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Autore: The Edge    27/12/2012    3 recensioni
Due gemelli, due facce della stessa medaglia.
Ambientata nei giorni nostri
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva a dirotto.
James spostò la tenda dalla finestra, appoggiò la punta del naso sul vetro e fece una smorfia di disgusto. Odiava il bagnato.
Si staccò dalla sua postazione e osservò la sorella, la quale si era addormentata abbracciando il cuscino.
Tenera.
Le mise addosso la coperta, le tolse dalle mani il pesante tomo che stava leggendo, spense la luce e uscì dalla camera.
Poggiò il libro sul mobile dell’anticamera ed entrò nella sua stanza.
Si sedette sulla sedia, scavò sotto numerosi strati di vestiti, libri scolastici abbandonati a sé stessi, e vecchie cartacce per ricavare un piccolo quaderno.
Lo aprì, sfogliò le varie pagine e le appiattì, prese la penna nera e incominciò a scrivere.

“Ciao mamma!
Okay, sembro il solito mammone che non cresce mai, ma… mi manchi. E’ inutile che finga il contrario.
Sono successe tante cose da quando… beh, ci hai lasciati.
Cose belle e cose brutte, sfortunatamente.
Hai presente Janie? La migliore amica di Scarlett? Beh, anche lei è morta. Ha avuto un grave incidente, non ce l’ha fatta.
Eravamo distrutti per la sua perdita, soprattutto mia sorella.
Sai quanto erano legate…. Vederla piangere disperata è stato qualcosa di straziante. Mi sentivo impotente, non riuscivo a consolarla.
La mancanza di Janie è forte. In classe non c’è più quella forza che c’era prima. Siamo.. vuoti. Siamo le ombre di noi stessi.
Siamo segnati da un marchio indelebile. Qualcosa tra la 5G si è distrutto.
Ora la mia sorellina sta cercando di riprendersi, fa fatica, ma almeno sta cercando di reagire.
Ci sono tante cose che vorrei raccontarti, anche se credo che tu le sappia già. Sapevi sempre tutto. Avevi una specie di sesto senso che ti faceva sapere in anticipo che io e Scarlett avremmo combinato delle marachelle.
Sai… è difficile crescere senza una mamma.
Papà fa il possibile, ma sai meglio di me come è fatto. Una volta c’è e dodici no. Fa parte del suo lavoro e lo accetto. A volte mi piacerebbe poterti chiedere un consiglio, dei pareri.
Dio, mi sento patetico. Seriamente.
Sono undici anni che ti scrivo lettere, sarò scemo?
Dove si è visto che un diciassettenne che scrive lettere alla propria madre morta?
Eppure non riesco a farne a meno. E’ più forte di me.
Mi sembra strano riprendere in mano la penna e scrivere. Ho smesso quando ho ricevuto la chiamata del padre di Janie.
Quel giorno io smisi di scrivere e Scarlett di sorridere.
Non fu solo lei a soffrire, anche io stetti male.
Mi ero innamorato mamma. Per la prima volta.
Mi ero dichiarato il giorno prima che…quel pazzo ubriaco investisse la mia Janie. Lei mi ricambiava, ci credi?
Qualcosa nel mio cuore si frantumò quel giorno. Non dissi mai a mia sorella che amavo la sua migliore amica. Mi sento un codardo per questo.
Non riesco a dimenticarla. Io sono come papà, soffro in silenzio.
Ora ti lascio mamma.
Vado a dormire, oggi è stata una giornata pesante.
Mi manchi ma’.
Ci manchi, tanto.
James.”


Jim si asciugò le lacrime con la manica del maglione.
Sistemò il quaderno sotto la pila di libri e si osservò il palmo della mano: era macchiato di inchiostro, l’indice aveva assunto una leggera tonalità grigiastra.
Con un leggero sbuffo si alzò e si stropicciò gli occhi.
 
***

Prima ora matematica. Verifica.
La mummia passava tra i banchi, e osservava attentamente gli studenti.
Aveva studiato delle strategie durante le vacanze. Non ne poteva più di essere continuamente presa per i fondelli da dei ragazzini.
La sera precedente aveva ideato cinque compiti diversi, così facendo sarebbe stato impossibile per i ‘Diavoli della 5G’ copiare.
Quello che ignorava la povera professoressa era che riuscivano comunque a passarsi le soluzioni.

Charlie osservò annoiato il foglio che gli venne consegnato.
Se lo portò al viso, lo scrutò attentamente e decise di lasciarlo in bianco.
Scarlett sorrise alla vista degli esercizi, erano facili e con molta tranquillità iniziò a svolgerli.
James, con molta meno gioia della sorella, fissava schifato il compito.
“Giuro che se pesco chi ha inventato la matematica lo strozzo”
George, reduce da una notte insonne, si passò una mano tra i capelli, prese il foglietto e cercò di capire le varie prove.
Fred mordicchiava disperato il tappo della penna
“Muoviti razza di mummia egiziana che non sei altro! Dammi questa fottuta verifica!”
Appena gli arrivò il compito, lo fissò e cercò gli esercizi più facili da fare.
Ne trovo tre e cominciò immediatamente a risolverli.

Non volava una mosca.
Il silenzio era tombale.
Charlie, annoiato, si alzò e mise il foglio sulla cattedra.
“Prof, posso andare dai ragazzi di quarta così mi presento per l’anno prossimo?” domandò con innocenza il ragazzo
“Ma è impazzito?”
“No, sono normalissimo. Sto semplicemente dicendo che vorrei conoscere ora i miei futuri compagni, visto che quest’anno mi bocceranno. Poco ma sicuro”
“Magari, se si mettesse a studiare…”
“Senta prof, non so nemmeno come ho fatto ad arrivare fino alla quinta… Non ho tempo e voglia di studiare”
“Si arrangi allora”

Mentre avveniva questo scambio di battute, la classe si passava tutte le soluzioni.
Nel giro di pochi istanti, tutti erano a conoscenza dei risultati esatti.
Scarlett strinse le labbra e con un rapido movimento, passò un bigliettino al suo compagno di banco, suggerendogli le risposte esatte.
George alzò un sopracciglio, ma sorrise.
Copiò velocemente i suggerimenti e consegnò la verifica.

 
“GIURO CHE IO LA MUMMIA LA INVESTO!” gridava furibondo Jimmy, mentre mangiava un pezzo di panino, la sua merenda.
“Esagerato, investirla… Bucarle le gomme della bicicletta” osservò Charlie
“Macché, la INVESTO.” ripeté convinto il giovane
“ e con cosa? Col triciclo?” ridacchiò divertita la sorella
“Tu stanotte dormi sullo zerbino” dichiarò Jim, fingendosi offeso

Dalla parte opposta della classe George mangiava distrattamente un pezzo di pane.
Aveva sonno, Liz era stata male quella notte e aveva dovuto badarle. Suo padre era rientrato alle cinque di mattina, ubriaco fradicio.

-‘Devo tagliarmi. Di nuovo’-
“Geo… non lo fare”
-“Maledetto subconscio. Farti i cazzi tuoi no?”-
“Mi importi, brutto testone. Devi smetterla di farti male”
-“Sono un autolesionista, lo vuoi capire?”-
“Mio malgrado sì. Ti prego, cerca di…”
-“Chiudi il becco! Voglio mangiare in pace”-


Il ragazzo chiuse gli occhi  e appoggiò la testa sul banco.
“Non ce la faccio più”

Angolo dell'autrice:
Rieccomi qua!
Le vacanze natalizie fanno proprio bene alla mia ispirazione.
Eggià.
Mi lasciate un commentino per piacere?
Grazie mille!
The Edge
  
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