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Autore: DarkshielD    19/12/2012    4 recensioni
Dopo la sconfitta da parte dei Guardiani, Pitch sembra essere destinato a scomparire, dimenticato da tutti, temuto da nessuno. In effetti, al risveglio da un brutto sogno, all’arrivo dell’alba, un incubo può scomparire.
Ma la paura rimane. E spesso, troppo spesso, va ben oltre il timore di trovare un mostro chiuso nell’armadio o sotto il letto, pronto a ghermirci se siamo così ficcanaso da dare un’occhiata.
La paura evolve. Diventa più potente.
Talmente potente da non poter essere più definita semplice paura.
E sarà allora che toccherà ai Guardiani tornare in azione.
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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II: Una strana sabbia chiara.

 

Notte.

Il lavoro di Sandman iniziava col tramonto, per terminare all’alba, così era sempre stato. Non che non conoscesse il giorno e la luce del sole, perché la Luce era parte di lui.  

Sandman era il Custode dei Sogni.

Il suo compito era di vegliare sul sonno di tutti i bambini del mondo, e di assicurare sogni d’oro ad ognuno di loro.

Anche quella notte Sandman, comodamente seduto sulla sua nuvola dorata che galleggiava piano parecchi metri sopra la città, stava svolgendo il suo usuale lavoro. Il cielo nero e punteggiato di stelle e nubi leggere era attraversato da migliaia di leggere scie dorate, ognuna delle quali entrava in ogni casa che in cui c’era un bambino che dorme, oppure si perdevano lontano, oltre l’orizzonte, verso altri continenti.

Era una bella notte per il Guardiano, finché non si accorse che alcune delle scie di sogni da lui create si stavano affievolendo.

Sandman aggrottò la fronte, osservando la scia che ondeggiava nell’aria, sempre più rada e pallida, fino a scomparire in un lievissimo scintillio d’oro.  

Strano si disse. 

Incerto su cosa potesse mai essere successo, decise di indagare. Rimpicciolì la sua nuvola, e seguì lo scintillio che scompariva fino ad arrivare ad una casa, nella periferia della città.

Era più grande delle altre, aveva un giardino meglio tenuto e persino una piccola fontana. Sandman la osservò per un istante dall’esterno, prima di entrare grazie alla sua sabbia magica.

Anche dentro la casa era molto bella: ordinata, pulita, nel salotto c’era un grande televisore all’apparenza molto costoso, e una gran quantità di altri oggetti che Sandman non ricordava d’aver visto molto di frequente in altre abitazioni.

Ma tutto questo non gli interessava.

Fluttuò piano al piano di sopra, alla ricerca della stanza del bambino i cui sogni erano spariti. Quando trovò la porta chiusa, sentì dei singhiozzi dall’altra parte. Qualcuno piangeva.

Spinse piano la porta, ed entrò in una camera da letto grande e piena di giocattoli e oggetti dall’aspetto costoso, proprio come il resto della casa. A differenza del resto dell’abitazione però, la stanza era disordinata, e appariva più piccola di quello che era. Una lucina notturna di colore giallastro donava al tutto un’aria leggermente claustrofobica.

Il piccolo era raggomitolato nel suo letto, sotto uno spesso strato di coperte, e tremava scosso dai singhiozzi.

Sandman si avvicinò per osservarlo. Era grassottello, un po’ cresciuto –quasi un adolescente- e aveva il viso e gli occhi chiusi arrossati dal pianto.

Sopra la sua testa vorticava un sogno. Un piccolo pugno di sabbia che si componeva e scomponeva, si agitava come in un barattolo pieno d’acqua.

 Un pugno di sabbia nera.

Sandman si piegò verso l’incubo, osservandolo incredulo.

C’era un solo essere capace di trasformare il sogni più belli negli incubi più terribili.

Pitch.

Era tornato? Impossibile, si disse il Custode. È passato così poco dalla sua sconfitta. Non poteva avere una pellaccia così dura e un carattere così ostinato da tornare in azione così in fretta.

Né poteva averne le forze. Era stato sconfitto, i suoi Incubi gli si erano rivoltati contro e… non sapeva cos’era successo dopo. Non se l’era chiesto.

Intanto, l’incubo continuava a vorticare, assumendo di tanto in tanto forme sfocate: due adulti, forse i genitori del piccolo, dei fogli, una valigia, di nuovo i due adulti che litigavano.

Deciso a porre fine al brutto sogno, Sandman tese una mano verso l’incubo e lo dissipò. La sabbia nera sbiadì a contatto con la sua piccola mano, fino a diventare gialla, e tornare a vorticare assumendo forme più allegre.

Sandman osservò il nuovo sogno con aria critica: non lo convinceva. La sabbia non era gialla e lucente come al solito. Era più chiara, e luccicava meno. Il dettaglio lo turbò.

Dissipò di nuovo il sogno e lo riformò, infondendogli più potere. Nulla. La sabbia magica continuava a sembrargli più chiara del solito. Allungò la mano, prese un po’ della strana sabbia e decise di tornare al lavoro: avrebbe trovato una soluzione al più presto. E se non l’avrebbe trovata, avrebbe informato i Guardiani.

Alla fine di quella notte aveva contato tredici di quei strani sogni sparsi per tutto il mondo. Né aveva trovato una soluzione o una risposta che lo convincesse.

C’erano due sole possibili opzioni, concluse. O  non sapeva più fare il suo lavoro bene come una volta, o stava succedendo qualcosa di cui non solo lui, ma tutti i Guardiani dell’infanzia dovevano preoccuparsi.

Sperò ardentemente di essere un incapace.

 

 

 

-+-

Capitolo corto, lo so. E con nessun personaggio che piace a tutti. Scusate, ma sto cavalcando l’onda dell’ispirazione, ne approfitto finche dura! XD

In verità spero ardentemente che ci siano dei fan di Sandy qua fuori. Voglio dire, sono la sola a trovarlo adorabile?

Okey, ci vediamo. Presto, spero.

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