∽ Salve ∽
Prima di lasciarvi
alla lettura, vi volevo far sapere che questa shot fa
parte di una serie di storie natalizie del gruppo Daydreamers,
quindi alla fine della storia troverete i link delle altre storie. Questa è la
seconda pubblicata, quindi c’è solo un link, ma appena le altre pubblicheranno
aggiungerò i link.
Detto questo buona
storia.
Spero vi piaccia :)
The Daydreamers’ Carol
Just fall in love
with me this Christmas
Mi stringo nel cappotto agganciando gli
ultimi due bottoni e sollevando il colletto attorno al collo per ripararmi dal
vento freddo. Quest’anno il gelo ci sta colpendo più del solito, la cosa non mi
disturba troppo fino a che sono nella mia amata città. L’anno scorso non mi
sono goduto molto Londra sotto Natale, preso come ero dalle riprese di “ The Hollow Crown”. Anche quest’anno ho da lavorare, ma sono più
rilassato; sarà perché ormai col cast di “Thor” è come essere in famiglia. Mi
soffermo ad osservare una vetrina di un negozio e sorrido ad un piumino da
donna grigio. Emma lo adorerebbe ne sono sicuro. Mancano cinque giorni a Natale
e ancora devo comprare qualche regalo, avevo deciso di sfruttare il pomeriggio
libero per fare gli ultimi acquisti, ma Chris mi ha chiamato nel panico
pregandomi di raggiungerlo, sbuffo al mio riflesso e accelero il passo verso
l’albergo dove alloggia mio “fratello”.
« Meno male sei arrivato » Mi dice non
appena entro nella Hall.
« Che è successo? » Gli chiedo
leggermente preoccupato, poi mi accorgo della presenza della donna della sua
vita, in un seggiolino da auto appoggiato sul divano su cui era seduto e il mio
volto si illumina in un sorriso. « Ciao piccolina »
Saluto quel faccino che mi guarda
curioso e le faccio una smorfia per cercare di farla ridere mentre mi abbasso
sulle ginocchia per ritrovarmi al suo livello.
« Elsa è bloccata con la macchina
appena fuori città…» Mi volto per mezzo secondo verso Chris annuendo e torno
subito a guardare la piccola che mi ha afferrato il dito indice della mano
sinistra con una manina. « Quindi pensavo…» Riprende Chris con fare titubante a
cui non faccio particolare attenzione completamente catturato dalla mia “nipotina”.
« Tu sei libero, no? »
« Sì, certo…» Dico ridendo, poi mi
rivolgo alla piccola. «Ah…no…no…» Allungo la mano destra verso India fermandola
prima che si porti alla bocca il mio dito. « Ho le mani sporche…» Dico con tono
dolce provando a bloccare sul nascere il pianto nel quale sta per scoppiare la
piccola, mentre cerco con lo sguardo il ciuccio. Chris mi indica un cofanetto
giallo di plastica che spunta da una borsa appoggiata sul divanetto accanto al
quale sono inginocchiato. Libero dallo scrigno di plastica il ciucciotto e lo
faccio vedere ad India, i singhiozzi si fermano all’istante quando glielo porto
alla bocca e lei inizia a succhiare, sorrido soddisfatto e mi volto verso
Chris.
« Bene, puoi farle da Baby-Sitter »
Dice lui con un sorriso.
« Che cosa?! » Domando allarmato nella
speranza di aver capito male.
« Tom, per favore… » Inizia lui con
tono supplicante e lo sguardo languido, scuoto energeticamente la testa. «
Starò via per poco, il tempo di prendere Elsa e tornare… »
« Chris, ma non so neanche da che parte
cominciare ad occuparmi di una bimba! » Gli faccio notare e lui incrocia le
braccia al petto.
« Sei stato bravissimo due secondi fa…»
lo guardo scettico. Bella forza darle il ciuccio per non farla piangere,
consistesse solo in questo… « O vuoi dire che non saresti capace di occuparti
di lei? »
Lo guardo contrariato.
« Stai cercando di incastrarmi facendo
leva sul mio orgoglio? » Gli chiedo sollevando un sopracciglio, lui annuisce e
prende sua figlia in braccio, portandosela all’altezza del volto. Chiudo gli
occhi prendendo un grosso respiro.
« Guardala…Come fai a rifiutarti di
stare un po’ con questo amore?! » Mi chiede tirando fuori il labbro inferiore,
lo guardo scettico fino a che la piccola non glielo afferra con la manina e lui
inizia a far finta di morderla. Sorrido a quella scena e alla dolcezza che mi
scalda il cuore, Chris mi guarda e si limita ad affermare. « Ti devo un favore
»
Scuoto la testa divertito mentre il mio
collega e amico inizia a parlare alla figlia con voce calma e dolce.
« Adesso papà deve andare a prendere la
mamma, ma con te resterà lo zio Tom, ok? » La gira verso di me e per un attimo
gli occhi della piccola guardano dritti nei miei, ne sono sicuro. « Vi
divertirete tanto con lui, quindi fai la brava, d’accordo? »
India muove la mano dalla bocca agli
occhi di suo padre per poi tornare alla bocca dove lui le ferma la manina e le
dà un bacio, lei ride ed io inizio a sentirmi montare il panico per una
mansione che potrebbe essere più grande di me.
« Le ho già cambiato il pannolino,
quindi a meno di contrattempi non dovresti doverglielo cambiare, nella borsa ti
ho messo un pacchettino di biscotti e un omogenizzato, fra un paio d’ore dalle
da mangiare » Annuisco alle informazioni che mi sta dando Chris spostando lo
sguardo da lui alla borsa e poi di nuovo a lui. « Purtroppo il passeggino era
in macchina e quindi è con Elsa, ma… » Chris afferra trionfante quell’affare che
si lega sempre al petto ed io mugolo contrariato.
« Non mi metterò quel coso » Dico
risoluto e Chris solleva un sopracciglio.
« Vuoi portarla in braccio tutto il
tempo? » Mi chiede scettico. « Io lo facevo quando era piccola, ora inizia ad
essere un po’ pesante…» Mi gira intorno ed inizia a legarmelo in vita
nonostante le mie proteste. « Sarà utile, credimi »
Gli rivolgo uno sguardo omicida e cerco
di sistemarmi il piumino sotto la morsa in cui mi ha rinchiuso, lui va a
prendere India e dopo averle messo un piumino rosa, le posa le labbra sulla
fronte e la sistema al suo posto nel marsupio. Riesco a vedere solo il sorriso
divertito di Chris da dietro il cappuccio del giubbottino di sua figlia.
« Se non fosse così bella potresti
farla passare per tua figlia…» Stringo le labbra e rivolgo a Chris uno sguardo
fra lo scettico e l’annoiato. « Divertitevi » Dice infine con un sorriso e
mettendo le maniglie della valigia nella mia mano destra.
Lo osservo uscire dall’hotel e sbuffo
cercando di guardare la bambina che se ne sta calma attaccata al mio petto,
potrebbe anche dormire per quel che riesco a capire. Come fa Chris a
considerare questo maledetto affare una manna dal cielo?! Più di una volta me
ne ha tessuto le lodi fra una scena e l’altra mentre lo ascoltavo
distrattamente in attesa di tornare a girare; io tutte queste grandi qualità
non le vedo, non riesco a capire cosa fa la piccola.
Esco a mia volta dall’albergo, rassegnato
a dover rinunciare al mio pomeriggio di shopping e a dovermene tornare a casa
con la piccola. Ripercorro i miei passi e mi soffermo di nuovo davanti al
negozio dove ho visto il piumino che voglio comprare a mia sorella. Sposto lo
sguardo verso il cappuccio rosa che copre India e decido di varcare la soglia
del negozio. Una volta all’interno mi godo l’aria riscaldata che inizia subito
a farmi frizzare le guance gelate a causa del freddo delle strade londinesi.
Sposto le mani sui fianchi della piccola e la tolgo dal marsupio girandola su
se stessa e portandola a guardarmi.
« Ciao » Le dico poco convinto. Ho una
voglia matta di sganciarmi dal petto il marsupio e lanciarlo giù da un ponte. «
Un passeggino è decisamente meglio. » Borbotto fra me e me. « Lo pensi anche
tu, non è vero? » Domando ad India che per risposta muove le manine verso
l’alto e sputa in terra il ciuccio.
Merda.
« Posso esserle utile? » Una donna
sulla cinquantina mi si avvicina con un sorriso affabile.
« Me la può tenere un secondo? » Le
chiedo porgendole India, la donna l’ afferra con fare esperto e la culla fra le
braccia. Mi chino a riprendere il ciucciotto e
con stizza mi sgancio il marsupio.
Maledetto
affare.
« Se desidera può utilizzare il bagno
del personale per pulirlo » La commessa indica il ciuccio che tengo in mano
mentre India sposta le mani verso i suoi occhiali. Annuisco e la donna mi
indica una porta dietro la cassa.
Lavo il ciucciotto con la massima cura
e ritorno dalla donna che sta continuando a dondolare India.
« Ecco papà… » Dice quando mi avvicino
e mi rende la piccola che si rifiuta di riprendersi il ciuccio.
« Non sono il padre…» Dico divertito
più dalle facce che mi rivolge India che per l’affermazione della donna. «
Faccio solo il Baby-Sitter » Sorrido alla piccola e poi alla commessa che mi
guarda in attesa. D’altronde sono entrato in un negozio di vestiti e per ora ho
fatto tutto tranne che guardare un abito. Mi schiarisco la voce.
« Ero interessato al piumino grigio che
è esposto in vetrina… » La donna annuisce e si avvicina ad una bacheca dove
sono ripiegati in ordine molti piumini uguali a quello in vetrina. « Che
taglia? »
Mi passo una mano sotto al mento
pensieroso, che cavolo di taglia avrà Emma?
« Ehm…» Inizio con fare incerto. « E’
per una ragazza più o meno alta così…» Muovo la mano destra lungo il mio fianco
fino a che non arrivo ad indicare l’altezza di Emma. Promemoria: Dirle che è bassa, quando la rivedrò per le feste.
Sghignazzo fra me e me per quel
pensiero e la donna mi guarda scettica.
« Kim » Alza
la voce ed io sollevo un sopracciglio perplesso. « Kim,
allontanati da quel portatile e scendi giù! » Ordina con fare perentorio, poi
si volta verso di me. « Mia figlia Kim è più o meno
alta quanto la sua ragazza… »
« Non è la mia ragazza, è mia sorella »
Spiego e la donna si scusa.
« Mi dispiace… »
Faccio spallucce, in fondo sarebbe
anche normale che un uomo della mia età avesse una famiglia. Ammetto che è
presente fra i miei piani, appena troverò con chi crearla. India muove le mani
lungo il mio volto e mi riporta con i piedi per terra, sorrido ai suoi occhioni
e le sgancio leggermente il piumino, facendo poi altrettanto col mio. Inizia a
fare caldo e non voglio farla sudare, altrimenti quando usciamo da qui si
prenderà un malanno.
« Dimmi mamma… » Mi volto verso la
ragazza che è arrivata alle mie spalle e sorrido. Sì, più o meno è della stessa
corporatura di Emma. Lei arriccia una ciocca bionda che le ricade sul volto;
libera dalla crocchia in cui sono racchiusi i capelli grazie ad una matita. Sorrido
quando i suoi occhi verdi mi guardano da dietro gli occhiali che porta, lei fa
altrettanto.
« Kim, vieni
qui che il signore vuole vedere le misure dei piumini… »
Lei si muove con passo incerto,
continuando a guardarmi e rivolge un sorriso ad India. Raggiunge sua madre e si
prova il piumino che lei le porge, osservo con occhio critico il modo in cui le
ricade addosso, come le cinge i fianchi e nonostante la copra, lasci sempre
percepire le forme della ragazza. Entrano altri clienti nel negozio e la donna
si allontana lasciandomi con sua figlia che mi sembra leggermente a disagio
sotto il mio sguardo.
India mugola e inizia a muoversi
contrariata fra le mie braccia, sposto lo sguardo dalla figlia della donna e mi
concentro sulla piccola iniziando a dondolarla.
« Sì, mi piace… » Affermo mentre
continuo a guardare la piccola cercando di calmarla. India inizia a piangere e
sgrano gli occhi nel panico. « No, piccola, che c’è? » Chiedo con tono dolce,
ma preoccupato.
Kim si sfila il piumino e si avvicina osservandomi
con occhio critico.
« Secondo me ha fame… » Afferma piatta
e quando sollevo lo sguardo su di lei, indietreggia leggermente e abbozza un
sorriso.
« Dici? » Le chiedo perplesso, Chris
aveva detto di aspettare un paio d’ore. Rifletto fra me e me, mentre Kim ripiega il piumino intorno al suo braccio.
« Bhè o è
quello o devi cambiarla, ma a considerare dall’odore non è così… » Dice con un
mezzo sorriso ed io annuisco. Come ragionamento quadra. Sposto lo sguardo verso
la borsa che ho poggiato su uno sgabello e la raggiungo, ma India continua ad
agitarsi, limitando ulteriormente la mia libertà di movimento.
« Serve aiuto? » Mi chiede con un
sorriso divertito ed io annuisco sogghignando a mia volta.
« Nella borsa dovrebbe esserci
qualcosa… » Dico cullando India.
Kim si avvicina alla borsa e ne tira fuori
un pacchettino di biscotti, lo apre e ne porge uno alla piccola.
« Senti che buono… » Dice mentre India
afferra il biscotto e se lo porta alla bocca, smettendo di piangere. « Ahhh…Hai visto? » Dice ridendo alla piccola e poi solleva
un sopracciglio scettico verso di me.
« Grazie… » Le dico titubante e torno a
guardare India sorridendo.
« Figurati » Afferma scrollando le
spalle. « Faccio la baby-sitter ogni tanto… » Spiega tornando ad afferrare il
piumino. « Chris non ti aveva detto che doveva mangiare? » Mi dice con un
sorriso ed io sollevo lo sguardo su di lei in tempo per vederla stringere le
labbra, imbarazzata.
«Ehm, intendo... suo padre... sua
madre...» Si corregge e io sorrido.
«Suo padre Chris Hemsworth,
figlio di Odino, sì hai detto bene. Mi ha lasciato qui con questa creatura
adorabile e quello strumento di tortura che serve a portarmela dietro ma mi fa
sentire un perfetto idiota. E sì, mi aveva detto di farla mangiare ma non prima
di due ore... però evidentemente è già affamata questa piccola stella. Ha preso
dal suo papà.»
Affermo ridendo verso India e
baciandole la fronte divertito, sento uno sbuffo provenire da Kim e mi giro per vederla con una mano davanti alla bocca
che si trattiene dal ridacchiare, quando sollevo un sopracciglio dubbioso,
esplode.
Inizia a ridere senza freno, portandosi
una mano alla pancia e cercando invano di frenarsi.
« Scusa…io.. » Cerca di dire fra le
risate, ma non riesce proprio a fermarsi. Non pensavo di essere stato
divertente. India mi posa una manina sul mento e sorrido, nonostante non riesca
a staccare lo sguardo dalla ragazza che ride poco distante da me. Piano piano le
sue risate scemano, riesce a prendere un
grosso respiro e a guardarmi.
« Ok, ci sono…Scusami tanto… » Dice
passandosi una mano sulla fronte e sorridendo leggermente. « E’ che tutto
questo è… » Mi indica mentre lo dice e capisco che forse conosce anche me, non
solo Chris come avevo pensato. « E’ alquanto surreale per me… »
« Perché sono un attore famoso che fa
shopping per sua sorella come ogni comune mortale? » Chiedo sicuro
dell’etichetta che mi attaccano sempre addosso.
« No, perché sei completamente
impacciato con la piccola » Afferma sorridendo sotto il mio sguardo. « Ammetto
che sono un po’ delusa… » Dice con un leggero disappunto. « Credevo che il
grande Hiddles potesse gestire la piccola
principessina di Asgard »
Stavolta sono io a scoppiare a ridere.
« Come l’hai chiamata? » Le domando
divertito e lei sorride arrossendo leggermente.
« La chiamiamo così nel fandom…» Dice imbarazzata « E’ carino non trovi? »
« Azzeccato direi… » Rifletto guardando
la piccola che si sta impiastricciando il volto e le mani con una poltiglia di
biscotto. « Chris ed Elsa la trattano come una principessa » Le spiego e il suo
sorrido si allarga di più. E’ davvero una ragazza carina.
« Lo sapevo… » Annuisce battendo il
pugno destro sul palmo della mano sinistra con uno sguardo da detective che
vede confermati i suoi sospetti. Mi correggo è molto carina.
India porta la sua manina al mio mento
richiamando la mia attenzione su di lei.
« Dobbiamo pulire il visino, stellina…
» Le dico divertito dalla pappa che ha intorno alla bocca. « Ti spiace? »
Chiedo a Kim, indicando con la testa la borsa. « Ci
sono dei fazzolettini… » Aggiungo quando lei si avvicina di nuovo alla borsa di
Chris.
« Ecco qua… » Dice estraendo un fazzoletto
dalla confezione e passandolo sul volto di India con dolcezza. Sorrido
dolcemente alla scena e al faccino sorridente e pulito della mia nipotina,
mentre Kim passa a pulirle le piccole mani. India si
lascia andare ad una piccola risata e Kim le fa una
smorfia, facendola ridere di nuovo.
Decisamente lei con i bimbi ci sa fare.
Si volta verso di me con ancora il
sorriso stampato in volto e mi perdo nei suoi occhi marroni dietro le lenti,
lei posa il fazzoletto sul mio mento sghignazzando.
« Ti ha lasciato un po’ di… » Inizia,
ma si blocca quando con un gesto involontario mi mordo le labbra e lei sposta
il suo sguardo e si allontana, come se a starmi vicino potesse bruciarsi.
« Ecco fatto puliti e lindi, i due
principi di Asgard »
Dice avvicinandosi ad un cestino e
buttando via il fazzoletto quando torna a guardarci è ancora leggermente
accaldata, lo posso dire solo guardandola, ma cerca di non darlo a vedere. La
cosa mi fa sorridere.
« Allora il piumino… » Dice ritornando
ad un tono professionale ed io annuisco. « Lo abbiamo di altri colori se vuoi…
»
« No, mi piace così » Dico accennando
un sorriso mentre con la coda dell’occhio vedo che India inizia a chiudere gli
occhi.
« Anche io lo preferisco così… » Dice
parlando fra sé e sé, ma la sento ugualmente. « Faccio un pacchetto? »
« Sì, grazie.. » Le dico, poi osservo
India che si è addormentata fra le mie braccia e abbasso la voce. « Potrei
passare a prenderlo domani? » Le dico avvicinandomi lentamente al bancone. «
Sono un po’… »
« Intralciato… » Dice lei con un
sorriso guardando la piccola. « Non c’è problema. Anche il pagamento, puoi fare
tutto domani. » Afferma spostando il piumino in un armadio dietro la cassa. «
Il pacchetto lo faccio dopo…» Inizia spostandosi da dietro il bancone verso la
borsa e il marsupio.
« Suppongo ti serva una mano a
rimetterti questo » Dice mostrandomi il congegno infernale con un sorriso
compiaciuto.
« Perché ho il sospetto che la cosa ti
faccia piacere? » Le domando sghignazzando.
Non
ci credo sto flirtando con una bimba di appena sei mesi in braccio.
« Forse perché è così…» Dice in uno
slancio di intraprendenza. Sgrano gli occhi sorpreso e lei si affretta a
cambiare tono. « Ovviamente quando mi ricapita di aiutare, un dio norreno? »
Rimango in silenzio, meditando, poi le
porgo India. Lei mi guarda incerta.
« Niente paura… » Le dico facendole un
occhiolino e affidandola alle sua braccia. Per un attimo le mie mani toccano le
sue, calde e morbide ed…invitanti.
Adesso sono io ad allontanarmi e a
concentrarmi sul marsupio. Prima di tutto chiudo il giubbotto e –dopo una
decina di minuti- riesco anche a chiudere il Marsupio del Diavolo. Kim mi osserva divertita e mi sento sul serio un idiota.
« Sono così ridicolo? » Le chiedo
guardando il marsupio.
Tutto il mio charme da gran gentleman
inglese se ne è andato, ne sono sicuro.
« Sei adorabile… » Dice lei
avvicinandosi leggermente. « Se ti abbassi un pochino, cerco di mettere la
piccola senza svegliarla… » Dice sottovoce e guardando India, mi abbasso per
permetterle di sistemarla al suo posto. Non stacco gli occhi da lei, è come una
calamita che mi attrae a sé e non riesco ad oppormi. Non voglio nemmeno.
« Ecco fatto » Dice lei sorridendo, poi
solleva lo sguardo incontrando i miei occhi. « Missione compiuta » Afferma
soddisfatta.
Sono senza parole.
Potrei anche baciarla, se non fossi
così imbacuccato.
« Penso che ci vedremo domani » Dice
lei schiarendosi la voce ed interrompendo il nostro contatto visivo.
« Sì…sì » Ripeto più a me stesso che a
lei, riscuotendomi dallo stato di catalessi in cui ero finito. « Grazie tante
dell’aiuto con la piccola »
Lei sorride dolcemente.
« E’ stato davvero un piacere, fai i
complimenti a Chris ed Elsa da parte mia. E’ una bambina stupenda e buonissima
»
« Riporterò il tuo messaggio » Affermo
con un sorriso e mi avvio verso la porta, pronto a tornare ancora un po’ per le
strade gelide di Londra.
« Tom? » Mi richiama lei ed io giro su
me stesso con un sorriso enorme in volto. « La borsa… » Dice ridendo mentre me
la porge.
Le nostre mani si toccano di nuovo per
un attimo, come i nostri occhi.
Poi mi immergo nelle strade di Londra.
§§§§
Mi sveglio su di giri.
Ieri sera mi ha colta impreparata, ma
oggi. Oggi potrò parlare con Thomas
William Hiddleston.
Di nuovo.
Guardo l’albero di Natale che brilla nell’oscurità
del salotto.
Adoro questo periodo dell’anno!!! E
adesso ho un motivo in più per crogiolarmi in questa sensazione di beatitudine.
Mi muovo con passi lenti verso il bagno
e sorrido al mio riflesso allo specchio del bagno mentre mi lavo i denti e lego
i capelli in una coda. O forse è meglio lasciarli sciolti?
Li slego velocemente facendoli ricadere
leggermente sotto le spalle.
Decido di mettermi una maglietta a
collo alto, una felpa gialla che adoro ed un paio di jeans.
Non voglio agghindarmi troppo. Tanto
anche ieri mi ha vista nelle peggiori condizioni. Scuoto la testa ripensando al
maglione di lana che indossavo e a come avevo i capelli. D’altronde non si può
pretendere tutto dalla vita, no?
Ho incontrato Tom con la bellissima
India, non potevo anche pretendere di non essere nella mia versione vagabonda.
L’assurdo desiderio di essere risultata
un minimo attraente ai suoi occhi, nonostante sappia benissimo che ha stuoli di
ragazze che gli si gettano ai piedi ad ogni angolo, mi fa sorridere. Forse son
davvero partita di cervello per lui…
Scendo al piano inferiore ed entro in
negozio.
« Buongiorno! » Dico sorridente ai miei
genitori. Mamma è dietro il bancone, ricontrolla l’incasso di ieri, Papà invece
sta sistemando una giacca di un abito da sera con la macchina da cucire.
« Siamo di buon umore tesoro? » Mi
chiede papà mentre lo bacio su una guancia, fermandomi ad osservare il suo
lavoro.
« E’ perché oggi torna quel bel ragazzo
che è venuto ieri… » Dice mia madre con tono di chi la sa lunga sui pensieri
della figlia. Sorrido a trentadue denti sotto i loro sguardi divertiti.
« Suppongo quindi che ti sei
dimenticata che dovevi andare a fare quelle consegne per la famiglia Hill… »
Inizia mio padre ed io lo guardo allarmata.
No! Nononononononononononononononononono…NO!
« Suvvia James, non cercare di farle
prendere un infarto » Lo rimprovera mia madre mentre mi massaggia le spalle. «
Ci andrò io, tesoro. »
Dio sia lodato!
Bacio mia madre su una guancia,
estasiata.
« Però ti dovrai occupare del negozio da
sola… » Dice seria. « Lo sai che tuo padre il Giovedì va a comprare le stoffe.
»
Annuisco. Tanto Tom viene al negozio,
non mi muoverò di un millimetro fino a che non varcherà quella soglia.
Passo tutta la mattina a fissare la
porta come se al solo spostare lo sguardo potrebbe sparire e con essa la mia
possibilità di vedere Tom.
Oddio, quant’era dolce e carino ieri
pomeriggio con la piccola.
Sogno beata ad occhi aperti mentre
servo dei clienti e mi dedico ad impacchettare i vari regali.
Devo ricordarmi di andare a prendere
quel profumo per mio fratello. Domani magari cerco di liberarmi la mattinata,
d’altronde oggi devo rimanere qui tutto il giorno.
Sbuffo a quel pensiero, ma poi ritrovo
il sorriso al ricordo di ciò che mi attende. La porta si apre e sorrido alle
due donne sulla quarantina che sono entrate in negozio.
« Posso esservi utile? » Domando
cordiale, quando in realtà le sto maledicendo per non essere Tom.
Oddio! Sto diventando una pazza
ossessionata!
Servo le due clienti e me ne torno a
sedere dietro la cassa.
Uffa!
Attraverso la vetrina vedo la gente
camminare per la via illuminata, pochi si fermano ad osservare il nostro
negozio.
Gli affari non vanno male, ma
principalmente facciamo lavori sartoriali e consegniamo a domicilio. È raro che
qualcuno acquisti qualcosa in negozio, quindi non ho molto da lavorare.
Sorreggo il volto con le mani e fisso
l’orologio appeso al muro.
Le sei del pomeriggio, fra un’ora e
mezzo devo chiudere e di Hiddles non c’è ombra.
Il pensiero che abbia trovato un altro
regalo inizia ad insinuarsi nella mia mente, vorrei cacciarlo, ma una parte del
mio cervello lo riporta a galla ad ogni minuto che passa.
Dovevo fargli pagare una caparra ieri,
così sarebbe dovuto tornare per forza.
La porta si apre e sorrido a…mia madre.
Borbotto un’imprecazione e torno a
posare il volto sulle mani.
« Com’è andata? » Mi domanda
sorridente, rispondo mugolando. « Non è venuto? »
La fulmino con lo sguardo perseverando
nel mio mutismo. « Chiamalo, no? Anche solo per sapere se dobbiamo tenere il
giubbotto o no » Dice togliendosi il cappotto e strofinando le mani per
riscaldarle.
« Ce lo hai tu il suo numero? » Le
chiedo ironica. Mia madre mi osserva in silenzio e per un attimo sorrido
speranzosa. Magari ce lo ha sul serio. O un indirizzo.
Solitamente ci facciamo dare tutti
questi recapiti dai clienti per le spedizioni.
« Non ti sei fatta lasciare niente,
tesoro? » Mi chiede leggermente…divertita?
Scuoto la testa e lei sorride.
« Quanto sei scema » Mi dice con un
tono amorevole.
Grazie
mamma.
Sbatto la testa sul bancone e lei ride
mentre si avvicina a massaggiarmi le spalle.
« Verrà domani ormai… » Dice
dolcemente. « Avrà avuto da fare con le riprese… » Sollevo lo sguardo sorpreso
su mia madre, vorrei chiederle come cavolo fa a sapere che è un attore. Lei mi
precede. « Parli di lui in continuazione, neanche quando eri adolescente hai
avuto un’infatuazione del genere… » Sorride divertita. « Non potevo certo dirti
ieri sera che lo avevo riconosciuto e ti ho chiamata giù apposta per fartelo
incontrare… » Sento un sorriso allargarsi sul mio volto. « E stamani c’era tuo
padre…Lo sai come la pensa » Afferma sbuffando e scuotendo la testa.
Mio padre gioisce del mio stato di
ventinovenne single, perché mi vuole tutta per sé ed inoltre è convinto che
tutti gli uomini del mondo dello spettacolo – e non solo – siano persone che
pensano solo e soltanto ad una cosa.
Mia madre mi passa una mano fra i
capelli carezzandomi la testa.
« Perché non esci un po’ » Mi dice con
un sorriso. « Devi comprare il regalo per tuo fratello, giusto? » Annuisco.
« Ma Thomas… » Inizio titubante.
« Thomas verrà domani, fra mezz’ora
chiudiamo. » Dice mia madre ed in effetti non ha tutti i torti. « E poi la
profumeria è in fondo alla strada… » Aggiunge tranquilla.
« Ok… » Dico afferrando il mio
cappotto. « Vado e torno, non chiudermi fuori »
Affermo quando sono sulla porta e lei
ride divertita.
Mi immergo nell’atmosfera di Oxford
Street mentre mi avvolgo la sciarpa intorno al collo e mi copro il naso. Fa
terribilmente freddo.
Sollevo il volto verso le splendide
illuminazioni di quest’anno: delle enormi stelle dorate che vivacizzano la
strada su cui scorrono macchine guidate da gente troppo di fretta per godersi
questo spettacolo che vengono a vedere da tutte le parti del mondo.
Sorrido alla stella gigante che si
trova quasi sopra la mia testa quando mi fermo davanti alla profumeria. Quando
entro una commessa che si stava guardando le unghie sbuffa.
Che
calda accoglienza!
Un venditore si avvicina sorridendomi e
chiedendomi se può essermi d’aiuto.
« Volevo un flacone di Orange di Hugo
Boss da 75 ml, grazie » Dico slacciando leggermente la sciarpa intorno al collo
e cercando di riscaldare le mani sfregandole.
« Faccio un pacchetto? » Mi domanda
cordiale mentre afferra la mia scelta da uno scaffale, annuisco avvicinandomi
alla cassa ed osservo i movimenti veloci con cui impacchetta il regalo.
Pago sorridendo ed auguro buon Natale
all’uomo che mi ha servita e mi preparo psicologicamente ad affrontare di nuovo
il freddo della strada.
Prima di raggiungere il negozio e mia
madre mi diletto ad osservare qualche vetrina. Tutte sono addobbate e mi
scaldano il cuore. Ho sempre adorato questo periodo dell’anno, mi riempie di
gioia e di speranza e non vedo l’ora che arrivi la Vigilia, mancano solo tre
giorni, ma dato che oggi è quasi al termine, posso contarne solo due, no?
No,
perché la vigilia si festeggia la sera.
Ignoro la voce nella mia testa.
Due giorni e poi potrò aprire i miei
regali! Penso estasiata e mi sento proprio come quando ero piccola e passavo
tutti i giorni prima di Natale a toccare e muovere tutti i pacchetti che si
trovavano sotto l’albero per cercare di capire cosa c’era dentro. Per questo
mamma nascondeva sempre qualcosa nella calza sopra il caminetto – dove non
riuscivo ad arrivare – per farmi avere ancora un po’ di sorpresa.
Osservo un paio di occhiali da sole
molto carini, ma decisamente troppo costosi e sbuffo facendo uscire una
nuvoletta dalla mia bocca.
Una mano si posa sulla mia spalla e mi
fa sobbalzare, ma mai quanto la voce che mi arriva alle orecchie nello stesso
momento.
« Kim? »
Credo mi sia appena venuto un infarto.
Guardo il ragazzo che mi sorride e
rimango in silenzio. Non muovo un muscolo, non respiro nemmeno.
« Tua madre me lo aveva detto che ti
avrei trovata qui fuori » Dice rimettendo la mano destra in tasca.
Mia madre cosa?!
« Ah….Hai già preso il tuo regalo? » E’
l’unica cosa che riesco a chiedergli e lui solleva la busta del mio negozio che
tiene nella mano sinistra e osserva il mio pacchettino. « Hai fatto acquisti? »
Mi domanda cordiale ed io annuisco.
« Un profumo… » Dico titubante. « Per
mio fratello » Aggiungo subito dopo, insieme alle maledizioni che mi lancio,
perché sicuramente a lui non importerà.
« Tua madre mi ha detto che mi hai
aspettato tutto il giorno » Dice sghignazzando e mi sento avvampare nonostante
si congeli qui fuori. « Pensavo fosse giusto salutarti… » Afferma ed io sento
il bisogno di intervenire.
« Sarei comunque stata in negozio tutto
il giorno… » Dico sorridendo. « Anche se tu non fossi venuto… » Aggiungo
incerta, aggrottando la fronte alla mia stessa affermazione.
« Pensavo di offrirti un caffè o
qualcosa da bere per farmi perdonare il ritardo… » Dice lui titubante. « Ma se
dici così, non importa… » Afferma tutto d’un fiato e sorride.
« No! »Ok, forse potevo evitare di
alzare la voce, lui sghignazza divertito. Cerco di ricompormi. « Qualcosa da
bere, l’ accetto volentieri »
Dico annuendo e lui muove il braccio libero
verso destra, indicando lo Starbucks dall’altra parte della strada.
« Dopo di lei, signorina » Afferma con
un tono da Lord e rido nervosa quando prende a camminare al mio fianco.
« Kim è l
’abbreviazione di Kimberly? » Mi chiede ed io faccio una smorfia annuendo.
« Detesto il mio nome completo… »
Ammetto. « Mi dà tanto l’idea di bambolina bionda e stupida. »
« Non sembri niente del genere »
Afferma con un sorriso. « Kimberly è un bel nome, lo sai che deriva dal nome di
una città sudafricana? »
« Sapevo da un Lord… » Dico pensierosa
e lui sorride.
« In effetti sì… » Ammette. « Lord Kimberley,
che diede il nome alla città….E così da un cognome è diventato un nome »
Finisce di spiegare e mi guarda sorridendo mentre mi apre la porta del bar.
Raggiungiamo il bancone in silenzio e
afferrò uno dei tanti manù.
« Ma… » Inizia incerto mentre aggrotto la
fronte leggendo i vari nomi delle bevande. « Porti le lenti? » Mi chiede ed io
mi volto sorridendo.
« No… » Scuoto la testa e aggiungo. «
Porto gli occhiali solo quando sto al computer e quando leggo, per non
affaticarli troppo… » Affermo mentre lui annuisce. « Ieri, quando sei venuto in
bottega, stavo lavorando al sito del negozio. » Mi porto un dito alla bocca e
sorrido. « Regalo per i miei, non lo dire a nessuno » Parlo senza pensare al
fatto che lui non vedrà più i miei.
« Promesso » Dice sollevando una mano e
portandosi l’altra al cuore. « Però dopo Natale voglio vederlo. » Annuisco
pensierosa e decido di dedicarmi alla mia possibile ordinazione.
Lui si avvicina ad osservare lo stesso
menù che io tengo in mano, trascurando quello che era poggiato sul bancone
davanti a lui.
« Io prendo una cioccolata classica,
tu? » Mi chiede dopo un po’ continuando ad osservare la lista di possibilità da
sopra la mia spalla.
« Temo che dovrò imitarti » Affermo con
un sorriso e lui ordina.
Quando veniamo serviti insiste per
pagare, ma mi oppongo con tutte le mie forze e con movimento veloce deposito
una banconota pagando per entrambi.
Lui aspetta l’uscita dal locale per
iniziare a lamentarsi.
« Ti ho invitata io, dovevo pagare io!
» Dice mentre rido e mi godo il calore che proviene dal mio bicchiere. « Non
c’è niente da ridere, Kimberly »
Gli rivolgo un’ occhiataccia da dietro
il mio bicchierone e lui fa un mezzo sorriso iniziando a bere la sua
cioccolata.
Lo continuo a guardare di sottecchi
mentre abbassa il bicchiere e si porta via un po’ di panna dal labbro superiore
con la lingua.
Muoio.
Non può fare così! È illegale!
« Tu non bevi? » Mi chiede osservandomi
e mi porto automaticamente il bicchiere alla bocca.
Il liquido caldo scende giù
riscaldandomi e mi godo la piacevole sensazione che mi regala. Io detesto il
freddo, cioè non è che lo detesti è che non riesco a gestirlo, inizio subito a
tremare e poi dopo per riscaldarmi ci vuole un sacco di tempo.
« Insomma, che fai nella vita? » Mi
chiede sorseggiando la sua bevanda ed io mi rigiro il bicchiere fra le mani.
« Come hai forse intuito, ieri » Inizio
e lui sorride da dietro il bicchiere. « Lavoro nel negozio di famiglia, ogni
tanto faccio la baby-sitter per le clienti. » Affermo con un sorriso. « E tu? »
Lui aggrotta la fronte perplesso.
« Credevo lo sapessi già… » Ammette.
« Forse » Dico prima di tornare a bere,
creando un po’ di suspense. « Ma preferisco sapere da te » Aggiungo e lui
sorride.
« Io faccio il lavoro dei miei sogni. »
Dice scrollando le spalle. « Mi lascia pochi attimi di respiro e quasi nessuno
spazio di privacy ed intimità, ma penso ancora che ne valga la pena. »
Annuisco alla sua affermazione e lui
riprende a parlare.
« Ma non parliamo di me… » Fa una pausa
e poi sorride grattandosi la nuca. « Non sono poi così interessante. »
Scuoto la testa divertita.
« Ma come fai? » Gli domando e lui
aggrotta la fronte. « Come fai a dire che la tua vita non è interessante » Mi
spiego e continuo. « Vivi nel mondo dello spettacolo! Puoi rendere reali i sogni
della gente! »
« Beh, anche tu…» Stavolta sono io ad
aggrottare la fronte senza capire. « I vostri vestiti sono da cerimonia,
principalmente, o sbaglio? » Annuisco e lui prosegue. « Solitamente quindi sono
abiti che usi in occasioni importanti…Come un matrimonio per esempio… »
Annuisco di nuovo, curiosa di dove vuole andare a parare. « Ed il matrimonio
cos’è se non il coronamento di un sogno d’amore? »
Mi domanda ed io sorrido divertita.
« Sei romantico » Affermo. « Ecco una
cosa che non sapevo di te »
« Ed è una cosa buona spero… » Dice
sorridendo e facendo cozzare la mia spalla con la sua.
« Direi di sì » Affermo pensierosa e
torno a bere la mia cioccolata.
Rimango più del dovuto con le labbra
immerse nel liquido, sorseggiando e riflettendo su quello che ha detto e sulla
sua spalla che camminando a volte sfrega contro la mia. Riemergo dal bicchiere
e stavolta sono io a pulirmi con la lingua sotto il suo sguardo, con il
risultato che sono di nuovo io quella a disagio.
« Ti è rimasta un po’ di cioccolata… »
Dice in un sussurro muovendo la mano intorno alla sua bocca per indicarmi il
punto.
In una situazione del genere una
ragazza normale prenderebbe un fazzoletto dal pacchetto che ha nella borsa e si
pulirebbe. Io, invece, inizio a muovere la lingua sopra il mio labbro superiore
cercando di capire dove sono macchiata, causando le risate del ragazzo di
fronte a me.
E se c’è una cosa che adoro di Tom è
proprio la sua risata. Potrei sciogliermi, se non facesse così freddo, potrei
sul serio.
« Aspetta… » Dice sghignazzando ancora
e muovendo una mano verso di me.
Oddio!
Che vuoi fare?
Deglutisco a fatica quando appoggia il
pollice sulla superficie di pelle leggermente sopra il lato destro della mia
bocca.
« Ecco fatto » Dice sorridendo ma non
muovendosi di un millimetro, causando il rapido accelerare del mio cuore.
« Grazie » Affermo
con un filo di voce incontrando i suoi occhi di ghiaccio.
Non resisto.
E’ troppo vicino e
troppo…Tom, per resistere.
Chiudo gli occhi e
annullo la distanza, già minima fra di noi e poso le labbra sulle sue.
§§§§
« AUGURI!!!! » Sobbalzo e apro gli occhi fissando il
soffitto sopra la mia testa.
Richiudo gli occhi
cercando di riafferrare il sogno. Sbuffo quando la piccola peste che mi ha
svegliato inizia a saltare sul letto.
« SVEGLIA ZIO!!!È
NATALEEEEE! »
« India… » Dico con
la voce ancora impastata dal sonno. « Fermati » Cerco di interrompere i suoi
salti afferrandola per la vita, ma lei sguscia dalla mia presa e scende dal
letto.
La tregua.
Sospiro tornando a
sdraiarmi con la testa sul cuscino. Chiudo gli occhi per riaddormentarmi,
invano.
« PAPÀ!!!! » Oddio è
ancora in camera! Apro un occhio e osservo India.
È in piedi infondo al
letto, le mani sui fianchi. Indossa un vestitino rosso adorabile, le sorrido
quando mi guarda accigliata da dietro la frangetta bionda.
« Che c’è piccola? »
La voce di Chris arriva da fuori dalla stanza.
« Niente, niente
Chris » Dico alzando la voce mentre batto con la mano sopra la superficie del
materasso.
Lei non aspettava
altro: monta sul letto contenta, accucciandosi sul mio petto.
« Ciao piccoletta »
Le dico posandole le labbra sulla fronte.
« Ciaaaao
» Dice ridendo, poi si volta verso di me. « Andiamo ad aprire i regali, zio? »
« Sei sicura che ci siano anche per te? » Le
chiedo cercando di rimanere serio sotto al suo sguardo allarmato. « Non so se
sei stata buona… »
« Io sono stata super
buona » Dice convinta e riesce a strapparmi un sorriso.
« Non si sveglia lo
zio quando dorme… » Dico convinto.
Soprattutto quando fa
sogni del genere, aggiungo mentalmente.
« Papà ha detto che
potevo » Afferma lamentandosi.
« L’ha detto papà? »
Dico sollevando un sopracciglio e lei annuisce. « Andiamo da papà, che ha
queste gentili premure nei miei confronti… »
India aggrotta la
fronte.
« Che sono le
premure? » Mi chiede poco convinta.
Sorrido e scendo dal
letto, imitato dalla piccola. Esco dalla camera in pigiama, spiegando alla
piccola cosa sono le premure e raggiungo la cucina al piano di sotto.
« Buon Natale! » Elsa
mi accoglie sorridente mentre deposita una macedonia di frutta sul tavolo.
L’abbraccio mentre le
faccio i miei auguri. Chris entra in cucina nell’istante in cui sciogliamo
l’abbraccio e rubo una fragola dalla composizione di frutta che ha creato sua
moglie, portandomela alla bocca.
« Dormiglione! » Mi
ammonisce ed io mi limito a sorridergli. « Risenti ancora del jet lag? »
Annuisco rubando un
altro pezzo di frutta ed Elsa mi colpisce la mano.
« Smettila di
spilluzzicare » Dice con tono accusatorio facendo ridere India.
« Cosa ridi, birbante!
» Le dico prendendola in braccio e facendole il solletico, poi sposto lo
sguardo su Chris. « Dov’è? »
Lui solleva il volto
ed arriccia le labbra con fare pensieroso. Scuoto la testa al suo atteggiamento
e guardo Elsa che però sembra caduta in una specie di catalessi.
Osservo la piccola
che ho fra le braccia e lei indica la porta finestra che dà sul giardino.
Decido di portarla fuori con me prima che i suoi genitori inizino a lasciarsi
andare in smancerie, come al solito, ed esco nel giardino.
Una leggera brezza mi
colpisce il volto insieme ai raggi di sole ed India mi chiede di farla
scendere. La osservo mentre corre verso la spiaggia privata adiacente alla sua
casa.
Mi fa uno strano
effetto festeggiare il Natale in estate. Non so come Chris sia potuto crescere
qui. Ammetto che il caldo è piacevole, ma continuo ad avere la sensazione che
ci sia qualcosa che non quadra.
Seguo India fino alla
riva dove la richiamo per evitare che si bagni il vestito. Elsa mi
ammazzerebbe.
« Tu sei abituato a
venire in spiaggia in pigiama? » Mi volto a guardare la ragazza che mi ha
parlato e mi studia con un sopracciglio alzato.
« Sono venuto a
cercarti » Le dico sorridendo e lei incrocia le braccia al petto.
Indossa un costume da
bagno, altra cosa assurda dato che è il 25 Dicembre, ma la cosa non mi dà
fastidio, anzi.
Mi avvicino e la
cingo per i fianchi.
« Buon Natale » Dico
contro le sue labbra prima di catturarle con le mie.
«Buon Natale » Ripete
mentre sorride. « Dormito bene? » Mi chiede prendendo posto fra le mie braccia,
come è abituata a fare. Annuisco e sorrido.
« Ho sognato il
Natale di tre anni fa » Affermo con un sorriso e lei mi imita.
« Capita anche a me
in questo periodo… » Constata guardandomi per un attimo.
« Noto con piacere che stai già indossando il
mio regalo. » Le dico rubandole un
sorriso imbarazzato.
« Non ho potuto farne
a meno anche se... » Dice aggrottando la fronte. « Ho paura di perderlo »
Afferma tirando fuori la lingua in un sorriso sbarazzino. « Ti immagini se lo
smarrissi qui in spiaggia? »
Dice allarmandosi ed
io le bacio la fronte mentre intreccio la mia mano destra alla sua sinistra e
la tiro su, osservando per un attimo il mio regalo che brilla al suo dito.
« Lo ricomprerei, che
domande » Dico sicuro di me, annuendo.
« Non te lo permetterei
mai » Afferma seria ed io sollevo un sopracciglio, lei mi precede. « Piuttosto
setaccerei tutta la spiaggia per ritrovarlo » Scuoto la testa e le porto una
ciocca bionda dietro l’orecchio. « Mi farei aiutare da Chris » Dice divertita.
« Faresti fare tutto
il lavoro a lui, quindi » Lei annuisce alla mia affermazione.
« Mi chiedo come
faccia a dire che qui in Australia c’è un’atmosfera più natalizia… » Afferma
arricciando il naso e guardando l’oceano e poi India che gioca con una serie di
formine sulla spiaggia. « Quasi quasi mi manca il freddo di Londra »
Asserisce sgranando
gli occhi e sorrido a quell’affermazione sapendo quanto lo odi, poso le mie
labbra sulla sua spalla scoperta.
« Fra quattro giorni,
quando torneremo a casa…» Dico contro la sua spalla. « Non potrai lamentarti,
dopo questa affermazione »
« Nemmeno come scusa
per farmi riscaldare? » Mi chiede maliziosa mordendo leggermente il mio labbro
inferiore.
« Si mangia! » Chris
anticipa la mia risposta mentre ci raggiunge con Elsa e le composizioni di
frutta che hanno preparato, mi scuso e vado a mettere una maglietta ed il
costume, per poi tornare in spiaggia per il pranzo.
« India, vieni a
mangiare » Kim la chiama a tavola e la piccola le
ubbidisce prendendo posto accanto a suo padre.
« Ah, Tom…» Chris
attira la mia attenzione mentre io sto baciando la mano di Kim.
« Prima di mangiare volevo darti un regalo » Afferma con un sorriso smagliante
mentre aggrotto la fronte.
« Ma, mi hai già
fatto un regalo » Affermo interdetto mentre lo osservo lanciare un’occhiata
complice a Kim.
« Ma questo è
speciale » Dice mentre Elsa mi posa un pacchetto fra le mani. « E’ simbolico »
Aggiunge con un tono solenne.
Passo uno sguardo
incerto ai tre adulti seduti al tavolo con me e poi al pacchetto. Lo apro
lentamente e quando finalmente ho tolto tutta la carta lucida che lo avvolgeva…
Mi prende un infarto.
«Questo…» Dico
guardando il pacchetto, poi Chris allarmato, poi mi volto verso Kim. « Amore…» Dico cercando di risultare tranquillo, ma in
realtà sto leggermente andando nel panico. « Sei incinta? »
Kim scoppia a ridere
seguita da Chris ed Elsa e anche India, che vedendo ridere tutti ha iniziato a
farlo anche lei.
« No, scemo! »
Risponde divertita passandomi una mano fra i capelli ed io la osservo senza
capire.
« E allora perché mi
hai regalato questo aggeggio infernale? » Chiedo a Chris che sta ancora
ridendo.
« Perché Kim non è incinta, ma Elsa sì… » Sorride intrecciando le
mani a quelle della moglie ed io mi alzo per abbracciarla contento per loro. «
E quindi come Baby-sitter ufficiale devi avere in dotazione il praticissimo
marsupio » Lo guardo torvo e lui sorride smagliante. « E poi vi siete
conosciuti grazie a quello, più o meno… » Aggiunge convinto mentre lo abbraccio.
« E adesso siete fidanzati, quindi è anche un augurio… »
« Che possiate usarlo
presto… » Elsa finisce la frase per lui quando io torno a sedere accanto a Kim.
Incontro il suo sguardo, è leggermente
arrossita e lo ha spostato subito sulle mani. La stringo per le spalle e
rubandole un bacio.
« Tu lo sapevi? »
Dico curioso quando iniziamo a mangiare.
« Stamani sono
entrata nel salone mentre facevano il pacchetto » Risponde portandosi alla
bocca la forchetta. « Mi hanno pregata di non dirtelo, per vedere la tua faccia
»
« Che carini » Dico
ironico mentre inizio a mangiare a mia volta.
Il pranzo scorre
tranquillamente e anche quello è decisamente poco natalizio, anche se molto
piacevole.
Il sole riscalda la
mia pelle e sta già iniziando a donarle quel colore tipico dell’abbronzatura,
Chris si è addormentato sdraiato sulla spiaggia, mentre Elsa sta giocando con
India. Poso il copione che sto studiando per dedicarmi con attenzione alla
ragazza che cammina sul bagnasciuga. I capelli biondi sono sciolti e le
ricadono sotto le spalle, il mio sguardo segue il suo profilo longilineo ed
elegante percorrendone tutte le forme che conosco già alla perfezione. Non è
passato momento da quando l’ho conosciuta in cui non ho ringraziato la gomma
bucata della macchina di Chris o gli impegni che mi hanno impedito di prendere
il regalo di Emma qualche giorno prima.
Mi alzo per
raggiungerla e prima di poterla abbracciare lei si volta sorridendomi.
Le tolgo gli occhiali
da sole, per fissarla in quegli occhi che mi hanno sempre tolto il fiato.
« Ti amo » Lo dice
lei. È sempre un passo avanti a me, scuoto la testa divertito e la bacio.
« Ti amo anche io…
» Le dico ancora contro le sue labbra.
« Futura signora Hiddleston. » Aggiungo prima di baciarla di nuovo.
Lei sorride e arrossisce
leggermente prima di puntare i suoi occhi nei miei.
« Mi piace » Dice
mentre le cingo un fianco con una mano ed iniziamo a camminare. « Potrei farci
l’abitudine. »
« Devi farcela » Le
sussurro in un orecchio nello stesso istante in cui lei intreccia le dita della
sua mano sinistra con le mie posate sul suo addome. « Perché io non ti lascio
andare. »
∽
Salve! ∽
Ed eccoci qua, siete giunti alla fine
(bravi i miei complimenti!)
Qualche piccola notizia sulla
storia.
Il titolo, come la presentazione
della storia, sono tratti dalla canzone di Michael Bublé:
Cold December Night.
Oxford Street a Londra, quest’anno è
davvero addobbata con delle stelle dorate, guardate che bellezza: http://blog.thistle.com/wp-content/uploads/2012/11/oxf-st.jpg
In Australia il Natale cade in piena
estate e lo festeggiano in spiaggia mangiando frutta, grazie ai siti che ho
consultato per queste curiosità.
Per il resto ovviamente è tutto frutto
della mia fervida immaginazione dato che non ho ancora incontrato né Tom, né Chris e la
sua bella famiglia, ma è ovvio che gli auguro tutta la felicità che ho provato
a regalargli in questa ff e molta di più. Felicità
che auguro anche a colei che mi ha sopportato nelle mie crisi da ansia da
prestazione come sempre. Un abbraccio stra forte a
te!!! Tanto lo so che stai leggendo, amour!
Ovviamente la auguro a voi che avete
avuto il coraggio di leggere fin quaggiù.
Se volete farmi sapere la vostra
opinione ne sarò felicissima.
Intanto vi auguro buon Natale!
Avete vinto i link alle altre storie
natalizie del nostro gruppone!!! Tranquilli sono molto meglio di questa ;)
LaNonnina- Once upon
a time…on Christmas Eve:
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1465872&i=1
francescamacciocca- One Night By Chance:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1468553
Aine Walsh- All the stars are coming out tonight:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1470316
Ireth_Mezzelfa- The sound of snow:
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1472778&i=1