Anime & Manga > Cyborg 009
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Autore: telesette    14/12/2012    1 recensioni
Malgrado le preoccupazioni degli altri, 001 riuscì a mettere da parte il misto di emozioni contrastanti che lo legavano all’uomo che stavano cercando. Gamo era suo padre: ogni volta che Ivan pensava a tutte le azioni ignobili da lui commesse, c’era sempre una parte di lui che non riusciva a dimenticare quel particolare; anche se il suo cervello superava enormemente le facoltà di un adulto, le sue emozioni erano pur sempre quelle di un bambino di pochi mesi; la ragione lo portava chiaramente a vedere il dottor Gamo per ciò che era ( un uomo geniale e subdolo, talmente cinico da non avere alcuna traccia di sentimenti in sé ), mentre l'istinto invece lo percepiva ancora come un padre nonostante tutto...
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ivan Whisky, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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001 non riusciva a crederci.
Per anni aveva immaginato come sarebbe stato per lui vivere questo momento, pur sapendo che non sarebbe stato un incontro felice.
Il dottor Gamo, suo padre, era lì davanti a lui.
Costui comparve nell'atrio senza fretta, le braccia incrociate dietro la schiena e l'espressione sicura di sé, e il fatto che i Cyborg fossero riusciti a trovarlo non sembrava fargli né caldo né freddo.
Una goccia di sudore freddo prese a colare lungo la tempia di 001, il quale stava tremando vistosamente, tuttavia questi si sforzò di rimanere lucido per il bene dei suoi compagni prigionieri. In quel momento, Gilmore e gli altri potevano contare soltanto su di lui. Non poteva perdere tempo: doveva disattivare il generatore e permettere loro di catturare il folle scienziato; doveva farlo assolutamente, doveva...
Ma l'emozione era troppo forte.
L'ultimo ricordo che ancora conservava di quell'uomo, oltre al fatto che questi avesse ucciso sua madre senza alcuna pietà con una chiave inglese, era il suo abbraccio.
L'abbraccio di un assassino.
L'abbraccio di un uomo ossessionato dalla scienza e completamente privo di morale.
E ciononostante quell'individuo era suo padre...

- Ivan - esclamò il dottor Gamo, sorridendo da sotto i baffi. - Come stai, figliolo?
- Dottor Gamo - esclamò Gilmore incredulo. - Non credevo che ci saremmo reincontrati e, per il bene di tutti, avrei preferito farlo in circostanze più felici... Come hai fatto a salvarti ?!?

Un lampo di soddisfazione passò attraverso gli occhi di Gamo, il quale ricambiò l'espressione stupefatta di Gilmore con un sorriso malevolo. I due scienziati si guardarono per un istante, avvertendo chiaramente la grande differenza di pensiero che tuttora sussisteva tra loro, e alla fine Gamo decise di soddisfare la curiosità del collega.

- Il mondo non può fare a meno di me e delle mie creature - disse. - Avevo preparato tutto fin nei minimi dettagli, grazie soprattutto a quel povero folle di Killardos; e quando voialtri avete sferrato l'attacco alla loro base, i tre gemelli tibetani hanno pensato di non avere più bisogno del sottoscritto... Non è stato difficile allontanarmi prima dell'esplosione!
- Dannato - imprecò 002. - Saresti dovuto bruciare all'inferno, per quello che hai fatto!

Gamo sogghignò.

- Perché non provi a "giustiziarmi" tu, allora?
- Con vero piacere - rispose Jet, estraendo rapido la pistola a raggi dalla fondina.
- No, fermati !!!

Malgrado il disperato avvertimento di Gilmore, non appena 002 premette il grilletto, il fascio di energia dell'arma reagì con il campo elettromagnetico della gabbia, e si scaricò lungo il braccio del cyborg dai lunghi capelli rossi mandandoglielo completamente in corto circuito.
002 si accasciò in ginocchio, il braccio ormai completamente fuori uso, e gemette per il dolore disumano. Gamo scoppiò a ridere crudelmente.

- Che razza di sciocco - mormorò. - I vostri laser reagiscono incontrollabilmente, se a contatto con le oscillazioni elettromagnetiche, di conseguenza è come se ti fossi colpito da solo!
- Ma... Maledetto...
- Insultami pure quanto ti pare - tagliò corto Gamo, senza mostrare alcun segno di irritazione. - Servirà forse ad alleviare la vostra situazione, dato che rimarrete lì dentro per tutto il resto delle vostre miserabili esistenze!
- 001, presto - ruggì 002, rivolgendosi al piccolo compagno. - Disattiva il generatore, che aspetti ?!?
- No, lui non farà niente - esclamò Gamo convinto. - Non potrebbe mai fare qualcosa a mio danno, perché io sono suo padre!
- 001, non ascoltarlo - gemette 009.
- 001, ti prego - fece eco 003.
- 001 !!!

Nonostante le accorate suppliche di tutti i suoi compagni, Ivan rimase immobile, sospeso a mezz'aria grazie alla telecinesi.
Gamo aveva ragione.
Lui non poteva mettere in pericolo la vita di suo padre.
Togliendo il campo di forza, i suoi compagni gli si sarebbero certamente scagliati addosso.
Sapeva ciò che era giusto, così come sapeva perfettamente che sorta di uomo spregevole fosse costui, tuttavia era come combattuto tra il suo senso di giustizia e i suoi sentimenti umani...

- 001, che cosa ti prende ?!?
- Mi dispiace - fece il piccolo. - Mi dispiace, credetemi, è più forte di me... Lo so che sto sbagliando, e che dovrei aiutarvi a fermarlo, ma non posso... Lui è mio padre, capite? Mio padre!

Gilmore socchiuse gli occhi e si strinse nelle spalle.

- Come temevo, purtroppo - esclamò. - Per Ivan è impossibile mettere da parte i suoi sentimenti; del resto Gamo è pur sempre ciò che resta della sua famiglia, non possiamo fargliene una colpa...
- Ma cosa sta dicendo, professore? - scattò Jet con rabbia. - 001, come puoi dire una cosa del genere? Come puoi considerarlo ancora tuo padre, dopo tutto quello che ti ha fatto ?!?
- Io... Io non...

Due sottili rivoli luccicanti presero a scorrere lungo il suo volto paffuto, da sotto i capelli che gli nascondevano gli occhi, tuttavia il povero Ivan non sapeva neanche come rispondere alle aspre parole del compagno.

- Traditore - gridò ancora 002. - Se non hai il coraggio di fare quello che è giusto, allora vuol dire che sei esattamente come lui...
- Basta Jet, smettila - intervenne Françoise, afferrandolo per un braccio.
- Vorresti difenderlo? - domandò l'altro, liberandosi con uno strattone. - Io non posso giustificare chi abbandona i propri amici, se non come il "degno figlio" di una spregevole carogna!
- Adesso basta - esclamò dunque 009, affrontando l'amico duramente. - Apri gli occhi, Jet: riesci anche solo ad immaginare quello che sta provando 001 in questo momento?

Prima che 002 potesse anche solo aprire bocca per replicare, 001 interruppe la sua levitazione e si accasciò gattoni sul pavimento.
Tale e tanto era il dolore del piccolo Ivan, che i suoi singhiozzi e le sincere lacrime di dolore giunsero a toccare anche il cuore dell'irascibile compagno Jet. 001 era senza dubbio il più dotato tra i Cyborg ma, aldilà delle sue incredibili capacità, era comunque un bambino. Tutti gli altri avevano avuto un'infanzia e una vita difficile, crescendo tra privazioni e crudeltà di vario genere, mentre per Ivan l'infanzia ERA tuttora la sua vita... e così sarebbe stato per sempre.
Un uomo cresciuto in mezzo a situazioni assai tristi, pur trascinandosi dietro gli spettri del suo passato, guarda a ciò che è in grado di costruire con le proprie mani.
Per Ivan invece, impossibilitato a crescere come ogni bambino normale, l'ombra del passato era tutto ciò che il suo cuore di bambino ancora si illudeva di poter vivere nel presente.
Dentro di sé Ivan sperava, desiderava ancora, di poter chiamare "padre" l'uomo che lo aveva preso in braccio la prima volta.
Una sensazione così intensa e particolare non può essere cancellata con la semplice logica o con la razionalità.
Sua madre era morta, quasi senza che Ivan potesse ricordare nulla di lei, mentre il suo vero padre era tuttora vivo e vegeto.
Suo padre.
La sua infanzia.
La sua famiglia.
La sua vita, insomma...
Un insieme di pensieri e di sensazioni troppo forte, perché Ivan potesse semplicemente ignorarlo.
Nel vederlo così, anche i Cyborg e Gilmore parteciparono in silenzio al suo dolore straziante.

- Gamo - fece Gilmore con un filo di voce. - Come hai potuto fare questo a tuo figlio?
- Proprio perché era mio figlio - rispose l'altro solenne. - Da una mente superiore come la mia, non poteva che nascere un altro grande genio destinato a compiere grandi imprese... Io non ho fatto altro che dare a Ivan un potere immenso, qualcosa che nessun essere umano potrà mai raggiungere nell'arco di tutta una vita, e verrò ricordato per questo!
- Non hai proprio neanche un briciolo di rimorso - insistette Gilmore, incapace di reprimere il suo disappunto. - Gli hai deliberatamente tolto la possibilità di avere una sua vita: l'amore, una famiglia, dei figli...
- Tsk - sputò Gamo con disprezzo. - Che razza di sciocchezze, un genio non ha bisogno di queste cose inutili e 001 è nato per essere un Dio tra gli uomini... Proprio così, una grande e potente divinità, interamente a me devota e riconoscente!
- Che intendi dire?
- E' semplice: il mio legame di sangue con Ivan è come una specie di "assicurazione" per me; lui non oserà mai ribellarsi a suo padre, per questo ho scelto di utilizzarlo nell'esperimento; e a differenza di tutti quei soggetti tendenti alla ribellione, come voialtri, lui mi ubbidirà e mi sarà per sempre fedele!
- Sei un bastardo!

002 non riusciva ad immaginare un essere più cinico e spregevole di costui.
Addirittura usare i legami di sangue, come parte di un matematico tornaconto personale...
Gamo era veramente un essere spregevole, un abominio, e non meritava certo di essere chiamato "padre" da nessuno.
Le lacrime di 001 caddero sorde sul pavimento.
Chiare e limpide gocce di un'anima lacerata.
Una volta compreso fino in fondo ciò che il suo cuore si era sempre ed ostinatamente rifiutato di accettare ( ovvero che il dottor Gamo lo aveva sempre e solo considerato come il frutto di un esperimento riuscito, e nient'altro ), non aveva più motivo di tormentarsi sulla vera identità di quell'uomo.
Tanto il dottor Gamo quanto i Cyborg rimasero a dir poco sbalorditi, nel momento in cui la gabbia elettromagnetica si dissolse.
001 aveva disattivato la centralina con il pensiero.
Gamo non riusciva a credere ai suoi occhi.
Tutto ciò andava contro ogni logica, Ivan non poteva aver fatto veramente questo, eppure stava accadendo realmente.

- I... Ivan - esclamò Gamo, con gli occhi sbarrati dal terrore e dall'incredulità. - Che... Che cosa stai facendo, figliolo? Sei impazzito ?!?
- Io non sono tuo figlio - rispose telepaticamente 001, sollevandosi di nuovo a mezz'aria. - Sono un Cyborg al servizio del Bene... e tu sei un uomo malvagio!

 

( continua )

   
 
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