Anime & Manga > La Storia dell'Arcana Famiglia
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Autore: R e d_V a m p i r e     18/12/2012    1 recensioni
[La Storia dell\\\\\\\'Arcana Famiglia]
42. Freddo: [...]Il contraente della Luna è sempre stato bravo con le parole. Capace di manipolarle a suo piacimento, risultando suadente qualsiasi cosa dicesse, convincendo chiunque che avesse ragione. Per questo è diventato il braccio sinistro del Papà della Famiglia.
A parer suo Mondo s'è fatto infinocchiare per bene da quell'essere che tutto si può dire tranne sia umano.[...]
[Vari paring e non]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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66.Libertà

 

Ci sono certi giorni in cui il contraente dell'Eremita vorrebbe lasciare Regalo.
Perchè c'è qualcosa oltre l'isola dov'è nato e cresciuto. Qualcosa che gli permetterebbe di dimenticare tutto quanto.
Certe volte, la sera, si ritrova a passeggiare lungo il porto, osservando le navi ormeggiate della Intelligence e ripensando a Dante e Libertà. Loro due hanno visto le terre del nord, il leader della sezione anche molto di più. Conoscono realtà diverse. Possono viaggiare con la fantasia ripensando ai posti che hanno visitato e uscire da quella terra quando vogliono.
Sono senz'altro fortunati. Per carità lui non potrebbe mai lavorare con qualcosa che implichi il termine diplomazia. Se non fosse per Pace e Luca avrebbe già raso al suolo mezza isola per puro capriccio.
E' facile all'irritazione. Se qualcuno gli dà fastidio, lo fa fuori.
O, almeno, ci prova.
< Tch >
La sensazione di dondolare i piedi nel vuoto, sopra l'acqua, non è più la stessa di quando era bambino. E il suo sguardo si perde oltre l'orizzonte, verso quella sottile linea che parla di promesse e di nuove possibilità.
La mano destra, però, si stringe piano sopra la benda che copre l'occhio, sentendo l'ametista impiantata al suo posto bruciare. Non si ci abituerà mai. Ma, allo stesso tempo, è quello che gli permette di ricordare e di alimentare il suo odio.
Perchè il capo della Coin è un uomo facile all'ira e il rancore. Se qualcuno intralcia la sua strada, non avrà vita lunga.
Peccato che l'unico che vorrebbe vedere contorcersi dal dolore con una pallottola piantata in fronte sia un...intoccabile. E' solo questo, si ripete.
Solo questo che non gli permette di ammazzarlo con le sue stesse mani.
E non, non perchè Jolly sia ancora irrimediabilmente più forte di lui.
Il solo pensiero che sia così tranquillo, lì nel suo laboratorio, a condurre i suoi esperimenti abominevoli, gli fa ribollire il sangue nelle vene.
Mondo non sa. Il Papà della Famiglia non deve sapere e non immagina nemmeno quello che il suo fido braccio sinistro, infido verme notturno, ha fatto con la protezione del suo nome. E ogni volta che lo vede, ogni volta che lo vede prova così tanto odio.
E si sente impotente. Perchè persino Pace è riuscito ad affrontarlo. Non che questo sia servito a granchè, se non divertire il contraente della Luna e costringere loro a rimanere un'ora in più per pulire il disastro combinato in Chiesa.
Ma l'ha fatto.
E-
< Oh, sei qui >
E' una voce famigliare a ridestare la sua attenzione, facendolo voltare appena in tempo per vedere il ragazzo dai capelli neri sedersi al suo fianco, sul pontile, sistemando di lato il suo cappello e sorridendo, prendendo ad agitare i piedi nudi con aria infantile, dopo aver inutilmente fatto un doppio risvolto ai pantaloni perchè non si bagnino. L'acqua è troppo lontana, perchè possano toccarla in alcun modo.
A meno di non fare un tuffo fuori programma.
< Hai lasciato sola Bambina? Che novità >
Il tutore della Signorina Felicità arriccia il naso in una buffa smorfia, facendo sembrare disperata la sua espressione. Sembra quasi che possa mettersi a piangere da un momento all'altro.
< Nova e Libertà se la sono portati via! La mia Signorina! Chissà cosa gli vogliono fare quei due depravati! >
Ogni volta è così. Quando si parla della figlia di Mondo, quel ragazzo tende a dare i numeri, dimostrandosi molto più...tonto, di quanto sia in realtà.
< E tu? >
L'espressione sul suo viso si fa più seria, distendendo i suoi lineamenti che, nonostante l'età, sembrano ancora quelli di un bambino. Sembra così innocente e puro. Come se niente di quello che è loro successo, hanno fatto o fanno tutt'ora lo toccasse.
Gli occhi scuri, buoni, si socchiudono a guardarlo preoccupati.
< Cosa ci fai qui, Debito? Non dovresti essere al Casinò? >
L'interpellato lo fissa per qualche istante, per poi voltarsi a guardare di nuovo il mare, e l'orizzonte. Sembra cercare qualcosa nel paesaggio e i suoi lineamenti si distendono, facendolo tornare per un istante il ragazzo rilassato che dovrebbe essere.
< Non hai mai pensato ad andare via di qui, Luca? >
E' un pensiero detto ad alta voce, il suo, che lo porta a sgranare l'occhio dorato quando si rende conto che abbia già abbandonato le sue labbra, alzando una mano verso l'amico e agitandola piano come a distoglierne l'attenzione.
< Lascia perdere >
< No >
L'ammissione suona candida.
Luca sta guardando il cielo. E il mare. E l'orizzonte. Proprio come lui. Ma non li vede come li vede lui. Non vede la libertà nascosta in quei colori lontani.
Perchè lui è ancorato all'isola. Ai suoi abitanti.
Luca è parte di Regalo e Regalo è parte di Luca.
< Perchè dovrei andare via? Questa è casa mia. Ci sono i miei amici, c'è la mia famiglia. E no... non sto parlando solo dell'Arcana. Sono cresciuto qui. Siamo cresciuti qui >
Scrolla le spalle, i piedi che smettono d'agitarsi nell'aria, rimanendo ad oscillare fermi.
China il capo di lato, sorridendo, gli occhi chiusi.
Debito vorrebbe allungare una mano per ravviargli un ricciolo scuro che, dispettoso, ne sfiora la fronte, ma si trattiene.
< Non è scappando dal passato che si può guarire. Non è uscendo da Regalo che smetterai di essere legato all'Eremita e di odiare chi ti ci ha costretto. Così come non è fuggendo da qui che Jolly smetterà di essere mio padre >
Solleva le spalle, scrollandole delicatamente, prima di riprendere in quel gioco infantile, quasi potesse davvero colpire l'acqua e farla alzare.
Il leader del Coin sbuffa, voltando il viso per nascondere un sorriso che gli piega le labbra.
< Dannazione, Luca, sei così... >
L'altro ragazzo si volta, sorridendogli ingenuamente.
< Così? >
Ma non fa in tempo a finire di parlare, perchè non si sa come, si ritrova a dover cercare di non affogare, l'acqua a bagnargli i vestiti e i capelli, entrandogli prepotentemente nei polmoni e bruciandogli gli occhi.
Lo schizzo è stato tanto alto da investire con gocce d'acqua anche l'ideatore del malvagio scherzo, che ride, tenendosi la pancia, sguaiatamente.
< Idiota! Così idiota! >
L'ospite della Temperanza riaffiora tossicchiando dall'acqua, le lacrime agli occhi per via del sale che li fa bruciare e dell'esserci rimasto male per quello scherzo.
Forse.
< Neeee, sei proprio perfido Debito! Da bambino eri così carino! >
Ma prima del vuoto l'ha sentito anche lui.
Un lieve contatto, labbra contro labbra, che l'ha fatto sorridere.
Quello stupido crupier attaccabrighe e donnaiolo non lascerà Regalo. Non così presto, almeno.
< Coff, coff, sei un assassino... >
< Che esagerato, per un pò d'acqua >
< Te la do io l'acqua... >
Un pugno schivato, barcollando e rischiando di cadere a terra, ignorando ancora quelle risate.
< Ehi, Luca >
Stringersi nelle spalle, perchè l'acqua era davvero fredda ed è bagnato come un pulcino, e quella sottospecie di essere che dice di essere suo amico non ha voluto neanche prestargli la giacca.
< Che c'è? >
< Non dovevi andare a recuperare Bambina da quei due? >
< EEEEEH?! >
Altre risate, mentre lo guarda correre via, partendo a razzo in direzione della Villa.
Già. Luca è proprio tonto.
   
 
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