-no mia piccola Alice- le rispose il
gigantesco batuffolo di
pelo grigio –mi chiamo Claire-
ribattè lei
alzandosi in
piedi per esplorare
il luogo che la
circondava,ma uno sciame di uova colorate le impediva di
avanzare,noncurante di
ciò decise di
proseguire lo stesso anche a costo di calpestare quegli strani esserini
rotondi
che camminavano, ma niente, non davano segno di volersi spostare
“ostinati”
pensò lanciando un’occhiata confusa al coniglio
– potresti almeno dirmi perché
mi hai portata qui?- lui
rimase muto
abbozzando un piccolo sorrisetto,poi si decise a parlare
–vedi mia cara, loro
hanno bisogno di te e anche noi- era sempre più certa che la
stesse prendendo
in giro,pestò un piede contro il terreno bruciando tutta
l’erba sotto di esso e
facendo partire delle scintille che fecero indietreggiare dallo
spavento tutti
quegli ovetti variopinti
–voi? Loro? Mi vuoi spiegare di chi stai
parlando?-
-bene credo che tu abbia
atteso abbastanza, Nord e gli altri sono pronti per riceverti-
allungò un
braccio avvolgendolo saldamente alla vita di Claire
–tieniti forte!- battè una
zampa contro il terreno e la ragazza avvertì lo stesso
tremore che c’era stato
al cimitero, poi vide di nuovo il terreno sgretolarsi sotto le zampe
del
coniglio che la teneva stretta a se.
Questa volta la caduta le sembrò molto più
breve e in un attimo si ritrovò distesa su di un morbido
tappeto, con la testa
che le girava come se avesse appena affrontato venti giri della morte
sulle
montagne russe.
–oddio la mia testa- dolorante si mise seduta e
iniziò a voltare
lo sguardo e destra e a manca finchè non si rese conto di
essere completamente
circondata da un numero indefinito di persone
–Era ora piccola
Claire,iniziavamo a dubitare sul fatto che Calmoniglio fosse riuscito a
portare
te qui- disse uno di loro, aveva un particolare accento russo,
guardò meglio i
presenti per capire da dove provenisse la voce, ma aveva ancora la
vista un po’
offuscata, quell’ultima caduta era stata diversa dalla prima,
più breve ma più
letale per il suo stomaco e la sua testa.
Ad un tratto qualcosa le arrivò da
dietro,veloce come il vento e leggiadro come una farfalla le si pose
davanti e iniziò
a tirarle le guance – su su su svegliati piccola Claire!-
squittì quella strana
creatura
–Non sono piccola!- protestò lei alzandosi in
piedi, la vista iniziava
a farsi più chiara ma non riusciva ancora a capire cosa le
si era piazzato di
fronte, era una figura femminile, o almeno così sembrava dal
volto e dal
fisico,ed era vestita con un vestitino attillato fatto di piume con
tonalità
diverse di verde e blu “è un colibrì
gigante?” pensò lei nell’osservarla con
più attenzione.
–Su Dentolina, lascia respirare nostra ospite- disse di nuovo
quella voce dall’accento russo, poi capì che
proveniva da un alto omone con una
lunga barba bianca,le braccia tatuate e un pesante cappotto lungo e
rosso, le
ricordava vagamente Babbo Natale anche se molto più cattivo,
ma forse solo
esteriormente. Lui le appoggiò una delle sue grandi mani
sulla testa
accarezzandola
–non essere spaventata, ora ti presento gli altri- disse
facendole un grandissimo sorriso, per un attimo Claire si
sentì a casa,
quell’omone le ricordava tanto suo padre, quanto avrebbe
voluto essere a casa
con lui in quel momento, nel loro splendido salottino a giocare con
Briciola la
loro cagnolina oppure in cucina a preparare le granite alla frutta con
la mamma
,le sembrava di sentire ancora le loro voci nell’aria, forse
stava ancora
sognando e presto sarebbe stata ora di svegliarsi
-io sono Nord mentre quello con
orecchie lunghe che ti ha portata qui è Calmoniglio- tornò con la
mente proiettata verso la
realtà,anche se aveva ancora qualche dubbio non stava
sognando, sembrava tutto
fin troppo reale e troppo lungo per essere un sogno…o forse
era finita in coma?
–quello li in basso è Sandman- un piccolo ometto
paffuto tutto dorato le fece
saluto con la mano abbassando poi il capo per nascondere un timido
sorrisetto
–
Lei invece è Dentolina- e anche la strana ragazza travestita
da colibrì le fece
saluto con la mano
–non farti mai sorprendere con una carie nei denti o sei
spacciata- le sussurrò Nord in un orecchio.
Li osservò da testa a
piedi,forse
era una coincidenza ma tutti le ricordavano qualcuno di importante,
qualcosa di
mistico, Babbo Natale, la fatina dei denti, il coniglietto di pasqua,
l’omino
dei sogni ecco cosa le ricordavano
–ah Jack sei in ritardo!- esclamò
l’omone
vestito di rosso, una finestra si era spalancata
all’improvviso facendo entrare
un forte vento gelido e alcuni fiocchi di neve, con essi
entrò anche uno
ragazzo, forse tra tutti i presenti era quello che sembrava meno pazzo
e
soprattutto, non le sembrava il personaggio di qualche strana storiella
per
bambini
–lui è Jack Frost!- “Jack Frost? Ma non
era un pupazzo di neve?” pensò
lei osservandolo, era un normale ragazzo come lei,non aveva ortaggi al
posto del
viso e le braccia non somigliavano per niente a dei ramoscelli
–salve a tutti-
si limitò a dire lei leggermente imbarazzata, tutti la
stavano osservando e
nessuno le aveva ancora detto per quale motivo si trovava li
–Ah già
dimenticavo! Non ti ho nemmeno spiegato perché sei qui-
disse il barbuto come
se le avesse appena letto nel pensiero
-c’è piccolo problema e tu mia cara,
sei stata scelta come nuova guardiana
per risolverlo- lei lo guardò dubbiosa, non aveva capito
nulla di tutto ciò
-guardiana? Cioè?-
-non c’è tempo per
spiegartelo ora, manca poco al 23 giugno!- rispose lui mettendole una
mano
sulla spalla e spingendola verso un ampio e lungo corridoio, stavano
camminando
in mezzo a montagne di giocattoli, strani esserini
piccoli,incappucciati e con
le orecchie a punta ed enormi uomini massicci ed ingombranti,ricoperti
da una
folta peluria, somigliavano molto a degli yeti.
Aereoplani giocattolo le sfioravano la testa facendola
barcollare per lo
spavento,passare per quel corridoio era come essere in una zona di
guerra,
doveva stare attenta a ciò che le passava sopra la testa
come doveva guardare
bene a dove metteva i piedi per non inciampare in uno di quegli strani
folletti
incappucciati o in qualche giocattolo lasciato fuori posto.
Arrivò finalmente
in una grande stanza simile a quella di una comune baita di montagna,
aveva un
grande caminetto acceso attorno al quale erano sistemati dei divani e
delle
poltrone, da delle grandi finestre si poteva vedere il paesaggio,
finalmente
aveva l’occasione di capire dove era finita sta volta, ma non
vedeva altro che
neve. Appoggiato ad una delle pareti c’era un enorme armadio
in mogano ,
opposto ad esso invece c’era un grande letto a baldacchino
completamente
ricoperto di pupazzi e bambole
-siccome
non hai più casa dove stare penso ti faccia comodo
stabilirti qui- quelle
parole ancora una volta le avevano messo addosso un pesante velo di
tristezza,
era nomade e senza un’identità , ma forse quegli
strani tizi erano proprio
quello che le serviva, forse loro avevano le risposte al
perché era ancora viva
e perché aveva il potere dar fuoco a ciò che
voleva
–forse meglio che tu riposi
un po’ prima di sapere tutto-
Nord con
atteggiamento paterno le si avvicinò dandole un bacio sulla
fronte, poi le
voltò le spalle e assieme agli altri uscì dalla
stanza, se ne andarono tutti
tranne una persona
– e tu non vai fuori con
gli altri a spettegolare sulla
nuova arrivata?- -spettegolare su cosa?non ti conosco nemmeno- le venne un brivido gelido
lungo tutto il
corpo quando si sentì i suoi occhi glaciali puntati
addosso,Jack Frost la stava
osservando seduto su uno dei divani vicino a quel fuoco che tanto
odiava.
–più
che altro credo ti serva un abbigliamento più consono,in
fondo ora sei una
guardiana, non puoi di certo andartene in giro in jeans e canottiera, i
bambini
ti prenderebbero per matta- permalosa com’era,la prese come
un’offesa e si
sentì in dovere di rispondergli nello stesso tono
–non che una semplice felpa e
un paio di pantaloni logori siano meglio- lo squadrò in
cerca di altri difetti
da potergli rinfacciare
– scalzo per di più!- per evitare di dar luogo a
dei
litigi tenne per se il resto delle offese che aveva pianificato, e
incuriosita
aprì l’armadio, dal quale subito iniziò
a tirar fuori montagne su montagne di
vestiti, e quasi tutti con tonalità calde sul rosso e
sull’arancione.
–prova
quello li – disse il ragazzo indicando un vestito nascosto,
quasi dimenticato
in uno degli angoli più bui dell’armadio era un
morbido corsetto rivestito di
seta rossa, abbellito con dei ricami floreali sul petto, andava legato
al collo
con due laccetti, e dalla vita scendevano tanti veli arancioni e rossi
lunghi
fino alle ginocchia che facevano sembrare la gonna del vestito ad una
corolla
di petali di fuoco. Il corsetto le entrò alla perfezione
come se le fosse stato
fatto su misura, si diede una sistemata alla gonna, poi soddisfatta si
guardò
allo specchio
–hey, mi dai una mano ad allacciarlo?- senza fare tante
storie
lui ubbidì e venne in suo soccorso, le spostò
dalla schiena i lunghi boccoli
neri
– in teoria dovrebbe essere come allacciare un paio di
scarpe- aggiunse,
lui per un attimo la guardò dubbioso mentre tirava qualche
laccio a caso
– ah è
vero, tu non porti le scarpe- si lasciò sfuggire lei, in
seguito ad una piccola
risata.
–beh, dovrebbe andare bene così- disse Jack
dandole una piccola
sistemata ai morbidi capelli
-è
perfetto, davvero, ottima scelta- fece qualche giro su se stesso
osservandosi
allo specchio
-aaah!-
esclamò
avvicinando di più il viso, notò con dispiacere
che i suoi occhi non erano come
se li ricordava, i suoi occhi blu come l’oceano ora erano
diventati di un colore
rosso porpora, sembravano quelli di una creatura demoniaca ,
rossi… una
colorazione dell’iride simile non era normale
–i miei occhi! Sono orrendi!- si
portò entrambe le mani al volto
–che c’è a me piacciono i tuoi occhi,
non hanno
nulla di terribile
- disse lui per tranquillizzarla ,lei inevitabilmente
finì in
lacrime
– ma perché? Cosa mi è
successo? Voglio ritornarmene a casa, voglio la mia famiglia!-
-almeno tu sai
ancora con certezza chi sei veramente- il ragazzo dai capelli candidi
come la
neve che continuava a cadere fuori da quell’edificio tornò a sedersi
sul divano accanto al
caminetto seguito da Claire
– io l’ho scoperto dopo moltissimo tempo-aggiunse
giocherellando con uno dei boccoli scuri della ragazza che nel
frattempo si era
sdraiata usando le sue gambe come appoggio per la testa , non la
smetteva di
piangere e di singhiozzare, le stava riempiendo i pantaloni di lacrime
salate
ma questo non gli importava più di tanto.
–vedrai che domani starai meglio-
---
Messaggio dall’autrice: wow, pensavo non sarei mai riuscita a finire questo capitolo, ci ho messo una giornata intera a scriverlo, purtroppo non conosco molto bene i personaggi, e ho davvero tanta paura di sbagliare, infatti noto con dispiacere di esser stata molto ristretta nelle loro descrizioni :/ in questo capitolo avevo troppa roba di scrivere tutt’ora sono indecisa se tagliarlo in due parti e magari svilupparle meglio oppure lasciare tutto così com’è . si inizia a respirare un po’ d’aria di romanticismo tra Claire e Jack ma io stessa non so se alla fine far nascere qualcosa tra i due oppure no (io sinceramente sarei più spinta verso il no, ma è ancora tutto da vedere) spero che questo capitolo vi sia piaciuto e non vi sia risultato un po’ troppo pesante.
Saluti, Kuro
PS: per la mia cara amica Ally, spero che in questo capitolo tu abbia trovato pane per i tuoi denti ^^