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Autore: Strawbana    21/12/2012    4 recensioni
Una what if incentrata su una fantasia che mi è venuta in mente ascoltando la canzone No More di Hatsune Miku.
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Dopo una serie di spiacevoli eventi, il quattordicenne Kageyama Reiji si rifiuta di uscire di casa e di vedere anche i suoi stessi parenti. L'unica persona di cui accetta la presenza è Cassandra Andrei, una sua compagna di scuola di origini italiane che lavora part time nel negozio che consegna mensilmente delle provviste a casa del ragazzo. Lentamente, la giovane riesce a far uscire Kageyama dal suo guscio, convincendolo a riprendere la normale routine quotidiana. In seguito i due ragazzi si troveranno insieme ad affrontare il crudele trattamento che adolescenti giapponesi riservano a coloro che ritengono diversi. Fra pregiudizi, bullismo e sofferenza i due ragazzi riusciranno a trovare la strada per un futuro felice?
Bana part~
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kageyama Reiji, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Cassandra aspettava pazientemente Reiji seduta sul divano. La ragazza era così agitata all’idea di raccontare qualcosa di se a Kageyama che non aveva chiuso occhio per tutta la notte e, approfittando del fatto che fosse domenica, si era presentata alle sette del mattino a casa del ragazzo, svegliandolo. Reiji, dopo essersi lavato e vestito, raggiunse la sua ospite nel salone, visibilmente scocciato.

-Tsk, la prossima volta vedi di presentarti a casa mia ad un orario accettabile anche dai comuni mortali, miss mi-sveglio-alle-sei-la-domenica-mattina-fresca-e-riposata.

-S-Scusa…

Kageyama rimase a guardare la sua ospite per qualche secondo, per poi distogliere lo sguardo. Non c’era niente da fare, non riusciva ad arrabbiarsi con la castana. Ogni volta che vedeva quel suo sorriso, sempre così sincero, si sentiva rassicurato, iniziava ad aver voglia di sorridere anche lui, ma i suoi dolorosi ricordi lo bloccavano. Il ragazzo si alzò ed andò in cucina per prendere due bicchieri ed una bottiglia di tè per poi tornare in salone e sedersi vicino a Cassandra.

-Allora, inizia a raccontare qualcosa o mi addormento di nuovo.

La castana arrossì lievemente per la vicinanza con Kageyama, poi fece un profondo sospiro per calmarsi ed iniziò.

-Beh, è una storia parecchio lunga…

-Non fa niente, ho tutto il tempo di questo mondo.

La ragazza guardò con aria seccata il padrone di casa.

-Allora non interrompermi mister non-ho-un-cavolo-da-fare.

Reiji ricambiò l’occhiata scocciata di Cassandra, poi quest’ultima scoppiò in una sonora risata.

-Ok, ok, comincio a raccontare… Allora, la prima vola che ho incontrato la compositrice di quella canzone avevo sette anni.

-Compositrice? Era una ragazza?

Cassandra annuì convinta.

-Esattamente, era la cugina di uno dei miei compagni del club di musica: si chiamava Katrin Sherr.

Il padrone di casa guardò turbato la sua ospite.

-Era straniera?

-Si. Austriaca come il cugino.

-Strano vedere due ragazzi di origini europee nella stessa scuola qui in Giappone…

-Beh, non lo è per chi frequenta una scuola come la Saint Justin!

L’espressione turbata di Reiji si trasformò in puro stupore.

-Hai frequentato una scuola elementare tanto prestigiosa?!

La castana distolse lo sguardo, visibilmente imbarazzata.

-Si, i miei genitori mi hanno iscritto ad una scuola a stampo internazionale perché volevano che crescessi conoscendo le origini del mio continente… Però non mi piace andare a dirlo in giro, appena dico di venire dalla Saint Justin tutti iniziano a starmi incollati come mosche al miele.

Il ragazzo sospirò ed annuì. Conosceva bene i suoi coetanei, appena capitava loro davanti qualcuno ricco, famoso o che avesse frequentato scuole prestigiose tentavano di farci amicizia nel tentativo di beneficiare indirettamente delle fortune degli altri.

-Ho capito l’antifona, non lo dirò a nessuno. Ora però vai avanti…

-Ok. Katrin si è trasferita con i suoi genitori in Giappone quando lei aveva tredici anni. Era un genio del pianoforte e componeva un po’ di canzoni già allora…

La ragazza fece una pausa, sorridendo in modo triste.

-Noi del club di musica la adoravamo, ci insegnava un sacco di cose e ci lasciava suonare i pezzi che componeva, era il nostro idolo.

Reiji guardò preoccupato la sua ospite.

-E poi?

-Poi iniziarono i problemi. Non so con certezza il perché, ma la gente nella sua nuova scuola iniziò a prendere di mira Katrin e presto divenne la vittima preferita di tutti i bulli della scuola.

Un brivido scosse Kageyama. Conosceva benissimo cosa significasse essere vittima del bullismo, lui stesso era stato più volte tormentato dai bulli a causa di suo padre, ma aveva sempre cercato di reagire, finendo spesso per peggiorare la sua situazione. Il ragazzo fece un sospiro profondo per calmarsi e tornò a guardare la sua ospite.

-Non ne voleva parlare con nessuno, suo cugino era il suo unico confidente. Katrin veniva spesso a giocare con noi, ci diceva sempre che avevamo un sorriso contagioso, che riusciva a sorridere solo quand’era in nostra compagnia. Così io, suo cugino e le altre due ragazze con cui studiavamo musica decidemmo di fare una prima promessa.

-Quale?

Cassandra guardò Reiji con uno sguardo pieno di affetto.

-Sorridere sempre, per far stare bene ogni persona intorno a noi.

Il ragazzo arrossì e distolse lo sguardo, tentando di celare il suo imbarazzo.

-Beh, cos’hai da guardarmi così? Vai avanti!

La castana tornò di colpo terribilmente seria.

-Poi Katrin smise di sorridere anche quand’era con noi.

Quell’affermazione ricatturò l’attenzione di Kageyama.

-Come mai?

-Si era innamorata dell’unico ragazzo che le rivolgeva la parola, un appassionato di musica che aveva un piccolo programma pomeridiano nella radio locale. Il problema era che il ragazzo era fidanzato… Fu in quel periodo che scrisse No More.

-No More…?

-È il titolo della canzone che mi hai chiesto di cantare. È una canzone semplice, ci sono solo voce e piano. Ha sempre insistito per non insegnarcela, ce la fece sentire solo una volta, esattamente un giorno prima che si suicidasse.

Il padrone di casa si irrigidì di colpo: immaginava che quella ragazza fosse morta da come ne parlava Cassandra, ma non pensava che avesse messo fine alla sua vita con le sue stesse mani.

-A-ah… Capisco… Ed è stato allora che hanno trasmesso la canzone alla radio?

La castana fece segno di no.

-Quella canzone la conoscevamo solo noi, Katrin non ne aveva mai parlato a nessuno. Due mesi dopo io ed il mio gruppo del club di musica dovevamo esibirci nell’annuale concerto di fine anno scolastico, ma il cugino di Katrin non voleva partecipare, così rimanemmo in tre. Allora decidemmo di suonare No More in ricordo del nostro idolo che ormai non c’era più.

La ragazza prese la sua borsa ed iniziò a frugarci dentro, tirando fuori un cd che porse a Reiji.

-Qui c’è la canzone originale, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere averlo.

Kageyama esitò un attimo, poi accettò il cd dalla sua ospite ad andò subito ad inserirlo nel piccolo stereo che aveva in salone, ascoltando l’unica traccia presente sul disco come incantato. Cassandra si avvicinò timidamente.

-Ti piace davvero così tanto?

-Si. È una canzone triste, però mi da uno strano senso di nostalgia…

D’un tratto il ragazzo si accorse di una cosa.

-Ma… Aspetta… La voce della cantante è la tua!

La castana arrossì di botto e distolse lo sguardo, visibilmente imbarazzata.

-S-si, sono io a cantare. Però in questi due anni la mia voce è cambiata un sacco! Non sono più brava come prima!

Reiji la guardò infastidito. Non gli sembrava possibile che Cassandra parlasse seriamente, gli piaceva la voce della ragazza, anche se non l’avrebbe mai ammesso apertamente. Improvvisamente Kageyama si sentì terribilmente solo. Represse a malapena l’istinto che lo portava ad abbracciare la ragazza alle sue spalle che, intanto, continuava a parlare, nonostante il padrone di casa avesse già da tempo smesso di ascoltarla.

-Andrei… Ecco, non è che mi spiegheresti più o meno dove siete arrivati col programma a scuola?

Vedendo come la sua ospite lo guardava confusa, Reiji tentò di non mostrarsi troppo a disagio, con scarsi risultati.

-S-sono solo curioso! Non farti strane idee!

-Ok, se vai a prendere i tuoi libri ti spiego qualcosa.

Il ragazzo fece come gli era stato detto senza obbiettare, poi raggiunse Cassandra e si sedette il più vicino possibile a lei, nella speranza che quel contatto potesse mitigare la profonda solitudine che provava in quel momento. La castana, dal canto suo, fu messa terribilmente a disagio nell’essere così vicina al ragazzo che le piaceva, ma fece un respiro profondo e iniziò a spiegare le varie materie a Reiji. Il ragazzo non era realmente interessato, ma sentire la voce della sua ospite lo faceva sentire talmente tranquillo che dopo un po’ si addormentò. Notando che Kageyama si era assopito, Cassandra smise di parlare ed approfittò del momento per dare un leggero bacio sulla guancia del ragazzo, per poi rimanere seduta vicino a lui fino al suo risveglio.

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Angolino rotondo

E così siamo sopravvissuti anche al 21 Dicembre 2012. Siete felici? Io no, avevo scommesso con i miei compagni di classe che oggi sbarcavano gli alieni e ci facevano tutti loro prigionieri ed ora mi tocca portare un bel po’ di schifezze gommose a scuola come pegno. Ma lasciamo perdere le mie cavolate apocalittiche e parliamo del capitolo. Innanzitutto mi scuso per non aver messo l’angolino nel capitolo scorso, me ne sono completamente dimenticata. In questo capitolo si scopre un qualcosa di striminzito su Cass, ma ne parlerò un po’ di più nei prossimi capitoli. Forse l’improvviso bisogno di affetto da parte di Kageyama può suonare un po’ strano però tutti hanno bisogno di un po’ di affetto una volta ogni tanto!

Va beh, visto che non so più che dire la finisco qua. Grazie a chi legge e chi recensisce, alla prossima!

-Lau ° 3 °

   
 
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