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Autore: Dark soul_    29/12/2012    2 recensioni
"Alexi? Voleva un bene dell'anima a quel ragazzo, lo amava ... ma come fratello... sì era come se Alexi fosse il suo fratellino e lui dovesse proteggerlo dalle insidie del mondo."
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COB 7
Carry me away from my pain

Pahan Kukat


Janika arrivò in ospedale la mattina dopo, durante l'orario di visita, insieme a Janne. Trovò sua madre che dava la colazione alla sorellina, appena la vide entrare posò il vassoio sulle ginocchia della bambina e le andò in contro per abbracciarla e baciarle le guance, cose che inconsciamente fece anche col tastierista. Si sedettero accanto al letto e la giovane accarezzò il viso della sorellina sorridendole dolcemente:
- Come stai? -
L'altra si sistemò sul cuscino e fece una smorfia, che razza di domanda era? Pensava che non sapesse di avere poco più di una settimana? Cercò di sorridere per non essere scortese, sapeva che anche lei era preoccupata:
- Abbastanza bene ... anche se non è molto bella come situazione, ma non smetterò di combattere. Mai. -
Gli occhi di Janika si riempirono di lacrime, ma non voleva piangere, non ne aveva il diritto. Stava per perdere sua sorella, era scioccata e una tristezza enorme le stava divorando l'anima; Ma non aveva il diritto di mettersi a piangere, lei era così coraggiosa, non si stava auto commiserando, voleva vivere e lottare fino alla fine. Se qualcuno glielo avesse chiesto avrebbe detto che la piccola Anja era il suo eroe. Forse sarebbe stata considerata un eroe minimo, non aveva salvato il mondo ne combattuto grandi guerre se non quella della Vita. Perché alla fine questo è la vita, una guerra. Bisogna reagire, essere forti e non smettere mai di battersi per continuare a esistere. Alcuni cercano di essere i migliori, alcuni si accontentano del minimo indispensabile ma tutti, ognuno di noi, deve alzare la testa e mordere questo fottuto mondo. Anche se è difficile, anche se fa male, anche se a volte sembra impossibile.
La bionda appoggiò la schiena alla sedia e restò qualche secondo a fissare la ragazzina; era il venti di Dicembre, se le previsioni dei medici erano giuste avrebbe visto il suo ultimo Natale. La madre intervenne rompendo il silenzio assordante che si era formato nella stanza:
- Il dottore ha detto che ci sarebbe un'alternativa ... ma non è sicuro del risultato. Potrebbe essere mandata in una clinica in Svezia e noi potremmo vederla una volta a settimana, ma la terranno in vita e se tutto va bene entro un anno dovrebbe essere guarita. Ci sono sette risultati su dieci che confermano ... -
Anja e Janika guardarono la madre sconcertate e le dissero che avrebbero dovuto provarci, tanto non c'era più nulla da perdere, anche se sarebbe stato doloroso era pur sempre un modo. La donna ribatté dicendo che non sapeva cosa fare poiché il viaggio in Svezia era rischioso e faticoso per la piccola e lei avrebbe voluto starle accanto e affittare un appartamento vicino all'ospedale ma non se la sentiva di lasciare la figlia maggiore da sola, sopratutto ora che aveva perso il bambino. Tutti fecero si zittirono, la ragazza guardo Janne che era rimasto in silenzio per tutto il tempo e gli chiese cosa ne pensava. Lui sospirò e rifletté qualche secondo:
- Secondo me, bisogna provare. Tanto, come ha detto Anja, non ha più nulla da perdere. A Janika ci penserò io, mi prenderò cura di lei e in ogni caso lei ha ventitrè anni, sa badare a se stessa e non penso sia un problema per lei. In ogni caso, se tutto va bene è solo un anno, poi sarete di nuovo insieme.-
La madre annuì, aveva ragione lui. Sua figlia era grande ormai e si sentiva più sicura sapendo che ci sarebbe stato qualcuno al suo fianco. Si alzò e disse che andava ad avvisare il medico, sarebbero partite l'indomani.
Trascorsero il pomeriggio in ospedale, nella sala principale dove c'era un pianoforte a coda e i due ragazzi suonarono la sonata K381 di Mozart e la sorellina in via eccezionale poté stare accanto a loro su una poltrona con una coperta addosso e la solita flebo infilata nel braccio.
Il volo partì il mattino dopo alle sei, Anja fu trasportata in Svezia con l'eliambulanza per evitare che si stancasse troppo. Janika e il fidanzato erano andati a salutarla e ora attendevano nella sala d'aspetto che l'aereo partisse. Entrambi erano assonnati e sarebbero stati volentieri a letto a dormire, ma quella era l'ultima volta che la giovane avrebbe visto sua madre per un lungo periodo e, nonostante l'avrebbe chiamata tutte le sere, sapeva che le sarebbe mancato il suo modo ansioso di eseguire anche i più semplici lavori domestici, le sue preoccupazioni quotidiane per chi vedeva o frequentava la figlia e il suo ingenuo modo di fare che indicava il fatto che non volesse ammettere che sua figlia era ormai cresciuta.
Janne la abbracciò e le diede un bacio sulla fronte, era ora di andare a casa. Le chiese se avesse voluto trasferirsi da lui per poterle stare accanto, lei annuì e rispose che avrebbe mandato qualcuno a prendere la sua roba così andarono direttamente a casa del tastierista.
Furono arrivati dopo pochi minuti e, varcata la soglia di casa, Janika, dopo essersi tolta cappotto e scarpe, si sdraiò sul divano; Janne la raggiunse e si sedette a terra posando il viso sulla sua pancia e accarezzandole i capelli, lei si mise a sedere facendo accomodare accanto a se il ragazzo e gli appoggiò la testa sulla spalla iniziando a baciargli il collo, lui la sollevò e prendendola in braccio la portò in camera da letto. Non sapeva nemmeno lui cos'avesse in mente, sapeva solo che il divano era un posto stupido per fare qualsiasi cosa. La posò sul materasso e ci si sdraiò accanto; Janika si tirò su e si mise a cavalcioni sopra al ragazzo, voleva giocare. Janne arrossì violentemente e la giovane, accorgendosene, avvicinò le labbra alle sue e iniziò a baciarlo, in modo diverso da come aveva sempre fatto; Stavolta non era un bacio finalizzato solo a dimostrare quanto ci tenesse a lui, voleva di più. Il tastierista la attirò a se e, visibilmente eccitato,invertì i ruoli sovrastandola col suo corpo. Interruppero il bacio per qualche secondo guardandosi negli occhi, lei gli infilò le mani sotto il maglione nero e glielo sfilò lasciandolo a torso nudo e si avvicinò a lui per baciargli il petto. Janne fece un sorriso ammiccante e imitò la ragazza togliendogli la maglia, le fece alzare leggermente la schiena per armeggiare con l'allacciatura del reggiseno che gettò a terra per concentrarsi sul seno della ragazza. Iniziò a leccarle la pelle chiara per poi succhiarle i capezzoli turgidi mentre l'erezione continuava a crescere e a diventare leggermente dolorosa poiché intrappolata dai jeans, con la lingua salì verso il collo per poi morderle leggermente l'orecchio e ascoltare per qualche secondo il suo respiro che diventava sempre più affannato. Janika riprese in mano la situazione e si rimise a cavalcioni sopra di lui, tornò a fissarlo negli occhi mordendosi il labbro inferiore. Lo voleva, con tutta se stessa, ma aveva paura di sbagliare, di fare un'altra delle sue cazzate e di ritrovarsi di nuovo nella merda. Ma sentiva la sua eccitazione percepiva quanto anche lui la volesse e per quanto un uomo col testosterone a mille possa sembrare stronzo o troppo avventato, quello era sempre Janne, la amava e teneva tanto a lei, non l'avrebbe abbandonata. Non l'avrebbe mai fatto.
Si abbassò per slacciare i pantaloni del tastierista, lui la fermò prima che gli abbassasse anche i boxer e le chiese con un filo di voce se volesse davvero farlo, lei annuì e gettò le mutande a terra per poi concentrarsi sul membro del fidanzato che prese in bocca per poi dedicarvisi per una decina di minuti durante i quali l'altro cercava di soffocare i gemiti; Prese la ragazza e la mise sotto di lui, le tolse la gonna e le sfilò le collant che aveva ripulito il giorno prima dal sangue, accostò il viso al suo e riprese a baciarla mentre con la mano destra le stimolava l'inguine attraverso il pizzo nero delle mutande. Lei si staccò dalle sue labbra e si tolse gli slip per poi continuare a farsi masturbare dalle sue dita che la musica aveva reso incredibilmente veloci. Janne si scostò da lei per andare a leccarle la vagina, concentrandosi su tutte le sue pieghe e a iniziare a penetrarla irrigidendo la lingua e godendo dei suoi umori, dopo di che iniziò a succhiarle il clitoride mentre lei gemeva sempre più vistosamente. Improvvisamente si interruppe per prenderle le cosce e portarla al bordo del letto, si mise in piedi di fronte a lei e le afferrò la vita iniziando a penetrarla lentamente; Janika soffocò un urlo e si avvinghiò alle sue braccia mentre l'altro aumentava il ritmo fino a farla sdraiare sul letto praticamente inerme e a farla urlare senza alcun ritegno. Uscì da lei e la fece girare per metterla a novanta ed entrare da dietro, appoggiò il petto alla sua schiena mentre i colpi precisi toglievano il respiro alla ragazza, le strinse il seno e la sentì gemere sempre più forte, le baciò il collo e si rimise in piedi continuando a cercare di penetrarla sempre più velocemente finché la giovane decise di condurre il gioco e si scostò da lui trascinandolo sul letto e sedendosi sulla sua erezione; Iniziò a muovere il bacino tenendogli una mano appoggiata sul petto e ansimando. Si sentiva finalmente bene, era con il ragazzo che amava e non stava facendo solo del volgare sesso. Era tutto quello che voleva, tutto quello che aveva desiderato durante queste settimane. Pensò che nonostante la posizione si sentiva perfettamente a suo agio e che avrebbe voluto che quel momento non finisse mai, perché lui era così bravo, era dolce ma era anche deciso. A volte le faceva male ma le dimostrava anche che lo faceva solo per eccitarsi di più. Gli accarezzò il viso e si avvicinò a lui per baciarlo, l'altro la strinse a se; Janika si rimise in posizione e Janne le strinse i seni fra le mani continuando a entrare e uscire da lei seguendo i movimenti sinuosi del corpo della ragazza. La prese e la mise di nuovo sotto e dopo poco raggiunsero l'orgasmo contemporaneamente, stringendosi il più forte possibile. I due si avvolsero nelle coperte e si addormentarono, abbracciati.


****

Sì, mi ci sono messa di impegno e sto cercando di aggiornare più in fretta.
Allora, domani parto per la Finlandia e sono tipo in giro per casa che salto come un canguro. Ok, ho trovato cinque minuti per finire la fanfiction, ovvero il capitolo, e ora lo pubblico.
Grazie a tutti i miei puntualissimi "Seguaci" che nonostante tutto mi sostengono. <3
  
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