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Autore: Morgaine You    26/12/2012    3 recensioni
Amava quel sorriso. Così vero, e puro.
Quante volte aveva cercato, inutilmente, di imitarlo? E soprattutto, quante volte aveva ardentemente desiderato di esserne la causa?
[TopxRi]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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SO HIGH
TONIGHT
 
Lo scalpiccio delle scarpe di Seung Hyun sul costoso parquet della YG Company mandava profondi echi dal lungo corridoio che portava all’ampia sala per le prove coreografiche. Le altre stanze, ai lati del passaggio, erano quasi vuote, data l’ora tarda. Forse un inserviente o due erano ancora presenti.
Erano le sei del pomeriggio, un cupo e freddo pomeriggio d’inverno, in cui il cielo era coperto da fitte nubi grigie che non lasciavano certo passare gli ultimi pallidi raggi dell’imbrunire.
Il gelido vento invernale penetrava attraverso gli infissi di porte e finestre, confondendosi e mischiandosi con il confortante tepore dell’edificio immerso nella semi oscurità che precedeva le movimentate notti di Seoul. Seung Hyun si strinse ancor più nella giacca di morbido cotone.
Era stremato; passare solo dieci minuti in compagnia di quel dittatore di Ji Yong era alquanto stressante, figurarsi lavorarci insieme per delle ore. Per questo aveva deciso di fermarsi più a lungo del solito: la quiete di quei luoghi era illusoria, ma a lui non importava. Amava immergersi nel loro silenzio, per prendersi qualche minuto per calmare il suo corpo e la sua mente dopo una giornata intensa e impegnativa.
Sfogliava alcune riviste, assaporandone il profumo, amaro e dolciastro, come di consueto. Le loro foto, stampate su carta patinata, trasmettevano vitalità al primo sguardo. I vestiti dai colori cangianti, le pose sempre diverse; ogni membro dei Big Bang sembrava volersi imporre ad ogni scatto. Non era competitività ciò che li animava, ma un sincero desiderio di miglioramento. E, se nei primi anni ognuno curava solamente se stesso e la propria immagine, ora ogni membro contribuiva alla crescita dell’altro. ‘Siate come fratelli, condividete ciò che potete, non dimenticate mai che la diversità è ciò che vi unisce e vi rende speciali’ questo era il loro motto, o meglio, ciò che il loro manager aveva detto loro la notte del loro debutto. Quella notte era impressa indelebilmente nella mente di Seung Hyun: le lacrime nervose di Ri, le nausee di Taeyang, i piagnistei di Daesung e la spasmodica irascibilità del leader. Decisamente sarebbe stato difficile dimenticare un’esperienza simile. Ma erano stati proprio quei momenti, seppur sgradevoli, ad unirli ancora di più. Le fatiche, se condivise, non sembravano poi così insormontabile.
Da allora era passato molto tempo. Sei anni erano trascorsi, in un leggero battito d’ali.
Seung Hyun si era spesso trovato a riflettere sul suo destino, se non avesse trovato quei quattro ragazzini debosciati che tanto amava; forse, forse si sarebbe perso. Seoul era molto grande, e poteva diventare pericolosa. Ogni giorno ringraziava la provvidenza per la fortuna che aveva tra le mani.
 
Ancora pigramente steso sul divanetto cremisi della sala riunioni, Seung Hyun venne scosso da un improvviso rumore –una melodia, pure dolce, ma si sa, Seung Hyun non era un paladino coraggioso- che gli fece scivolare a terra la rivista; questa si aprì, casualmente, su un primo piano di SeungRi. L’immagine, che ricalcava lo stile delle precedenti, metteva in risalto il viso del più giovane.
Amava quel sorriso. Così vero, e puro.
Quante volte aveva cercato, inutilmente, di imitarlo? E soprattutto, quante volte aveva ardentemente desiderato di esserne la causa?
Si nascondeva dietro a frasi fatti e sorrisi imbarazzanti e forzati da quando aveva scoperto che, in fondo, ciò che lo legava a SeungRi non era un semplice affetto, quasi paterno, data la differenza d’età, ma qualcosa di più profondo, al quale non aveva ancora osato dare un nome.
No, non era innamorato. Ma era attratto, sopraffatto da quel ragazzo così giovane che riusciva però suo malgrado a tener strette le briglie sul suo cuore. Seung Hyun lo odiava per questo, ma non avrebbe esitato a seguirlo, se l’altro glielo avesse chiesto.
 
Chiuse la rivista; non avrebbe sopportato ancora a lungo quello sguardo cartaceo, eppure così reale.
Le note, provenienti dalla sala delle coreografie gli suonavano familiari. Beautiful Hangover?
Si alzò, dirigendosi verso la fonte della melodia; man mano che si avvicinava la musica sempre più intensa gli inebriava lo spirito.
Arrivò nella stanza in questione: le luci erano soffuse, le tapparelle non completamente abbassate, e ci vollero una decina di secondi prima che i suoi occhi si abituassero al brusco cambiamento di luminosità.
Il riverbero del pavimento in marmo era quasi impercettibile, ma presente. Un’ondata di profumo lo inondò, lasciandolo lievemente stordito; solo allora si accorse della presenza di qualcuno, nella penombra.
La figura, esile, si muoveva di fronte agli specchi con grande agilità e naturalezza, ignara dello sguardo interessato di Seung Hyun, che quasi si era dimenticato che la canzone di sottofondo era proprio la sua.
Non si sarebbe mai permesso di accendere le luci; la danza in cui la silhouette era immersa gli catturava la mente. Assisteva a spettacoli simili ogni giorno; ma, forse per la calma irreale mischiata alla penombra unita alla stanchezza che pervadeva il suo corpo, Seung Hyun non si sarebbe mosso di lì per nessun motivo al mondo.
Era sopraffatto da quella misteriosa figura che, silenziosa, si lasciava trasportare dalla melodia, sicura di sé… Ansimava, a tratti. Forse la danza stava giungendo al termine, o forse necessitava una boccata d’aria. Seung Hyun si nascose dietro la porta semi chiusa mentre lo sconosciuto si avvicinava all’interruttore della luce, non lontano da lui.
Click
Seung Hyun dovette retrocedere di qualche passo; il bagliore improvviso lo aveva accecato. Più volte si era lamentato con i dirigenti della YG, con scarsi risultati. La luce si spense di nuovo.
Ma la musica continuava.
Seung Hyun si riaffacciò nella stanza, prestando attenzione per non essere notato.
‘Ah’ ora la stanza sembrava deserta. Che fosse stato tutto una mera illusione?
Avanzò, leggero. L’amplificatore continuava, senza sosta, a ripetere quella canzone che ormai conosceva a memoria.
Si guardò intorno: vicino allo stereo, un paio di scarpe erano gettate a terra senza nessun ritegno, e una maglietta dal colore bianco e vivido giaceva accanto a esse. Rimase a fissare quegli oggetti un paio di secondi: li aveva già visti. Si sforzò di ricordare, ma non ne trasse grandi risultati.
Fece per andarsene, quando un sospiro, alle sue spalle attirò la sua attenzione: a qualche metro di distanza, appoggiata alla balaustra della finestra, ecco, era riapparsa la figura. Seung Hyun si avvicinò piano, quasi a non voler disturbare quell’essere misterioso che ora, come lui, condivideva la calma e la quiete degli studi,  al riparo da attenzioni indiscrete.
E finalmente lo vide chiaramente: un ragazzo. Sì, era un ragazzo colui che fino a qualche minuto prima si era lasciato trasportare da quelle splendide e candide note, senza vergogna, senza riserve.
Seung Hyun gli osservava intanto la schiena: era perfetta. I muscoli, scolpiti forse dai duri allenamenti, disegnavano strani ghirigori all’ombra della luce lunare che, dal balcone aperto, penetrava ora nella stanza.
Segui con lo sguardo la linea marcata del collo, fino alla nuca; il taglio di capelli, corto, ben gli cingeva il capo.
E poi, lo riconobbe. Complice il mistero che circondava la sua danza, Seung Hyun non si era fino ad allora posto il problema di svelare l’identità astratta che seguiva il ritmo della sua canzone; ma ora… Quel ragazzo di spalle, illuminato da una luce ancestrale, bagnato da piccole gocce di sudore che impietosamente seguivano le sue forme delicate sotto lo sguardo sempre più perduto di Seung Hyun, non poteva essere altri che SeungRi.
Sì, SeungRi, il suo destino e la sua rovina, il suo inferno in terra, la causa dei suoi peggiori incubi e delle sue notti  insonni. Sentì le labbra farsi secche, il respiro gli divenne difficile. Non sempre l’essere umano è riuscito a controllare e dominare i suoi istinti primordiali; e Seung Hyun non era un uomo forte. Prima d’incontrare il più giovane, aveva creduto nelle virtù. Ma forse…
No, non avrebbe aspettato oltre.
In un movimento unico, scomposto, si lanciò verso la figura di SeungRi, circondandolo, da dietro, con le sue lunghe braccia. Il contatto con la pelle nuda di SeungRi  fece perdere al rapper un battito cardiaco.
SeungRi, che ovviamente venne colto di sorpresa, si girò su se stesso, non riuscendo però a staccarsi da quella forte presa. Voltatosi, si ritrovò con il viso a due centimetri da quello del suo compagno di band Seung Hyun, che aveva lasciato nella hall neanche due ore prima.
Furono gli occhi del maggiore ciò che per primo lo colpirono. Li aveva visti e osservati tante e tante volte nel corso degli anni: se prima esprimevano una tristezza infinita, dopo potevano essere pervasi da una frizzante gioia degna di un bambino. Perché Seung Hyun aveva mille sfaccettature, almeno per SeungRi. Ma, in quel momento, quegl’occhi erano attraversati da una serie di guizzi color dell’oro che gli ricordavano le fiamme dei fuochi invernali. Baccanale infernale.  Si sentì inerme, impotente sotto quello sguardo, ma allo stesso tempo venne colto da disarmati brividi lungo tutto il corpo; brividi di piacere. Perché SeungRi, nel profondo di quelle pozze scure come la notte, vi aveva intravisto qualcosa di nuovo, inaspettato, bramato. Vi aveva intravisto la lussuria.
Bite me without averting your eyes
So that it won't spill at my tip of tongue

 
Non fece in tempo a reagire che venne bloccato, senza via d’uscita, dalle labbra di Seung Hyun. Erano calde, e accoglienti, come se le era sempre immaginate. E bruciavano da morire.
Si aggrappò alle ampie spalle del più grande con tutte le forze che aveva; quasi caddero a terra. Le loro lingue intrecciavano oramai danze sfrenate, senza freni.
Seung Hyun in risposta, senza staccarsi dal bacio passionale e infuocato del maknae, lo fece sedere sul davanzale della finestra, facendo aderire sempre più i loro corpi. Lo voleva. Subito, in quel momento. Quale desiderio, quale tortura guidava i loro gesti! SeungRi non l’aveva respinto, e per quanto questo lo stupisse, gli bastava. Era forse colpa sua se gli dei avevano fatto l’uomo così debole?
E lo cercava. Le sue mani sfioravano con delicatezza sempre più spinta ogni parte e anfratto del suo corpo, regalando al più giovane delle sensazioni mai provate prima. Non sapeva quanto avrebbe potuto ancora resistere. Gli sfiorava or ora la pelle sudata, delicata come quella di un bambino, e vi lasciava segni del suo passaggio con la bocca. Il corpo dell’altro, poi, così vicino al suo, mandava espliciti segnali d’assenso. L’avrebbe fatto suo, dopo tanto tempo, dopo averlo tanto desiderato, così, senza parole. SeungRi era d’accordo.
Ma si ritrovò improvvisamente a pensare. Cosa sarebbe successo dopo? Se anche SeungRi fosse stato suo per una notte, una notte magica come quella, non era certo del domani. E così agì.
Lentamente, si staccò dall’abbraccio quasi violento del più piccolo, continuando però ad accarezzargli i capelli mori.
‘Che ti prende, Seun? Mi hai attaccato in quel modo, prima… dovresti portare a termine ciò che hai iniziato’
La frase di SeungRi mal celava una punta di malizia.
‘Oh, lo so bene. Ma non qui, non ora’
Seung Hyun gli prese la mano, baciandogliela delicatamente.
‘Vieni con me’
‘E dove?’ rise SeungRi.
‘Là’ così dicendo, fece voltare il viso di SeungRi verso la luna. Era splendida.
‘Ti amo, SeungRi’
 
 
 
-Hola-
MM, Ji Yong non mi uccidere. Non ti ho abbandonato mio caro bias <3
Ecco, questa e la mia seconda fan fiction sui Big Bang, richiesta dalla mia adorata Nee-chan  Sung Ji Hoon di cui vi consiglio caldamente di leggere i lavori. Ti voglio bene!
Per quanto riguarda questa storia…bhe, spero vi sia piaciuta (:  I protagonisti sono quei due disagiati di Top e Seungri, poveracci <3
Comunque. Siamo sotto natale, un commento vi rende tutti più buoni (?)
Mata ne!
   
 
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