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Autore: Jessica Fletcher    27/12/2012    0 recensioni
Uno studente cade giù dal tetto della scuola: semplice suicido o c'è dell'altro? Mentre la scientifica indaga Nick e Anna scoprono qualcosa che condizionerà la loro vita futura.
Sostanzialmente è il seguito di "La cura", ma si può leggere anche da solo.
Attenzione: si fa riferimento ad uno stupro, non scende in par
ticolari scabrosi, però c'è. Mi sembra doveroso avvertirvi
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Catherine Willows, Jim Brass, Nick Stokes
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Una ragazza per Nick'
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Capitolo 2


L'indomani mattina Nick arrivò quasi volando alla Centrale di Polizia, era tanto felice da scoppiare e non vedeva l'ora di condividere con i suoi colleghi la bella notizia. Entrò dentro all'edificio con il più smagliante dei suoi sorrisi ma la prima persona che incontrò fu il medico legale, David, che aveva l'aria  seria e professionale di chi porta brutte notizie:
"Ti devo parlare, Nick"
"Cosa c'è?"
"C'è che, dall'autopsia, è risultato che Monty Romano è morto per i traumi riportati nella caduta"
(Che scoperta!) Nick fece un strana smorfia;
"Ma non è tutto: il ragazzo aveva.....aveva" David cercava le parole adatte per dire una cosa terribile "aveva dei segni di lacerazione nella zona perianale....è stato....è stato violentato, da più persone, ripetutamente"
Nick sentì gelarsi il sangue nelle vene "Mio, Dio" disse in un sussurro
"Da come appaiono le lesioni, è accaduto poche ore prima della morte"
"Tracce di liquido seminale?" la voce di Nick era stranamente stridula
"Nessuna, probabilmente hanno usato dei preservativi e li hanno buttati.....chissà dove"
(E adesso chi glielo dice ad Anna?); Nick pensò alla propria compagna, che era così fragile, così emotiva e delicata in quel momento, e poi pensò alla madre del ragazzo; si domandò dove avrebbe trovato la forza di affrontare tanto dolore. Pensò al proprio figlio che doveva nascere e si chiese se sarebbe stato in grado di difenderlo dalla cattiveria del prossimo e dalle cose brutte della vita, sentì un nodo alla gola. Sospirò, guardò David che aveva l'aria affranta davanti a lui, poi lo scartò e si diresse verso l'uscita; aveva bisogno di prendere una boccata d'aria.
Aveva appena imboccato il corridoio quando vide Anna entrare e avanzare verso di lui "Nicky, tesoro! Il dottore ha detto che sto benissimo. Sono incinta di tre settimane quindi il bambino dovrebbe nascere fra  poco più di otto mesi, mi ha dato le vitamine e...." Nick  la fermò, mise le proprie mani sulle spalle della sua ragazza e le disse "Ti devo dire una cosa, Annie, una cosa che non ti piacerà" e le raccontò tutto quello che David aveva scoperto.
"Non può essere stata una cosa consensuale?" chiese la donna
"Non con quel tipo di lesioni; è stato forzato a fare sesso" fu la risposta del medico
"Intendi dire che era gay?" le chiese Nick, intervenendo nel discorso
"Pare di sì, era una voce che girava nei corridoi della scuola"
"Ma, caspita Annie, perché non me lo hai detto prima?"
"Perché non mi è venuto in mente. Ieri stavo piuttosto male, ricordi?"
"Ricordo benissimo" il giovane poliziotto non poté fare a meno di sorridere; poi ritornò serio "Annie, ascoltami bene. C'è qualche altra cosa che ti ricordi, che sai o che hai visto ieri mattina; soprattutto che hai visto ieri mattina, e che ancora non ci hai detto?"
"Fammi, pensare....." la ragazza rimase un attimo in silenzio e poi "eh, beh, sì una cosa ci sarebbe: quando....quando ho guardato fuori dalla finestra e ho visto.....ho visto Monty, dannazione, ho anche scorto, con la coda dell'occhio, la figura di un ragazzo che correva nel cortile, allontanandosi dalla scuola verso la pista di atletica."
"Sai chi possa essere?"
"Capelli biondi. Indossava una polo rosa pallido sui jeans. C'è solo una persona che indossa quel genere di maglietta in tutta la scuola. E' Wally Johnson, il migliore amico, a detta di alcuni il ragazzo, di Monty......Oh, Mio Dio, Monty......che cosa ti  hanno fatto!" solo allora Anna ebbe modo di realizzare che cosa terribile era accaduta al povero studente: si portò la mano alla bocca mentre gli occhi le si riempivano di lacrime e le mani le incominciavano a tremare.

Walter "Wally" Johnson, polo giallina sui jeans neri aderentissimi e occhiali da sole, entrò un po' intimidito nella centrale di Polizia scortato da due agenti. Si tolse gli occhiali  scoprendo un grosso ematoma sullo zigomo sinistro e l'occhio sinistro gonfio e livido; Nick e Catherine avevano deciso che non avrebbero condotto un vero e proprio interrogatorio e che avrebbero fatto in modo che il tutto sembrasse più che altro un'amichevole chiacchierata. Il ragazzino, diciassettenne, piccolino e magro guardò con deferenza il poliziotto, poi chiese "Perché mi avete chiamato?"
"Per scambiare due parole, figliolo" rispose Nick
"Cosa volete sapere?"
"Ci sarebbero giusto un paio di cosucce; la prima è dove scappavi la mattina in cui Monty è caduto giù dal  tetto della scuola, la seconda è dove ti sei procurato quei lividi"
Il ragazzo rimase qualche secondo pensieroso, poi, quasi senza prendere fiato: "okay, vi dico tutto. Voi però mi promettete che sarò al sicuro e che li prenderete quei bastardi e che li metterete a marcire in galera?"
"Ti prometto che sarai al sicuro, quanto al resto ....prima ci devi dire chi sono e che cosa hanno fatto per meritare la galera"
"Va bene" Walter sospirò, un lungo sospiro quasi a farsi forza, poi incominciò a parlare "Monty e io, noi....beh, noi ci amavamo; stavamo insieme da alcuni mesi. Monty era....era il mio sole, la mia vita, era tutto per me e ora......" il ragazzo tacque per qualche istante mentre una lacrima faceva capolino fra le sue ciglia, poi continuò "eravamo soliti incontraci un pochino prima delle lezioni, ci vedevamo nei bagni, nello spogliatoio della palestra. A quell'ora non c'è quasi  nessuno, stavamo insieme ma non facevamo niente di strano, tutt'al più ci davamo qualche bacio, qualche carezza. Ieri mattina...... ieri mattina ci stavamo baciando quando sono entrati in quattro nel bagno e ci hanno visto.   Senza ragione ci hanno aggredito, prima ci hanno preso a sputi, poi a pugni e a calci. Io sono caduto a terra quasi subito, Monty ha reagito, ha iniziato a gridare e ha detto che li avrebbe denunciati per omofobia.  Ed è stato allora che si sono accaniti in tre contro di lui, lo hanno buttato in terra, due lo tenevano fermo e il terzo, il terzo.....oddio....abusava di lui " le ultime parole erano state dette pianissimo, quasi sottovoce "mentre uno di loro mi teneva fermo, e mi costringeva a guardare, se lo sono fatto tutti a turno, sghignazzando, chiedendogli se gli piacesse. Monty cercava di urlare ma gli tenevano la bocca tappata con la mano.  Quando, quando hanno finito, si sono rivolti a me e mi hanno detto che se avessi parlato mi avrebbero fatto la stessa cosa che avevano fatto a Monty, se non di peggio. Poi se ne sono andati, non prima di avermi sputato di nuovo in faccia. Sono corso verso Monty, l'ho soccorso, come ho potuto, l'ho aiutato a pulirsi, a rivestirsi, gli ho detto di andare a denunciarli. Ma lui mi ha risposto che dovevo lasciarlo solo e mi ha detto di andarmene. L'ho visto uscire zoppicando dal bagno, ho provato a seguirlo, ma si è voltato e mi ha gridato contro di lasciarlo in pace. Sembrava impazzito...io me ne sono andato. Vorrei non averlo fatto....Sono uscito a prendere una boccata d'aria e l'ho visto lanciarsi giù dal tetto, l'ho visto schiantarsi al suolo; ho incominciato a correre via, spaventato, disperato, mi sentivo in colpa. Mi sento ancora in colpa per averlo lasciato da solo, per non avere provato a convincerlo ad andare al Pronto Soccorso, alla Polizia......se lo avessi fatto, forse, sarebbe ancora vivo" adesso Walter piangeva, disperato, senza ritegno, senza più controllo. Catherine gli andò vicino e lo abbracciò mentre Nick si rese conto di avere le mani strette a pugno e le nocche sbiancate.
Una volta ripresosi, Walter, aveva fatto i nomi dei quattro "bastardi", come lui li chiamava; erano tutti "bravi ragazzi" di buona famiglia i quali, una volta presi, avevano dato prova di quello che erano accusandosi a vicenda e, comunque, crollando abbastanza presto durante l'interrogatorio (troppo presto, aveva pensato Nick, avrei voluto che durasse di più; mi sarei proprio divertito a prenderli tutti a calci nel culo e, non solo!).  Ovviamente erano finiti "dentro", dove avrebbero avuto modo di pentirsi, amaramente peraltro, per quello che avevano fatto.

Uscito dalla doccia, quella sera, con solo un asciugamano a cingergli i fianchi, Nick si sorprese nel vedere Anna, seduta sul divano del soggiorno, immersa nei suoi pensieri e con uno sguardo malinconico perso chissà dove..."Tutto bene?" le chiese. Lei annuì silenziosamente.
"A cosa stai pensando, Annie?" Nick si sedette sul divano di fianco alla propria donna
"A tante cose, a quello che è accaduto a scuola, a noi e, soprattutto al nostro bambino. Mi sto chiedendo se sia giusto mettere una creatura indifesa in un mondo cattivo e crudele come quello in cui viviamo, mi sto domandando che cosa farei se gli succedesse qualcosa di brutto e se riuscirei a farlo sentire amato a tal punto da fidarsi completamente di me e da  non sentirsi mai solo, qualsiasi cosa gli accada"
"Senti, Annie, io ne vado tante di cose brutte col lavoro che faccio. Ho i tuoi stessi dubbi, le tue stesse paure, ma credo anche, lo credo fermamente, che nostro figlio, come tutti i bambini, abbia il diritto di nascere e che noi abbiamo il dovere di fare del nostro meglio per proteggerlo e farlo sentire sempre amato e al sicuro. Questo è quello che credo" Nick allungò un braccio a cingere le spalle della sua compagna.
"Ti ho mai detto che ti amo?" chiese lei
"Eh, sì; un migliaio di volte. Ma fa sempre piacere sentirselo dire", così dicendo si chinò un pochino per baciarla, poi continuò "ho voglia di fare l'amore con te"
"Anch'io" fu la risposta
"Ma non farà male al bambino?"
"Assolutamente no, anzi sarà contento di sapere che i suoi genitori si amano tanto"
"Vieni qui, allora" Nick sorrise maliziosamente,  sciolse il nodo all'asciugamano e cominciò a coprire Anna di baci mentre la  sdraiava sul divano.



Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso
ogni uomo è un frammento di un continente,  una parte del tutto.
Se un sassolino viene portato via dal mare
l'intera Europa ne è diminuita
allo stesso modo che se si trattasse di un promontorio
o la casa di un tuo amico, o la tua stessa casa.
La morte di ogni uomo mi diminuisce perché io sono parte dell'Umanità
Pertanto, non domandarti mai per chi suona la campana
Essa suona per te

(John Donne)




E li lasciamo a fare quello che devono fare, del resto io non penso proprio di avere la capacità di scrivere bene una scena "lemon". Lo avevo detto che il secondo capitolo era parecchio violento e penso che la storia lo confermi in pieno. Ho fatto una certa fatica anche a scriverla, questa parte, è un argomento piuttosto delicato e spero di averlo reso bene, senza voyeurismo e senza indugiare troppo ma anche edulcorare troppo la questione.
Alla fine ho pensato bene di mettere la poesia che stava spiegando Anna in classe, quella mattina, perché la ritengo, oltre che bellissima, significativa per tutta la storia; la traduzione l'ho fatta io quindi non troverete questo testo in nessun libro di scuola. Il fatto è che non mi piacciono la traduzioni che ci sono in giro, le trovo antiquate.
Spero che non vi abbia disturbato troppo, vi saluto e recensite, mi raccomando.







  
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