Chiuse gli occhi e sforzò i muscoli doloranti delle gambe, non li sentiva più. il latte era salito alle ginocchia, se si fosse fermato non si sarebbe più mosso.
Lanciò un urlo di sforzo e disperazione che balzò da una parete all'altra di quella stretta via, per liberarsi tra le nuvole che occludevano la cittadina sotto la loro imponenza. E pensare che dietro di esse, era celato il sole coronato dal cielo azzurro.
-Dentro la cosa fredda che si muove veloce.
-La cosa che...? La macchina..
Posteggiata alla fine del vicolo vedeva un'auto grigia.
Sentì il motore che iniziava a rombare.
-No, non partire ti prego. Non voglio morire, non voglio morire.
[dal capitolo 3]