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Autore: Nico_Tina    21/12/2012    0 recensioni
Sono passati sette anni dalla rivoluzione, Katniss e Peeta vivono nel Villaggio dei Vincitori, le cose vanno bene. La tranquillità ha preso piede nella loro vita, ma un grande desiderio si fa strada nel cuore di Peeta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Katniss, Peeta!- la voce si fa più forte. Il bambino che abbiamo visto giocare e che ci ha fatti fermare di botto si avvicina a lei. Ha i capelli biondi, e porta legato al polso un pezzo di corda a mò di bracciale con una conchiglia che fa da ciondolo.
-Annie!- quasi urliamo. Lei si avvicina a noi portando con se quel bambino. Il figlio di Finnick, la sua copia esatta. Annie ci viene 
contro, il sorriso stampato sulle labbra e il bambino per mano. Ci abbraccia, e io e Peeta rimaniamo un attimo impietriti.
Qualche mese dopo la morte di Finnick, Annie ha dato alla luce suo figlio. Il mio volto si riga di lacrime al pensiero che lui non l'ha potuto vedere. Mi sento in colpa per la sua morte.
Un flashback di lui che viene trinciato dall’ibrido nelle vie sotterranee di Capitol City mi passa davanti agli occhi. Lei è ancora instabile e non si è mai ripresa dallo shock e non credo si riprenderà mai del tutto. Mia madre mi ha detto che in questi ultimi anni a volte l’ha trovata da sola accovacciata sotto il tavolo dell’ambulatorio a piangere e sussurrando il nome di Finnick. A volte invece quando le si parla si estranea dal mondo e si copre le orecchie con le mani finchè non le passa.
L’ultima volta che l’ho vista erano circa cinque anni fa. Da qualche settimana aveva partorito suo figlio nell’ospedale del Distretto 4 dove lavorava, e lavora ancora, mia madre. Lei stessa la aiutò a farlo nascere. La sua telefonata una mattina nevosa in pieno inverno mi disse che era nato. Un bel bambino dai capelli biondissimi e gli occhi di un colore tra il grigio e il blu. –Katniss devi vederlo, Annie ha chiesto di te. Lei ha bisogno di qualcuno accanto che le vuole bene- mi disse mia madre. Alla notizia piansi per quasi tutta la mattinata, ma non per la gioia, ma perché mi sentivo in colpa e non riuscivo a capacitarmi del fatto che Finnick non era lì, vicino a sua moglie e suo figlio. Lui la amava tanto, e il pensiero che quell’amore è stato spezzato dalla conseguenza di una mia bugia non mi dava pace. Quando lo dissi a Peeta i suoi occhi si illuminarono, ma il mio pianto gli fece capire che stavo male. Lui mi abbracciò e rimanemmo a letto per tutto il tempo, aspettando che quei brutti ricordi tornassero al loro posto, seppelliti nella mia memoria. L’abbraccio di Peeta che di solito mi faceva calmare, quella volta non funzionò. Non ero ancora pronta per andare da lei. Dopo qualche settimana mi resi conto che Finnick non me lo avrebbe mai perdonato se non fossi andata. Avevo sbagliato già molte volte, e non potevo sbagliare di nuovo. Così dissi a Peeta di prepararsi per andare nel Distretto 4. Dopo mezza giornata in treno arrivammo alla stazione. Avevo la sensazione di un macigno sul petto e gli occhi pieni di lacrime mentre ci dirigevamo all’ospedale. Mia madre ci accolse e ci portò da Annie. La trovammo su un lettino con in braccio il bambino e lo sguardo nel vuoto. Quando ci vide un sorriso si aprì sulle sue labbra. Lei doveva essere arrabbiata con me perché per colpa mia il suo amato marito era morto.
Ma non era così. Peeta prese il bambino in braccio, si avvinò a me e disse- Guarda Katniss è bellissimo- il suo sorriso gli incorniciava viso. Alla vista di quel fagottino così piccolo e indifeso scomparvero tutte le sensazioni brutte che avevo per fare largo alla felicità.
–Tieni, prendilo- disse Peeta e mi mise in braccio il bambino. Non avevo parole, quella creatura così meravigliosa mi diede una gioia incredibile. –Un giorno succederà anche a noi- mi sussurrò nell’orecchio.
Non ci avevo ancora pensato. La paura mi prese per un attimo, ma quando vidi gli occhi di Peeta illuminati dalla gioia vidi uno spiraglio di speranza. Lui è l’uomo della mia vita, sarà un ottimo padre, ma io sarà in grado di fare la madre? 
Da quel momento sono passati sei anni, e il bambino è cresciuto. Annie è voluta venire nel Distretto 12 per farcelo conoscere. Ha bisogno di qualcuno che la faccia sentire a casa. –Stavo chiedendo di voi al mercato, volevo farvi una sorpresa- ci dice.
Peeta le dice che può stare a casa nostra per tutto il tempo che vuole, così la portiamo a casa. Peeta prende il piccolo in braccio e mi si forma un nodo allo stomaco. E’ così dolce, e il suo sorriso mi fa capire che è felice. Sarebbe un padre magnifico. Un giorno succederà anche a noi.
   
 
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