–Peeta, ho fatto la cosa giusta, e poi lo avresti fatto anche tu per me- dice lei
–Si, ma mi avevi promesso che non saresti andat
a!- le dico quasi urlando. Non so perché ho questa rabbia, ma proprio non mi arrendo all’idea che lei ha rischiato la vita per me. –Sarei morto di dolore se ti fosse successo qualcosa- dico con un tono più dolce.
–Peeta, io ho bisogno di te, e se ti avessi perso non ce l’avrei fatta- dice. Un calore mi irradia il petto. Lei ci tiene a me. Io amo lei. Mi avvicino al suo visto, e ci baciamo. Per la prima volta non sono solo io a baciare lei, e non è solo lei a baciare me. Siamo tutti e due pienamente consapevoli, e ho la sensazione che lei prova qualcosa di diverso. La sua ferita riprende a sanguinare e la faccio sdraiare per addormentarsi. Dormiamo per qualche ora, poi lei mi sveglia. –Peeta scusami, ma proprio non riesco a dormire -dice – posso chiederti una cosa?-
–Certo- dico io.
–Nell’intervista hai detto che hai una cotta per me da sempre, ma precisamente da quando?- mi chiede.
–Oh dal primo giorno che ti ho vista. Era il primo giorno di scuola e stavo accanto a mio padre mentre aspettavo che ci mettessero in fila, mio padre mi indicò una bambina con un vestitino rosso scozzese e due lunghe trecce e disse: vedi quella bambina? Volevo sposare sua madre, ma poi lei scappò con un minatore di carbone. Io gli chiesi perché con un minatore quando poteva avere lui, e lui mi rispose: perché quando cantava gli uccelli zittivano per ascoltarlo-. Katniss ha un’aria sbalordita, perché credo che non sapesse che mio padre voleva sposare sua madre. –Poi quando entrammo in classe, la maestra chiese chi sapeva la canzone della valle, e tu subito mano alzata. Lei ti fece salire su uno sgabello e cominciasti a cantare. Giuro che anche gli uccelli che stavano fuori si fermarono per ascoltarti, lì capii che ero spacciato. Poi per i seguenti dodici anni ti ho visto tornare a casa tutti i giorni, ma tu non te ne sei mai accorta- dico.
–Ma per fortuna adesso si- dice- hai una memoria notevole-.
–Ricordo tutto di te- le dico. Lei si china su di me e mi bacia così dolcemente che le sue labbra sulle mie sembrano le ali di una farfalla. Un tonfo ci distrae, esco dalla grotta e trovo un cesto pieno di cose da mangiare. –Katniss guarda!- dico rientrando nella grotta con il cesto in mano. Lei ha il sorriso a trentadue denti alla vista del cibo, e la capisco, con la fame che abbiamo. Ci hanno mandato tante cose, e perfino le posate e i piatti. Mangiamo con calma, anche se vorremmo mandare giù tutto in un boccone. Quando finiamo di mangiare ci sdraiamo a terra uno abbracciato all’altro. Sentiamo l’inno e mi sporgo per vedere se c’è stato qualche morto. Il volto di Thresh compare in cielo, poi il sigillo e tutto diventa buio. Io e Katniss ci guardiamo stupiti, perché non abbiamo sentito il cannone, che probabilmente ha sparato durante il temporale. Adesso siamo rimasti io e lei, Cato e Faccia di volpe. Solo quattro. Potremmo farcela. –Domani usciamo per andare a caccia, forse questa è la nostra ultima notte nell’arena- dice Katniss. E’ vero, solo due tributi e poi abbiamo vinto. Faccia di volpe è molto furba, ma se Cato la trova, per lei non ci sono speranze. Domani ci sarà la resa dei conti. Stringo Katniss a me, come per proteggerla e ci addormentiamo, finchè il temporale smette di colpo.
–Peeta, io ho bisogno di te, e se ti avessi perso non ce l’avrei fatta- dice. Un calore mi irradia il petto. Lei ci tiene a me. Io amo lei. Mi avvicino al suo visto, e ci baciamo. Per la prima volta non sono solo io a baciare lei, e non è solo lei a baciare me. Siamo tutti e due pienamente consapevoli, e ho la sensazione che lei prova qualcosa di diverso. La sua ferita riprende a sanguinare e la faccio sdraiare per addormentarsi. Dormiamo per qualche ora, poi lei mi sveglia. –Peeta scusami, ma proprio non riesco a dormire -dice – posso chiederti una cosa?-
–Certo- dico io.
–Nell’intervista hai detto che hai una cotta per me da sempre, ma precisamente da quando?- mi chiede.
–Oh dal primo giorno che ti ho vista. Era il primo giorno di scuola e stavo accanto a mio padre mentre aspettavo che ci mettessero in fila, mio padre mi indicò una bambina con un vestitino rosso scozzese e due lunghe trecce e disse: vedi quella bambina? Volevo sposare sua madre, ma poi lei scappò con un minatore di carbone. Io gli chiesi perché con un minatore quando poteva avere lui, e lui mi rispose: perché quando cantava gli uccelli zittivano per ascoltarlo-. Katniss ha un’aria sbalordita, perché credo che non sapesse che mio padre voleva sposare sua madre. –Poi quando entrammo in classe, la maestra chiese chi sapeva la canzone della valle, e tu subito mano alzata. Lei ti fece salire su uno sgabello e cominciasti a cantare. Giuro che anche gli uccelli che stavano fuori si fermarono per ascoltarti, lì capii che ero spacciato. Poi per i seguenti dodici anni ti ho visto tornare a casa tutti i giorni, ma tu non te ne sei mai accorta- dico.
–Ma per fortuna adesso si- dice- hai una memoria notevole-.
–Ricordo tutto di te- le dico. Lei si china su di me e mi bacia così dolcemente che le sue labbra sulle mie sembrano le ali di una farfalla. Un tonfo ci distrae, esco dalla grotta e trovo un cesto pieno di cose da mangiare. –Katniss guarda!- dico rientrando nella grotta con il cesto in mano. Lei ha il sorriso a trentadue denti alla vista del cibo, e la capisco, con la fame che abbiamo. Ci hanno mandato tante cose, e perfino le posate e i piatti. Mangiamo con calma, anche se vorremmo mandare giù tutto in un boccone. Quando finiamo di mangiare ci sdraiamo a terra uno abbracciato all’altro. Sentiamo l’inno e mi sporgo per vedere se c’è stato qualche morto. Il volto di Thresh compare in cielo, poi il sigillo e tutto diventa buio. Io e Katniss ci guardiamo stupiti, perché non abbiamo sentito il cannone, che probabilmente ha sparato durante il temporale. Adesso siamo rimasti io e lei, Cato e Faccia di volpe. Solo quattro. Potremmo farcela. –Domani usciamo per andare a caccia, forse questa è la nostra ultima notte nell’arena- dice Katniss. E’ vero, solo due tributi e poi abbiamo vinto. Faccia di volpe è molto furba, ma se Cato la trova, per lei non ci sono speranze. Domani ci sarà la resa dei conti. Stringo Katniss a me, come per proteggerla e ci addormentiamo, finchè il temporale smette di colpo.