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Apri gli occhi
Alphonse Elric aprì la
porta della stanza...Edward se ne stava sdraiato a pancia in giù sul suo letto e
sorreggeva il capo con la mano sinistra, sotto i suoi occhi scorrevano le righe
di un grande e spesso tomo, probabilmente di Alchimia. Ed alzò a mala pena gli
occhi dalla sua lettura, per constatare l'arrivo del
fratello.
"Già di ritorno? come sta
Winry?"
"Lo Sapresti anche tu se la
andassi a trovare." ribatté Al leggermente acido.
"Uhmpf...ho tante cose da
fare ora..." rispose vacuamente Edward tornando alla sua lettura "Allora? come
sta?" domandò nuovamente senza però guardarlo.
"Bene..." rispose infine
Alphonse rassegnato "anche se..."
"Cosa?"
"Beh...mentre ero lì...è
arrivato Mustang."
Ed alzò di scatto gli occhi
dorati dallo scritto e li portò sul fratello: "Cosa
voleva?"
Al rimase leggermente
stupito da quell'improvviso interessamento: "Non lo so fratellone, voleva
parlare da solo con Winry..."
A quelle parole il giovane
alchimista scattò in piedi: "E tu li hai lasciati da
soli????"
"Calmati fratellone! che
male può accadere?"
"Al! c'è bisogno che ti
ricordi di chi stiamo parlando?" con quelle ultime parole spalancò la porta e
corse fuori dalla stanza.
Correndo a tutta velocità
uscì presto dall'albergo militare i cui alloggiava, passò in pochi istanti le
trafficate vie di Central City e poco dopo solcava a grandi falcate i corridoi
dell'ospedale; senza pensare a nulla, senza sapere...a mente vuota raggiunse la
stanza e aprì la porta di scatto: "Winry!"
La ragazza
dormiva...voltata di lato dava la schiena alla porta, le imposte erano state
chiuse per fare oscurità e il silenzio appena rotto dal suo ingresso tornò ad
aleggiare nella stanza...
"Oh..." Ed si sentì quasi
in colpa per la brusca irruzione...da subito fece per voltarsi ed uscire in
silenzio...
Ma poi...beh tanto...già
che era lì.
Fece invece qualche passo
in avanti e si chiuse la porta alle spalle più silenziosamente
possibile.
Fece il giro del letto per
ritrovarsi viso in fronte a Winry...sprofondata nello spesso cuscino dormiva
tranquilla e serena respirando leggermente...
Edward sospirò ed un lieve
sorriso addolcito gli allungò le labbra. Si sedette al bordo del letto prendendo
a fissare la penombra, pensando a tutto e a niente.
"...Ed..."la sottile voce
tipica di un risveglio lo distolse dai suoi pensieri, volse lo sguardo verso il
basso e vide che la ragazza stava lentamente aprendo gli
occhi.
"Oh...ben svegliata."gli
disse semplicemente osservandola dall'alto verso il
basso.
"Sono felice che tu sia
qui." gli disse Winry stropicciandosi gli occhi; quella frase lo lasciò un
pochino perplesso.
"Come
mai?"
"Volevo
ringraziarti...ringraziarti per avermi salvata."
Era chiaro...Roy le aveva
detto tutto. Fortuna solo che il tenente non fosse stato presente al momento del
suo ritrovamento.
"Beh...sai...era sopratutto
colpa mia se..." iniziò il giovane alchimista cercando quasi una buona scusante
per il suo gesto, ma Winry non lo lasciò finire.
"E poi...dovevo chiederti
una cosa.."la sua voce tentennò appena, come se non fosse convinta della domanda
che voleva fare.
“Chiedermi…beh dimmi…”
esclamò Edward con un nodo alla gola.
Winry si tirò a sedere
appoggiando la schiena al cuscino così da arrivare più o meno alla sua
altezza.
“Ecco…più che domandartelo,
devo capirlo da sola…” Winry abbassò lo sguardo, le sue gote si colorarono di un
vago rossore…
Ed percepiva i battiti del
proprio cuore distintamente, uno per uno…attese in silenzio qualche istante:
“Capire…cosa?”
“Ecco io…” Winry alzò gli
occhi verso Edward. Lo osservò con le iridi limpide e chiare qualche istante.
Alzò una mano e lo afferrò per il colletto della canotta
nera.
Ed la osservò stupito e
confuso: “Cos…” non ebbe il tempo di finire la
frase.
Winry lo tirò a sé e le
loro labbra si incontrarono prima che lui potesse essersene reso conto. Un tocco
tiepido che lo fece avvampare di emozione.
Durò solo pochi secondi, le
labbra della ragazza si allontanarono dalle sue…rimanendo con il volto vicino a
quello di Edward Winry socchiuse gli occhi e
sussurrò…
“E così…eri davvero
tu…”
Edward non rispose nulla,
il suo cuore galoppava a una velocità impressionante e i pensieri che prima
erano confusi e contrastanti parvero d’un tratto incastrarsi perfettamente tra
di loro.
Winry appoggiò nuovamente
il capo indietro allentandosi un po’ e sprofondando nel cuscino…quando fece per
rialzare lo sguardo su di lui…sentì il tocco morbido di una mano sulla sua.
Sgranò gli occhi arrossendo e guardando Ed che la fissava senza espressione. Il
braccio destro del ragazzo andò a sfiorarle i capelli, le contornò dolcemente la
testa mentre lui si chinava su di lei e le accarezzava nuovamente le labbra con
le sue…sfiorandole solo…come se non osasse andare oltre o ne avesse
paura.
“Ed…” Winry sussultò di
quel tocco e trasformò il contatto in un profondo bacio invasivo ma dolce. Il
ragazzo avvertì la sua lingua sfiorargli la bocca e quasi senza accorgersene
fece altrettanto. Le mani della ragazza sfiorarono il volto di Ed come se non
volesse…non volesse lasciarlo andare. Edward si abbandonò completamente a quel
dolce sentore, chiuse gli occhi e si perse. Quasi involontariamente il corpo del
ragazzo era scivolato sempre di più verso quello di Winry. Ora il suo braccio
meccanico le contornava le spalle in un tenero abbraccio e la mano sinistra si
intrecciava tra le sue dita.
Ma d’un tratto…così come
era iniziata la magia svanì. Winry avvertì il corpo e le labbra del ragazzo
scivolarle via con irruenza e distacco. Aprì gli occhi e vide che Edward era
scattato in piedi allontanandosi dal lei e guardandola con occhi sgranati come
se vedesse chissà cos’altro.
“Wi-Winry io….perdonami!”
esclamò il ragazzo con voce tremante e guardandola come
terrorizzato.
Lei restituì uno sguardo
quasi deluso, triste: “Perdonarti…per cosa? Per avermi dato la vita una seconda
volta con un bacio?” domandò lei.
“No! Io…ecco…è stato un
errore! Non avrei dovuto, ti prego, fai come se non fosse successo!” esclamò lui
come se fosse stato in preda al panico.
Winry sussultò a quelle
fredde parole: “come? Come fai a chiedermi una cosa del genere?? Edward io…io
ti…”
Edward la guardò…come
terrorizzato: “NO! Non lo dire! Ti prego!” ormai quasi urlava…era disperato…non
voleva sentirlo, lei non doveva provare questo per lui! Non poteva
essere.
Winry scattò a sedere quasi
adirata da quelle parole: “E’ sempre stato così! Lo sai…non posso continuare a
trattarti come un fratello, un profondo amico e basta…io…” la rabbia si
trasformò in pianto, e la voce della ragazza si spezzò in singhiozzi. “Io
pensavo che tu…quasi non mi considerassi come una ragazza…pensavo che…mi vedessi
come una sorella…e mi sono obbligata a fare lo stesso. Ma da quel giorno…da
quando le tue labbra mi toccarono per la prima volta, io…io ho capito che era un
castello di carte…” Calde lacrime ora le rigavano il volto. Edward fissava
ostinatamente il pavimento obbligandosi a non guardarla, a tenere uno sguardo
neutrale, quasi freddo: “Smettila Winry…”
“No che non la smetto! Lo
vuoi capire che ti amo razza di idiota??? Vuoi capire che io muoio ogni volta
che parti per tornare tra i militari? Che piango quando mi porti l’automail da
riparare non per l’oggetto…ma perché indica che ogni volta tu sei andato a un
passo dalla morte! Che ricomincio a vivere quando…quando torni a
casa…”
Edward sospirò guardando il
pavimento…tremava di emozione…cosa aveva fatto? Non poteva permetterlo…lei…non
poteva amarlo…non poteva…
“Dì qualcosa! Ti prego!
Qualsiasi cosa! Tu…tu provi qualcosa per me? Devo
saperlo!”
Edward quasi sentì una voce
urlare dentro di lui…ma la mise a tacere…alzò lo sguardo su di lei…lei…i suoi
capelli d’oro, quegli occhi azzurri ora umidi di lacrime…e le sue labbra che
tremavano nell’attesa di una risposta…le sue labbra…per un istante così dolci,
ed ora così lontane…
“No…mi dispiace Winry….ma
per me non è così.” Poche parole vennero dette, con un tono che non ammetteva
repliche. Freddo e impassibile.
Winry credette di
precipitare….
“Allora…quel bacio. Non
significava nulla per te?”
“Sei stata tu a
baciarmi!”
“Non mi è sembrato però che
tu…”
“Te l’ho detto…è stato un
errore.”
Nuove calde lacrime
bagnarono il volto della ragazza “Sei…sei…”
Le parole della ragazza
vennero interrotte dal suono della porta che si apriva. A fare capolino nella
stanza nel momento meno opportuno furono Al e il tenente colonnello
Mustang.
Al sussultò al vedere Winry
in lacrime e con la voce tremante. Si voltò verso Ed, ma lui appena vide che
stava per dire qualcosa guardò da un’altra parte.
“Fratellone! Cosa le hai
fatto???” domandò Al con voce di rimprovero indicando Winry. “Cosa le hai
detto?”
“Al…” fu la ragazza stessa
a interrompere l’amico che era corso in sua difesa. “Lascia perdere…” mormorò
affondando il volto nel cuscino per soffocare i
singhiozzi.
Edward con espressione
contratta si volse e si diresse verso l’uscita della stanza. Prima di varcarne
l’uscio incrociò lo sguardo di Roy che inaspettatamente gli sorrise. Il
ragazzino lo fulminò con lo sguardo.
“Posso parlarle?” domandò
con tono incredibilmente formale senza aspettare risposta imboccò l’uscita
proseguendo nel corridoio.
“Quando vuoi acciaio…” fu
la semplice risposta del tenente prima di voltarsi e
seguirlo.