Tani è abituata agli avventori che vanno e vengono e, anche se la tecnica d'abbordaggio è decisamente originale – nessuno aveva mai attaccato bottone per chiederle di tenere un cadavere nella sua cella frigorifera – non è tanto sprovveduta da lasciarsi abbindolare da un sorriso accattivante e un accento americano che sa di avventure lontane. Perché lui, il sottufficiale James King che ama lo scotch ed è incline alla sbronza triste, ora è qui – nel suo bar, sulla sua barca, nel luogo segreto che condivideva con sua madre – ma domani sarà di nuovo là, oltreoceano. 

Se ne andrà un mattino all'alba, con i pochi effetti personali radunati nella sacca d'ordinanza e le piastrine nascoste sotto la canottiera, senza perdere neppure un istante a guardarsi indietro e salutare. Eppure Tani, a discapito della sua filosofia di vita di non farsi coinvolgere – dai clienti, dalle tradizioni dell'isola, dalle idee scriteriate di suo padre – in barba ad ogni buon senso, finisce per allargare il qui anche al suo letto. E, cosa ben più preoccupante, al suo cuore. 





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Questa drabble è stata un pelino un parto, perché volevo dire tanto in poche parole. Tani è un personaggio che compare poco, ma che a me piace tantissimo giuro che non è solo per Dichen, giuro! 

Innanzitutto è l'unica, tra gli abitanti dell'isola, a non vederla come un paradiso da proteggere, ma a notarne anzi i molti difetti; mi ha colpito poi la sua propensione a tenersi fuori da ogni disputa (“Out of my bar!” etc) e il suo essere molto più intelligente di quanto gli altri non si aspettino tipo Grace che la tratta come un'idiota. Spero di averle reso giustizia almeno un po' :)