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Autore: ladyxaldin    04/07/2007    4 recensioni
Una vecchia conoscenza le comparve davanti,un angelo senz’ali dai lunghi capelli bianchi e gli occhi d’argento. Toma era il suo nome.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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IL CANTO DEGLI ANGELI

 

Dolore.

Disperazione.

Lacrime.

Candide lacrime scesero sul delicato volto dell’angelo.

Niente potrà essere come prima.

Nana questo era il suo nome.

La vita per lei non era altro che un sogno, ormai…intrappolata tra i ghiacci e i ricordi, non sapendo cosa fosse peggio:se la vita ormai perduta o il ricordo dell’inevitabile.

“ gli angeli non soffrono…noi non sentiamo dolore,lascia queste cose agli esseri inferiori!”,a queste parole rivide suo padre,dall’aria severa,ma allo stesso tempo molto umana…

Lei non sentiva dolore,almeno non quello fisico…non possedeva più un corpo di questo ne era cosciente. Il suo corpo era intrappolato tra i ghiacci,ma la sua anima era libera di vagare nel vuoto assoluto…il tempo,in quel luogo,non esisteva,forse non era mai esistito o forse il concetto di tempo per lei si era fermato. L’unica cosa che percepiva era il suo dolore,badate bene non dolore fisico,ma percettivo! Il ricordo di chi amava le attanagliava il cuore…era un angelo,eppure provava dolore,lo sentiva. Voleva piangere,ma aveva paura. Paura di chiudere gli occhi e di rivedere quella notte.

Sentì una stretta al cuore.

Strinse le mani, cominciò a tremare.

Inevitabilmente chiuse gli occhi,quando li riaprì un uomo con una tuta sgargiante,i capelli rossi tenuti a spazzola col gel e gli occhi verdi le faceva un bellissimo sorriso.

“Nana…”

Lei rimase muta a fissarlo.

“…non piangere…”disse con aria serena.

“Max…”

L’uomo in tuta,lentamente ed inesorabilmente, cominciò a perdere sangue dal ventre. La tuta si macchiò di sangue,il suo volto si distorse,in una smorfia di muto orrore,le tese una mano,ma la sua mano era irraggiungibile.

Per quanto ci provasse,Nana non poteva aiutarlo era bloccata da qualcosa,poteva solo invocare il suo nome. Max .

“…Nana..aiutami…”

“E’ colpa tua se sono morto,TUA!”

Poi quando l’incubo terminava,lei cantava…cantava gli inni degli angeli.

Però i ricordi,il dolore,la disperazione rimanevano.

Questa era la sua punizione.

Ogni giorno che passava era sempre lo stesso. Piangeva,urlava,si disperava,ma nessuno la poteva sentire…nessuno…

Poi improvvisamente,non sa quando,non sa come,una vecchia conoscenza le comparve davanti,un angelo senz’ali dai lunghi capelli bianchi e gli occhi d’argento. Però allo stesso modo non era un angelo come lei…il luogo in cui era imprigionata la confondeva,passato e presente molte volte si confondevano così come la realtà dai sogni.

Quell’essere rimase in silenzio per molti giorni,rimase fermo,sembrava non fosse reale,ma solo un'altra immagine dei suoi incubi…

Toma era il suo nome. Un angelo delle tenebre. Ritenuto un essere inferiore.

Ora ricordava…l’essere davanti a lei era un suo servo,ma prima di ogni altra cosa era un suo amico.

Rimase ferma ad osservarlo,sembrava diverso…cambiato…il ragazzo che aveva conosciuto non esisteva più,lo si vedeva dagli occhi…sembrava quasi che la compatisse. Tutto il suo mondo era sparito,la sua ragione di vita,gli affetti più cari li aveva persi in una notte. In pochi attimi la sua storia,le sue convinzioni,tutto ciò in cui credeva furono sparite in un attimo.

Toma le si avvicinò,la chiamò per nome…la chiamò col nome che più preferiva:Nana!

Scoprì di provare sentimenti contrastanti…fin da quando l’aveva conosciuta aveva riconosciuto in lei l’emblema della bellezza,della perfezione…nei suoi occhi vi aveva sempre potuto leggere la vita stessa,la gioia, la felicità,ma ora…la perfezione era sparita,la bellezza si era tramutata in degrado,la gioia in disperazione e la felicità in orrore,tutto per colpa sua…anche lui come gli altri l’aveva tradita. Provava rabbia,odio verso se stesso e verso gli altri.

Aveva un ultimo compito da assolvere come servo della famiglia di Nana,poi sarebbe tutto finito.

Ancora uno sforzo.

Le si avvicinò lentamente.

Era l’unico che poteva raggiungerla nel mondo in cui era piombata,o meglio nel mondo in cui l’avevano spedita,essendo l’unico angelo delle tenebre rimastale accanto.

La guardò intensamente,ma stavolta con aria distaccata,come se stesse pensando ad altro.

Lui le doveva la vita…per questo le era stato grato…avrebbe voluto avere la possibilità di ricambiare,ma il fato era stato crudele…e l’aveva spinto fin dove lui non avrebbe voluto spingersi…provava vergogna per se stesso.

Nana cominciò a piangere e a tremare…aveva freddo…paura…il timore che l’immagine di Toma potesse sparire da un momento all’altro.

Però si sbagliava,Toma non era solo un’immagine della sua mente,ma era reale,concreto. Lo capì solo quando sentì che l’angelo l’abbracciò.

Sentì il suo corpo,il suo profumo,sentì per la prima volta da chissà quanto tempo, un po’ di serenità.

“Ti hanno concesso la grazia…potrai,finalmente riposare”

Toma senza capire il perché sentì il bisogno di spiegarsi,scusarsi,ma non poteva. Il tempo concessogli era poco e comunque non esistevano parole o fatti che potessero scagionarlo o farsi perdonare da lei,il suo comportamento,le sue azioni erano state imperdonabili…quella notte non potrà mai dimenticarla.

“Nana”

le sussurrò all’orecchio:accetta,ciò che ti offro!

“se accetterai ,potrai dormire e fare sogni senza incubi…tutto quello che hai passato ti sembrerà soltanto un lontano ricordo…quasi non te ne ricorderai più…”

L’angelo senz’ali la strinse a se,adesso con più forza e vigore, quasi volesse imprimersi nella memoria la donna che tanto aveva ammirato e forse…anche amato…

“ti prego…raccontami tutto dall’inizio,così tutto avrà fine!”

 

*

 

“Michael…aspettami,non ce la faccio più!”

“RALLENTA!” disse la ragazzina dalle ali bianche come la neve,quasi rispecchiassero il suo essere come persona,mentre volava i lunghi capelli biondi si agitavano tanto da intrecciarsi e giocare tra loro. Il suo corpo era snello e delicato,con forme armoniose,senza per questo essere perfetto nel minimo particolare. Era bella proprio perché non era perfetta,come tanti angeli Celesti cercavano di fare,ad esaltare le sue forme era una veste semi-trasparente che le copriva tutto il corpo. Era composto da una stoffa leggerissima e candida,unita in vita da una cintura e legata ai polsi…il resto era lasciato libero!

“Michael…rallenta..Michi…”

“sorellina!”

Le si avvicinò con uno scatto che la fece sobbalzare!

“non hai più fiato neanche per dire il mio nome completo?”

Lui, si chiamava Michael figlio di Sachiel,un ragazzo allegro e gioioso, Nana l’aveva sempre rispettato e poi era suo fratello,perciò gli aveva sempre voluto bene,in più da pochi mesi era divenuto un arcangelo,proprio come il loro papà e questo l’aveva riempita d’orgoglio.

Anche se il ragazzo era sempre indaffarato e impegnato trovava,però,sempre un momento per giocare assieme a lei,proprio come stavano facendo in questo preciso momento.

“sei lenta!!!”

iniziò a prenderla in giro. ”proprio una tartaruga!!!”

I due ragazzi si trovavano ad Atlantia…un mondo costruito nei cieli della Terra,perché unico posto degno di ospitarli.

Non esistevano prati in cui i ragazzi potessero giocare,ma solo città,con alti palazzi,che dominavano il paesaggio e spesse mura di cinta,perché nessuno potesse scendere sulla Terra,chiamata molto spesso con il nome di Atlantia Inferiore.

Michael prese a driblare i palazzi che gli stavano davanti e si fermò soltanto quando arrivò alle mura della città. Intanto la sorella cercò di seguirlo con tutte le sue forze…lei non era una tartaruga!!!si ripeteva. Ricopiò le mosse del fratello,in cuor suo pensava di averle fatte con più eleganza di lui e di avergli così dimostrato di potersela cavare da sola,sia nella vita che nel volo.

“Nana sei diventata brava a volare…non sarai mica andata a prendere lezioni senza dirmi niente?”

Nana sentì i complimenti fatele dal fratello,però si accorse di avere un piccolo problemino…stava andando talmente veloce che…

“NANA BLOCCATI…FERMATIIIIIIIIIII!!!”le intimò. Ma Nana continuava a prendere velocità e sembrava non saper cambiare direzione…quel che era peggio si stava dirigendo a grande velocità contro la barriera posta oltre le mura della città,un ulteriore difesa contro il mondo esterno.

Si trattava di un barriera d’energia e chiunque ci andasse contro si sarebbe fulminato o comunque fatto male seriamente.

Michael senza pensarci su due volte si mise sulla traiettoria della sorella così non si sarebbe fatta tanto male…però Nana riuscì all’ultimo secondo a virare,non voleva che suo fratello si facesse male per colpa sua! Cercò di sferzare l’aria così da rallentare,ma non riuscì ad ottenere l’effetto sperato,anzi incrementò la velocità,così da finire contro la barriera!

Ne seguì un’esplosione.

Michael ne rimase scioccato…la sua adorata sorellina…non era possibile!

“NANA”

Si diresse contro la barriera,cercando di disperdere la polvere…non riusciva a vedere niente. Poi,quando la polvere si diradò,non vide nulla…sua sorella non c’era più.

Il panico l’avvolse…si guardò attorno,ma nulla. Nana non c’era.

“Michael…………”

L’angelo alzò lo sguardo al cielo e li vide.

Nana era sana e salva,tra le braccia del forzuto angelo delle tenebre,che si accingeva a riportarla da Michael.

Lei ringraziò di cuore Apollonius,servo della sua famiglia,ormai da tanti anni,lo ringraziò e per ricompensa gli diede un bacio sulla guancia. Ma un gesto tanto innocente come questo scatenò l'ira e la gelosia del fratello,che la strattonò.

"non ha bisogno delle tue lodi..."

Nana non riusciva a capire cosa volesse dire.

"è solo un servo...niente più e come tale tu lo devi considerare..."mentre diceva ciò vide negli occhi di lei la delusione...l'aveva delusa parlando a quel modo.

"sei divenuto arcangelo del fuoco...sei diventato un rappresentante dello stato...MA QUESTO NON TI DA IL DIRITTO DI TRATTARE GLI ALTRI COME MEGLIO CERDI!!!"

"ipocrita..."dicendo questo,con le lacrime agli occhi se ne andò via,lasciando il povero Michael a criogiolarsi nel suo brodo.

Quando era stato prmosso arcangelo,Michael ne fu orgoglioso e felice,ma sua sorella non sembrava tanto entusiasta come lui. Allora le si avvicinò e le chiese perchè non era felice per lui. Non ottenne una risposta,perchè il motivo lui lo conosceva bene!

le disse.

seguì il silenzio...tutto ciò che aveva detto non era servito che a farla rattristire di più...

Quella sera lui le sorrise e le fece la promessa che le cose non sarebbero mai cambiate,ma ora si rendeva conto che il tempo e soprattutto lui erano cambiati.

"Apollonius seguila e riportala a casa"

Quel giorno,quando entrò in camera sua,sentì il peso delle sue parole come fossero state getti di acqua gelata sulla pelle. Si sdraiò sul suo letto,chiuse gli occhi. Non voleva pensare a niente,ma sua sorella aveva ragione era un ipocrita!

Scivolò nel mondo dei sogni,turbato dall'immagine di Nana,che continuava a ripetere:"ipocrita"

"IPOCRITA!!!"

  
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