66.Libertà
- Ci sono certi
giorni in cui il contraente dell'Eremita vorrebbe lasciare Regalo.
- Perchè
c'è
qualcosa oltre l'isola dov'è nato e cresciuto. Qualcosa che
gli permetterebbe
di dimenticare tutto quanto.
- Certe volte,
la sera, si ritrova a passeggiare lungo il porto, osservando le navi
ormeggiate
della Intelligence e ripensando a Dante e Libertà. Loro due
hanno visto le
terre del nord, il leader della sezione anche molto di più.
Conoscono realtà
diverse. Possono viaggiare con la fantasia ripensando ai posti che
hanno
visitato e uscire da quella terra quando vogliono.
- Sono
senz'altro fortunati. Per carità lui non potrebbe mai
lavorare con qualcosa che
implichi il termine diplomazia. Se non fosse per Pace e Luca avrebbe
già raso
al suolo mezza isola per puro capriccio.
- E' facile
all'irritazione. Se qualcuno gli dà fastidio, lo fa fuori.
- O, almeno, ci
prova.
- < Tch
>
- La sensazione
di dondolare i piedi nel vuoto, sopra l'acqua, non è
più la stessa di quando
era bambino. E il suo sguardo si perde oltre l'orizzonte, verso quella
sottile
linea che parla di promesse e di nuove possibilità.
- La mano
destra, però, si stringe piano sopra la benda che copre
l'occhio, sentendo
l'ametista impiantata al suo posto bruciare. Non si ci
abituerà mai. Ma, allo
stesso tempo, è quello che gli permette di ricordare e di
alimentare il suo
odio.
- Perchè
il
capo della Coin è un uomo facile all'ira e il rancore. Se
qualcuno intralcia la
sua strada, non avrà vita lunga.
- Peccato che
l'unico che vorrebbe vedere contorcersi dal dolore con una pallottola
piantata
in fronte sia un...intoccabile. E' solo questo, si
ripete.
- Solo questo
che non gli permette di ammazzarlo con le sue stesse mani.
E non, non perchè Jolly sia ancora irrimediabilmente più forte di lui.
Il solo pensiero che sia così tranquillo, lì nel suo laboratorio, a condurre i suoi esperimenti abominevoli, gli fa ribollire il sangue nelle vene.
Mondo non sa. Il Papà della Famiglia non deve sapere e non immagina nemmeno quello che il suo fido braccio sinistro, infido verme notturno, ha fatto con la protezione del suo nome. E ogni volta che lo vede, ogni volta che lo vede prova così tanto odio. - E si sente
impotente. Perchè persino Pace è riuscito ad
affrontarlo. Non che questo sia
servito a granchè, se non divertire il contraente della Luna
e costringere loro
a rimanere un'ora in più per pulire il disastro combinato in
Chiesa.
- Ma l'ha
fatto.
- E-
- < Oh,
sei qui >
- E' una voce
famigliare a ridestare la sua attenzione, facendolo voltare appena in
tempo per
vedere il ragazzo dai capelli neri sedersi al suo fianco, sul pontile,
sistemando di lato il suo cappello e sorridendo, prendendo ad agitare i
piedi
nudi con aria infantile, dopo aver inutilmente fatto un doppio risvolto
ai
pantaloni perchè non si bagnino. L'acqua è troppo
lontana, perchè possano
toccarla in alcun modo.
A meno di non fare un tuffo fuori programma. - < Hai
lasciato sola Bambina? Che novità
>
- Il tutore
della Signorina Felicità arriccia il naso in una buffa
smorfia, facendo
sembrare disperata la sua espressione. Sembra quasi che possa mettersi
a
piangere da un momento all'altro.
- < Nova
e Libertà se la sono portati via! La mia Signorina!
Chissà cosa gli vogliono
fare quei due depravati! >
- Ogni volta
è
così. Quando si parla della figlia di Mondo, quel ragazzo
tende a dare i
numeri, dimostrandosi molto più...tonto,
di quanto sia in realtà.
- < E
tu? >
- L'espressione
sul suo viso si fa più seria, distendendo i suoi lineamenti
che, nonostante
l'età, sembrano ancora quelli di un bambino. Sembra
così innocente e puro. Come
se niente di quello che è loro successo, hanno fatto o fanno
tutt'ora lo
toccasse.
- Gli occhi
scuri, buoni, si socchiudono a guardarlo preoccupati.
- < Cosa
ci fai qui, Debito? Non dovresti essere al Casinò? >
L'interpellato lo fissa per qualche istante, per poi voltarsi a guardare di nuovo il mare, e l'orizzonte. Sembra cercare qualcosa nel paesaggio e i suoi lineamenti si distendono, facendolo tornare per un istante il ragazzo rilassato che dovrebbe essere. - < Non
hai mai pensato ad andare via di qui, Luca? >
- E' un
pensiero detto ad alta voce, il suo, che lo porta a sgranare l'occhio
dorato
quando si rende conto che abbia già abbandonato le sue
labbra, alzando una mano
verso l'amico e agitandola piano come a distoglierne l'attenzione.
- <
Lascia
perdere >
- < No
>
- L'ammissione
suona candida.
- Luca sta
guardando il cielo. E il mare. E l'orizzonte. Proprio come lui. Ma non
li vede
come li vede lui. Non vede la libertà nascosta in quei
colori lontani.
- Perchè
lui è
ancorato all'isola. Ai suoi abitanti.
Luca è parte di Regalo e Regalo è parte di Luca. - <
Perchè
dovrei andare via? Questa è casa mia. Ci sono i miei amici,
c'è la mia famiglia.
E no... non sto parlando solo dell'Arcana. Sono cresciuto qui. Siamo
cresciuti
qui >
- Scrolla le
spalle, i piedi che smettono d'agitarsi nell'aria, rimanendo ad
oscillare
fermi.
- China il capo
di lato, sorridendo, gli occhi chiusi.
- Debito
vorrebbe allungare una mano per ravviargli un ricciolo scuro che,
dispettoso,
ne sfiora la fronte, ma si trattiene.
- < Non
è
scappando dal passato che si può guarire. Non è
uscendo da Regalo che smetterai
di essere legato all'Eremita e di odiare chi ti ci ha costretto.
Così come non
è fuggendo da qui che Jolly smetterà di essere
mio padre >
- Solleva le
spalle, scrollandole delicatamente, prima di riprendere in quel gioco
infantile, quasi potesse davvero colpire l'acqua e farla alzare.
- Il leader del
Coin sbuffa, voltando il viso per nascondere un sorriso che gli piega
le
labbra.
- <
Dannazione,
Luca, sei così... >
- L'altro
ragazzo si volta, sorridendogli ingenuamente.
- <
Così? >
- Ma non fa in
tempo a finire di parlare, perchè non si sa come, si ritrova
a dover cercare di
non affogare, l'acqua a bagnargli i vestiti e i capelli, entrandogli
prepotentemente nei polmoni e bruciandogli gli occhi.
- Lo schizzo
è
stato tanto alto da investire con gocce d'acqua anche l'ideatore del
malvagio
scherzo, che ride, tenendosi la pancia, sguaiatamente.
- <
Idiota! Così idiota! >
- L'ospite
della Temperanza riaffiora tossicchiando dall'acqua, le lacrime agli
occhi per
via del sale che li fa bruciare e dell'esserci rimasto male per quello
scherzo.
Forse. - < Neeee,
sei proprio perfido Debito! Da bambino eri così carino!
>
- Ma prima del
vuoto l'ha sentito anche lui.
Un lieve contatto, labbra contro labbra, che l'ha fatto sorridere. - Quello stupido crupier attaccabrighe e donnaiolo non lascerà Regalo. Non così presto, almeno.
- <
Coff, coff, sei
un assassino... >
- <
Che esagerato,
per un pò d'acqua >
- <
Te la do io
l'acqua... >
Un pugno schivato, barcollando e rischiando di cadere a terra, ignorando ancora quelle risate. - <
Ehi,
Luca >
- Stringersi
nelle
spalle, perchè l'acqua era davvero fredda ed è
bagnato come un pulcino, e
quella sottospecie di essere che dice di essere suo amico non ha voluto
neanche
prestargli la giacca.
- <
Che
c'è? >
- <
Non dovevi
andare a recuperare Bambina da quei
due? >
< EEEEEH?! > - Altre
risate, mentre lo
guarda correre via, partendo a razzo in direzione della Villa.
- Già. Luca
è proprio
tonto.