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Autore: Diomache    29/06/2007    17 recensioni
Molti si chiedono se Jack abbia mai amato.
Parliamo dell’amore vero, quello che sconvolge ed annienta, l’amore che affanna, che ossessiona, non un’avvenuta di una notte. Certo, se lo chiedete a Jack, lui vi risponderà che l’unica cosa che ami è il mare.
Ma non è sempre stato così.
La verità è che prima delle disavventure legate a Davy Jones, prima di tutto quello che conosciamo è avvenuto ben altro.
Prima di tutto Jack ha amato. Non solo il mare.
Ha amato Lei.
Genere: Romantico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI

Ciao a tutti! Eccoci qua con il mio sesto capitolo.. chiedo venia se ho fatto aspettare un po’ per questo nuovo aggiornamento ma ho avuto un po’ di problemi e il tempo per scrivere non è stato molto…

Ragazzi prima di aggiungere altro vorrei dire che sono rimasta davvero senza parole leggendo le vostre recensioni. Non speravo tanto coinvolgimento né credevo di conquistarmi tutte le vostre belle parole quindi credo che il minimo che io possa fare è dirvi un vero GRAZIE, di cuore. Spero di meritarmi i vostri complimenti anche per questo capitolo e per quelli avvenire, io ci sto mettendo molto impegno e questo lo devo a voi perché il vostro interessamento mi spinge a migliorarmi!

Spero che il capitolo vi piaccia…. aspetto i vostri commenti!

Nel frattempo ringrazio di cuore:

 

Miky90: ciao Miky!  Sì in questo capitolo tratteremo proprio di questa benedetta-maledetta bussola che trascinerà i nostri eroi in un mare di guai… sì io studio greco ormai da quattro lunghi anni  e anche se a volte è molto difficile ne vado davvero pazza… si vede così tanto?!^^ ti ringrazio per I complimenti, alla prossima!^^

 

Christy: ciao! Grazie mille, spero che la storia continui a piacerti!

 

LilySparrow: Grazie Lily per il sostegno spero che questo capitolo ti piaccia.. tu fammi sapere!

 

DJKela: ciao carissima! Ma figurati se le tue impressioni mi disturbano, anzi, non sai quanto mi fanno piacere! Si io cerco di inserire le espressioni del film dove mi riesce o dove credo ci stiano bene, e quando certe mi rimangono solo sulla punta della lingua non sai che nervoso! Indubbiamente Charles è  imparentato con James Norrigton.. anche se lo scopriremo nel prox questo è concentrato su Tia Dalma-Evelyne-Jack- bussola e di questo devo proprio ringraziarti, mia musa ispiratrice! Vedrai in questo capitolo il tuo “Barbino”- non ingelosirti ti giuro che non ce lo chiamerò più- quante ne combinerà… fammi sapere che te n’è parso!^^

 

Sarah James: ciao Sarah! Sì per l’inserimento di Tia Dalma mi sono rifatta proprio al film quando dicevano che è stata lei a dargliela, in baratto.. il problema ora sarà vedere cosa vuole in cambio! Ti ringrazio per i complimenti, spero che anche questo chap ti piaccia, fammi sapere!^^

 

Martozza: ciao! Grazie mille per i complimenti, me commossa! Naturalmente spero che la storia continui a piacerti, un bacio!

 

MellyVegeta: ciao!!! Oddio, grazie per i tuoi complimenti… non preoccuparti anche Evelyne –proprio da questo chap- inizierà a provare qualcosa di serio per lui e lo vedremo in maniera tangente perché sarà letteralmente rosa dalla gelosia! Spero che ti piaccia!^^

 

Sisya: Ciao, ma non devi affatto scusarti, anzi grazie per aver recensito! Sono contenta che i capitoli ti siano piaciuti e ti ringrazio moltissimo per la bella recensione.. mi raccomando fammi sapere che te n’è parso di questo capitolo!^^

 

Isobel: ciao! Mi scuso se l’aggiornamento è arrivato un po’ in ritardo.. grazie, non è stato facile, anzi una bella faticaccia ma leggere che qualcuno apprezza il tuo lavoro è una sensazione magnifica!grazie ancora!

 

Black_Kisses: ciao.. ci credi che non so proprio da dove iniziare? Non so tirare fuori le parole giuste per ringraziarti e so già che mi verrà solo il solito semplice GRAZIE. Quando si scrive una storia si fanno molte scelte non solo riguardo lo stile ma anche la trama.. a volte sono anche difficili perché magari sai già che il tuo stile non è proprio molto “schematico” ad esempio il mio è un po’ prolisso, molto narrativo e la trama è un po’ intrecciata quindi quando pubblichi hai il timore che a nessuno piaccia il tuo scritto.. e invece quando ti accorgi che c’è chi lo apprezza è davvero un’emozione bellissima. Scrivere è qualcosa di stupendo… all’inizio lo si fa per se stessi poi però i commenti degli altri ti stimolano a migliorare, a dare il meglio di te stessa per non deludere chi ti ha seguito fin qui. Quindi spero davvero che il capitolo ti piaccia, vorrei meritarmi i tuoi complimenti fino in fondo quindi ti giuro che farò del mio meglio! Grazie davvero!

 

Eleuthera: ciaoo! Mi sa che io e te condividiamo proprio una bella passione per questa lingua, vero?? Ma no, non devi scusarti per l’assenza, anzi, torno di nuovo a ringraziarti per la recensione e per il tuo appoggio, spero di meritarmelo anche per questo capitolo!^^

 

Jhonny Jack: ciao.. Grazie mille per i complimenti io davvero non so cosa dire! spero soltanto di non deluderti e che questo capitolo di piaccia! Un bacio^^

 

Chantal: caspita cinque capitoli tutti d’un fiato.. me onorata! Grazie mille per i tuoi complimenti.. ebbene sì anch’io sono un’inguaribile romantica ma stai tranquilla non è mia intenzione affrettare le cose tra Jack ed Evelyne rischierei di snaturare tutto, lui che è un pirata e lei che non ha ancora la serenità per amare appieno una persona! Alla prossima!^^

 

 

 

Buona Lettura

Diomache.

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo VI

 

 

Lampi di Gelosia e Tentati Omicidi

 

 

 

 

 

“Terra..” sussurrò Gibbs togliendo l’occhio dal piccolo cannocchiale e mirando da sé, senza l’ausilio di quel mezzo artificiale, l’orizzonte che si delineava poco a poco. A breve avrebbero visto con precisione il tratto di costa, gli alberi e quindi il fiume che avrebbero dovuto risalire per arrivare da lei. Tia Dalma.

Non ricordava con piacere il loro ultimo incontro e per le budella di sua madre, era più che certo che nemmeno Jack avesse così voglia di rivederla.

L’uomo negò con il capo mentre faceva uno dei primissimi sorsi di rum della giornata.

“Gibbs!”

la voce autorevole di Barbossa gli fece quasi andare il rum di traverso. L’uomo si girò di scatto incontrando lo sguardo sarcastico del primo ufficiale. “Bella mattinata, eh..” la sua voce sembrava rilassata.. troppo forse.

“Eh si...” mugugnò l’altro offrendogli istintivamente la piccola borraccia di rum.

Il sorriso si spense sul volto di Barbossa. “Vogliamo stare a rimirare la serenità del mare di prima mattina o possiamo anche andare a buttare dal letto  il nostro capitano, eh?”

Gibbs rimase rimbrottato e quasi mortificato; senza dire nulla s’incamminò all’interno della Perla, velocemente. Barbossa lo guardò andare via poi con un ghigno che forse voleva essere un semplice sorriso prese la bottiglia lasciata dal pirata e ne fece un buon sorso.

 

-o-

 

 

“Jack!”

Quel piccolo grido fu accompagnato da un grosso colpo sulla porta lignea della cabina di Evelyne. Dall’interno della stanza non si sentì nulla di reattivo così Gibbs ripeté il nome e lo accompagnò questa volta con una decina di colpi in successione.

Evelyne, sebbene avesse il sonno davvero profondo quella mattina, si riscosse un po’ sentendo tutto quel casino. “Ma che diavolo ..” mugugnò prima di capire effettivamente cosa stava accadendo.

Gibbs continuava a bussare e i suoi rintocchi erano come tanti piccoli colpi direttamente in testa. Oh… Dio.. si alzò con il busto dal letto, osservando per un momento Jack beatamente addormentato, lì, accanto a lei.. sorrise pensando che alla fine ci stava quasi prendendo gusto a svegliarsi accanto a lui. Si stropicciò gli occhi mentre Gibbs continuava a rompere, si passò una mano tra i capelli e dopo aver coordinato due semplici mosse per scendere dal letto avanzò verso la porta sbadigliando rumorosamente.

Si accertò che fosse proprio Gibbs aprì piano la porta di legno, lasciando che l’uomo potesse osservarla da appena uno spiraglio.

Il signor Gibbs rimase un po’ stranito non appena incontrò gli occhi intensi della ragazza e il suo volto ancora un po’ assonnato che intravedeva appena in quella fenditura. “Oh ehm.- sorrise.- Buongiorno signorina Evelyne!“

Lei sorrise. “Buongiorno. Scusa se non ti apro ma non sono totalmente presentabile..”

L’uomo annuì anche se poco convinto e cercò di sbirciare all’interno ma lei richiuse ancora di più l’uscio accompagnando il gesto con un sorriso ironico. “Perché mi hai buttato giù dal letto? Ci sono novità?”

“Oh in realtà sì..- sembrava un po’ in imbarazzo.- abbiamo toccato terra ma a parte questo io cercavo Jack.”

Lei finse di essere sorpresa. “Jack? Qui ?”

“Qui”

Evelyne annuì, un pò pensierosa. “Mi dispiace Gibbs, Jack non ha accesso alla mia camera, così come non lo ha nessun altro.”

L’uomo non era per niente convinto anche perché aveva ben intuito, l’altro giorno, che tra i due c’era stato un piccolo fuoco, un avvicinamento, un “momento” ed era più che certo che fosse proprio lì dato che aveva praticamente messo sotto sopra la nave senza trovarlo e quindi, a meno che non avesse voluto dormire nella cabina di Barbossa, ( e ne dubitava), la stanza di Evelyne era l’unico posto dove fosse possibile rintracciarlo e dove non aveva ancora guardato. 

Gibbs stava per riprendere quando una terza voce si sentì dall’interno della stanza.

“Evelyne con chi diavolo parli..” la voce impastata di sonno del capitano Jack Sparrow si diffuse e riempì il silenzio che si era creato in precedenza tra Evelyne e Gibbs. La ragazza subito iniziò a tossire per cercare di coprire la presenza di Jack. “Oh accidenti, anche la tosse adesso..”

L’uomo esibì uno sguardo decisamente eloquente sotto il quale Evelyne arrossì proprio come arrossisce una ragazzina di quattordici anni non appena la mamma scopre il suo fidanzatino nell’armadio. “Se doveste per caso vedere Jack..- il tono dell’uomo era veramente ironico adesso.- per caso s’intende.”

“Ovviamente.” Ripeté lei, abbassando leggermente lo sguardo e rialzandolo poi verso di lui con un sorriso divertito.

“Potete gentilmente riferirgli che abbiamo toccato terra e che serve la sua presenza…”

Gibbs continuò a parlare ma Evelyne smise d’ascoltarlo. “Certo certo, se lo vedrò lo farò immediatamente.” Disse quindi frettolosamente troncando il discorso a metà e chiudendo la porta con uno scatto.

Si voltò verso Jack seduto beatamente sul suo letto con un sorriso compiaciuto.

“C’è poco da ridere.” Iniziò lei, un po’ impacciata. “per colpa tua..”

“Rilassati tesoro.” Lui si alzò e s’incamminò verso di lei con la sua solita spassosissima camminata. Lei inarcò un sopracciglio sorridendogli appena. “Così sei rimasto… tutta la notte intendo...”

Lui inarcò le spalle sbadigliando un po’ ma poi riprendendo a parlare quasi casualmente. “Così pare.”

La giovane iniziò a sentirsi un po’ in difficoltà, iniziò a giocherellare e tormentarsi le mani e a toccarsi i capelli. “ Oddio senti io.. io volevo ringraziarti credo… si insomma.. perché... ”

“Hai dormito bene?- l’interruppe lui andando sensualmente a prendere tra le dita uno dei suoi ricci che le scendevano morbidi sul decolté.- dopo che sono arrivato io, s’intende..”

Lei inclinò un po’ la testa di lato e i suoi occhi luccicarono mentre si perdeva in quelli abissali dell’uomo. “Sì.” Disse semplicemente con un tono di voce che, forse involontariamente.. o forse no, suonò davvero morbido e sensuale.

Lui le sorrise e fece arrotolare quel piccolo ricciolo fino a che non incontrò il collo della ragazza. La ciocca cessò di essere importante e la sua mano circondò questa volta il collo della donna,  provocandole forse senza saperlo una piccola serie di brividi lungo la schiena. Evelyne chiuse leggermente gli occhi e fece un piccolo respiro irregolare mentre si avvicinava chimicamente a lui che la spingeva dolcemente verso di sé facendo di leva sulla morbida pelle del suo collo.

“Sono contento..- Le labbra di Jack erano lì ad un passo dalle sue .. – signorina Smith.. voi vi ricordate sempre, vero, che voi ed io abbiamo ancora un argomentuccio in sospeso..”

Lei sorrise, lasciandosi stringere dal suo bel capitano. “Si mi sembra di sì, qualcosa del genere, credo..”

Jack le sfiorò delicatamente la bocca con la propria lasciando che quel momento passasse lentamente come era giusto che fosse perché quello sarebbe stato il loro  PRIMO VERO bacio…

Sì, ok, fino a quel momento avevano condiviso ben altro ma era come se tutto ciò non fosse mai accaduto; entrambi sapevano benissimo che la notte che avevano trascorso insieme era stata il frutto di un’attrazione, un’attrazione  che avevano sentito fortissima dal primo sguardo che si erano rivolti.

Invece adesso era diverso.

Adesso era emozione, sentimento. Evelyne sentiva il cuore esploderle nel petto, lì, ad un passo da lui e Jack aveva forse per la prima volta in vita sua, le mani sudate a contatto con una donna. Era qualcosa che era maturato piano piano, certo magari non ancora del tutto definito però… 

Evelyne decise di non indugiare più e fece questo benedetto passo verso di lui ma prima che le labbra del pirata sfiorassero di nuovo le sue un grosso colpo sulla porta fece sobbalzare entrambi.

“JACK!”

Gibbs, di nuovo.

Dannazione!

I due si fissarono un istante, increduli, poi Evelyne scoppiò a ridere mentre Sparrow con uno sguardo decisamente innervosito borbottava. “Credo che oggi Gibbs esplorerà tutti i vari significati di: pulire la nave da cima a fondo..”

Lei sorrise di nuovo anche se  non poté nascondere la delusione che lampeggiava bene nei suoi occhi turchesi. “Il discorso è solo interrotto tesoro..” sussurrò quindi Jack andando ad aprire la porta.

“Ci conto.” La voce morbida di lei lo fece fermare.

Jack si voltò verso la ragazza ma un nuovo. “JACK!” lo fece sobbalzare ancora e la bella aristocratica scoppiò a ridere per l’ennesima volta.

Innervosito, i pirata spalancò la porta proprio mentre Gibbs stava per professare un nuovo “JACK!” che però non uscì più e l’uomo rimase a bocca aperta senza alcun suono. “Oh.- disse in seguito.- buongiorno capitano.”

“Spero che tu abbia un motivo più che convincente per avermi interrotto, amico.”

“Siamo a terra, signore.”

Evelyne sentì i due allontanarsi e con un sorriso pensò che avrebbe dovuto muoversi anche lei altrimenti l’avrebbero lasciata sulla Perla. si stava sistemando con i vecchi abiti da pirata quando i suoi occhi videro uno strano oggetto appoggiato al cuscino, proprio accanto al suo viso, dove aveva risposato Jack Sparrow.

Incuriosita lo prese tra le dita e l’osservò, estasiata.

Un corallo.

Era un piccolo rametto di corallo rosso, bellissimo e grande quasi quanto il palmo della sua mano.. era un regalo..?  un regalo da parte di Jack?

Il suo bel volto s’inclinò in un sorriso riflettendo sul fatto che Jack non aveva voluto affrontare l’argomento quella mattina, né aveva lasciato che lei lo ringraziasse probabilmente perché non voleva che si sentisse in imbarazzo.

Incredula, osservò il piccolo gioiello pensando che Jack la conosceva davvero bene.

Che buffo. L’uomo che si professava essere suo padre non sapeva far altro se non testimoniare contro di lei davanti a giudici e a corti supreme, senza tentare nemmeno di capirla mentre Jack Sparrow, un temibile pirata che la conosceva da appena una settimana, aveva capito il suo carattere difficile nel giro di pochi giorni. 

Jack aveva compreso che non doveva essere stato facile per lei mostrarsi davanti a lui così debole e spaventata e non voleva che si sentisse in imbarazzo andando a rinvangare quegli episodi notturni.  Voleva evitare di ferirla laddove anche uno sguardo sarebbe bastato a farla sentire a disagio.

Evelyne sorrise di nuovo stringendo il piccolo gioiello a sé come qualcosa di prezioso, non solo per la rarità del corallo in sé, ma anche per la delicatezza e la comprensione che aveva dimostrato Jack nei suoi confronti.

“Scialuppa!- la voce di Gibbs la destò completamente dalle sue riflessioni.- fate calare la scialuppa!”  Finalmente si riscosse, mise a posto il corallo e si sbrigò quindi a vestirsi e sistemasi poi si fiondò fuori dalla sua cabina sperando che non fosse troppo tardi e che quei pirati non l’avessero già lasciata indietro.

 

-o-

 

Arrivò giusto in tempo. Era stata preparata una scialuppa che avrebbe raggiunto quella strana donna di cui parlava Jack e per essere al completo mancava un unico posto che avrebbe dovuto occupare, intuì, uno dei due pirati amiconi, dato che s’apprestavano a scendere per le corde.

Aiutata da Bill Evelyne scavalcò i due che le riservarono un’occhiataccia tutto fuorché amichevole e si calò nella seconda scialuppa accanto a Cotton.

“Andiamo!” ordinò Jack e s’apprestò subito a lanciarle un’occhiata compiaciuta. Si stava complimentando perché lei, in un modo o nell’altro, riusciva sempre a cavarsela o voleva scorgere nei suoi occhi il segno tangente che lei aveva scoperto il suo regalo?

Evelyne non seppe dirlo ma ricambiò lo sguardo, qualsiasi cosa volesse dire.

Quel piccolo giro d’occhiate non sfuggì affatto a Barbossa il quale sorrise tra sé come sorride un’abile stratega che finalmente ha trovato l’asso nella manica e il punto debole del suo nemico.

Intanto la piccola imbarcazione s’addentrava sempre di più nel fiume e gli occhi dei presenti si perdevano nell’osservare la fitta vegetazione che sembrava ricoprire ogni cosa e oscurava il sole sopra di loro, tanto che si era improvvisamente fatto tutto buio.

Specialmente gli occhi di lei s’inoltravano, curiosi, nei particolari di quel luogo che la affascinava e le incuteva allo stesso tempo un timore soffice e quasi impronunciabile. Il luogo era come pieno di fumo che si alzava dalla terra e dal fiume, come se fosse tantissima umidità che impregnava l’aria, tacita e silenziosa come del resto anche i suoi compagni di viaggio, tesi e concentrati verso l’orizzonte.

Istintivamente si avvicinò un po’ di più a Gibbs che sedeva alla sua sinistra e sussurrò al suo orecchio una domanda. “Perché siete tutti così tesi?- chiese- è tanto terribile questa Tia Dalma?”

Vide l’uomo sorridere misteriosamente rivolgendosi a lei “Tia Dalma preoccupa, sì. È molto potente.”

Lei incurvò le sopracciglia. “Che genere di potere?”

“Nessuno sa quale sia l’origine dei suoi poteri, tutti eccetto i pirati che un tempo… ah ma questa è un’altra storia. Il punto è che Tia Dalma può essere un’alleata pericolosa.” Calcò la voce sull’ultima parola con il preciso intento- raggiunto per altro.- di incuriosire la sua ascoltatrice.

“Perché pericolosa?”

Gibbs sorrise. “è una donna sottile e subdola a suo modo. Un tempo lei e Jack erano amiconi, grandi alleati.. finché..”

“Finché?” insistette lei mentre nei suoi occhi lampeggiava a lettere cubitali. *Female curiosity*

Lui assunse un’aria piuttosto maliziosa. “Tutto era filato liscio come l’olio finché un giorno lei chiese un pagamento davvero inaspettato.- Gibbs rise mentre si passava una mano sulla fronte per asciugarsi delle piccole gocce di sudore.- La mappa del tesoro di Navarro in cambio di una notte trascorsa con Jack Sparrow”

Evelyne sentì un cazzotto proprio sulla bocca dello stomaco. COSA? Il pirata lesse bene lo sconvolgimento sul volto di lei ma lasciò correre e lasciò che fosse proprio lei a parlare. “E lui..”

“Per quanto Jack sia sempre stato un tipo di bocca buona, poco incline a rifiutare le avances di una donna, in quella circostanza ricordo che fu parecchio esitante.- sospirò, ridendo.- Tuttavia alla fine accettò la proposta, “sacrificandosi” per il bene comune di tutta la ciurma.”

Lei sbuffò, contrariata. Oh insomma, Evelyne, credevi forse che Jack non avesse mai avuto un’altra donna? Eccome se ne ha avute.. però.. questi racconti a loro modo fanno sempre male. “E come mai .- riprese.- quest’episodio compromise la loro alleanza?”

“Tia Dalma gli propose di rimanere lì con lei, nella sua vecchia capanna sul fiume. Naturalmente Jack rifiutò .. che cosa c’è di peggio per un pirata che rimanere a terra? Questo la fece infuriare e per tre giorni ci rilegò tutti lì dentro, senza farci uscire.- Evelyne pendeva letteralmente dalle sue labbra.- poi improvvisamente cambiò idea. E cordialmente ci salutò.”

“Cordialmente?” ripeté lei, incredula.

“Quella cordialità puzzava di falsità come il mio alito di rum, signorina.- rispose Gibbs.- .. come se quella megera sapesse già che a distanza di un solo anno Jack avrebbe avuto di nuovo bisogno di lei.”

la ragazza annuì, pensierosa. “Pensi che rifiuterà il pagamento di Jack?”

“Penso che dopo la loro rottura non è più stato facile trovare un pagamento equo. E Jack lo sa.” Gli occhi di entrambi si fissarono sulla figura del capitano che a prua della piccola barca osservava serio il tragitto e le acque del fiume. 

Pochissimo dopo arrivarono finalmente nei pressi di una vecchia capanna di legno, quasi una palafitta perché si ergeva direttamente sull’acqua. Attraccarono e a turno scesero dalla nave, aggrappandosi alla scala di legno che finiva direttamente nell’acqua.

Jack si voltò verso Barbossa. “Guarda la barca.” E il primo ufficiale di seguito, voltandosi verso Gibbs “Guarda la barca.” Evelyne vide quel passaparola giungere fino a  lei e per evitare di esser rilegata lì in quel pezzo di legno ammuffito si voltò di scatto verso Cotton. “Guarda la barca!” disse sorridendo.

E il pappagallo di quest’ultimo gracchiò forte. “Guarda la barca!” volando via e lasciando il suo padrone solo e sconsolato sulla suddetta imbarcazione. Salirono le scale e ma prima di entrare Jack si voltò verso di loro.

“State tranquilli andrà tutto per il meglio. Lasciate parlare me e cercate di non fare… cose stupide…” detto questo varcò la soglia dell’abitazione della maga con un sorriso di circostanza da dieci e lode.

“Jack Sparrow..” sussurrò una strana creatura, piegata su un tavolino in cui stava lavorando a chissà quale intruglio. Era una donna di colore, non molto alta, vestita con abiti strani, una voce vibrante e sensuale, a suo modo, lo sguardo cupo, quasi abissale che si stagliava su un paio di occhi neri e le labbra nere anch’esse protette da un potente trucco scuro. “Ero sicura che il vento ti avrebbe portato da me un giorno o l’altro..”

La donna in questione si alzò si avvicinò a Jack ridendo sensualmente e mostrando una dentatura anch’essa molto scura. “Hai trovato l’anagramma quindi..” disse ad un passo dal viso del capitano. Questo deglutì leggermente voltandosi istintivamente verso la ciurma. “Esattamente. Ed immagino anche che tu sappia perché io sono qui.”

“Ovviamente.” Rispose lei facendo passare un dito sul volto di Jack.  Questo gesto non passò affatto inosservato ad Evelyne seppure fino a quel momento non avesse fatto altro che guardarsi intorno ed osservare il posto più strano che avesse mai visto.

Ma che diavolo faceva quella.. quella specie di donna????

“Non fateci caso, Miss.”  Evidentemente la sua gelosia non era stata affatto inosservata. La provocante voce di Barbossa la raggiunse all’orecchio sinistro. Lei arrossì e voltò il viso dalla parte opposta mentre lui continuava, dicendo. “Tia Dalma e Jack sono.. buoni amici.. da molti anni ormai..”

Lei deglutì a fatica. Oh insomma Evelyne.. dov’è il tuo ferreo autocontrollo?? Jack non è mica il tuo uomo! Anche se vorresti che lo sia.. 

Fredda..

Lucida..

Stringeva forte i vestiti da pirata sotto le dita e si mordeva le labbra mentre quella megera travestita da donna continuava sensualmente a parlare a Jack come in privato farebbe l’amante al suo uomo. Si avvicinò sul lato destro del pirata, sperando che la sua vicinanza avrebbe indotto Tia Dalma a darsi una controllatine. Jack si voltò verso di lei, un po’ in difficoltà. “Ti prego..- le sussurrò.- ti prego non fare cose stupide..”

E lei, elegante, superiore, impassibile.

Impassibile???

Ma se nemmeno la sua vicinanza bastava a distogliere quella specie di polipo fatto donna!!

Non potendo sopportare oltre e né soffocare il suo orgoglio aristocratico alzò improvvisamente la voce per sottolineare la sua presenza. “Siamo qui.- intervenne separando la donna da Jack.- perché ci occorre una certa bussola che a quanto pare voi siete in grado di fornirci.”

Il capitano si voltò verso di lei e sussurrò, scocciato “Tipo questo.”

La voce di Evelyne fece voltare la maga verso la ragazza, distogliendo la sua attenzione dal capitano della Perla.

Era stata un’intromissione arrogante, furiosa e così intrisa di gelosia che anche il pappagallo di Cotton fece quasi un risolino di scherno. Gli occhi neri di Tia Dalma osservarono la nuova arrivata e tutti trattennero il respiro temendo quasi il peggio, finché la maga non sorrise alla ragazza.

“Mi piaci..- disse la donna facendo piccoli passi verso la giovane che in risposta retrocedette lentamente.- mi piace la tua rabbia, il tuo orgoglio e la tua passione..” la donna inarcò la testa, quasi intenerita. “e mi piacciono le tue tenebre, Evelyne Smith”

Lei, incredula, si voltò verso Jack, completamente spaesata. “Conosci il mio nome?”

Jack bussò alla spalla della maga, distogliendola da Evelyne. “Ci sarebbe poi quella questioncina della bussola.” Tia Dalma cambiò subito aspetto, il suo sorriso si spense e lasciò da parte il suo discorso con la ragazza poi, dando loro le spalle, avanzò fino ad arrivare al suo tavolo e loro la seguirono a ruota, mentre lei parlava dicendo: “La bussola.. – si girò di scatto.- ma tu sai che io esigo un pagamento.”

Jack alzò entrambi gli indici in aria. “Che te ne pare?” estrasse da una sacca marrone un vaso con interrata una pianta. Tutti raggelarono e Tia Dalma gli rivolse uno sguardo interrogativo. “Una pianta?”

“Speciale.” Continuò Jack avvicinando il dito al fiore rosso della piantina; questo non appena sentì l’odore della carne umana vicino si sporse con uno scatto verso la mano del pirata e l’avrebbe di certo azzannata se Jack non l’avesse ritirata con pari velocità. “Graziosa, eh?”

Tia Dalma l’osservò poi rise, inclinando la testa di lato. I presenti si scambiarono uno sguardo incerto poi iniziarono a ridere anche loro, sollevati.

Finché Tia Dalma, di botto, non smise di ridere.

Rabbrividendo smisero tutti.

“E tu credi.- iniziò, arrabbiata.- che una bussola del genere valga una comunissima pianta carnivora?” Jack perse il sorriso; stava per borbottare qualcosa quando Barbossa in persona si fece avanti. Con uno scatto prese la vita di Evelyne trascinandola in avanti e puntandole una pistola alla tempia.

“E un bel sacrificio umano potrebbe andare?” propose. “hai appena detto che il temperamento della ragazza ti piace, che ne diresti se ti donassimo direttamente la sua anima?”

“Ehi .. no...” Evelyne cercò subito di dimenarsi da quello scherzo di cattivo gusto sotto lo sguardo interessato della maga. Capendo che l’aria cominciava a farsi pesante si mise in mezzo Jack prendendo la ragazza tra le sue braccia e sottraendola dalle grinfie di Barbossa, dicendo.

“Mi dispiace ma la ragazza non è sacrificabile..- sentì Evelyne sospirare di sollievo, tra le sue braccia.- ma ho avuto una grande idea: dimmi quello che vuoi. Ci impegneremo a soddisfare ogni tua possibile richiesta. Non umana.- sorrise, incerto.- Per favore.”

La maga sorrise e si sedette, soddisfatta. “Se insisti.” Iniziò mentre Barbossa roteava gli occhi vedendo sfumare così l’occasione di liberarsi di quella fastidiosissima pulce inglese.

“C’è qualcosa che voglio, qualcosa che renderebbe il tuo un pagamento equo. Un baratto che ti garantirebbe  la bussola.- tutti ascoltavano attenti.- è il diamante di Idra.”

“Il diamante di Idra?” ripeté Jack sedendosi accanto alla donna.

“Il diamante della felicità.- gli occhi neri della donna si fissarono su Evelyne.-  ha poteri straordinari per chi lo possiede. Può far scomparire ogni dolore, ogni ricordo, ogni tormentoso rimorso..”

La ragazza deglutì, a fatica, sentendo il quel momento il suo magone farsi vivo all’altezza dello stomaco.

“E come lo troviamo?” domandò Barbossa appoggiando i palmi della mano sul tavolo.

“Proseguendo il fiume troverete una grande grotta. Lì è custodito il diamante che voglio”

“Che stiamo aspettando allora?- esclamò Jack.- orsù gente alla barca.” Tutti s’avviarono all’uscita. “Fermi” la voce bassa di Tia Dalma li gelò all’uscita.

“Oh mannaggia.” Borbottò Jack stringendo i lati della bocca.

“Andrai solo con due dei tuoi uomini.- ordinò la donna.- gli altri resteranno con me, a garanzia.” Lui si girò verso la donna cercando di replicare ma lei fu più veloce. “Portati la ragazza.- continuò.-  ti sarà utile.”

“E Barbossa.”

Lei roteò gli occhi, contrariata… “E Barbossa.” Acconsentì.

“Hai tempo fino al tramonto.- precisò la donna, prima di lasciarlo andare.- un minuto più tardi e potrai dire addio alla bussola. Chiaro?”

“Qui non si scappa alla chiarezza.” Mormorò Jack con un sorriso tirato. E detto ciò  corse fuori dall’abitazione seguito a ruota da Evelyne e da Barbossa.

 

-o-

 

“Magnifico.” Borbottò Evelyne mentre remava pesantemente in quel fiume pieno di fango e melma. Soffiava di fatica mentre compiva quel dovere con uno sforzo evidente ma totalmente indifferente agli altri due. “Non.. potevi.- riprese la donna.- non potevi prendere qualcosa di più importante per Tia Dalma, no? Guarda in che casino ci hai messo..”

Le sue proteste caddero nel vuoto.

“Fate andare le braccia, Miss.- la rimproverò Barbossa mentre con Jack osservava una loro strana mappa che illustrava il territorio circostante.- piuttosto che esercitare la lingua.”

Lei smise di remare. “Ma per chi mi avete preso??- urlò- io…- Barbossa roteò gli occhi prese la pistola e gliela puntò alla fronte. –… remo.” Concluse lanciando uno sguardo di fuoco a Jack che in risposta fiondò di nuovo i suoi occhi sulla cartina geografica, concentrato.

Per fortuna di Evelyne e di tutti quanti (ancora due bracciate e avrebbe dato in escandescenza e non ci sarebbero state pistole a frenare la sua furia) il fiume si concluse lì a breve confluendo in un piccolo laghetto melmoso.

La vegetazione si faceva sempre più fitta, più ombrosa, più buia ma trovarono comunque un paletto di legno a cui legare la barca.

Non erano nemmeno scesi quando sentirono un forte gracchiare che fece loro raggelare il sangue.

“Tia Dalma non li ha menzionati ma ci sono- Sorrise Jack alzando lo sguardo verso le altissime cime degli alberi.- tenete gli occhi aperti.”

Evelyne si avvicinò a lui osservando nella sua stessa direzione. “Che cosa sono?”

Lui l’osservò contemplando i suoi occhi lucidi d’emozione. “I guardiani. Il diamante non è incustodito” prese un pugnale che teneva nascosto nella fibbia del gilet

“ Potrà servirti.” Jack s’incamminò davanti e lei lo seguì mentre la fila era chiusa da Barbossa.

Non avevano fatto che pochi passi quando la voce del primo ufficiale le giunse alle orecchie. “Spero che sappiate usarlo, Miss.- sentiva bene lo scherno nella sua voce.- non vorrei che incidentalmente potreste rimanere uccisa.”

Nonostante un brivido le corresse lungo la schiena, Evelyne si voltò fermandosi per un attimo. “Lo terrò a mente. Vi consiglio di fare altrettanto.- sorrise diabolicamente.- queste missioni sono molto pericolose.”

Barbossa contraccambiò il sorriso con un ghigno di sfida.

Ma con chi credeva d’aver a che fare, quel subdolo pirata?? Ormai aveva capito che intenzioni aveva Barbossa nei suoi confronti e poteva star certo che non si sarebbe lasciata uccidere tanto facilmente. Né per sé, né per Jack. Almeno, non prima d’avergli confidato le vere intenzioni del suo primo ufficiale.

Camminarono ancora poi Jack si fermò improvvisamente facendo quasi tamponare gli altri due. Il capitano si voltò verso Evelyne. “Questa quercia mi sembra di averla già vista.” Lei alzò le spalle.. non era affatto abituata a tali escursioni e se fosse stata sola si sarebbe persa subito.

Ma non volle darlo a vedere e borbottò un “Fantastico” strafottente.

“Che ne dite, capitano.- propose Barbossa con un filo d’ironia.- se seguiamo la bussola? basta andare a nord. O non ci avete pensato?”

“Ci ho pensato.- rispose Jack, piccato. Tirò fuori il suo piccolo aggeggio mostrandolo all’altro pirata.- siamo isolati.” Con immenso stupore Evelyne vide che l’ago della bussola di Jack andava in ogni direzione girando di continuo, come impazzito. “Oh mio Dio.”

“Beh e adesso che intendete fare, Capitano?” continuò Barbossa incrociando le braccia.

“Sto riflettendo.” Rispose l’altro.

“Vi consiglio di riflettere in fretta. Altrimenti si farà notte ancora prima che..”

“Si ma se continui a parlare non mi faciliti la riflessione, comprendi?”

Evelyne si allontanò di qualche passo, tanto per non sentirli litigare. Si abbassò sulle ginocchia, sospirando e cercando di riposare un po’. Alzò gli occhi, stanca, e fu in quell’istante che sentì su di sé l’inquietante sensazione di sentirsi osservata. Strinse forte gli occhi e attraverso il cespuglio ebbe quasi l’impressione che quelle due cose nere che vedeva non fossero due bacche come le altre.

Deglutì. “Jack.” Sussurrò.

“Vi vedo nervoso, non starete già perdendo le staffe, spero!- Barbossa intanto era più carico di prima.-  Un capitano deve essere in grado di affrontare qualsiasi tipo di difficoltà e situazione!”

“Ehi io sono in grado!”

“Ebbene, dimostratelo!- continuò.- toglieteci da questa situazione nella quale per altro ci avete messo voi stesso !”

Evelyne cominciò a retrocedere e quelle due strane pupille ad avanzare minacciosamente verso di lei. “Jack..” continuò a chiamarlo, alzandosi in piedi senza distogliere lo sguardo da quello strano essere. Non appena si fu alzata in piedi anche l’altro fece lo stesso e si rivelò per quello che era ovvero una specie di Indios della zona armato fino ai denti e mezzo nudo.

“JACK!” urlò questa volta con tutto il fiato che aveva.

Barbossa e il capitano si voltarono in contemporanea. “Che c’è?”  gli occhi neri di Sparrow osservarono l’intruso, quindi Evelyne.

“Tu devi proprio stare sempre al centro dell’attenzione, eh?” mugugnò divertito Jack, con un mezzo sorriso.

La ragazza fece un balzo all’indietro andando ad incastrarsi tra Jack e Barbossa.

L’Indios sguainò la spada, urlando e lo stesso fece Barbossa. Peccato che poi quel gesto fu ripetuto da altre decine di persone. Davanti a loro si rivelarono in pochi secondi  quasi una ventina di Indios.

“Ma se ti sentivi sola potevi anche dirlo.” Continuò Jack con il volto fattosi improvvisamente serio.

“E adesso cosa si fa?” chiese lei, spaventata.

“Quello che fa sempre un pirata, dolcezza.”

“Combatte?”

“Scappa!” urlò Jack rinfoderando la spada e correndo via, aprendosi un varco tra la vegetazione. “Aaahr, ben detto!” gli urlò dietro Barbossa scattando come lui. Evelyne rimase per un istante immobile poi reagì anche lei, correndo via tra la vegetazione, inseguita a ruota da decine di uomini nudi.

Corsero come dannati attraverso alberi, cespugli, sterpi d’ogni tipo finché Jack, in testa, non esclamò vedendo un improvviso ostacolo davanti a sé. “Destra!” Barbossa vide bene l’ostacolo ma decise che non avrebbe affatto avvisato Evelyne. Rise e lo scavalcò senza problemi.

Evelyne no.

La ragazza vi corse sopra e l’energia che mise nella corsa la portò a rovinarvi dentro senza speranza.

Sabbie mobili.

Se ne accorse non appena sentì il destro e poi il sinistro affondare nel fango senza uscita. Immediatamente fu immersa fino alla cintola, senza neanche che se ne accorgesse. In compenso gli Indios la evitarono.

“Jack!” urlò Evelyne guardandosi intorno, ancora un po’ incredula. “Jack!!” continuò grattandosi leggermente la guancia. “Sono nei guaiiii!” Tze macché. Chissà dove diavolo era arrivato quello nel frattempo.  Cercò qualche appiglio per aggrapparsi ma non ve ne erano.. sentì il terrore iniziare a passarle nelle vene e la sua agitazione si percepì benissimo perché cominciò ad affondare con più velocità. Ricordava bene gli insegnamenti di suo padre e quel giorno quando uno dei soldati era finito nelle sabbie mobili. Il trucco era rimanere calmi e fermi.

Bene, lei in quel frangente era tutto tranne che calma e ferma.

“Milady.” La voce di Barbossa la fece raggelare invece che tranquillizzarla. Alzò lo sguardo e lo vide alto, sopra di lei. “Barbossa.- sorrise.- siete tornato indietro.. mi avete sentito?”

Lui inclinò la testa di lato, ridendo. “In un certo senso sì. – con sua incredulità l’uomo appoggiò lo stivale sulla sua spalla.- vi vedo un po’ .. diciamo a terra..” e ridendo  iniziò a spingerla verso il basso. 

“No..” sussurrò lei, con gli occhi sbarrati. “no, fermo che fate..”

“Mi rincresce Milady ma devo uccidervi.. voi rischiate di mandare a monte un piano che studiamo da mesi..”

“Siete un traditore!” urlicchiò lei sentendo la sabbia sotto il collo ormai e le braccia imprigionate in quell’infernale fanghiglia. “ Maledetto ammutinato…” Barbossa s’apprestò a darle il colpo di grazia ma un Indios che l’aveva seguito sin lì fece per attaccarlo con una spada e lui per rispondere dovette desistere dal suo intento d’ammazzare la giovane.   

La colluttazione durò poco, Barbossa sconfisse facilmente l’aggressore spingendolo con Evelyne nella pozza della morte, quindi s’allontanò ridendo. “Adios, Miss!”

La ragazza osservò il suo nuovo compagno di morte e fece un piccolo sorriso al suo indirizzo, senza sapere in realtà che cosa dire. Lui però, molto più agile di lei, s’apprestò subito ad uscirne e si tirò fuori con due o tre mosse. “Ehi” lo richiamò lei. “Aiutami!” L’uomo ovviamente non poteva capirla, anche se certi messaggi superano la barriera linguistica.

Dopo un’oretta di urli nelle due rispettive lingue l’Indios si decise a tirarla fuori e la povera Evelyne toccò finalmente terra, fradicia di sabbia e di terrore. “Oh Dio, grazie..” si alzò in piedi, tremando un po’ e l’uomo le porse la mano con il palmo voltato verso l’alto.

“Un attimo, un attimo” mugugnò lei vuotando le tasche e donando all’uomo tutto ciò che possedeva. Mentre l’uomo- tutto contento- se ne andava Evelyne inciampò sul  fucile che Barbossa aveva perso nella colluttazione e lo raccolse. “Ecco, questo lo prendo io..” lo mise in spalla e riprese a correre, senza sapere bene in realtà se si stava dirigendo verso il punto giusto..

Socchiuse gli occhi e corse forte, tanto, finché non sentì qualcuno prenderla per un braccio e trascinarla a lato. “No...” Ma una mano passatale amabilmente sopra la bocca la costrinse a tacere. Lei non si mosse più riconoscendo quella stretta familiare. Si voltò verso il suo aggressore e si ritrovò a qualche centimetro dal volto di Jack. Non poté fare a meno di sorridere, incantata.

Lui osservò i suoi abiti infangati. “Nuotatina nel lago?”

Lei stava per replicare quando scorse, subito dietro Jack, Barbossa. Gli lanciò uno sguardo a dir poco inviperito ma le circostanze l’obbligarono a fare silenzio.

“Siamo arrivati alla grotta.- Jack le indicò con il capo l’entrata buia ed oscura alla grotta.- con il nostro diamantino sbrilluccicoso.”

“Nostro.- borbottò Evelyne inginocchiata vicino a Jack.- è di quella megera di una strega.”

Jack sorrise incontrando il suo sguardo accigliato. “Quando intendevo non fare cose stupide, intendevo proprio di non fare stupide cose.”

Lei arrossì e distolse lo sguardo.

“Anche se il mio grande intuito sulla natura femminile mi dice che sei stata presa da un ferocissimo attacco di gelosia.”

“Ma no, quale gelosia…- abbozzò lei.- solo  che.. stavamo perdendo un sacco di tempo…- lui continuava a sorriderle, per nulla convinto e lei parallelamente, s’innervosiva.- come adesso per esempio. Che cosa stiamo aspettando?”

Jack inarcò un sopracciglio. “Frettolosa di vedere il diamante o di troncare la conversazione?”

Evelyne arrossì ancora. “Il diamante, ovviamente.- disse quindi.- sono o non sono una viziata ragazza aristocratica?” lui rise e s’alzò dal suo nascondiglio, quatto quatto, imitato sia  da Evelyne che da Barbossa.

“Miss restate qui, voi.-  disse quest’ultimo.- ci guarderete le spalle.”

Lei fece per protestare ma Jack fu più pronto di lei. “Lei viene con noi.- disse.- Tia Dalma ha detto che ci risulterà utile, ricordi?” e dettò ciò avanzò in avanti dopo aver lanciato un piccolo sguardo d’intesa alla giovane che, di tutta risposta, gli tenne subito dietro.

Evelyne aveva una paura matta…  non si era mai spinta in un’avventura tanto pericolosa.. nella sua vita infiocchettata il massimo pericolo fino ai 18 anni era stato quello di rompersi un’unghia. Poi l’incantesimo era finito e con esso l’incanto della vita sempre tranquilla e serena che sognava da bambina.

E adesso, di nuovo il pericolo.

Ma questa volta non lo affrontava da sola.

In qualche modo c’era anche Jack Sparrow con lei.

E si sentiva molto meglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

To be continued..

Diomache.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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