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Autore: war    23/12/2012    1 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore
ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati.
Perdona l’offesa al tuo prossimo
e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo,
come oserà chiedere la guarigione al Signore?
- Gesu’ Ben Sira (Siracide) -

Tyki Mikk mi lasciò andare non appena dal mio corpo e dal suo si levò una nuvoletta di fumo.
Decisamente incompatibili.
Mi voltai a fissare i suoi occhi dorati con un misto di perplessità e sfida.
- Ti avrebbero uccisa. – mi disse.
- Lo so. – ammisi chinando il capo.
Lo sentii sbuffare.
- Cosa hai combinato per essere giunta fino a questo punto? Non sei forse una di loro? - mi chiese con una nota di sarcastica curiosità nella voce.
- Una di loro? Intendi… Un Apocryphos? – non lo sono ovviamente anche se tecnicamente gli vado parecchio vicino.
- Così si fanno chiamare e a quanto pare sono i custodi del Cuore, non fare la gnorri, sono cose che già sappiamo. –
- Quindi si torna al punto di partenza. Perché mi hai salvata? Credi forse che tradirò la causa per la quale combatto? O semplicemente pensi che spiandomi ti condurrò laddove ti interessa giungere, Noha del Piacere? – ribattei raddrizzando fieramente le spalle.
- Lasciamo perdere – masticò fra i denti.
Mi guardai attorno.
Eravamo in uno scantinato, niente finestre e solo una porta di legno come apertura nella stanza.
Botti di legno dal pungente odore di vino.
Qualche formaggio chiuso in gabbie di ferro, e appese a dei ganci che pendevano dal soffitto, come se fossero bastate a tenere lontani i topi.
Molto male.
O possedevo il dono della compenetrazione della materia e no, non lo avevo, o ero decisamente prigioniera di quel luogo.
Avanzai verso la porta e provai a spingerla con ben poca convinzione.
Non si spostò di un millimetro, esattamente come mi ero aspettata.
Sentii quello là ridacchiare.
Questo non mi fece piacere, proprio no.
- Arriveranno anche qui. – dissi con calma.
- Come lo sai? –
Fu il mio turno di sbuffare.
- Vuoi che non sappia quello che sanno fare i miei fratelli? –
Tyki parve rifletterci un attimo e inconsciamente prese a grattarsi la cicatrice che aveva sul petto. L’Innocence doveva avergliela fatta. D’altra parte in lui dimorava un Noha.
- Quindi non li combatterai? – mi chiese pacato.
- Non lo so. Tanto tempo in questo corpo umano mi ha cambiata.- ammisi sedendomi su una botte.
- Istinto di conservazione della Specie? – chiese lui curvando il labbro ad un piccolo ghigno.
- Credo sia questa la definizione corretta. –
- Non c’è nulla di male nel voler sopravvivere. – mi disse lui sedendosi a sua volta su una botte vicino alla mia.
- Oh, lo diventa se lo vuoi fare a spese di qualcun altro. – riconobbi di malavoglia.
- A volte non capisco il desiderio del Conte. Egli stesso ha detto che vuole essere con il Quattordicesimo… Ma a quanto pare Neah non è dello stesso avviso e vuole solo distruggere il Conte. – non capivo perché lo stesse dicendo a me.
- Non conosco i piani del Quattordicesimo ma di una cosa sono certa, se si è spinto tanto oltre non cambierà idea. E no. –
- No? – Tyki mi fece eco con perplessità.
- Alla tua domanda la risposta è no. – sbuffai.
- Non ho chiesto niente! – protestò lui.
- Vuoi sapere se considero Allen, che è destinato a diventare tuo fratello, un alleato della Chiesa. La risposta è no. –
- Non capisco… Allora perché… Lo aiuti? –
E’ il mio turno di sorridere. Lui non capirebbe.



Lo sentii arrivare.
Era come una specie di rumore di fondo che si faceva sempre più fastidioso man mano che si avvicinava.
Una specie di sinfonia disarmonica che sentivo dentro e che mi inquietava.
- Vattene Tyki. – gli dissi scendendo dalla botte e preparandomi alla battaglia.
L’Apocriphos entrò nella piccola stanza e la inondò con il suo potere.
Quella forma che di umano aveva ben poco, e quelle escrescenze simili ad ali contorte…
Non sapevo perché ma mi faceva pena.
Il suo aspetto pareva gridare una sofferenza antica e mai sanata.
Il Noha mi fissò perplesso quasi stesse chiedendosi cosa avessi intenzione di fare.
- Angel. – mi disse in nuovo venuto.
- Sei qui per uccidermi? – chiesi tranquilla.
- Sono qui perché eseguo la mia missione. Sono stato creato per questo. – ammise lui.
- Non hai risposto. E’ la mia vita che vuoi? – domandai lasciando che anche le mie ali si aprissero alle mie spalle.
- Non ci si può più fidare di te. Sei stata contaminata a causa del troppo dimorare fra gli umani. Hai iniziato ad amare loro più della tua missione. – mi accusò.
- Amare gli uomini e proteggerli E’ la mia missione, non ne conosco altre. – ribattei fiera.
- E non ne accetteresti nemmeno altre, vero? – sorrise lui.
- Dipende. – ammisi.
- Lo vedi? Qualcuno del tuo rango non dovrebbe permettersi di rispondere con un dipende. Non sei al servizio del tuo cuore, ma del Cuore. Tuo dovere è accettare qualsiasi incarico ti venga affidato. Fosse anche quello di uccidere colui che consideri amico o che forse addirittura ami. – sospirò come se fosse amareggiato nel constatare questa cosa.
- Si, capisco. – ammisi anch’io.
- Davvero? – chiese lui.
- Davvero. Quella volta, non è stato Lord Lucifero a lasciarmi indietro. Non è stato lui ad abbandonarmi. Sono stata io. Io non ho avuto cuore di seguirlo, ed ora è proprio quello stesso cuore che mi rende indegna di essere l’angelo che ero. –
- Quindi, riconosci il tuo peccato? – una grossa spada color amaranto prese sostanza dalla sua mano.
Con quella piantata nel cuore sarei davvero morta.
Quella era l’arma di Michael e aveva il potere di uccidere persino gli angeli. Come poteva averla un Apocryphos?
Quindi si era giunti a tanto?
- Riconosco il mio peccato, ma non lo rinnego. – ammisi con grande dolore.
Non mi aspettava una battaglia facile, ma Azael non era mai stata una che si dava per vinta.



Misi in campo tutte le mie risorse.
Più di una volta Tyki Mikk era intervenuto in mio soccorso e più di una volta gli avevo detto che non era affar suo.
- Taci! Lo so benissimo che dovrei essere grato a quel coso se ti fa fuori, ma non ci riesco, per la miseria! Non voglio vederti morire davanti ai miei occhi ed è dannatamente stupido, ma non posso farci niente! E’ così e basta! – sbottò lui mentre si contorceva in perda al dolore che una ferita al petto gli causava.
- Ok. Allora… Stai a guardare, non perderò. – gli dissi.
Ma l’Apocryphos non stette ad aspettare.
Cercò di trafiggere il Noha con la Spada Amaranto.
Misi in campo davvero tutta me stessa.
Feci da scudo a Tyki.
Perché lui era un Noha, ma era anche ancora un uomo.
Sentii la spada scivolare in me, con se fossi la sua guaina.
Sentii il mio nemico gridare.
Per un momento, fissai perplessa l’elsa della spada che spuntava dal mio torace.
Poi imposi le mani sul capo dell’Apocryphos
E gli scaricai addosso tutto il mio potere.
Lo incenerii all’istante.
Di lui rimase solo un mucchietto di cenere verde ai miei piedi.
E poi fu il mio turno.
La spada di Michael si attivò ed io sentii il mio corpo collassare.
I legami chimici si distrussero, le cellule implosero ed esplosero… Io mi dissolsi nell’etere.
Non so quanto questa situazione perdurò.
Ma non era la pace.
Era più un a specie di stasi…
Quasi un’attesa…
Ritornai violentemente in quello scantinato.
Tyki Mikk aveva le mani affondate in quelle che erano le mie ceneri.
Oh, non immaginavo fosse quello il mio colore.
Rosso.
Rosso come i miei capelli.
- Bugiarda! – mormorò il Noha mentre stringeva la polvere a cui era tornato il corpo di Angel.
Gli occhi aurei erano pieni di lacrime, di cui dubitavo conoscesse il senso.
Tuttavia eccola lì, la prova.
La prova che nonostante tutto il Noha del Piacere era ancora umano.
I Demoni non piangono.
I loro occhi sono privi di condotto lacrimale, quindi non piangono: fisicamente impossibile.
E’ la punizione che Dio ha riservato loro; li ha privati del conforto delle lacrime.
E quella lacrima, limpida e pura, trasparente come il cristallo, abbandonò il volto di Tyki dopo averne accarezzato la gota e cadde scintillando sulle mie ceneri.
Fu come risvegliarsi.
Fu come procedere a ritroso nel tempo.
Cambiare di nuovo forma e sostanza.
Riallacciare i legami chimici, modificare l’energia distruttiva affinché creasse…
Poco dopo le mani del Noha non stringevano più cenere ma le mie braccia.
- Angel? – chiese lui ad occhi sgranati. Il suo tocco non era più doloroso, fastidioso, ma non doloroso.
- Azael. Sono un Cherubin e ho appena dichiarato guerra alla Chiesa. – risposi sottraendomi dalla sua presa e spalancando le mie quattro ali, come se avessi bisogno di stiracchiarle e scioglierle dall’intorpidimento.
  
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