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Autore: milichituli    24/12/2012    5 recensioni
Risa pensava che Otani fosse acido: non c'era umorismo o sarcasmo perchè le sue erano affermazioni.
Otani aveva la stessa idea su Risa: sempre pronta ad attaccare briga su tutto.
Ed ora si trovavano per l'ennesima volta al centro della classe e del dibattito, per niente amichevole.
«Sai che ti dico? Che sei un limone!»
«Mi staresti dicendo che sono acido?» Otani s'accigliò, portandosi le braccia al petto.
Risa sbuffò e posò le mani sui fianchi, voltando il capo. «Osi negarlo?»
«Miss aceto, lo sanno tutti che quando sei mestruata diventi irascibile!»
Risa sbarrò gli occhi esterrefatta: era la prima volta che Otani le rispondeva in quel modo. Il ragazzo non si accorse di nulla, ma l'impatto fu doloroso: il bernoccolo, provocato dal lancio del telecomando da parte di Koizumi, era piuttosto evidente.

Cinque diverse situazioni, cinque attimi vissuti e immortalati in cinque foto.
Risa e Atsushi alle prese con un album fotografico e con il passato.
Attenzione: gli eventi sono collegati fra loro! | All Hanshin Kyojin | pastpresentfuture
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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Limoni sottaceto

 

 

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Haru-chan, la cicogna!

 

 

24 Dicembre, Vigilia di Natale, davanti a casa Otani-Koizumi.
Seiko-chan arrossì del tutto, quando poggiò l'orecchio sulla porta di legno bianca e sentì dei gemiti provenire dall'interno dell'abitazione.
Haruka invece sembrava d'altro avviso. Si staccò dalla porta e imprecò, battendo un piede per terra come un piccola bambino capriccioso.
«Haruka-sempai!» la ragazzina bionda lo richiamò, posando le mani sui fianchi. «Lì dentro qualcuno sta facendo giochini sporcaccioni, lo sai? Quindi non fare tanto baccano.»
Il ragazzo divenne viola in viso e digrignò i denti. I suoi occhi saettarono rabbiosi sul viso convinto di Seiko-chan per poi posarsi sul seno della ragazza. Haruka non ricordava che fosse così prosperoso l'ultima volta che lo aveva guardato, però ebbe il pudore di voltarsi prima che la ragazza se ne accorgesse.
«Non tollero che quel nano da strapazzo tocchi la mia Risa-chan.» piagnucolò.
«Risa-chan non è tua.»
«E di grazia, di chi sarebbe?»
«Di se stessa, ovviamente.»
Haruka strabuzzò gli occhi. «Sei pazzo!»
Nella fretta il ragazzo commise l'errore di terminare con una “o” anziché con una “a”. Seiko-chan se ne accorse e portò una mano sulla bocca. Data l'indole infantile di Haruka, non se ne accorse.
«Io non sono “pazzo”. Sono Seiko-chan.»
Gli occhi di Haruka scattarono sul viso della bionda e notò le sue lacrime. Il ragazzo, però non riusciva a muoversi -forse aveva troppo orgoglio?
«Seiko-chan io-»
«No, sempai. Ora parlo io.» Seiko alzò lo sguardo da terra. «Non sono un ragazzo, ora non più. Io sono Seiko-chan e basta. Questo è il mio corpo, questi sono i miei capelli, le mie labbra: sono io. Quindi io preten-»
Seiko-chan non poté continuare a parlare perchè Haruka l'abbracciò stretta a sé. Con il naso sfiorò il collo della ragazza e s'inebriò del profumo di donna che portava. Haruka se ne accorse troppo tardi, ma davanti a sé aveva sempre avuto uno schianto di ragazza. Che prima fosse un maschio non era importante.
Dal canto suo, Seiko-chan nascose il proprio viso nel petto di Haruka. Tirò su con il naso e si permise di singhiozzare ancora una volta, prima che il ragazzo le passasse le dita fra i capelli biondi e li arricciasse attorno ad esse.
«Sempai, io...» Seiko divenne tutta rossa. Si alzò leggermente sulle punte dei piedi e unì, accompagnata da un sospiro, le sue labbra con quelle del ragazzo.
Seiko non s'aspettò d'essere baciata con così tanto impeto da parte del ragazzo, quindi in cuor suo alimentava la speranza d'essere ricambiata.
«Scusami, non so cosa mi sia preso, davvero!» Haruka si passò una mano fra i capelli color cenere, il suo sguardo divenne mortificato. Era affannato per via del bacio.
Seiko scosse il capo e lo afferrò per il colletto, abbassandolo e baciandolo nuovamente. «Sinceramente? A me non dispiace proprio per niente, sempai.»
Haruka avvampò completamente e tentò di sillabare qualcosa di incomprensibile «Seiko... giochini... te... dopo...»
«Seimpai, non ti capisco. Parla più forte!»
«Seiko-chan, andiamo a fare i giochini sporcaccioni anche io e te dopo. Prima che mi venga voglia di entrare in questa casa e di accoppare il nano.»
Seiko-chan ridacchiò soddisfatta. Trascinò con sé il povero Haruka, ancora imbarazzatissimo, e lo portò lontano da casa Otani-Koizumi.

Nel frattempo Otani cercava di capire qualcosa dalle analisi. L'ecografia era qualcosa di incomprensibile: tutto nero, senza senso. Continuava a girare e rigirare il foglio quando alla fine lo gettò sul tavolino, sbuffando stizzito.
«È incomprensibile: non ci capisco niente!»
Risa raccolse a sé tutti i propositi di buona pazienza e la calma che si era proposta d'avere nei confronti del fidanzato. Si sedette accanto, sprofondando nel divano, e poggiò la testa sulla spalla del ragazzo.
«Non si guarda così.» Risa afferrò nuovamente l'ecografia e indicò al ragazzo un minuscolo puntino bianco. «Acchan, questo è il cuore di tuo figlio.»
Atsushi aprì la bocca, ma non uscirono parole perchè mancava l'aria. Si voltò e guardò con quanta semplicità Risa avesse pronunciato quelle parole. Si perse negli occhi della fidanzata e provò il desiderio di abbracciare quel corpo esile e caldo.
E così fece, non preoccupandosi minimamente d'essere “come mamma l'ha fatto”. Risa emise un lieve esclamazione di stupore, ma strinse il ragazzo sul suo petto con dolcezza.
«Lo sai che è un bellissimo regalo di Natale?»
«Sì. Ora dobbiamo solo pensare al matrimonio, Ota-nano.»
Otani alzò gli occhi al soffitto. «Risa-chan, quante volte ti ho ripetuto di non chiamarmi-» ma venne interrotto da un bacio da parte della compagna.
«Io voglio chiamare mio marito come voglio, chiaro?» Risa lo ripeté con fermezza. Poggiò la testa sul petto del ragazzo e si fece accarezzare il capo. Chiuse gli occhi quando lui le intrecciò i capelli fra le sue dita, le piaceva così tanto quel contatto.
«Un bambino prima del matrimonio. Woa!»
«Ehi, frena! Il matrimonio è a Gennaio, il bambino arriverà a Giugno.»
Otani si issò sui gomiti e la fissò stupito: possibile che non comprendesse?
«Cara la mia gigantessa, nella tua pancia ora c'è un baby Otani. Quindi il mi... nostro bambino c'è già.» Otani accarezzò il ventre piatto di Risa.
La ragazza lo osservò con gli occhi più dolci del mondo. «Tutto questo miele non è da te, Acchan.»
Otani le sorrise «Sì, ma sono contento.»
«Il bimbo di Chiharu nascerà verso fine Aprile.»
«Pensa se il nostro venisse al mondo al primo di Aprile...»
«Sarebbe uno scherzo della natura, come il padre.»
Otani si lasciò sfuggire una smorfia. In un momento come quello le poteva concedere di dirgli tutto ciò che avrebbe voluto: lui avrebbe sempre continuato ad essere felice.

 

Tre anni dopo.

 

Hikari Otani aveva una sola paura: Babbo Natale.
Era più forte di lei, ma quando vedeva un Babbo Natale per strada, o persino Nakao travestito da egli, piangeva disperata. Ed accadde anche quella sera, come da routine. Due anni e mezzo di bimba, occhi gonfi come mongolfiere e tonsille da aquila: Hikari.
Otani, che la teneva in braccio, divenne mezzo sordo -oltre che mezzo scemo. La piccola non voleva sapere di calmarsi e quindi il ragazzo di ventisei anni la portava a spasso per la casa.
Yuudai e Shinnosuke erano elettrizzati dall'idea di aver visto Babbo Natale e anche la piccola Saeka, la figlia di Kanzaki, apprezzava.
«Dalla a me.»
Risa prese in braccio la piccola infelice e la coccolò come meglio poté, mentre il marito sprofondò esausto nel divano.
«Haruka, preparati a notti in bianco e a pannolini da cambiare!» Otani diede una pacca amichevole sulla spalla del ragazzo seduto al suo fianco.
«Non mettere le tue manacce sulla mia spalla, nanetto.»
«Sempai, ancora con questa storia?» Seiko-chan rimproverò il marito, che per abitudine chiamava “sempai”. Haruka sbuffò, voltando il capo.
«Seiko-chan, per me resterà il ladro dalla mia protettrice.»
Risa lo fissò allibita mentre adagiava la bimba sul pavimento, che corse subito dagli amichetti e lontana da Nakao\Babbo Natale.
«Haruka, cresci un po'.»
Seiko annuì, seguita da Kanzaki e da Nobu. All'improvviso le cadde il bicchiere dalla mano e appoggiò la mano sul ventre gonfio. Un ghigno di dolore si dipinse sul suo viso, mentre Suzuki la accorse.
«Ragazzi, ci siamo.»
Lo stupore invase la casa, tranne che per i bimbi e per Haruka.
«Ci siamo, e per cosa?» Yuudai era il più curioso. Tanaka lo prese in braccio e sorrise.
«Dai-chan, il bimbo di Seiko sta per nascere.»
Un fulmine a ciel sereno colpì Haruka. «V-vuoi dire che-che...»
«Haru-chan, la cicogna!» strillò Seiko-chan.
Nessuno si aspettò che il ragazzo scattasse in quel modo, caricando la ragazza in macchina e sfrecciando come un pazzo per le vie di una Osaka in festa.
Pensate che, proprio mentre Haruka e Seiko si dirigevano in ospedale per far nascere il loro bambino, Hikari s'avvicinò alla madre, tirandola per la gonna, e indicando un'immagine in una foto. C'era una ragazza priva di seno con i tratti del viso acerbi, affiancata da una ragazzo dai capelli color cenere e l'aria bonacciona e infantile.
«Mamma, papà ha detto che questo è zio Haru e questa è zia Sei. Ma questi non sono due tati?»
Risa afferrò la foto e la fissò meglio: sua figlia aveva ragione. Sospirò tentando di rilassarsi il più possibile. Prese in braccio la bimba, ma notò d'essere accerchiata da mocciosi di due anni o poco più.
Maledetto Ota-nano!” pensò mentre si accomodava sul divano con i suoi ascoltatori attenti, pronti a cogliere il più possibile su quella buffa storia.

 

 

 

due chiacchiere con milichituli

Ebbene sì: regalo di Natale, tutto vostro!
L'avevo promesso a me stessa, ed ora eccolo. È un miracolo che sia riuscita a finirlo in tempo, perchè solitamente sono così indaffarata che non riesco neppure a pensare ai fatti miei! Spero che vi piaccia questa cosa e spero che venga gradito il mio regalo. Appena ne avrò tempo, a breve, risponderò alle bellissime recensioni che mi avete lasciato, grazie di cuore, davvero!
Spero che questo capitolo si spieghi da sé anche perchè sono in ritardo e non ho tempo.
Vi auguro un Felice Natale assieme alle vostre famiglie e anche Buon Anno, nel caso non si sentissimo. (:
A presto, milichituli

  
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