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Autore: Ria_27    21/12/2012    3 recensioni
Non ero ancora nata quando la scoperta del Dr Gregory l’H273 rivelò le sue drammatiche conseguenze.
Ma nel mondo in cui vivo chiunque conosce questa storia.
Sono passati ormai trent’anni da quando tutto questo ebbe inizio ma ancora oggi l’unica cura che si conosce contro gli Affetti è sterminarli .
Questo però non impedisce loro di fare sempre più vittime tra le quali mia madre .
Era all’ottavo mese di gravidanza quando venne contaminata .
Le indussero il parto portandomi alla luce, donandomi la vita prima che quella di mia madre le venisse sottratta.
Non so quand’è stato il momento preciso in cui me ne resi conto.
Quando un bambino riesce a rendersi conto di essere diverso?
Non saprei rispondere.
Di sicuro però ricordo il momento in cui due agenti dell’FBI arrivarono all’Istituto .
Erano venuti a cercare me, erano li per me ,questo era tutto ciò che seppi-
Avevo solo tredici anni ero una ragazzina arrabbiata con il mondo se pur non capendolo eppure ero ormai consapevole di essere fuori dal comune.
Così non ebbi altra scelta .
Scappai.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve :) Eccomi con un nuovo aggiornamento, contavo di postare ieri sera ma impegni vari me lo hanno reso possibile!
Purtroppo anche ora sono costretta a scappare ma non avevo intenzione di lasciare un altro giorno la storia senza un aggiornamento,quindi scusate la fretta e perdonate eventuali errori dettati appunto dalla velocità con cui ho potuto revisionare il capitolo!!!
Faccio appena in tempo a ringraziare come sempre Marmaid per il continuo supporto :)
Spero che il capitolo vi possa piacere e spero di trovare le vostre opinioni ,ci conto :)
A presto:
Ria_27


Capitolo 6- Affinità e Screzi

I miei denti corsero a mordere il labbro inferiore per impedirmi di urlare.
Un singulto sommesso riuscì comunque a farsi strada attraverso di esse.
Il livido sul fianco era divenuto orridamente violaceo e si estendeva per un’abbondante porzione.
Con dita tremanti tastai il punto dolente mozzandomi il respiro all’istante.
Era una contusione,un’orribile contusione oserei dire.
_Cavoli sembra messa parecchio male_
Ero stata talmente presa dall’ematoma violaceo che affiorava dal fianco esposto da non essermi accorta della presenza di qualcun altro all’interno dell’infermeria altrimenti vuota.
La mia testa scattò di lato velocemente per inquadrare il volto del mio nuovo compagno.
Sebastian continuò a fissarmi fermo sulla soglia.
I suoi occhi scuri scrutarono la mia pelle esposta con fare attento.
_Credevo di essere sola_ sbraitai scocciata tornando a tirare i lembi della maglietta verso il basso.
Odiavo mostrare la mia attuale debolezza.
Non ne andavo fiera.
Di sicuro non davanti ad un membro della DS.
_Infatti lo eri,sono arrivato pochi secondi fa_ Sebastian cercò di rassicurarmi facendo spallucce.
Sembrava aver notato quanto fossi poco ben disposta nei suoi confronti eppure continuava a mostrare un’espressione d’imperterrite tranquillità.
_Beh cosa sei venuto a fare qui?_ tornai a replicare con piccata critica.
_Volevo vedere come stavi_ ammise semplicemente sostenendo il mio sguardo senza troppa difficoltà prima di riportare la propria attenzione sul fianco adesso ben coperto.
_A quanto pare Charlotte c’è andata giù pesante_
Una piccola smorfia di stizza mi increspò le labbra a quell’osservazione.
_Non è niente, ho un tempo di guarigione piuttosto rapido _ tagliai corto inarcando entrambe le sopracciglia con aria di sfida.
Ma il ragazzo non parve minimamente turbato da quell’osservazione.
Annuì sommessamente _Lo so_ ammise semplicemente.
Lo vidi indugiare ulteriormente sul posto prima di muovere qualche passo nella stanza.
Con passo sicuro si diresse verso un piccolo armadietto bianco tirando fuori alcune boccette non ben identificate.
_Cosa fai?_ chiesi titubante osservandolo estrarre una garza da un altro armadietto prima di voltarsi verso di me.
_Do un’occhiata a quella brutta ferita_ spiegò semplicemente come se ciò non implicasse alcun problema.
Una risatina di scettico isterismo fuoriuscì dalle mie labbra.
_Oh si ,davvero? E con quale autorizzazione ?_ la mia espressione divenne improvvisamente seria .
Ma Sebastian non parve farci caso.
Con un gesto elegante avvicinò un piccolo sgabello in legno al lettino sul quale ero seduta.
_Sono piuttosto bravo nel campo medico… In realtà sono praticamente un genio in queste cose _ asserì mettendosi a sedere.
_Non ero interessata alla tue referenze_ replicai seccamente .
A quel punto i caldi occhi del ragazzo tornarono a posarsi sul mio viso contratto dalla rabbia.
_Permettimi di aiutarti_ mormorò in un modo talmente sincero da risuonare quasi supplichevole.
Esitai per qualche istante perdendomi in quella richiesta tanto elegante da sembrare surreale.
_Te l’ho già detto…_ farneticai pochi istanti dopo _ Guarisco piuttosto in fretta_ conclusi deglutendo appena.
Ancora una volta Sebastian si limitò ad annuire _ Si so abbastanza cose sul vostro corredo genetico,abbastanza da sapere che possedete una resistenza e una capacità rigenerativa fuori dal comune…Ma_ fece una piccola pausa tornando a puntare i propri occhi scuri nei miei ambrati per assicurarsi che lo stessi seguendo _questo non significa che quell’ematoma non debba farti male e io conosco un modo per alleviare il dolore finchè i tuoi super-geni non entreranno in azione_
Rimasi a corto di parole e di possibili scuse da utilizzare.
A dirla tutta rimasi a corto di pensieri coerenti.
L’estrema gentilezza di quel ragazzo era spiazzante.
Sebastian parve interpretare il mio silenzio come un tacito accordo .
Con gesti lenti e calibrati tornò a sollevare il cotone della magliette tornando ad esporre il livido sempre più scuro.
Lo vidi corrugare leggermente la fronte increspando le labbra _ Avevo ragione a pensare che ti facesse davvero male _ asserì con quel solito tono pacato ,non molto comune in un ragazzo della sua età.
Della mia età.
Percepii le mie guance imporporarsi mentre le tiepide dita del ragazzo entravano in contatto con la pelle esposta.
Provai così il pungente desiderio di metter fine a quell’imbarazzante storia.
_Ascolta ti ringrazio per il tuo aiuto ma…Aaah_ le mie repliche vennero repentinamente messe a tacere quando qualcosa di fresco ed uno entrò in contatto con la parte dolorante del mio fianco.
Sebastian sorrise appena _ Questo unguento fa miracoli fidati_
Pur nutrendo ancora una buona dose d’imbarazzo per quella situazione non potei che sentirmi lievemente meglio mentre il miracoloso unguento andava a rinfrescare la zona tumefatta.
Così rimanemmo semplicemente in silenzio per qualche minuto.
Le abili dita di Sebastian continuarono ad ungere il mio fianco mentre i suoi occhi guizzavano sulla ferita con meticoloso interesse.
Continuai ad osservare a mia volta il suo modo d’agire sempre più curiosa .
_Perchè sei qui?_
Gli occhi di Sebastian tornarono a sollevarsi sul mio volto come a voler cercare proprio li la risposta alla mia stessa domanda.
_Credevo di avertelo già detto… volevo aiutarti con i medicamenti_ inarcò un sopracciglio con vaga confusione senza distaccare i propri occhi dai miei.
Sospirai leggermente scuotendo appena la testa _No, intendevo qui alla DS_ spiegai chiarendo la mia precedente domanda.
_Ah…_ fu la sua semplice risposta distogliendo per la prima volta dopo parecchi minuti il proprio sguardo dal mio.
_Sembri diverso dagli altri…Non so,non sembri il tipo da DS tutto qui_ mormorai lievemente meno sicura.
Non potevo semplicemente tenere la bocca chiusa?
Magari attendere che finisse di curarmi ,ringraziarlo ed evaporare,invece no avevo dovuto dare aria alla bocca.
La piccola risatina che emerse dalle labbra appena dischiuse del ragazzo però contribuì a sciogliere la tensione.
_Dovrebbe essere un complimento?_ mi chiese con sincero interesse inarcando un sopracciglio con divertimento.
Ci pensai qualche istante _ Beh,in effetti si… Qui sembrano tutti dei robot militari con in mente un unico pensiero, far fuori gli Epigoni_ contrassi le labbra in una smorfia appena accennata pensando alla razza di cui io stessa facevo parte _ Perciò mi chiedo cosa ci fa un tipo come te qui in mezzo?_ conclusi poi tornando a far brillare il mio sguardo sicuro in quello del ragazzo.
Ancora una volta Sebastian ricambiò la mia occhiata senza timore.
_Credo di poter affermare che faccio esattamente ciò che fai tu_
Inarcai un sopracciglio _Cioè sei stato portato qui di forza e ora sei costretto a cercare di sopravvivere in questo covo di esaltati?_ ironizzai riassumendo con una sola frase quelle che erano state le mie giornate all’interno della DS.
La risata cristallina di Sebastian riempì l’aria alleggerendola oltremodo.
Dovevo ammettere che quella sorta di positività infinita era un tocca sano per me.
Così a mia volta mi ritrovai a sorridere.
_ Beh non proprio_ concluse infine lui increspando appena il naso.
_Allora cosa?_ insistetti io tornando seria.
Sebastian sospirò appena fissando un punto non ben identificato nella stanza.
_Cerco vendetta,proprio come fai tu,no?_
Quelle parole mi spiazzarono oltre modo.
_Vendetta?_ ripetei corrugando la fronte con evidente confusione.
Sebastian tornò ad annuire _ Gli Infetti hanno ucciso tua madre non è così? E’ per questa ragione che non ti sembra più così male essere qui! Sai che questo è l’unico posto che ti fornirà un modo concreto per portare a termine ciò che ti sei ripromessa_
_Non è di me che stavamo parlando_ replicai con marcato tono di stizza tornando ad innervosirmi.
Non ero ancora pronta per fare un riepilogo concreto di quella che era la ragione della mia permanenza in quel luogo.
Continuavo a ripetermi che ero una sorta di prigioniera quando nel profondo del mio cuore io stessa maturavo la silenziosa consapevolezza che in realtà la mia chiacchierata con Vanya Vanderbilt mi aveva aperto nuovi propositi.
Qualche ora prima mi ero sentita come un pesce fuor d’acqua,disposta a tutto per fuggire.
Pochi minuti dopo la mia conversazione con Vanya ,aveva acceso in me un nuovo imput.
Vendetta.
Ma sentire quella dura seppur chiara verità fuoriuscire dalle labbra di Sebastian mi colse del tutto impreparata.
No,non ero pronta per ammetterlo ad alta voce.
Il ragazzo sembrò cogliere i miei pensieri poiché il suo sguardo tornò ad alleggerirsi.
_Scusa_ mormorò mostrandomi un sorriso sincero prima di tornare a parlare _ I miei genitori facevano parte della DS ,erano due agenti abilitati sul campo! Un giorno vennero chiamati per una missione,una come le altre non c’era nulla di cui preoccuparsi…_ fece una piccola pausa sospirando appena _ O almeno questo era quello che credevano! Qualche ora dopo due agenti vennero a casa mia per informarmi che i miei genitori erano andati incontro ad un agguato. Alcuni Epigoni gli avevano teso un’imboscata…Beh puoi immaginare il resto_
Un brivido mi percorse lungo tutta la schiena _Vennero contaminati?_ chiesi con un filo di voce.
Sebastian scosse appena la testa inspirando sommessamente _ No,no… Vennero fatti fuori _
Il sangue sembrò gelarmisi nelle vene mentre i miei occhi continuavano a guizzare sul volto lievemente contratto del ragazzo.
Chissà quante volte aveva dovuto rivivere quelle scene nella sua mente.
Cento,mille …forse di più.
Abbastanza da poter mantenere un temperamento di perfetta compostezza durante la sua riesposizione .
Il suo dolore era leggibile soltanto nei suoi occhi e sicuramente solo dopo un’occhiata accurata ,non superficiale.
_Quanti anni avevi?_ chiesi deglutendo pesantemente cercando di mandar giù il magone che mi attanagliava la gola.
_Quindici_ spiegò lui tornando a mostrarmi un piccolo sorrisino d’incoraggiamento _Mesi dopo sono entrato spontaneamente a far parte delle Reclute, mi sembrava la cosa giusta da fare…Sai per loro,per vendicare la loro memoria!_
_Mi dispiace_ ammisi dopo un attimo di tentennamento.
Non riuscii a trovare il coraggio per continuare a sostenere il suo sguardo.
_Non è colpa tua_ replicò lui increspando la fronte avendo notato il mio repentino cambio d’umore.
Socchiusi appena gli occhi sospirando leggermente _ Già ma è come se lo fosse, tu dovresti odiarmi per questo…Insomma condivido il loro stesso sangue_ riuscii a trovare il coraggio per tirar fuori quel pensiero mantenendo un tono basso e sommesso.
Ma almeno riuscii a non far incrinare la voce come aveva minacciato in origine.
_Non dirlo neanche_ la vibrante protesta di Sebastian tornò a far scattare il mio volto verso di lui con evidente confusione.
Il ragazzo puntò il proprio sguardo sicuro seppur gentile su di me.
La sua mano,la stessa che aveva disegnato dei delicati contorni sul mio fianco fino a pochi minuti prima,corse a posarsi lievemente sulla mia gamba .
Percepii le mie guance tornare ad imporporarsi a quel contatto.
Ma i miei occhi non riuscirono comunque a liberarsi da quei magnetici pozzi scuri.
_Ascoltami Rachel perfavore…Non è il sangue a renderci ciò che siamo ma il modo in cui agiamo ! Il fatto di condividere la loro stessa struttura genetica non fa di te un mostro,il fatto che hai deciso di combatterli fa di te un individuo migliore_
Sentii la mia bocca aprirsi leggermente mossa da un palese stupore.
Gli occhi di Sebastian continuarono a luccicare senza abbandonare neanche per un secondo i miei.
Cercava di infondermi tutta la sicurezza che quella stessa frase portava in se.
Provai ad aprir bocca nuovamente per dire qualcosa.
Avrei dovuto provare almeno a farlo dopo una frase del genere.
Ma ancora prima che potessi elaborare qualcosa di più complicato di un ‘’grazie’’ un colpo di tosse ci costrinse bruscamente a voltarci interrompendo quella magica connessione.
_Interrompo qualcosa?!_Christopher ci osservò entrambi con aria neutra dandosi appena il peso di far scorrere il proprio sguardo da Sebastian a me.
Io dal canto mio percepii il volto colorarsi ulteriormente di una insolita tonalità di rosso mentre i miei occhi si soffermavano confusi sul volto indifferente del biondo.
_No assolutamente_ Sebastian cercò di esibire un sorriso genuino in direzione dell’altro ragazzo.
Ma non fu difficile notare il suo maldestro tentativo di dissimulare l’imbarazzo, tanto da scostarsi prontamente da me ponendo una certa distanza fra le nostre posizioni.
Quel gesto non parve passare inosservato agli occhi di Christopher .
_Ah-ah_ borbottò quest’ultimo con tono caustico incrociando le braccia al petto in un gesto critico.
_Stavo giusto aiutando Rachel con quella brutta ferita procuratale da Charlotte_ Sebastian tornò a parlare dopo essersi schiarito leggermente la voce .
_Qualcuno dovrebbe dirle qualcosa_ aggiunse poi facendosi improvvisamente serio alla menzione dell’altra ragazza.
Christopher sembrò riflettere sul punto prima di scrollare brevemente le spalle _ Nessuno può dirle niente finchè non si tratta di una missione ,qui dentro siamo tutti uguali_ il tono di aspra superficialità con cui espresse quel pensiero non fece che fomentare il mio nervosismo.
Percepii le guance colorarsi di una nuova sfumatura rossastra dettata questa  volta da un’emozione di pura rabbia.
L’imbarazzo che avevo provato fino a pochi minuti prima si andò sgretolando davanti all’espressione di perfetta indifferenza adottata da Christopher.
_Beh qualcuno dovrebbe farlo ad ogni modo!_ Sebastian insistette risolutamente regalando un’espressione sicura all’amico.
Ancora una volta Christopher non parve scomporsi _Vedremo_ si limitò a replicare.
Era più che evidente che aveva semplicemente cercato di mettere a tacere le repliche del moro.
Persino Sebastian parve accorgersene e proprio per questo non aggiunse altro.
_Ad ogni modo,ero venuto a cercare te_ lo sguardo di Christopher tornò a rivolgersi all’altro ragazzo _ David ti sta cercando nella sala pesi_ .
_Vuole vedermi subito?_ Sebastian corrugò leggermente la fronte soppesando l’occhiata neutra dell’amico con curiosità.
_A quanto pare…_ tagliò corto lui portandosi le mani nelle tasche dei pantaloni scarlatti con fare disinteressato.
Sebastian tentennò per un momento prima di sospirare arrendevolmente _D’accordo…_ concesse prima di tornare a voltarsi verso di me.
Ancora una volta i nostri sguardi si incontrarono mentre gli occhi del ragazzo si accendevano di un nuovo calore _Per te va bene se vado?_
Mio malgrado mi ritrovai a sbattere un paio di volte le palpebre con evidente sorpresa.
_Ehm…_ balbettai leggermente a disagio.
Istintivamente i miei occhi corsero verso l’angolo opposto della stanza in cui si trovava Christopher.
Del tutto inaspettatamente anche lui sembrava piuttosto interessato alla mia risposta.
I suoi occhi di ghiaccio si posarono su di me con insistenza e per un attimo mi sembrò di scorgere un lampo di fastidio farsi breccia in quella maschera di perfetta neutralità.
_Si,certo non preoccuparti sto molto meglio_ mi ci volle tutta la mia forza di volontà per poter tornare a rivolgermi a Sebastian.
Distogliere lo sguardo dal volto leggermente contratto di Christopher fu stranamente difficile .
Ma sperai comunque di esser riuscita a mostrare un sorriso gentile a Sebastian che continuava a scrutarmi attentamente.
_Va bene_
Era forse delusione quella che lessi nella sua faccia?
Avrebbe forse voluto che lo trattenessi?
Ebbi appena il tempo di formulare quelle silenziose domande che Sebastian scostò lo sgabello sul quale era stato seduto fino a quel momento.
Lo seguii allontanarsi fino a raggiungere la porta accanto alla quale continuava a troneggiare l’elegante figura di Christopher.
Quest’ultimo regalò all’amico una piccola occhiata non del tutto decifrabile.
_Sala pesi_ gli ricordò continuando ad osservarlo con fare disinteressato.
Sebastian sospirò stancamente prima di annuire brevemente _Si certo_ tagliò corto tornando ad aprire la porta dell’infermeria.
Mosse qualche passo al di fuori soffermandosi all’ultimo momento.
Lo vidi volgere il capo verso di me.
Per una frazione di secondo crebbi che mi avrebbe regalato nuovamente quell’espressione carica di rammarico.
Ma mi sbagliai.
Un nuovo sorriso carico di calore e conforto fece capolino dalle labbra del ragazzo _Ci vediamo presto _ aggiunse prima di scomparire totalmente fuori dalla porta.
Mi ritrovai a fissare per qualche istante l’uscio ormai vuoto finendo per sbattere le palpebre lievemente confusa.
Cosa era appena successo?
Non riuscivo a capirlo nemmeno io!
Fino a qualche secondo prima mi ero ritrovata a condividere un momento abbastanza intimo con un ragazzo conosciuto da appena qualche ora.
Adesso invece stavo semplicemente fissando la porta dietro alla quale era sparito.
Tutto questo per colpa di chi?
Con un moto di stizza tornai a volgermi verso il punto in cui Christopher si rimirava le unghia con aria annoiata.
Avrei dovuto detestarlo per il modo in cui aveva intimato a Sebastian di abbandonare la stanza.
Perché di questo si era trattato.
Eppure non riuscivo a non percepire un certo interesse e un barlume di curiosità per la strana reazione che aveva mostrato.
Non potevo fare a meno di ammettere che la sua presenza li compensava largamente l’assenza di Sebastian.
Il ragazzo sembrò intercettare il mio sguardo.
A sua volta si ritrovò a sollevare il capo e in un istante i nostri occhi rientrarono in quel familiare contatto.
Ancora una volta il sangue parve affluire rapidamente fino alle mie guance.
Da quando arrossivo tanto facilmente?!
_ Sei messa parecchio male?_ le mie silenti congetture vennero però messe repentinamente da parte quando Christopher tornò a rivolgermi un’occhiata critica.
Con un gesto indicò il mio fianco ancora scoperto .
A mia volta tornai ad abbassare lo sguardo sulla zona interessata.
Con mio grande orrore il livido bluastro faceva ancora bella mostra di se .
Increspai le labbra con evidente fastidio prima di afferrare con un gesto di stizza la garza che Sebastian aveva precedentemente sistemato accanto a me.
_Guarirò in fretta _ borbottai per la centesima volta nell’arco di qualche ora.
Con un gesto veloce sistemai la garza in modo tale da oscurare la visione di quell’orrore prima di tornare a sollevare lo sguardo sul ragazzo.
Ancora una volta Christopher mi ricambiò con un’occhiata neutra, priva di qualunque forma di calore o anche solo vago interesse.
Sembrava come se non gli importasse realmente molto del livido, dello scontro con Charlotte o di qualunque cosa mi fosse accaduta .
Si limitava ad osservarmi vacuamente con braccia incrociate ed un’odiosa espressione di superiorità sul volto.
_Hai finito?_ sbottai con rabbia senza riuscire più a trattenermi.
_Di far cosa?_ replicò lui con finta curiosità arrivando persino ad increspare la fronte in un gesto perplesso.
Digrignai i denti con maggior fervore _ Di comportarti come uno stronzo_
Colpito e affondato!
I suoi lineamenti tornarono ad indurirsi abbandonando del tutto quella fattezza di finta glacialità.
_Pensavo fosse ciò che volessi_ il suo tono fuoriuscì affilato e tagliente come una lama.
I suoi occhi continuarono a fissarmi con sfida .
_Ho forse dimenticato la parte in cui te l’ho chiesto?! _ berciai con fredda ironia .
_ Non hai avuto bisogno di chiederlo, ti sei fatta capire piuttosto chiaramente quando hai aggirato i miei ordini finendo per dare spettacolo insieme a Charlotte ,e guarda come è finita!_
Il tono di Christopher divenne più infervorato mentre con un balzo repentino si portò a pochi centimetri di distanza da me regalandomi un’occhiata truce .
_Allora è questo il problema?_ gli abbaiai indietro scattando improvvisamente all’impiedi.
Poco importava se il mio fianco stesse  protestando vivamente.
In quel momento avrei solo voluto strozzarlo, avrei avuto tempo dopo per far i conti con il dolore della contusione.
_Tu e il tuo stupido ego! Ti senti offeso perché ‘’ho aggirato gli ordini’’? Ma vaffanculo_ sbottai spintonandolo con entrambe le mani che sembravano prudere dalla voglia di colpirlo.
Evidentemente sorpreso finì per indietreggiare sotto la potenza della mia spinta.
Un lampo d’incredulità passò nei suoi occhi prima di venir sostituita da una nuova ondata di stizza.
_Allora sei davvero più stupida di quanto pensassi! Il mio problema non sono gli ordini principessina,ma le persone che fanno tutto di testa propria senza sentire altre voci al di fuori della propria!_ con uno scattò mi fu di nuovo davanti troneggiando _ Tu credi di essere migliore di tutti noi qui dentro, ti senti giudicata e forse additata ma sei la prima che fa di tutto per mettersi in mostra peccando di superiorità! Credevi di arrivare qui con la tua super forza e le tue incredibili doti innate contando sul fatto che queste ti sarebbero bastate per mettere KO una Recluta appositamente allenata per far fronte a questo?_ le sue labbra si incresparono in un ghigno di critica ironia _Cresci un po’ principessa,il mondo non gira intorno a te!_
Lo sguardo cupo che Christopher mi regalò mi provocò una serie di brividi l’ungo la schiena.
Continuò ad abbagliare il proprio sguardo nel mio per qualche istante in più prima di tornare a voltarmi le spalle.
Con passi veloci e sicuri ricoprì la distanza che lo separava dalla porta aprendola con un gesto brusco che mi fece sussultare per la sorpresa.
Non si fermò neanche per un attimo.
Neanche per regalarmi l’ennesima occhiata carica d’accusa.
La porta tornò a chiudersi dietro di lui e ancora una volta mi ritrovai sola nella stanza d’infermeria .
La mia mente corse veloce alle ultime parole sputate da Christopher.
Un piccolo sospiro stanco fuoriuscì dalle mie labbra mentre quelle accuse tornavano a rimbombarmi nella testa.
Cresci un po’ principessa,Il mondo non gira intorno a te 
 







  
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