelli.

Jude si rilassò e chiuse ancora gli occhi, appoggiando la testa alla sua spalla, riprendendo a respirare regolarmente, così piano che quasi non si sentiva, una mano appoggiata al petto di Robert...Robert che mise la sua mano su quella di Jude, e che era stravolto e stremato da tutto questo turbine di emozioni, come se avessero fatto l'amore tutta la notte.

 

Si addormentarono così, stretti l'uno nell'altro, sfiniti.

Jude per primo, stremato, e Robert vegliò a lungo su di lui, ascoltandolo respirare, poi si abbandonò alla stanchezza, e quella notte, così vicini per la prima volta, senza sapere a cosa tutto questo li avrebbe portati, il destino iniziò a fare il suo corso.

 

 

 

*

Quando ti senti tutto solo
ed un amico fedele è difficile da trovare
sei intrappolato in una strada a senso unico
con i mostri nella tua testa
quando le speranze e i sogni sono lontani e
ti senti come se non potessi affrontare il giorno

E ci sono sempre stati l'angoscia ed il dolore
e quando sarà finito respirerai ancora
respirerai ancora

Quando ti senti tutto solo
e il mondo ti ha voltato le spalle
dammi un momento per domare il tuo cuore selvaggio

Lascia che sia l'unico che chiami
se salti bloccherò la tua caduta
ti tirerò su e volerò lontano con te nella notte
se hai bisogno di cadere isolata -- a pezzi
posso rammendare un cuore infranto
se hai bisogno di cadere allora cadi e brucia
non sei da solo.

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Note : T___T ...ok, mi sono commossa molto a scrivere questo capitolo, non è stato semplice, anzi...Spero di non essere scaduta nel banale, era un momento molto importante per il loro rapporto!!!!!...Cosa ne pensate??!!! :(

...Povero Jude, mi sono resa conto che lo faccio spogliare un po' troppo spesso quest'uomo che dite, dovrei smettere???!!! Naaaaahhh!!! XD

Ma lo faccio solo per fare impazzire il povero Rob!!!...Ah, speravate che succedesse qualcosa eh??!!! *__* Ma è ancora troppo presto!! Anzi, temo già di essermi sbilanciata troppo nel descivere quello che provano..!!!Ma mentre scrivevo ascoltavo delle canzoni romanticissime e mi sono lasciata trasportare...

A proposito, la canzone è la stupenda "Crash & Burn" dei Savage Garden!!!!!

...Dal prossimo capitolo ricomincerà un po' di azione!!!

Basta, non ho altro da dire...Un grazie immenso a voi tutte stupende che mi lasciate bellissimi commenti e seguite e sostenete questa storia che è tanto importante per me!!!!!!Vi voglio bene!!!! <3

 

 

  

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law / Vai alla pagina dell'autore: maggieredknight