Crossover
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Autore: Euphemia    16/12/2012    4 recensioni
Una classe, un viaggio, un’isola, il nulla.
Il Preside di una rinomata scuola organizza un viaggio per la 1-C; un’escursione di una settimana su un’isola paradisiaca. Gli studenti sono entusiasti e, insieme a quattro docenti, cominciano il loro viaggio. Appena arrivati, gli abitanti dell’isola, chiamata Shirobara, li accolgono calorosamente, con cibo e fiori. Insomma, una tranquilla e rilassante vacanza.
Ma a Kouichi Sakakibara, uno degli studenti, non tutto sembra quadrare chiaro:
Perché il Preside ha organizzato questo viaggio, senza alcun valido scopo?
Di certo, i poveri studenti, felici e allegri per questo fantastico viaggio, non sanno cosa gli attende.
La 1-C è in un grave pericolo...
Crossover tra:
-Another
-Mirai Nikki
-Durarara!!
-Blue Exorcist
-Magi The Labyrinth of Magic
-Pandora Hearts
-Death Note
-Puella Magi Madoka Magica
-Toradora!
Genere: Angst, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ciao, come ti chiami?
Ah... che bel nome. Cosa? Io?
Io non mi ricordo più...
Mi sento sola...
Vuoi stare con me?
Ehi... Dove stai andando?
Non andare via, non lasciarmi sola...
Per favore... Per favore... PER FAVORE...
Ti ho detto...
DI RESTARE QUI. PER SEMPRE.
Non urlare... Il dolore finirà.
MOLTO PRESTO."     


 
“Buongiorno capo, mi ha chiamato?”
Un giovane uomo dai capelli castani chiari entrò nella stanza buia, illuminata da una sola lampadina, facendo entrare uno spiraglio di luce. C’era puzza di fumo.
“Nishijima.” Disse l’uomo seduto su una sedia della stanza.
Ora che c’era più luce si poteva distinguere il suo volto: aveva degli occhi sul grigio-marrone, e dei capelli scuri. Sulla nuca una parte dei capelli era raccolta in un piccolo codino, e aveva sul mento una barba poco accennata, costituita da pochi peli del colore dei capelli, mentre gli zigomi e le occhiaie erano abbastanza accentuati. Era vestito con una giacca blu e dei pantaloni dello stesso colore, e portava anche una cravatta nera, mentre nella mano destra teneva un sigaro fumante. La corporatura era abbastanza robusta, e sembrava essere anche molto alto, sebbene fosse  seduto; dimostrava una quarantina d’anni.
“Sì, ti avevo chiamato.” Continuò lui tirando una boccata di fumo. Quindi si alzò e si diresse verso le finestre, osservando il paesaggio esterno dalle fessure della tapparella grigia.
“Chissà cosa diavolo ha in mente di fare...”
“C-Capo?” sussurrò confuso il castano.
“Scusa, Nishijima,” rispose l’uomo voltandosi verso di lui “volevo parlarti del caso che stiamo seguendo adesso...”
“Intende il caso ‘Johann V. Faust’?”
“Già... Ma sarebbe meglio chiamare quell’essere Mephisto Pheles... Dopotutto, è il suo vero nome.”
L’uomo ritornò a sedersi e sfogliò alcuni fascicoli sulla scrivania; sbuffò, e prese in mano uno dei fogli.
“Siediti qui, Nishijima.” Fece, indicandogli una sedia di fronte a lui, e il ragazzo seguì il suo ordine.
Dopo essersi seduto, vide che tra i vari fogli dei fascicoli vi erano foto e documenti riguardanti dei ragazzini, e tra queste ne notò uno in particolare.
“C-Capo, che ci fa tra i fascicoli la foto di mio cugino??!”
L’uomo guardò prima Nishijima, poi il foglio indicato da questo. Lo prese tra le mani, lasciando il foglio che stava leggendo in disparte, e guardò la foto e il nome.
“Yuuya Mochizuki... è tuo cugino?”
“Sì... Ha fatto qualcosa di male?” rispose preoccupato Nishijima, e l’uomo rise.
“Beh, da quello che dice il suo fascicolo non ha ancora fatto nulla di male, quindi ti consiglio di tenerlo sempre sulla strada della legalità!”
Il ragazzo sorrise imbarazzato, mentre l’uomo riprese il foglio che prima aveva poggiato.
“Risulta che tuo cugino, insieme a questi altri quarantuno ragazzi, frequenti l’istituto Watanabe, proprio quello amministrato dal signor Pheles...”
“C-Cosa??”
“Già... Per la loro classe, il Preside ha organizzato per il venti maggio un viaggio a Shirōbara, l’isola a est da qui. Non ci vedo nulla di male, però... Sento puzza di bruciato.”
Nishijima deglutì, e prese tra le mani diversi dei fascicoli riguardanti quei ragazzi, leggendo alcuni nomi e  guardando le foto: Mikado Ryūgamine, Renzou Shima, Madoka Kaname, Rio Kamichika, Yukiteru Amano, Yuno Gasai... Riguardò il fascicolo di suo cugino, e sentì una goccia di sudore scivolargli sulla fronte.
“Ricordi quell’agente che avevamo infiltrato nella classe 1-C?” disse l’uomo rompendo il silenzio.
“Sì, capo.” Rispose il castano ritornando alla realtà “Svolge la vita di un normale studente, ma in realtà è solo una copertura...”
“E sai che va nella stessa classe di tuo cugino?”
“C-Cosa?” fece stupito Nishijima “Allora questo significa che...”
“Bingo, Nishijima!” esclamò l’uomo ghignando “Ce l’abbiamo in pugno! Il nostro agente infiltrato ci darà molte informazioni... Ti abbiamo fregato, Mephisto Pheles!”
“Grande, capo!!”
“Avremo tutte le prove per incastrarlo...”
Improvvisamente l’uomo si alzò di scatto in piedi, e fissò il castano ghignando.
“Nishijima!”
“S-sì, capo?”
“Per la giustizia di questo mondo, io catturerò quell’uomo, e lo sbatterò in prigione! Oppure non sono il Detective Keigo Kurusu, capo della polizia segreta di Tokyo!”
Detto questo, si avviò verso la porta, accendendo un altro sigaro, ma subito si fermò sull’uscio.
“Ci servono dei rinforzi. Nishijima!”
“S-sì, capo...?”
“Chiama loro.”
L-loro??” sussultò il castano “C-capo, ne è sicuro??!”
Kurusu ghignò.
“Di’ loro che andranno su un’isola paradisiaca, Shirōbara... E intanto indagheranno sul caso Mephisto Pheles, tenendo d’occhio i ragazzi... Non voglio che corrano rischi.”
“Va bene, capo...”
“Non preoccuparti, Nishijima. Tuo cugino è al sicuro, con loro.”
L’uomo uscì, e Nishijima rimase solo nella stanza. Tirò fuori il suo portafogli di pelle, e l’aprì: dentro vi era una foto sbiadita e rovinata dal tempo. La prese e la guardò nostalgico; la foto rappresentava lui, quand’era più giovane, e Yuuya a sette anni, che sorrideva timidamente. Nishijima la strinse a sé: era così affezionato a quel cugino tanto timido, non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male, e l’avrebbe protetto ad ogni costo. Guardò il calendario; quel giorno era il diciassette maggio. Mancavano solo tre giorni alla partenza del cugino, così decise di andare a trovarlo quella sera stessa; dopotutto, aveva finito il suo turno di lavoro.

 
Sono nella mia stanza; sono stanca. Bugie, tante bugie... Adesso sono stesa sul letto, e gioco con il mio cellulare. Con i tasti, muovo il protagonista del videogame, facendolo saltare, schivare, attaccare. Perdo. Con uno scatto d’ira, spengo il cellulare, e lo butto accanto alla valigia ancora mezza vuota.
Perché non la finiscono?
“Rio, la cena è pronta!”
Rivolgo uno sguardo di odio alla porta della mia stanza: smettetela...
“Arrivo, mamma!” faccio, con la voce fintamente allegra, mentre il realtà la mia espressione è triste e arrabbiata.
Mi alzo dal letto sbuffando, apro la porta e scendo le scale, sforzandomi di fare un sorriso. Entro in cucina: mia madre e mio padre sono seduti lì, a tavola, e sorridono smaglianti, come se niente fosse.
Smettetela, questa messa in scena non mi piace più.
“Hai finito la valigia, tesoro?” mi chiede mio padre.
“Non ancora.”
“Devi sbrigarti, Rio!” interviene mia madre “Partirai solo tra tre giorni!”
“Lo so.”
“L’importante è che tu lo sappia, Rio.”
Entrambi continuano a sorridere; dannazione, mi hanno scocciato con quella falsità.
Comincio a mangiare, sebbene non abbia fame, ma subito mi alzo, e mi dirigo di corsa in camera mia.
“Rio, dove vai?”
“Grazie mamma, non ho fame...”
Non voglio vederli così, con quel falso sorriso sulle labbra, non sono più una bambina, odio vivere nella menzogna. Ho sempre odiato le bugie.
Mio padre tradisce mia madre, e lei lo sa. Mia madre ha perso il lavoro, ed è nella più completa rovina, e soffre per papà.
E nonostante questo, continuano a sorridere, come se niente fosse, come se fossero felici.
Codardi, hanno paura di affrontare la realta.
Codardi, hanno paura di mostrare la realtà alla loro figlia.
Codardi, hanno paura di capire che la loro figlia sa tutto.
Entro nella mia stanza, sbatto la porta e mi butto sul letto, affondando il viso nel cuscino.
Voglio urlare, voglio fuggire da questo mondo di menzogne, eppure non posso... Anch’io sono una codarda, ho paura di dire quello che penso in faccia a mamma e papà.
Improvvisamente squilla il cellulare, facendo partire la suoneria, l’opening del mio anime preferito. Mi alzo lentamente, e lo vado a prendere: numero sconosciuto. Guardo perplessa il display del telefono: chi può essere? Rispondo.
“Pronto?” faccio esitante.
“Pronto, Kamichika-san?” mi risponde una voce dolce e gentile.
“Chi parla?”
“Ehm, ciao, sono Gasai...”
Gasai, Gasai, Gasai... Faccio mente locale: è quella ragazza carina dai capelli lunghi rosa e dagli occhi dello stesso colore... è una studentessa modello, brava negli studi, e sembra essere interessata, se non ossessionata, da quel ragazzo che indossa sempre il cappello, Amano-kun...
Ora ricordo: qualche giorno prima mi aveva chiesto il numero di cellulare, e io gliel’avevo dato, mentre ci scambiavamo qualche parola sul compito di matematica.
“Oh, ciao Gasai-san...” faccio con voce debole.
“Scusa il disturbo, Kamichika-san, volevo chiederti se puoi venire da me domani. Sai, io ho ancora tutta la valigia da fare, e volevo che qualcuno mi aiutasse... Yukki, cioè, volevo dire, Amano-kun è occupato con la sua, così ho pensato di chiamare te, sempre se puoi...”
Guardo la mia valigia semivuota, poi l’armadio, e infine i vestiti sparsi disordinatamente per la stanza.
“Va bene.” Rispondo senza pensarci troppo.
“Davvero? Grazie Kamichika-san! Allora alle quattro puntuale, a domani!”
Gasai chiude il telefono, ed io riattacco.
Mai nessuno mi aveva invitato da qualche parte, né tantomeno a casa sua.
Per un attimo dimentico tutto, mentre una strana sensazione mi invade: un sentimento strano, un misto tra felicità ed esuberanza; ho voglia di saltare sul letto, ma mi trattengo.
Mi guardo attorno cautamente, poi tiro fuori da sotto il materasso del letto il mio adorato peluche a forma di coniglio.
“Ya-chan” dico.
Io sono sempre stata molto sola, e lui è l’unico amico che possiedo.
“Ya-chan...” continuo con un piccolo sorriso “Questa potrebbe essere la volta buona. Lei può davvero diventare mia amica.”

 
Era buio; sebbene fuori ci fosse ancora il sole, la stanza era in penombra. Un giovane uomo, seduto su una poltrona malandata, mangiava popcorn e guardava la televisione: aveva i capelli neri e spettinati, raccolti in una lunga treccia, mentre gli occhi erano di un rosso acceso. Era alto e muscoloso, oltre che bello, e indossava dei jeans e una maglietta nera.
Mentre continuava a cambiare canale annoiato, qualcuno bussò alla porta dell’appartamento. Quello fece finta di non sentire, ma una voce deridente lo costrinse ad alzarsi.
“Judal, è inutile che fai finta di non sentirmi. Aprimi!”
Judal sbuffò e si avviò verso la porta.
“Chi sei?” fece innervosito.
“Ma andiamo, non dirmi che non sai chi sono!”
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e, togliendo la catena, aprì all’altra persona; un giovane uomo dai capelli neri e dagli occhi nocciola gli sorrideva allegramente, e salutò Judal con la mano.
“Ciao Judal!”
“Ciao Izaya...” rispose scocciato quello, e rientrò nell’appartamento, seguito dall’altro ragazzo.
“Cosa sei venuto a fare?”
“Ohh, ma questa stanza è così buia! Fuori c’è il sole, non lo sai?”
“Ripeto: cosa sei venuto a fare?”
“Che stavi guardando in TV? Spero Beautiful, voglio vedere cosa succede nel settecentoquarant... ho perso il conto, ahahah!”
“Izaya!!!” sbottò Judal, spegnendo la televisone “Cosa diavolo sta succedendo?”
Il corvino ghignò, e si  voltò, dirigendosi verso la cucina.
“Ho delle importanti novità, socio.” Fece, aprendo il frigorifero. “Conosci il mistero di Shirōbara?”
“No.”
Izaya ghignò nuovamente, e prese una bottiglia di succo d’arancia.
“Non mi stupisce, nessuno conosce quella leggenda... Si dice che su quell’isola accadano strani fenomeni. Per esempio, la scomparsa di animali domestici, a volte addirittura persone... Gli abitanti dicono che questi fenomeni sono opera di una dea venerata, presente sull’isola...”
“Come lo sai?”
“Sono informazioni riservate, non le sa nemmeno la polizia. Ho i miei metodi per scoprire questo genere di cose... E soprattutto so che Pheles sta mandando un’intera classe lì...”
“Ma andiamo, Izaya, sono tutte stronzate utili alla gente per fare soldi!”
“Eppure questa leggenda è praticamente tenuta segreta... Probabilmente per non allontanare i turisti...”
“Non crederai mica a una cosa del genere?!”
“Noi andremo lì, e verificheremo se queste informazioni sono vere o false. Faremo soldi a palate, diffondendo la notizia ai giornali... Ovviamente però, prima dobbiamo visitarla!”
“Izaya, stai delirando, vero?”
“No, Judal... è una buona occasione per fare soldi... Useremo come cavie da laboratorio quei ragazzini.”
Izaya svitò il tappo della bottiglia, e ne bevve il contenuto, mentre Judal lo guardò perplesso e sconcertato.
“I... Izaya... Che stai dicendo...?”
“Lo sai, Judal,” fece lui guardandolo negli occhi “che io amo le persone... Ed è divertente vederle in tutti i loro stadi emotivi... Soprattutto nella paura.”
Judal lo guardò serio, mentre Izaya rideva sguaiatamente, sembrando quasi un pazzo. Dopo poco, anche il ragazzo dagli occhi rossi ghignò, e si voltò, dirigendosi verso il divano.
“Izaya Orihara.” Sussurrò “Sei la persona più folle che conosca. Accetto.”
Il corvino ripose la bottiglia ormai semivuota nel frigorifero e, dopo essere ritornato di fronte alla porta, schioccò le dita.
“Fai le valige. Partiamo il venti maggio.”
Quindi uscì fischiettando, sbattendo la porta dietro di sé.
 
 
Adesso era il tramonto; il sole stava scomparendo dietro i palazzi, mentre nel cielo rosato vi erano nuvole rossastre. Il ragazzo era diretto verso la casa del cugino, e pensava a possibili cose su cui parlare; videogames? No, Yuuya non ne era così tanto attratto. Libri? Certo, li leggeva, ma non era la cosa che più adorava. Improvvisamente un’idea gli balenò in mente: a Yuuya piaceva molto la pittura. Avrebbe potuto parlargli di mostre, di pittori, di quadri. Nishijima sorrise soddisfatto, mentre da lontano riuscì a vedere la casa del cugino. Parcheggiò la sua auto nelle vicinanze e, dopo essere uscito, percorse la piccola stradina che finiva all’uscio della casa di Yuuya. Bussò facendo il loro segno segreto: tre picchiettii sulla porta.
Pochi secondi dopo qualcuno aprì: era Yuuya, e sorrideva felice e anche un po’ sorpreso per quella improvvisa visita.
“Masumi!” esclamò allegramente, mentre il ragazzo sorrise.
“Ciao Yuuya! Sei da solo?”
“Sì, mamma e papà non ci sono oggi, sono a lavoro, ma... che ci fai qui?”
“Volevo venire a trovare il mio cuginetto minore, no?”
“E-Entra pure!”
Nishijima entrò togliendosi le scarpe, e seguì Yuuya nel piccolo e grazioso salotto.
“Come vanno gli studi, Yuuya?” fece il ragazzo sorridendo, mentre entrambi si sedevano al piccolo tavolino.
“Molto bene, grazie.” Rispose Yuuya. “Vuoi qualcosa? Ho gli onigiri se vuoi!”
“No, no, non devi preoccuparti!”
“A te invece come va il lavoro?”
“Beh, mi trovo molto bene in polizia, sai? Il mio capo è fantastico!”
“E con Minene?”
Nishijima arrossì vistosamente, e fece un timido sorriso imbarazzato, mentre con la mano destra si grattò il capo.
“Ehm... Diciamo che stiamo attraversando la fase in cui lei rifiuta di essere la mia ragazza! Ma non preoccuparti, il grande Masumi Nishijima ce la farà!”
Yuuya rise portandosi una mano alla bocca.
“Sei il solito, Masumi!”
“E la pittura come va? So che ti piace dipingere...” domandò pochi minuti dopo Nishijima.
“Ultimamente non sto dipingendo tantissimo...” rispose Yuuya, guardando il tavolino. “Però sono sempre molto appassionato!”
“Mi piacerebbe vedere i tuoi quadri! Chissà, da grande potresti diventare un famoso pittore di successo!”
“Ma dai, Masumi!”
“È vero!” disse il ragazzo alzandosi in piedi. “Dai, fammeli vedere!”
“Ma... Non sono niente di che...”
“Yuuya, non essere timido! Sono il tuo miglior cugino, no?”
Nishijima fece l’occhiolino, alzando il pollice insù, mentre il ragazzo sorrise timidamente.
I due si recarono nel seminterrato, in una piccola stanzetta, dove vi erano tantissime tele, dipinte e no, colori e pennelli. Nishijima rimase incantato davanti a tutti quei quadri, e Yuuya abbassò lo sguardo imbarazzato.
“Yuuya, sei... Sei davvero molto bravo!”
“G-Grazie, Masumi...”
“Dovresti partecipare a dei concorsi. Posso fare il tuo manager?”
Entrambi scoppiarono a ridere, e Nishijima dopo un po’ risalì le scale.
“Andiamo di sopra.” Fece sussurrando.
“S-Sì.”
Ritornarono nel salottino, e Nishijima voltò lo sguardo verso la finestra: il sole era ormai quasi calato del tutto, dando spazio alla luna e alle stelle. Deglutì: avrebbe voluto parlare di cose importanti, come quel viaggio, di cui era molto preoccupato. Si fermò davanti alla finestra, e guardò il suo riflesso: occhi stanchi, espressione triste. Se la sua faccia era davvero così, allora Yuuya doveva aver fatto finta di non accorgersene, per non rovinare quei bei momenti.
“Masumi...” fece dopo un po’ Yuuya “N-Non ho voluto dirtelo prima, però... Ti vedo un po’ stanco e triste... C’è qualcosa che non va?”
Nishijima abbassò lo sguardo e, pochi minuti dopo, si voltò sorridendo.
“No, Yuuya. Tutto a posto. Piuttosto... so che tra tre giorni partirai per un viaggio con la classe.”
“Sì, come lo sai?”
“Beh, sono un poliziotto, so tutto!”
“Giusto! Non vedo l’ora, Masumi, sono così emozionato!”
Ma improvvisamente Nishijima fece un sorriso amaro, e Yuuya se ne accorse.
“Masumi? Stai davvero bene?”
“Yuuya.” Fece l’altro, stringendo i pugni. “Per favore, stai attento.”
“Cosa?”
“Presta attenzione quando farai questo viaggio... Posso solo dirti che la polizia sospetta del Preside della tua scuola, per quanto riguarda molti casi irrisolti.”
“Davvero?”
“Sì... Ora come ora, non sappiamo nient’altro sul viaggio, e non abbiamo la facoltà e il diritto di annullarlo, per l’evenienza...”
“Q-Quindi può esserci qualcosa sotto?!”
“Sì, ma stai tranquilla, la polizia non ha ancora fiutato nulla, e per adesso non c’è nulla di sospetto. Però, io voglio avvertirti di stare attento, non voglio che tu corra rischi!”
“Va bene, grazie Masumi...”
Nella stanza regnò il silenzio, mentre entrambi tenevano lo sguardo basso, non avendo il coraggio di guardarsi negli occhi.
“Masumi,” fece dopo un po’ Yuuya “non devi essere così tanto preoccupato per me!”
Nishijima alzò lo sguardo e sorrise smagliante.
“È che sei come un fratellino minore!”
“Vedrai, non succederà nulla.” Lo interruppe Yuuya sicuro, e dopo pochi minuti ricominciò a parlare.
“Sai, ho sempre sognato di poter vedere e dipingere una cascata di notte. Deve essere davvero bello come paesaggio...”
“Va bene, Yuuya.”
“Eh?”
“Ti prometto che quando tornerai da questo viaggio, andremo insieme a vedere una cascata di notte... Conosco un posto perfetto! Vedrai, sarà molto divertente!”
Nishijima fece l’occhiolino e sorrise, e a Yuuya brillarono gli occhi.
“D-Davvero? Lo faresti?”
“Certo che sì! E poi, dopo che avrai dipinto, parteciperemo ad un concorso!”
“M-Ma no...”
“E invece sì! Hai talento, Yuuya. Non sprecarlo.”
Detto questo, entrambi risero, e il ragazzo si alzò, dirigendosi in cucina.
“Dove vai?” domandò Nishijima.
“In cucina.” rispose l’altro “Vorrei che ti fermasti qui a cena, visto che sono da solo...”
“Va bene, Yuuya.”
“Masumi...”
“Dimmi.”
“Grazie.”
Il ragazzo se ne andò, e Nishijima sospirò; sperava davvero che quel viaggio non si sarebbe rivelato pericoloso per il suo caro cugino.
 
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Angolo dell’autrice~

Salve a tutti, scusate per il ritardo, ma purtroppo in questi giorni i miei prof hanno deciso di tartassarmi psicologicamente facendo tutti i compiti in classe e interrogazioni in UNA settimana. -.-“
Questo capitolo è stato un po’ più lungo, spero vi sia piaciuto ^^
Comunque, devo chiarire anche qui un paio di cosette :33
Allora, cominciamo dalla parte in corsivo, quella dove c’è un personaggio che parla in prima persona.
Rio Kamichika è un personaggio che nel suo anime originale compare pochissimo, solamente in un paio di episodi. Io ho voluto riprenderla, poiché mi sembrava interessante come character, e ho voluto presentarla così, direttamente con i suoi pensieri.
Per quanto riguarda Yuno Gasai, anche qui è innamorata di Yukiteru (non posso non farlo, insomma... Non sarebbe da Yuno u.u)
Infine, vorrei chiarire il legame che hanno Nishijima e Yuuya.
Come avete capito, ho voluto farli cugini (non ho potuto resistere alla tentazione >w<), e tra loro c’è un legame affettivo molto stretto, che però non deve confondersi con amore... Infatti Nishijima è fidanzato con Minene, che ho voluto accennare, mentre Yuuya... Beh, è una sorpresa uwu
 
I personaggi comparsi (e anche solo accennati) nei vari pezzi dei capitoli sono:
Masumi Nishijima; Keigo Kurusu; Yuno Gasai; Yukiteru Amano (accennato); Minene Uryu (accennato) = Mirai Nikki
Rio Kamichika; Izaya Orihara = Durarara!!
Judal = Magi the Labyrinth of Magic
Madoka Kaname (accennato) = Puella Magi Madoka Magica
Renzou Shima (accennato) = Blue/Ao no Exorcist
 
Se avete domande o cose da dirmi, come al solito, recensite e contattatemi ^^ (le recensioni sono sempre molto gradite ewe)
Alla prossima ;)
Euphy <3
  
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