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Autore: Isabriel    13/12/2012    2 recensioni
Fan Fiction sul XIII Apostolo un po' "sopra le righe" scritta da due fans nel tentativo di colmare il vuoto che questa serie ha lasciato con la sua "fine".
E' stata scritta immaginando perchè Claudia abbia chiesto alla sua segretaria di annullare tutti gli
appuntamenti della settimana
Insomma,nessuno di voi moriva dalla voglia di chiedere a Claudia PERCHE'?!
La storia,dopo i primi tre capitoli si evolverà in un modo completamente diverso,buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci di nuovo, siamo giunti alla fine di questo viaggio. Sono passati ormai quasi 9 mesi da quando abbiamo pubblicato il primo capitolo di questa storia. Volevamo ringraziarvi tutti dal primo all'ultimo, grazie per averci seguito, grazie per averci letto e grazie per aver passato tutto questo tempo con noi. Siete veramente tantissimi!!! Un bacione va a tutti quelli che hanno tenuto viva questa storia e ci hanno fatto conoscere persone stupende.
Tranquilli, questo non è un messaggio d'addio!!! In effetti detto così lo può sembrare! Continueremo a farvi compagnia e chissà perchè no, magari potrà esserci, in futuro, un'altra FF!
Un bacione e speriamo che questo capitolo vi piaccia...sarà a dir poco sconvolgente, per cui sedetevi e cercate di non svenire!!!
V&V






Il cuore di Gabriel non batteva più.
Isaia osservava il suo corpo senza vita giacere sul pavimento di marmo freddo.
I due preti più giovani osservavano la scena in solenne silenzio scambiandosi sguardi interrogativi … nessuno dei due sapeva cosa fare.
Pochi istanti dopo Alonso rientrò nella stanza, posò una mano sulla spalla di Isaia che, con una lacrima che gli riga il volto, si voltò e chiese all’amico se avesse chiamato un’ ambulanza.
Alonso fa cenno di si con la testa, diede un ultimo sguardo al corpo di Gabriel, si voltò e a passi lunghi si recò fuori dalla villa per aspettare l’arrivo dei destinatari della chiamata fatta pochi minuti prima.

Isaia è ancora chino sul corpo di Gabriel, quando sente parecchi passi che dal corridoio principale stanno arrivando nella stanza: sono troppo lenti e silenziosi per essere quelli dei dottori che corrono per salvare la vita ad un uomo … si  voltò così verso la porta per capire di chi si trattasse.

Possibile che tutta quella storia non fosse ancora finita? Possibile che ci fosse ancora qualcuno pronto a fare del male? Forse si trattava di Esther che era tornata indietro con dei nuovi aiutanti per ucciderli tutti … poco importava, per Isaia era tutto finito: avevano ucciso il suo migliore amico e Serventi era stato sconfitto, cosa potevano volere ancora? La sua vita ormai non valeva più nulla. Se anche l’avessero ucciso, non gliene sarebbe importato più di tanto.
Fu proprio in quel momento che, mentre cercava di riordinare i suoi pensieri , nella stanza entrò Alonso seguito da cinque uomini in nero che si divisero dirigendosi alcuni verso il corpo di Serventi e altri verso quello di Gabriel.
Non capiva, chi erano quegli strani soggetti in nero? Non aveva chiamato un’ ambulanza Alonso? E perché Alonso non proferiva parola? Magari l’avevano minacciato … o forse ancora peggio era d’accordo con loro. Possibile che in tutto quel tempo fosse riuscito a nascondergli una cosa così grande?
Che anche lui fosse un cattivo? Isaia non capiva.
Fu allora che uno dei cinque uomini gli disse: “Mi scusi padre, deve allontanarsi, dobbiamo prendere il corpo!”
Isaia allora si decise a parlare: “E’ troppo voler avere delle spiegazioni? chi siete voi e cosa volete?”
Nessuno dei cinque uomini in nero, sembrava però intenzionato a dare delle spiegazioni, non sembrava nemmeno che avessero ascoltato una sola parola di quello che aveva detto.
Fu così che Alonso, appoggiato allo stipite della porta, si decise a parlare
 “Isaia, non ti devi preoccupare, lasciali fare, sulla via del ritorno vi spiegherò tutto. Ora fai quello che ti hanno detto, esci dalla villa insieme a Damiano e Stefano, Sali in macchina e aspettami. Io vi raggiungerò a breve”
Pochi  minuti dopo Isaia vide Alonso uscire dalla villa.
Una volta salito in macchina Alonso vide che tutti lo stavano guardando nel silenzio più assoluto aspettandosi  delle risposte che, non tardarono ad arrivare.
Durante il viaggio di ritorno verso la congregazione, Alonso spiegò ai tre il segreto che nascondeva da ormai tanti anni.
Alonso non era altro che il capo della polizia segreta del Vaticano: la Dicasteria Fidei.
 Il lavoro in congregazione era in parte una copertura.  Il compito principale della congregazione era quello di indagare sui fatti attraverso vecchi manoscritti, di solito poi, non erano i membri ad occuparsi direttamente di andare ad indagare sul luogo del fatto, ma la Dicasteria Fidei.
Solo per Gabriel avevano fatto un eccezione, avevano capito quanto potenziale ci fosse in lui: era quindi stato prescelto per diventare prima membro della Dicasteria e alla morte di Alonso, il futuro capo.
Solo che lui tutto questo non lo sapeva e non lo avrebbe mai saputo. Era stato messo alla prova, era solo questione di tempo e  a breve ne sarebbe stato informato e insieme a lui anche Isaia sarebbe entrato a farne parte.
Essere a capo o far parte della Dicasteria Fidei, non richiedeva l’obbligo di essere preti (e questa sarebbe stata una gran bella notizia per Gabriel, aveva subito pensato Isaia … ma tutto questo ormai aveva poca importanza: Gabriel non c’era più).
Stando alle parole di Alonso, nessuno avrebbe proferito parola su questa faccenda, non sarebbe uscita nessuna notizia sui giornali. Nemmeno all’interno della congregazione si sarebbe venuta a sapere la verità. Avrebbero detto che Gabriel era partito di nuovo per uno dei suoi studi in qualche luogo remoto e nessuno sapeva se mai sarebbe tornato.
Un eroe che si era sacrificato per un mondo di cui nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza.

***

Intanto alla ex clinica del Dottor Gaslini, Claudia aspettava impaziente notizie su Gabriel.
Le era stato detto di non alzarsi dal letto e non l’aveva fatto, non aveva ancora fumato nemmeno una sigaretta … erano tutte piccole cose che le costavano un enorme fatica, ma stava cercando di non sgarrare perché pensava che forse questa volta qualcuno le sarebbe venuto in aiuto, avrebbe apprezzato i suoi sforzi e l’avrebbe premiata.
Non credeva in Dio, ma Gabriel si. Lo stava facendo per lui, forse Dio si sarebbe accorto dei suoi sforzi, forse avrebbe avuto pietà di lei e l’avrebbe perdonata risparmiando la vita di Gabriel.
Che colpa aveva se si era innamorata di un prete?
Lo aveva saputo fin dal primo momento in cui lo aveva visto, aveva subito pensato “Oh eccoti, ti stavo aspettando da una vita!” e da lì era iniziato tutto, aveva capito che non lo avrebbe mai lasciato fuggire via da lei, anche nel momento in cui aveva scoperto che era un prete.
Alla fine si era presa una pausa, aveva detto di non volerlo più nella sua vita, perché la sua vicinanza, sapendo che l’amore non era contraccambiato, la feriva soltanto … tuttavia in quel periodo di lontananza, aveva capito che non le importava, che era disposta a soffrire, ma non avrebbe mai lasciato Gabriel, l’amore della sua vita.
Si stava chiedendo in silenzio se Dio la sentiva, se poteva sentire tutte le sue certezze che pian piano si stavano sgretolando.
Fu in quel momento che sentì  la maniglia della porta abbassarsi, accantonò i suoi pensieri e aspettò impaziente che qualcuno entrasse nella stanza e che con un sorriso le dicesse che era tutto a posto.
Clara entrò nella stanzetta portando con se una piccola cartellina che conteneva i risultati delle analisi.
Si avvicinò al letto di Claudia, nessuna emozione traspariva sul suo volto e Claudia non riusciva a capire cosa significasse tutto ciò.
Fino a quando Clara disse: “Claudia sei incinta. Sono due gemelli.”
E Claudia non ci vide più, la vista si annebbiò e fiumi di lacrime cominciarono a bagnarle le guance.

***


L’auto che trasportava Isaia, Alonso e i due giovani preti era rientrata in congregazione.
Una volta scesi dall’auto,i due giovani si dileguarono e rimasero solo Isaia ed Alonso.
Isaia: “Cosa ne sarà ora del corpo di Gabriel?”
Alonso: “Lo stanno portando in clinica, là dichiareranno i motivi del decesso e poi ci penserà sua madre,alla sepoltura e a tutto il resto …”
Isaia: “Non avrà nemmeno un funerale in chiesa?” chiese piuttosto stizzito.
Alonso: “Vedi Isaia, non è facile … avrà un funerale ma sarà celebrato lontano dagli occhi di tutti. Sono dispiaciuto anche io per quello che è successo, non se lo meritava … ma è così che devono andare le cose.”
Isaia: “E per quanto riguarda il corpo di Serventi?”
Alonso: “Riceverà lo stesso trattamento di Gabriel …”
Isaia: “Com’è possibile tutto questo? Quell’uomo non se lo merita! Dovrebbe essere gettato in una fossa comune … un funerale non servirà a riscattarlo dai suoi peccati!”
Alonso : “La procedura è questa … Isaia da fastidio anche a me questa cosa, vorrei poter urlare al mondo quello che è successo! Ma non ricopro un ruolo facile da gestire … a volte è frustrante, ma queste sono le regole ed io devo obbedire. Siamo pur sempre dei preti e da preti, sappiamo che un funerale è dovuto a tutti … di fronte agli occhi di Dio siamo tutti uguali.”
E così Alonso diede una pacca sulla spalla ad Isaia e si allontanò.
E così era davvero finito tutto?

***

Clara aveva passato del tempo nella stanza di Claudia, le aveva asciugato le lacrime sussurrandole che presto avrebbero avuto notizie di Gabriel e che tutto sarebbe andato per il meglio.
Gabriel era un uomo forte e di certo avrebbe saputo prendersi le sue responsabilità.
Dopo averle asciugato le lacrime, con la speranza di averla rincuorata almeno un po’,Clara lasciò la stanza di Claudia dicendole che avrebbe fatto bene a riposare, sarebbe tornata non appena avrebbe avuto notizie di suo figlio.
***

Clara si diresse verso il suo studio e trovò degli uomini in nero ad aspettarla.
Le avevano riportato Gabriel.
Le avevano riportato il corpo di suo figlio senza vita.
Si mise a piangere, ma non voleva farsi vedere debole, ordinò quindi agli uomini di lasciare suo figlio in obitorio e di andarsene.
Da quel momento in poi avrebbe pensato a tutto lei.
Una volta rimasta sola con il corpo di Gabriel , poté finalmente prendersi dei minuti per riflettere.
Lei sapeva già tutto, era il destino di suo figlio che stava per essere portato a termine.
Gabriel non era morto era solo in attesa.
Ma questo non lo avrebbe saputo nessuno. Nessuno eccetto una persona, quella persona che stava cercando di prendere sonno senza però riuscirci.
Era tutto pronto, dopo anni passati ad immaginare quel momento finalmente poteva viverlo.
Uscì da quella stanzetta grigia, passò un attimo nel suo ufficio per guardarsi allo specchio e con calma si diresse verso la camera di Claudia.
***

Clara: “Claudia? Claudia ti devo parlare, svegliati!”
Claudia si risvegliò da quel sonno agitato e osservò il volto sorridente di Clara che la guardava.
Clara: “Claudia, Gabriel è vivo!”
Claudia guardava sorpresa Clara e per la seconda volta nel giro di poche ore si ritrova a piangere.
Da quando era diventata così emotiva? Ah già, la gravidanza … non era mai stata così felice.
Claudia: “Dov’è? Voglio vederlo subito!”
Clara: “Mi dispiace Claudia, ma ora proprio non è possibile … lo rivedrai presto però!”
Claudia guardò Clara allibita, che cosa le stava nascondendo?
La donna sembrò capire le perplessità di Claudia, così decise di spiegarle tutto.
Clara: “Vedi Claudia, Serventi è ancora in circolazione ed è molto pericoloso … non possiamo permettere che vi trovi, non ora che tu sei incinta. Abbiamo deciso che tu e Gabriel passerete i mesi della gravidanza a Villa Antinori, sposteremo tutto quello che sarà necessario lì e non ve ne andrete fino a che l’ordine non sarà ristabilito. In quella casa sarete al sicuro”
Claudia: “Quindi Gabriel non è riuscito a sconfiggere Serventi? Non è ancora finito questo incubo? Quando potremo vivere in pace alla luce del sole?”
Clara: “Tesoro, non ti devi preoccupare, Serventi non è più una minaccia come prima … semplicemente pensiamo che sia più sicuro per tutti se tu e Gabriel passiate i prossimi mesi lontano da tutti. Pensaci, è una buona cosa no? Avrete finalmente tutto il tempo che vorrete per stare insieme, in più Gabriel potrà finalmente sistemare la questione del Sacerdozio …”
Claudia: “Gabriel sa che diventerà padre?”
Clara: “No, non ho voluto dirglielo … è una sorpresa! Glielo dirai tu non appena vi vedrete!”
Claudia: “E quando ci vedremo?”
Clara: “Domani, domani potrai vedere Gabriel, sarai portata a villa Antinori e finalmente potrete incontrarvi!”
Clara accarezzò la fronte di Claudia sorridendole e le disse “Ora è tardi, ti lascio dormire … domani sarà una giornata lunga!” e così Clara salutò Claudia, spense la luce della stanza e uscì, chiudendo dietro di se la porta.

***
Clara quella notte non dormì, era impegnata a sistemare tutto alla perfezione a villa Antinori.
Entrò in uno stanzino di cui solo lei era a conoscenza e vide il corpo del figlio sotto sedativi disteso su un letto.
SI avvicinò a lui, posò le mani sul suo petto e gli diede un bacio sulla fronte.
Rimase a guardarlo per qualche istante, poi uscì dalla stanza chiudendola a chiave.
Si sedette su una poltrona del salotto e attese pazientemente.
Dopo qualche ora sentì dei passi arrivare dal corridoio e poi delle mani posarsi sulle sue spalle.
Era Gabriel.
Gabriel: “Mamma …”
Clara: “Ciao Gabriel, ti stavo aspettando!”
Gabriel: “Cosa è successo?”
Clara: “hai combattuto contro Serventi … ma lui purtroppo è scappato, tu sei caduto in coma e stavo aspettando che ti risvegliassi.”
Gabriel: “Perché sono qui?”
Clara: “Questo posto è sicuro, nessuno può entrarvi, nemmeno Serventi. Domani arriverà anche Claudia e finalmente potrete parlarvi.”

***  

Finalmente la notte era passata e il giorno tanto atteso da Claudia era arrivato.
Clara entrò nella stanzetta e la trovò già pronta con il borsone sistemato sul letto.
Clara: “sei già pronta? allora possiamo andare …”
Clara prese il borsone di Claudia e insieme uscirono dalla clinica.
***

Claudia entrò di corsa a villa Antinori, non vedeva l’ora di poter tornare dal suo Gabriel, di abbracciarlo, di baciarlo e di dirgli di essere incinta.
Corse per il corridoio e si diresse verso il salone.
Era sicura che avrebbe trovato Gabriel lì ad aspettarla.
E così fu.
Gabriel era in piedi davanti al caminetto e la guardava sorridente.
Aprì le braccia e Claudia appena vide quel gesto, si lanciò fra di esse.
Clara se n’era già andata dalla villa, sapeva che i due avevano bisogno di parlare. Sarebbe tornata più tardi per sistemare le ultime faccende.
Gabriel era così felice di riavere Claudia, non avrebbe potuto chiedere di meglio, dopo la chiacchierata notturna con sua madre, sapeva che ora più niente e nessuno li avrebbe divisi.
Claudia fece sedere Gabriel sul divano, gli prese le mani tra le sue e disse: “Gabriel devo parlarti!”
Lui la guardò un po’ scosso … possibile che ci fosse ancora qualcosa che non andava?
Tutti i dubbi però si dissolsero quando Claudia lo guardo fisso negli occhi e si aprì in una risata.
Gabriel: “Allora? Cosa c’è che ti fa così tanto ridere? Devo preoccuparmi?”
Claudia smise di ridere e guardò Gabriel seria.
Claudia: “Gabriel … sono incinta!”
Gabriel rimase in silenzio per qualche secondo.
Aveva detto davvero di essere incinta?
Claudia guardava Gabriel allarmata, non riusciva a decifrare la sua espressione, fino a quando Gabriel non si decise a parlare.
Gabriel: “Claudia ma è fantastico! Diventerò padre, avremo un figlio!” e con le lacrime agli occhi, le posò un bacio sulle labbra.
Proprio mentre stava cercando di approfondire il contatto, Claudia lo allontanò e sorridendo gli disse: “Si futuro papà, ma non sarà solo un figlio … ma due!”
Gabriel non poteva credere a quelle parole, rimase a bocca aperta, era troppo felice e di sicuro gli sarebbe servito del tempo per gestire la notizia.
***
I primi mesi di gravidanza non furono facili da affrontare, Claudia aveva spesso le nausee ma con l’aiuto di Gabriel riuscì a cavarsela senza troppi problemi.
Una volta giunta all’ottavo mese, la madre di Gabriel decise di trasferirsi da loro per aiutarli e per essere pronta nel caso in cui a Claudia si fossero rotte le acque prima del dovuto.
Infatti, pochi giorni prima della data fissata per il parto, a Claudia si ruppero le acque.
Non potevano andare in ospedale, Clara glielo aveva espressamente impedito.
Chiamarono quindi un dottore dalla clinica e una volta sistemata una stanza Claudia fu pronta per partorire.
Clara invitò Gabriel ad aspettare fuori , probabilmente ci sarebbe voluto un po’ e Gabriel era troppo in ansia … così decise di allontanarsi da quella stanza: non poteva stare vicino a Claudia e sentire le sue urla di certo non lo tranquillizzavano.
Durante il parto però ci furono delle complicazioni.
Complicazioni già calcolate da Clara.
Sarebbero esistite due versioni  del parto: quella reale che si sarebbe tenuta segreta e quella da raccontare a Gabriel e Claudia.

In accordo col dottore, gli consegnò un gemellino con l’ordine di portarlo al sicuro in clinica mentre Claudia e l’altro fratellino sarebbero rimasti alla Villa, trasportati sotto sedativo nella stessa stanza in cui era chiuso il corpo di Gabriel.
Clara compì lo stesso gesto che aveva fatto qualche mese prima con Gabriel, uscì dalla stanza e si diresse a cercare suo figlio.
Lo trovò chiuso in una stanza intento a leggere nervosamente un libro.
Gabriel alzò la testa e vide sua madre che lo fissava.
Gabriel: “Allora come è andata? Stanno tutti bene, posso vederli?”
Clara: “Si Gabriel, Claudia e il piccolino stanno bene … vieni con me, ora puoi vederli”
Gabriel: “Come il piccolino?!”
Clara: “Vedi Gabriel … durante il parto ci sono state delle complicazioni, ed è sopravvissuto solo un bambino. Non ti devi preoccupare, lui è forte e sta bene …”
Per Claudia e Gabriel quello fu un duro colpo, ma si fecero forza e non si fecero abbattere.
Erano diventati genitori e avrebbero cresciuto loro figlio con tanto amore.
***
Passarono i primi giorni, poi settimane e al primo mese di vita del bambino, si accorsero che forse c’era qualcosa che non andava.
Il bambino non era cresciuto, sembrava sempre un bambino di pochi giorni di vita.
In più Clara era da un po’ che non tornava a fargli visita.
Gabriel decise quindi che era ora di porre fine a quel patto stipulato con sua madre.
C’era qualcosa che non andava e doveva uscire da quella casa per scoprirlo … peccato però che erano come intrappolati, non riuscivano ad oltrepassare le mura di quella villa.
Gabriel urlò. Possibile che sua madre fosse di nuovo riuscita a prenderlo in giro?
Si diede dello stupido da solo … era stato così cieco.
Accecato dall’idea di poter vivere con Claudia e di crearsi una famiglia con lei, non si era accorto del tranello che gli aveva giocato sua madre.
Le aveva superate tutte Gabriel, in cuor suo sapeva che era solo questione di tempo e presto sarebbe riuscito a capire che cosa gli era successo.
Sarebbe uscito da quella prigione e avrebbe chiarito una volta per tutte con la madre.

***
Clara si stava prendendo cura del suo nipotino ormai da quasi due anni.
Aveva abbandonato Roma, non era più un posto sicuro: vedendola con un bambino, molti avrebbero iniziato a porsi delle domande, soprattutto Isaia che afflitto dalla morte di Gabriel, passava spesso in clinica a trovarla.
Aveva quindi lasciato la clinica nelle mani di un altro medico, rifugiandosi in una cittadina del nord Italia.
Clara aveva lasciato il suo nipotino a casa con la babysitter, aveva alcune commissioni da sbrigare in città.
Una volta rientrata a casa disse: “Scusa per il ritardo Sara, ma sono stata a fare spesa e ho incontrato un amica che si è fermata a raccontarmi nei dettagli ogni momento della sua vita …”
Aspettò qualche istante ma non le arrivò alcuna risposta.
Clara: “Sara?”
Clara poggiò la spesa sul tavolo e si diresse verso la stanza del bambino.
Aprì la porta e vide il corpo della giovane ragazza giacere a terra senza vita mentre sulla sedia a dondolo il bimbo si dondolava allegramente.
Clara si avvicinò a lui, gli fece una carezza e disse sorridendo: “ Ora cosa dovrò fare con te?”


FINE


"Le tempeste possono incutere terrore, annebbiare il giudizio e disseminare il panico. Eppure Dio ha promesso, a coloro che lo cercheranno attraverso la preghiera, la via della salvezza. L’unico modo per sopravvivere alla tempesta sarà in ginocchio."
Paul Chappel, Pastore.



   
 
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