Era
estate piena.
Luglio
era ormai trascorso per metà, regalando, nelle sere afose
come quella, le
melodie dei grilli, i quali aspettavano proprio il tramonto del sole
per
iniziare i loro concerti.
Ron
se ne stava seduto sotto un grande albero del giardino. Osservava il
firmamento
che quella sera stava dando prova di uno dei suoi spettacoli
più belli: gli
ultimi squarci rosseggianti di cielo stavano lentamente lasciando
spazio al blu
della notte, mentre la luna, adesso coraggiosa, andava pian piano a
sostituire
il sole nelle veci di maestosa luce naturale.
“Che
meraviglia!” pensò il giovane.
D’un
tratto si chiese dove fosse Hermione… un simile spettacolo
meritava di essere
visto anche da lei. Si alzò stancamente, avviandosi verso
casa. Ma non appena
fu un po’ più vicino la vide.
Era
seduta al tavolo che sua madre aveva deciso di mettere fuori, proprio
per via
del caldo soffocante di quei giorni. Dalla finestra aperta riecheggiava
l’inconfondibile voce di Celestina Warbeck.
Riprese
ad osservare attentamente la giovane: era indaffarata con varie
pergamene sparse
sul tavolo e sembrava essere molto concentrata, Celestina a parte. I
capelli,
ribelli e selvaggi, talvolta le ricadevano, dispettosi, davanti al
viso,
facendola innervosire ancora di più.
Le
mani erano macchiate
d’inchiostro.
La
guancia sinistra era macchiata
d’inchiostro
Le
punte dei capelli erano
macchiate d’inchiostro.
Probabilmente
Hermione, stanca, in un gesto che per lei era usuale si era passata una
mano
sul viso
La
mano nera
d’inchiostro
Probabilmente
Hermione, concentrata, aveva incominciato ad attorcigliare le punte dei
capelli
intorno alle dita.
Le
dita nere
d’inchiostro
Quando
sei innamorato
impari
molte cose
della
persona che ami e,
col
tempo, ti rendi conto
che
ci sono dei dettagli,
dei
particolari, dei modi di fare dell’altro
che
ti entrano dentro e che non dimentichi più.
Continui
a ricordare lo sguardo di chi ami,
il
sorriso di chi ami, la voce di chi ami.
Per
Ronald Weasley era diverso.
Non
che lui non sapesse riconoscere
il
suono della risata della sua ragazza, sia chiaro.
Ma
se il suo cuore avesse dovuto pescare,
tra
i miliardi di fotogrammi presenti nella sua
testa,
quello
che più rappresentava la rappresentava,
allora
Ron non aveva dubbi:
Hermione
con le mani, il viso, i capelli pieni
d’inchiostro.
Infinite
sfumature aveva quell’inchiostro
Inchiostro
benedetto.
Quello
riportato sulle lettere,
tramite
le quali era stata comunicata,
all’uno
e all’altra, l’ammissione ad Hogwarts.
Quello
che, assolutamente ignaro,
li
aveva già uniti, indissolubilmente,
fin
da principio.
Inchiostro
quotidiano
Era
quello dei loro compiti,
compiti che lei aveva già terminato
e
lui neppure iniziato.
Quello
delle loro pergamene:
minuzioso
e tondeggiante nella calligrafia di lei,
disordinato
e pieno di sbavature in quella di lui.
Inchiostro
traditore
Quello
con destinazione Bulgaria,
indirizzato
al miglior cercatore del mondo.
Viktor
Krum, il ragazzo che era passato
dall’essere
l’idolo all’essere il rivale,
ricordandogli
che poteva non essere l’unico
a
vedere quanto quella ragazza fosse speciale.
“Hai
intenzione di restare impalato ancora per
molto, Ronald?”
Ron
sussultò. Credeva che lei non se ne fosse
accorta.
“Scusami”
disse soltanto.
“Mi
ero incantato” aggiunse sorridendo.
Hermione
continuò imperterrita a scrivere, ma Ron
potè giurare di aver visto un lampo di sorriso attraversarle
il volto. E forse
anche un lieve rossore, figlio dell’imbarazzo, tingerle le
guance.
Si
avvicinò a lei.
“Posso
sedermi a farti compagnia?” le chiese.
La
giovane alzò appena lo sguardo.
“Va
bene, Ron. Ma sappi che devo finire di compilare
questi rapporti entro dopodomani e chiunque osi distrarmi, impedendomi
di
portare a termine il mio lavoro, dovrà vedersela con
me” affermò Hermione con
aria un po’minacciosa. E Ron sapeva che non si doveva mai
sottovalutare la sua
aria minacciosa. Ma decise di rischiare.
“Non
farò un fiato, promesso” le assicurò
lui,
felice di aver ottenuto ciò che voleva.
“Lo
vedremo” disse lei sorridendo addolcita. In
fondo come poteva dispiacergli la compagnia del suo ragazzo.
Ripresero
entrambi le loro attività.
Lei
scriveva, a tratti si fermava per leggere
attentamente qualcosa scritto su un’altra pergamena.
Lui
semplicemente continuava a osservarla.
Quando
sei innamorato,
non
esistono più i
giudizi obiettivi.
La
persona che hai di
fronte,
la
persona che ami,
ti
appare come la più
speciale,
la
più dolce, la più
bella fra tutte.
E
non perché
d’improvviso,
con
la scusa di un
ballo,
lei
si alliscia i
capelli
e
abbandona la divisa
per
la pudica
trasgressione di una sera:
quello
è anzi il
momento in cui è bella per tutti,
non
soltanto per te.
Tu,
invece, la trovi
bella sempre,
ma
in particolare
quando siete soli,
quando
non c’è nessuno
con voi.
La
trovi bella quando è
in disordine,
con
i capelli scompigliati,
con
occhiaie profonde
che
devastano il volto.
Ron
guardava Hermione.
Non
pensava che lei fosse bella.
Pensava
che lei fosse bellissima.
Bellissima
per colpa di quelle dita nere d’inchiostro.
Bellissima
perché l’inchiostro le macchiava il viso.
Bellissima
perché l’inchiostro gli era rimasto impigliato nei
capelli.
E
pregava Ron.
Pregava
affinchè, un giorno, non arrivasse qualcuno
e si accorgesse di quanto Hermione, la sua Hermione, fosse bellissima
anche
quando l’abito che indossava era solo il nero
dell’inchiostro.
Pensieri
sciocchi, forse, erano quelli che
attraversavano la mente del giovane fulvo. Ma in fin dei conti egli li
reputava
piuttosto legittimi.
Non
era mai il primo in niente e questa era la nuda
verità.
Ron
non aveva complessi di inferiorità, non come un
tempo almeno. Tuttavia la presunzione non sapeva neanche dove stesse di
casa e
perciò, da umile quale era, si chiedeva perché
quella ragazza, quella giovane
donna, avesse scelto lui.
Lui
che la amava proprio perché era macchiata
d’inchiostro.
Lui
che non aveva nulla da offrirle, se non il suo amore immenso.
“Hey
cos’è questa?” Hermione
bloccò il flusso dei
suoi pensieri.
Ron
inizialmente non capì a cosa si riferisse la
giovane. Poi se ne rese conto, quando sentì che la canzone
ora trasmessa non
era accompagnata dalla voce di Celestina.
“Papà
ieri trafficava con la radio. Diceva che
voleva renderla uguale a quelle che hanno i babbani. Mamma gli ha detto
di
lasciar perdere, ma lui non ha voluto sentire ragioni. Il risultato
è questa
specie di ibrido che trasmette stazioni magiche ma che, ogni tanto,
capta per
interferenza anche quelle babbane.” Spiegò Ron.
Hermione
annuì, mostrando di aver compreso la
spiegazione.
“Mi
piace questa canzone” disse poi la giovane,
sorridendo.
You would not believe your
eyes
If ten million fireflies
Lit up the world as I fell asleep
Cause they fill the open air
And leave teardrops everywhere
You'd think me rude, but I
Would just stand and stare.
Sorrise
anche Ron
“Balliamo?”
La
giovane lo guardò basita “Ron ti ho appena detto
che devo lavorare e che non ho il tempo neanche di respirare e tu mi
chiedi di
ballare?”
“Sì”
disse lui continuando a sorridere come se
niente fosse “avanti, che mi rispondi?”
Hermione
lo fissò sconcertata. Quel ragazzo era davvero
fuori dal comune. Stava proprio per rispondergli che non poteva
perché non
aveva tempo da perdere, quando qualcosa la fermò. Forse quel
sorriso fiducioso
che non si decideva ad abbandonare il volto del ragazzo.
“Va
bene, Ronald. Ma solo per pochi minuti”
“Non
chiedo altro” disse il giovane che, se
possibile, sorrise ancor di più.
Lei
si alzò e lui la prese tra le braccia.
Stavano
insieme da quasi cinque anni. Eppure, quando
si trattava di essere così vicini, tra loro si creava ancora
quel sottile velo
di imbarazzo. Quell’imbarazzo genuino, fanciullesco.
L’imbarazzo del primo
amore trasognato e dei primi battiti irregolari del cuore.
L’imbarazzo che
rendeva paonazze le orecchie di lui e le guance di lei.
I'd like to make myself believe
That planet Earth turns slowly.
It's hard to say that I'd
Rather stay awake when I'm asleep,
Cause everything is never as it seems.
Cause I'd get a thousand hugs
From ten thousand lightening bugs
As they tried to teach me how to dance.
Adesso
anche la mano di Ron, stretta in quella di
Hermione, era nera d’inchiostro.
Il
ragazzo insipirò il profumo dei capelli della
giovane. Era il profumo di Hermione: un profumo che sapeva di
gelsomino, di
pagine di libri ingiallite dal tempo, di inchiostro. Lo stesso
inchiostro che,
birichino, aveva macchiato il naso del ragazzo. Lo stesso inchiostro
che, imponente,
rivestiva il cielo sopra di loro.
A foxtrot above my
head,
A sock-hop beneath my bed,
The disco ball is just hanging by a thread.
“Miseriaccia!”
“Ron,
non è difficile. Basta seguire la musica. Ecco,
così. Lo vedi com’è facile”
Disse
Hermione guidandolo lentamente.
I'd like to make myself believe
That planet Earth turns slowly.
It's hard to say that I'd
Rather stay awake when I'm asleep,
Cause everything is never as it seems.
When
I fall
asleep.
“Hermione?”
“Hmm?”
Ron
la guardò di nuovo. Hermione tra le sue braccia.
Hermione con i capelli scompigliati, Hermione con le occhiaie. Hermione
con le
mani ricoperte d’inchiostro. Fu allora che lo disse:
“Perché
io?”
La
giovane lo guardò confusa. Allora Ron riprese.
“Insomma
perché hai scelto di stare con me? Tu sei
così… così… Ah non so
neanche come dire! Sei così… così
Hermione. Riesci in
qualunque cosa decidi di fare…”
“E
questo che significa, scusa?” la giovane non lo
lasciò continuare.
“Significa
che tu hai tutte le possibilità del
mondo” Ammettè il giovane, stringendola un
po’ di più a sé.
“E
ho paura che, per il tuo bene, tu debba…
considerarle”.
Hermione
si domandò quando quella maledetta
insicurezza, quel suo sentirsi sempre secondo a qualcun altro, lo
avrebbe
abbandonato. Appoggiò la testa sul petto del suo ragazzo,
continuando a farsi
cullare dalle note della canzone.
Un
attimo dopo alzò lo sguardo e lo guardò.
“L’ho
già fatto, Ron. Le ho già considerate”.
Leave my door open just a crack.
Please take me away from here.
Cause I feel like such an insomniac.
Please take me away from here.
Why do I tire of counting sheep?
Please take me away from here.
When I'm far too tired to fall asleep
To ten million fireflies.
I'm weird, cause I hate goodbyes
I got misty eyes as they said farewell
But I'll know where several are
If my dreams get real bizarre
Cause I saved a few,
And I keep them in a jar.
Dolcemente
gli accarezzò il viso con la mano, la
mano nera d’inchiostro.
“Ma
è stata una perdita di tempo. Perché avevo
già
scelto”.
Ancora
una volta, in quella sera, lui la guardò. Con
un dito le accarezzò la guancia, la guancia macchiata
d’inchiostro.
“Ne
sei sicura?” Le domandò in un sussurro.
Hermione
gli sorrise.
“Mi
sono persa per strada, Ron. Ero così presa a
cercare chissà cosa, che non mi ero accorta che lo avevo
già trovato. Anzi
forse lo avevo sempre avuto… ho fatto un po’ come
gli alchimisti”.
“Gli
alchimisti?” Chiese il giovane
“Sì
gli alchimisti. Un po’ tutti siamo
come alchimisti,Ron: iniziamo cercando l’oro però,
strada facendo. Scopriamo i fuochi d’artificio.”
“E
questa da dove salta fuori?” Disse il rosso,
sorridendo di nuovo sereno.
“Un
libro babbano che ho letto qualche tempo fa”
Rispose la giovane.
I'd like to make myself
believe
That planet Earth turns slowly.
It's hard to say that I'd
Rather stay awake when I'm asleep,
Cause everything is never as it seems.
When I fall asleep.
I'd like to make myself believe
That planet Earth turns slowly.
It's hard to say that I'd
Rather stay awake when I'm asleep
Because my dreams are bursting at the seams.
“Bene,
Ronald. Ti ringrazio per il ballo, ma ora,
dato che la canzone è finita torno ai miei
rapporti”
Ron,
sorridendo, la guardò tornare a sedersi e
impiastricciarsi ancora e ancora con l’inchiostro.
In
fondo, Hermione era sempre Hermione. Sempre
precisa, puntuale. Non lasciava mai le cose a metà.
E
lui l’amava anche per questo, anzi forse proprio
per questo.
Di
nuovo riprese a fare ciò che aveva fatto durante
tutta la sera: la osservò.
Quando
sei innamorato,
non
importa se sei un
imbranato cronico
o
se pensi di essere
incapace in tutto.
Perché
quando sei
innamorato
l’unica
cosa che conta
è
essere un eroe per la
persona che ami.
Ed
è proprio questo
amore
Che
ti riempie di
coraggio,
quel
coraggio che ti
porta
a
compiere i gesti più
belli
negli
istanti più
inaspettati.
“Hermione?”
“Hai
manie suicide oggi, Ronald?”
Ma
dovette ricredersi, Hermione. Perché fu lei a
rischiare la morte, per colpa del ritmo devastante del suo cuore in
tumulto,
quando il suo ragazzo tirò fuori dalla tasca dei jeans un
piccolo cofanetto di
velluto rosso. E mentre lo apriva con mani tremanti
Mani
nere d’inchiostro
Credette
davvero di morire per colpa di quella
felicità che le stava squassando l’anima. La
stessa felicità responsabile delle
lacrime che ora le inumidivano le guance,
Guance
nere d’inchiostro
La
stessa felicità che, ne era certa, non avrebbe
mai dimenticato e che animava gli occhi del giovane seduto di fronte a
lei che,
in un sussurro, le chiedeva
“Sposami”.
Ecco
riportato il giudizio della storia =)
4°
classificata
“
Infinite sfumature d'amore” di
Giusyna92
Grammatica
e Sintassi7,5 /10: non
abbiamo riscontrato errori gravi. Solo qualche appunto sulla
punteggiatura e un
verbo: per quanto riguarda la punteggiatura nei discorsi diretti ti
ricordiamo
che va sempre e solo dentro le virgolette, non fuori. In più
quando riprendi un
discorso, dopo una parte narrativa il discorso deve riprendere con la
lettera
maiuscola. Se chiudi un discorso con un punto interrogativo o
esclamativo,
fuori dalle virgolette non va la lettera maiuscola. Le frasi che
intervallano i
pensieri e la storia sarebbe meglio chiuderle con un punto fermo
piuttosto che
niente.
Ci
sono un paio di errori di battitura: potè invece
di poté, insipirò invece
di inspirò.
Hai
messo ammettè invece
di ammise.
Stile
e Lessico 9/10: la
strutturazione della storia è molto intelligente.
Complimenti davvero! Il fatto
che tu inserisca i pensieri di Ron come una sorta di poesia
è davvero molto
interessante. Il tuo stile è apparentemente semplice ma in
realtà molto curato
e ci è piaciuto molto. Un unico appunto all'inizio sarebbe
meglio mettere Erano
in piena estate invece di Era piena estate.
Originalità
8,5/10: il
fatto che Ron inviti Hermione a ballare non è cosa nuova e
nemmeno la visione
della ragazza da parte di Ron, però il suo utilizzo la rende
molto buona e non
è affatto banale. La strutturazione è
originalissima, perlomeno noi non abbiamo
mai letto una storia strutturata in questo modo. Quindi il punteggio va
più per
l'impostazione che per la storia in se per se.
Caratterizzazione
9/10: Hermione
ci è piaciuta molto perché l'hai resa bene nei
modi, nei gesti che sono
tipicamente suoi. Ron è dolcissimo, molto carino, attento:
innamorato. Ci è
piaciuto molto il fatto che è rimasto comunque un
giocherellone, che si diverte
a punzecchiare Hermione e poi il finale proprio non ce lo aspettavamo.
Stupendo!
Gradimento
personale 9/10: ti
togliamo un punto giusto per essere puntigliose (ahahahah! Se la ridono
per la
battuta molto inglese). No, la storia ci è piaciuta un
sacco...solo una serie
di faccine sorridenti renderebbero quello che ci ha suscitato la sua
lettura.
Partendo dal fatto che il titolo ci aveva messo paura (non che non ci
piaccia,
ma dato il lascito della trilogia di “Cinquanta
sfumature” eravamo
letteralmente terrorizzate da un suo possibile effetto) è
stato tutto un
crescendo di stupore e meraviglia! Insomma complimenti!
Utilizzo
del pacchetto 15/15: perfetto!
Hai utilizzato ogni singolo elemento alla perfezione senza cadere nel
banale,
soprattutto il prompt, veramente azzeccato! Carinissima l'idea
dell'inchiostro
come filo conduttore della storia (dalla prima lettera ricevuta da
Hogwarts
alle carte su cui sta lavorando Hermione), perfetti gli aggettivi
associati
all'inchiostro. Anche le citazioni sono parte integrante del testo e
ben
inserite. La canzone fa da perfetto sottofondo: introdotta, utilizzata,
contestualizzata. Pacchetto sfruttato al suo meglio!
Totale
58/70