Premettendo il fatto che la notte precedente non ho chiuso occhio, le occhiaie e gli occhi arrossati di certo non mi rendevano più attraente. Presi il correttore e la matita nera e coprì alla ben e meglio le zone da coprire e dopo avere indossato felpa e jeans, usci quasi di corsa per non perdere il pullman per la Brit. Ormai ero al secondo e ultimo anno e di certo non potevo perdermi la prima lezione. Adam? Adam era a New York, eravamo solo amici, come io avevo stabilito. Amavo ancora troppo Pat per poter amare qualcun altro. Sospirai andandomi a sedere infondo all'autobus. Era passati ormai sette mesi da quando avevo smesso di parlare con Pat, o meglio, era lui che era scomparso totalmente. Mi guardai intorno vedendo la gente salire e scendere dall'autobus, coppie felici, bambini che correvano e il mio viso buio con un sorrisa tirato sul viso. Scendo una fermata prima della scuola e m'avvio.
-Mia! Mia aspetta!- mi volto ritrovandomi faccia a faccia con Stuart vestito in modo egocentrico come sempre.-Buongiorno bella addormentata!- mi sfotte dandomi un bacio sulla guancia.-Pronta per il nuovo anno? Io sono davvero impaziente, e poi, mio dio, rivedrò God! - risi guardandolo.
-Stuart! Ancora con questa storia.. Entriamo che è meglio, prima che il tuo adorato God non ci butti fuori dall'aula per ritardo.-
Mi guardò sorridendo e col suo passo sicuro, c'avviammo nell'aula 18.
-Buongiorno God! Passate buone vacanze? -Chiedemmo telepaticamente in coro, per poi scoppiare a ridere.
-Non so cosa ci sia di tanto spiritoso, e per quanto non siano affari vostri, si ho passato delle magnifiche vacanze senza le vostre pagliacciate, immerso nel silenzio più totale.-sorrise guardandoci.
God che sorrideva, questa si che era una novità.
Stavo tornando a casa, le gambe doloranti a causa delle ore di danza, la testa pesante sulle spalle e uno strano senso di felicità profonda che non provavo più da anni.
Sarà l'autunno o magari chissà, qualche strana polvere nell'aria. Sorrisi.
Profumo di fragole. E un brivido.
Mi guardai intorno.-Pat?- sussurrai ma non ebbi risposta.
No, non era possibile, scossi la testa tristemente evitando le lacrime. Non in questa vita almeno.
Entrai in casa e andai a chiudermi in camera. Non sarebbe più tornato. Dovevo vivere come gli avevo promesso. Era così che doveva andare no? Io vivo per lui e per me, devo vivere la vita che ho solo grazie alla sua morte. E così avrei fatto, almeno finchè il mio cuore addolorato avrebbe retto.