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Autore: Querthe    12/07/2007    5 recensioni
Una sorta di poliziesco a metà strada tra un noir e X-file, o così spero di riuscire a farlo. Scusate se ogni tanto nella storia uso qualche imprecazione, ma non conosco poliziotti da film non scurrili. Mamoru e Rei compagni di squadra, un rapimento e un mistero attorno alla figura di un angelo biondo a cui mancano solo le ali e l'aureola, ma con dei bei codini...
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Rei/Rea, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie, Contesto generale/vago
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Le ho detto che non le apro! - gridò soffocata dalla porta la voce della signora Kino. - Io sono una donna rispettabile!
- Signora Kino, la prego... - sospirò Mamoru. - Le ho detto che ho bisogno di farle alcune domande per una indagine ufficiale!
- E poi lei mi travia come ha fatto con quella ragazzina ieri sera. Ma io non ho visto nulla, sia chiaro! Io non voglio avere nulla a che fare con certe cose!
- Io questa la ammazzo appena apre la porta... - ringhiò sommessamente l'uomo scorato, dirigendosi nuovamente verso l'ingresso del suo appartamento, seguito da Rei, mentre Ami, vestita ancora con il suo camice bianco e i guanti da chirurgo che sempre portava quando era sulla scena di un crimine, rimase davanti all'ingresso della donna.
Sembrava pensierosa. Osservava intensamente la maniglia della porta, come se ci fosse qualche cosa che la attirava in maniera particolare. Si diresse senza parlare alla maniglia della porta di Mamoru, la osservò senza toccarla, non disturbando il lavoro di Hikari, quindi tornò davanti alla maniglia dell'altro appartamento e si chinò ad osservarla da vicino, passando un dito guantato sulla superficie di ottone lucidato a specchio. La porta si aprì di scatto, e la donna dai capelli azzurri si ritrovò ad osservare parte del grembiule della signora Kino.
- Cosa stava guardando? - le chiese con tono indagatorio e brusco.
Ami si rialzò e le sorrise.
- Pura curiosità scientifica. Scusi se l'ho disturbata.
- Cosa aveva la mia maniglia di tanto interessante? Non è mica diversa da quella del signor Chiba.
- Al contrario, direi che c'è un abisso tra le due. - controbatté Ami. - La superficie presenta un'assoluta mancanza di ossidazione acida che denota una cura professionale della maniglia stessa. Sarei curiosa di sapere come è possibile tale differenza di pulizia.
La donna la squadrò un attimo.
- Lei è un medico? Un dottore?
- Non esattamente. Polizia scientifica. - Annusò l'aria un paio di volte. - Sento uno strano profumo... Oddio, che sbadata. Sono uscita dal laboratorio senza nemmeno mangiare, e ora mi sembra di sentire profumo di torta anche qui in corridoio. Che languore...
- Ha fame?
Ami abbassò lo sguardo come una ragazzina che non ha il coraggio di rispondere.
- Ho appena sfornato uno strudel usando una ricetta che ho trovato sul settimanale di cucina che compro sempre. Le andrebbe di assaggiarla? Solo lei. Il signor Chiba e la sua... amica... non li voglio in casa mia. Sono una donna per bene io. Ma lei mi sembra diversa. E poi se uno fa il medico mica può essere cattivo. E tra donne ci si intende... Sa, mia figlia vorrebbe iscriversi... - iniziò trascinando dentro Ami e chiudendo la porta alle sue spalle, lasciando a bocca aperta Mamoru e ancora di più Rei.
- Solo lei ci poteva riuscire.
- A farmi dare della donnaccia dalla tua vicina? - borbottò la scura di capelli
- No, scema, quello ci riesce chiunque. - sorrise lui. - Mi ha chiesto se sapevo qualcosa di lei mentre venivamo qui, ti ricordi? E io le ho detto che è una maniaca del cibo e della pulizia. L'ha beccata su quei punti, e si è fatta invitare in casa. A parte con lo stomaco pieno, vedrai che uscirà con qualche notizia. La signora Kino è la spia di questo piano. Meglio di un sistema di telecamere a circuito chiuso. Se non ha visto lei qualche cosa, non l'ha vista nessuno. E il fatto che non voglia avere a che fare con me vuol dire che mi ha visto con Usagi.
- Ma potevamo anche portarla al commissariato e chiederle cosa aveva visto...
- Come una criminale, Rei? Certo, come no. Poi ci vivi tu accanto a una che come minimo ti insegue con il matterello della pasta ogni volta che tenti di arrivare a casa tua... - ghignò triste il poliziotto, per poi guardare la giovane ricercatrice e aiutante di Ami, una ragazza che dimostrava a malapena venticinque anni, dai lunghi capelli mossi e rossi, un camice bianco più grosso di lei di almeno tre taglie e delle scarpe da ginnastica nemmeno allacciate. - A che punto sei, Hikari?
- Non mi manca molto, ispettore Chiba. Devo solo finire di rilevare alcune tracce che ho trovato all'interno della serratura e poi ho finito. Direi comunque che l'ipotesi della dottoressa Mizuno dovrebbe essere confermata...
- E quando mai sbaglia, quella? E' così frigida... fredda, volevo dire, che sembra un computer. - disse sardonica la collega dell'uomo, che le diede una gomitata. - Ahi!
- Te la sei cercata. Mica tutte possono essere delle schiave del sesso come te.
- Io non sono... - Lui la guardò di sottecchi. - E va bene. Ammetto di divertirmi parecchio... e allora? Geloso?
- Ormai la cosa non mi riguarda più. Dai, vieni che ti offro una birra...
- Ispettore Chiba, mi permetta di sconsigliarle di assumere alcolici, anche se di bassa gradazione, finché ha ancora tracce di sonnifero nel sangue. Uno dei possibili effetti collaterali è un intenso vomito.
- Pure... Non basta il mal di testa... - sospirò lui, entrando comunque in casa. Sentì dei rumori provenire dal bagno. - Un altro della scientifica. - pensò aprendo il frigorifero e passando una lattina di Asahi a Rei. - alla salute. Dammi il tempo di trovare un bicchiere e di prendermi dell'acqua dal rubinetto...
- Sembri uno sul patibolo...
- Sono anni che bevo birra o quella cosa nera che chiamiamo caffè... Chissà se il mio corpo non ha sviluppato nel frattempo un'allergia all'acqua?
- Ritengo la cosa decisamente improbabile, Mamoru, ma con te nulla è sicuro. - rise sommessamente l'amica dai capelli azzurri, che comparve sulla porta, appoggiandosi sullo stipite. - Hai una vicina interessante, oltre che un'ottima cuoca.
- Hai saputo qualche cosa di utile?
- Direi di sì. La signora Kino sostiene di aver sentito dei rumori verso l'ora in cui tu hai portato da te la tua biondina...
- Usagi...
- Usagi, appunto. Lei ti ha osservato dallo spioncino, pensando che fosse una donna di malaffare.
- Così giovane.
- Beh, diciamo che la cosa l'ha messa ancora più in allarme, ma fortunatamente le ho detto che lei era una nostra collega, apparentemente molto giovane, che era sotto copertura, e che la stavi aiutando visto che era stata maltrattata.
- E lei ci ha creduto? - esclamò Rei, a momenti sputando il sorso di birra addosso al collega sentendo la notizia.
- Direi di sì, visto che si è subito rilassata e mi ha raccontato anche che ha sentito degli altri rumori verso le due di notte, e che avendo paura che fossero i gatti che le sporcano il tappetino di ingresso, si era già preparata con gli zoccoli per scacciali, ma che quando aveva guardato dallo spioncino, aveva visto alcune figure passare. Scure e chine, oltre che con degli strani occhi verdi.
- Visori all'infrarosso!
- Ottimo Rei. Non sei esperta solo del contenuto della biancheria intima maschile. Mi stupisci... - mormorò Ami. - Comunque la signora ha anche detto che le figure si sono fermate vicino alla tua porta per un po', per poi andarsene, mentre in lontananza ha sentito un bicchiere di vetro cadere.
- La mia finestra. Ma ancora non capisco tutto sto casino per una ragazzina scappata da un ospedale psichiatrico.
- Potrebbe essere la figlia di qualcuno di importante, e questo vuole non far sapere la cosa...
- Potrebbe essere, Rei, ma il mio intuito mi dice che non è così. Mi ha detto che non ha mai visto altro che la sua stanza, ha visto il mondo solo in televisione e che non ha mai indossato vestiti. Poteva anche essere il delirio di un pazzo, ma...
- La cosa non ti convince, eh?
- No, Ami.
Hikari si avvicinò alla donna.
- Qui abbiamo finito, dottoressa Mizuno. Abbiamo trovato alcune impronte parziali nel bagno, in parte cancellate in fretta e furia, direi, ma la cosa più importante l'abbiamo trovata analizzando la sabbia della lettiera...
- Anche quella? Alla faccia della privacy...
- Tu non hai un bagno, Rei? Non dirmi che vai matta per l'erba gatta?
- Solo se poi posso rifarmi le unghie sulle colleghe...
- Allora ricordami di regalati un tronchetto, "Selina"...
- Cos'è, avete le vostre cose? - le zittì l'uomo, spazientito. - Cosa hai trovato nella lettiera, Hikari?
- Sembrerebbe un capello...
- I gatti! - si picchiò la fronte con il palmo aperto Mamoru. - Ma certo! Ieri sera lei stava giocando con loro, usando i suoi capelli come se fossero fili di un gomitolo. Uno di questi deve essere finito tra le unghie di Luna o Artemis e poi lo hanno lasciato sulla sabbia della loro lettiera...
- Ringraziali con un pesce intero tutto per loro! - sorrise Ami prendendo in mano la busta di plastica già sigillata al cui interno faceva bella mostra di sé un lungo capello biondo, quasi bianco. - con questo ti dico esattamente il DNA della tua fantomatica ospite, e con le impronte vediamo se la ragazza è schedata.
- Finalmente un po' di fortuna... - pensò l'uomo, passandosi la mano tra i capelli e grattandosi la barba sfatta. - Ma Ami, tu mi avevi detto di una tua teoria su come mi avevano addormentato. Trovato conferme, da quello che mi ha detto la tua assistente...
- Già. Come sospettavo devono aver individuato la ragazza in qualche modo, ma prima di entrare nel tuo appartamento hanno dato un'occhiata al suo interno senza aprire la porta. Nella serratura ho trovato tracce di graffi che possono essere ricondotti all'uso di una fibra ottica prima e di una lancia telescopica dopo. In pratica hanno usato la serratura come spiraglio per osservare chi c'era nella stanza, poi con lo stesso metodo ti hanno sparato direttamente un ago intriso di sonnifero, e solo dopo hanno spaccato il vetro dall'esterno e hanno immesso il gas nella stanza da letto dove dormiva Usagi.
- Tutto questo è assurdo...
- Lo penso anche io, Rei, ma fattibile. Bisognerebbe sapere che segreti ha con sé quella ragazza. Datemi del tempo, e vi saprò dire qualche cosa di più. Ora noi andiamo. Mamoru, datti una rasata e mettiti un attimo in ordine, credo che la Tomoe abbia in serbo qualche cosa di strano per te, visto che ha bevuto la palla che ti eri sbronzato...
- Cazzo, me ne ero dimenticato. Come minimo mi sbatte a dirigere il traffico!
In quel momento il telefonino di Rei squillò.
- Si parla del diavolo... - borbottò aprendo il modello a conchiglia... - Hino. - Ci fu una pausa. - Sì è con me. Glielo dico. Mezz'ora... - ci fu un'altra pausa, durante la quale la donna staccò il ricevitore dall'orecchio e strizzò gli occhi come dolorante. - Dieci minuti, va bene. Siamo già là.
Chiuse il telefonino.
- La Tomoe dove ci ha sbattuto? Attraversamento bambini dell'asilo?
- Al più dove ti avrebbe sbattuto. No. E' stato trovato un morto nel quartiere residenziale. Era un dottore. Molto vicino al governo.
- Omicidio?
- Si è impiccato, sembrerebbe.
- E noi cosa centriamo con i suicidi? Che ci vada la squadra di Seiya...
- Ai suoi piedi sembrano esserci decine di fogli scarabocchiati in cui compare continuamente un coniglio, una luna e un nome...
Mamoru strabuzzò gli occhi.
- Usagi! Tsuki no Usagi, il Coniglio della Luna. Non può essere una coincidenza... - sorrise, segnandosi mentalmente di togliere un po' di stricnina dalla farcitura del panettone da regalare a Natale al suo capitano mentre correva giù per le scale inseguito dalla sua compagna.
   
 
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