6. Prendere e lasciare
La
mattina seguente si svolse tutto quasi nella normalità.
Io che
andavo a scuola con Anne e Logan, le lezioni infinite, io e Calligan
che ci stuzzicavamo a vicenda, e il solito veloce e atteso ritorno a
casa sfrecciando per la tangenziale.
Il quasi era per i baci
rubati e in parte nascosti che Logan mi aveva dato durante la
mattinata e l'ora buca di religione, passata con le ragazze al
parchetto, a raccontare sotto loro richiesta, nei minimi dettagli la
serata precedente. .
Io e Calligan comunque avevamo deciso di
andarci cauti, di considerarci per ora sola una coppia di ragazzi
che si frequenta senza dare troppo nell'occhio e senza niente di
ufficiale.
Arrivata finalmente a casa, non
persi tempo a sistemare sala e cucina per poi godermi un meritato
riposo, che durò però ben poco. Per le 16,30 infatti il mio
citofono iniziò a suonare all'impazzata.
“Ma chi è sto
pazzo” pensai tra me e me avviandomi a rispondere.
- Si.? -
domandai assonnata.
- Amore sono io – mi disse con voce
spezzata Alice. Non esitai ad aprire il portone. Qualche minuto dopo
quando comparve sulla soglia di casa mia: non feci in tempo a
chiudere la porta di casa che me la ritrovai in lacrime tra le mie
braccia.
- Mela che succede.?? Si tratta di Fabri vero.?? -
chiesi preoccupata stringendola forte.
- È finita, è finita
davvero – riuscì a sbiascicare tra le lacrime.
- Dai vieni
dentro, buttati sul divano, ti prendo qualcosa da bere e arrivo –
cercai di rassicurarla. La ragazza annuì leggermente con il capo e
si diresse verso il salotto, io invece andai velocemente in cucina.
Tornai dopo poco meno di un minuto con un bel bicchiere di thè alla
pesca e porgendoglielo mi sedetti accanto a lei per capire cosa
fosse successo.
- Ce, ti pare.? Dopo un mese e mezzo che lo prego
di dimostrarmi qualcosa, di provare a recuperare un rapporto dove
non è più il tempo che litighiamo, ma quello in cui siamo felici.
Dove io mi sbatto per mandare avanti una relazione che tutti oramai
danno per finita, me compresa in fin dei conti, da settimane oramai,
lui cosa fa.? Oggi mi chiama, mi chiede dei soldi per il regalo di
Tommy che io ovviamente non avevo, perchè con tutto il bene che
posso voler a Tommy, 25 € da dare per il suo regalo non ne ho, lui
mi sfasa dietro e mi lascia per telefono.!! Lui capito.? - mi
raccontò arrabbiata. Io la guardavo sbalordita, e per quanto avessi
voluto, le parole giuste mi erano morte in gola e cercai di
abbracciarla per calmare il suo pianto isterico.
- Tornerà
indietro, lo sai questo.?? - le sussurrai dopo qualche attimo. Lo
sapevamo benissimo tutte due che sarebbe successo, in quasi due anni
era sempre stato così.
- Lo so, ma sta volta io non torno
indietro. Sta volta mi devi menare se lo faccio, perché andrei
veramente contro tutti i miei principi e il mio buon senso –
rispose lei. Ci staccammo dall'abbraccio e ci guardammo intensamente
negli occhi.
- Sarà dura, lo sai.? - le dissi con tono retorico,
ma lei rispose comunque.
- Si, ma tu mi sarai vicino vero.? -
chiese con voce ancora tremante dal pianto.
- Certo, non c'è
nemmeno bisogno di chiederlo – la rassicurai io, certa delle mie
parole.
L'ora seguente la passammo a guardare i vecchi episodi di
“Una mamma per amica” su Sky, senza ovviamente che nessuno dei
miei appunti di letteratura italiana venisse toccato, quando il
giorno seguente mi sarebbe toccata una bella interrogazione. Nel
frattempo le raccontai anche della meravigliosa serata precedente.
-
Sono felice amore, te lo meriti – mi disse lei.
- Dici.?
Comunque non è niente di ufficiale. Magari tra due giorno lui si
stufa e torniamo a odiarci come sempre – le dissi io malinconica.
Era una cosa che purtroppo mi aspettavo da Logan
- Ma smettila
scema.!! - mi contraddisse lei- Comunque che ne dici se usciamo.? -
domandò poi d'un tratto alzandosi scattante in piedi.
- Vuoi
andare al vita.? - le chiesi io perplessa, riferendomi al solito parchetto dove si rifugiavano i ragazzi della compagnia ogni santo pomeriggio.
- Ti pare.? Ci sarebbe
sicuramente Fabri. No andiamo in piazza, scrivi a Teo e vedi se
magari ha finito di lavorare e se ha voglia di uscire – mi disse
convinta.
- Teo chi.? - domandai totalmente stupita.
- Bhè
sicuramente non Malzi dato che A è in giro con Fabri e B non
lavora- disse come se fosse la cosa più ovvia del
mondo.
-Andronni.?? - tentai a indovinare
- Si, esattamente.
Lo farei io ma non ho soldi sul telefono – si spiegò. Ancora
perplessa presi il telefono e chiamai il nostro amico.
Fortunatamente quel pomeriggio era già fuori dal lavoro e quindi si
era proposto di vederci nel giro di mezz'ora in piazza.
Matteo
era un mio grande amico. Lo conoscevo fin da piccolina, ma avevo
iniziato a rivolgergli seriamente la parola solo qualche anno prima.
Più volte, soprattutto nelle estati precedenti mi ritrovai a
passare i pomeriggi con lui, e anche quando ero tornata quell'agosto
dalla Polonia, distrutta dalla rottura con Marco lui mi era stato
vicino quando a Milano non c'era ancora anima viva. Lui ed Alice tra
l'altro anni prima erano migliori amici, poi però tra una cosa e
l'altra si erano allontanati, per poi comunque alla fine riprende i
contatti.
- Siete state fortunate, lo sapete.? - ci disse quando
salimmo in macchina – è un po' che non vi vedo, come va.?? -
domandò in conclusione.
- Mi sono lasciata con Fabri – ammise
molto semplicemente Alice – e no, non è una delle nostre solite
rotture della durata di un giorno. Sta volta è per davvero. Sta
volta, nonostante tutto, non torno indietro - continuò a spiegare.
- Ti dico solo una cosa: spero sia vero. E non lo dico per
cattiveria, ma per quanto non mi piaccia ascoltare i pettegolezzi
era sulla bocca di tutti che oramai tra voi le cose non andavano, e
poi tu stessa l'ultima volta che siamo usciti quest'estate avevi
iniziato oramai ad accennare l'argomento – le disse il ragazzo.
Alice non lo contraddisse e semplicemente cercò di spostare
l'argomento su altro.
- Mondadori.? Devo comprare un libro e ne
possiamo approfittare per un caffè – propose con voce tremante,
il che era comunque normale. Per quanto forte sia sempre stata la
mia amica, l'argomento era ancora troppo fresco per parlarne senza
lacrime e dolore.
- Perfetto – rispondemmo in coro io e Teo.
In pochi minuti arrivammo alla libreria e dopo un veloce giro
tra libri e cd raggiungemmo il bar.
- Tre caffè di cui due
macchiati, da portare fuori per favore – ordinò l'amico, e
uscimmo in terrazza. Alice incredibilmente, dal nervoso, aveva
comprato un pacchetto di sigarette e gentilmente me l'offrì appena
arrivarono i nostri caffè.
- Tu Vicky invece.? A uomini come
va.? Spero Che Marco sia un capitolo chiuso – iniziò a domandarmi
Teo.
- Bhè... Marco è sicuramente capitolo chiuso e nel
frattempo diciamo che ho giusto iniziato a frequentare una persona –
iniziai a raccontare.
- Uhhu la cosa si fa interessante. Lo
conosco.? - chiese subito curioso.
- Non credo...non era della
zona -gli spiegai.
- Io invece credo che lui lo possa conoscere, o
almeno avere presente chi sia – constatò Alice – Ti ricordi
l'altra sera che eri in piazza.?? Noi eravamo con gli altri, e tipo
ad un certo punto è arrivata una coppia di ragazzi su una...-
iniziò a fargli ricordare l'amica quando fu Teo ad
interromperla.
- ...una BMW
serie uno bianca. Sto male.!! - esclamò il ragazzo esaltato.
Sembrava un bambino a Natale.
- Ok, mi sa che hai capito di chi
stiamo parlando - commentai divertita.
- Bhè, per quel che ho
visto non è niente male. Ma è tanto scemo quanto bello.?? -
domandò preoccupato.
- Oh no fidati. Vicky si è trovata un bel
tipo, intelligente, ricco e che le tiene pure testa - rispose Alice
al posto mio. La trucidai istintivamente con lo sguardo – Vicky
non puoi ribattere, sai meglio di me che è tutto vero – si
giustificò a seguire.
- Dai Vicky, guarda che ha detto solo cose
belle. Comunque mi è appena arrivato un messaggio da un amico, vi
scoccia se ci raggiunge un attimo.? - domandò il ragazzo.
- No
ma va, chi è.? Gianmarco.?? - chiesi curiosa.
- Nono, si tratta
di Simone Simetti. Tu te lo ricordi Ali no.?? Eravate molto amici
una volta – disse Teo rivolgendosi alla ragazza. Ad Alice
brillarono incredibilmente subito gli occhi. Era una cosa che le
capitava di rado quando si parla di amici o conoscenze, e ciò
quindi non mi sfuggì.
- Simo.? Oddio.!! è una vita che non lo
vedo.!! certo certo venga pure – confermo la ragazza.
Dopo una
decina di minuti, il famoso Simone arrivò. Alice e Teo lo
salutarono per prima, poi io mi presentai. Era un ragazzo carino, ma
si vedeva che era decisamente più grande di noi. Aveva l'aria
simpatica e decisamente gentile. Alto e magro com'era mi venne
istintivo paragonarlo al gigante buono.
- Quindi Viola torna in
Puglia.? - domandò stupita la mia amica dalla notizia che aveva
appena saputo.
A quanto pareva, questo Simone era storicamente
fidanzato da anni con questa ragazza pugliese, che si era trasferita
a Milano, solo per lui, 5 anni fa. Avevano da subito convissuto, ma
purtroppo la relazione era finita più o meno un mese prima.
-
Si, esattamente. Ma vi prego non parliamo di me. Voi cosa mi
raccontate.? - domandò cordiale il ragazzo.
- Io sono single da
più o meno 4 ore, lei si frequenta con un figo famoso e americano –
iniziò a raccontare brevemente la ragazza indicandoci – e Teo
invece...Teo tu cosa stai combinando a proposito.? - si domandò
poi guardandolo spaesata. Eravamo oramai lì da un'ora, e il nostro
amico ci aveva fatto domande e lasciato parlare solo di noi, senza
dirci parola di come se la passasse lui.
- Sapete che non amo
parlare di me – iniziò a spiegare lui – fatto sta che sono
felicemente single, dopo l'ultima fregatura di quest'estate –
disse sinteticamente Teo.
- Ahah non sei cambiato di una
virgola Mat in questi anni. E direi per fortuna.!! - commentò
Simone divertito.
Restammo ancora un oretta seduti a
chiacchierare tutti insieme e poi decidemmo di ritornare in
zona.
Logan in tutto il pomeriggio non mi aveva scritto nemmeno
una volta, ed era la prima volta in vita mia che non sapevo se
esserne felice o meno dopo che avevamo appena iniziato a
frequentarci. Mi ricordo che con Marco era stato diverso. L'avevo
dovuto pregare di darmi i miei spazi i primi tempi. Non mi piaceva
che mi scrivesse troppo, come ricordo che gli avevo perfino vietato
di farmi troppo complimenti, perchè mi mettevano in tremendo
disagio. Con Logan invece sentivo che sarebbe stato diverso.
-
Vi devo portare a casa bellezze.?? - Domandò Teo in macchina.
-
No ci fermiamo in piazza, che ci dovrebbero esser Viola e Felicia ad
aspettarci. Rimani con noi.? - risposi io velocemente.
- Si dai,
tanto non ho ho voglia di tornare a casa...- disse lui e iniziammo a
correre tra il traffico.
Quando pochi minuti dopo ci ritrovammo
in Piazza, notai però che non c'erano solo le nostre due solite
amiche ad aspettarci ma ben sì anche Anne e Logan. Il mio cuore
alla vista del ragazzo perse immediatamente un battito.
Quando
scesi dal mezzo mi avviai subito verso gli altri senza nemmeno
aspettare Alice e Teo, solo perchè avevo troppa voglia di
poggiare le mie labbra su quelle di Logan, anche se solo per un
veloce istante.
Salutai prima le ragazze con un bacio sulla
guancia e poi mi sporsi verso Calligan. Il pensiero di dovermi
staccare velocemente da lui, fortunatamente non fu realizzato dal
ragazzo stesso che approfondì, se ben di poco, il nostro
paradisiaco contatto.
- Ciao straniera – mi sussurrò lui.
-
Ti sei fissato con questo saluto è.? - ribattei divertita.
-
Sempre pronta a controbattere non è vero.? - commentò ridendo lui.
Mi staccai a malincuore e pensai piuttosto a presentarlo a Teo.
-
Logan questo è Matteo, Matteo questo è Logan – dissi ponendomi
tra i due ragazzi.
- Vicky, Matteo manco mia madre mi chiama.
Comunque piacere, Teo – puntualizzò il mio amico porgendo la
mano.
- Il piacere è mio – disse ponendo la mano a sua volta
l'americano.
- Tranquilla con Anne ci siamo già presentati –
mi fece notare quando notò il mio intento – Comunque scusa se te
lo chiedo Logan, ci siamo già visti.?? no perchè hai una faccia
decisamente famigliare – constatò poco dopo Mat volgendosi al
ragazzo.
- È probabile che tu l'abbia visto su qualche rivista
tesoro – gli spiegò Viola disorientando Teo.
- Scusa.? -
domandò spaesato il ragazzo.
- Loro sono Logan ed Anne
Calligan...Il cognome ti dice qualcosa.? - cercò di spiegargli
Cici.
- Sto male.!! seriamente.?? adesso capisco il perché della
BMW – disse divertito.
In pochi secondi Logan, come al suo
solito, si perse in seri discorsi di macchine con Teo mentre io mi
dedicai con molto piacere alle ragazze.
- Come stai.? - chiese
preoccupata Felicia ad Alice.
- A casa di Vicky non ho fatto che
piangere, poi sono uscita ho messo una bella maschera sfoggiando il
sorriso migliore che avevo, e adesso, qui di fronte a voi non riesco
più a trattenere le lacrime – confesso la ragazza facendo cader
giù calde gocce sulle sue guance. Ci tuffammo in 4 per
abbracciarla, e fortunatamente la mossa calmò un pochino la mia
amica.
- Tesoro, devi stare tranquilla...io non conosco molto
bene la relazione tra te e Fabri come le altre, ma per quel poco che
ho visto, per quanto si veda l'affetto che proviate l'uno nei
confronti dell'altro, oramai era finita. Ci credi che da quando vi
conosco non ho ti ho mai vista un solo giorno in cui tu non litigassi con lui.?? - cercò di farle capire Anne.
- Lo so, e che
non sono più abituata. Adesso come farò senza di lui. A modo suo,
e molto pessimo, comunque sapevo che potevo appoggiarmi a lui... -
spiegò Anne tra le lacrime.
- È per questo che ci siamo noi. A
cosa pensi che le abbiamo inventate le amiche, oltre che a far
stronzate insieme.?? - disse cercando di rallegrare la ragazza
Viola, e fortunatamente riuscì nel suo intento.
- Hej ciccia,
cosa sono tutte ste lacrime.?? - chiese retorico Teo
avvicinandosi. Lo lasciammo prendere il nostro posto e Io in
automatico mi alzai in piedi e mi diressi verso Logan.
- Le altre
mi hanno detto che si è lasciata con Fabri – mi disse il
ragazzo
- Già... il punto è che purtroppo, ma anche finalmente,
sembrerebbe definitiva – gli spiegai. Guardavo la scena della mia
amica in lacrime sugli scalini della chiesa, e in flash back, mi
ricordai di quei giorni di fine agosto, nei quali anche io mi
trovavo nelle stesse condizioni.
Quando Alice si calmò, cercammo
nuovamente di riprendere un discorso, di temi leggeri, che potessero
discostare da qualsiasi cosa potesse ricordarle Fabri.
Verso le
20 tutti ci salutammo in piazza, e ognuno si divise per le proprie
strade. Logan ed Anne tentarono di convincermi di accompagnarmi a
casa, ma dato che si trattava di fare 50 metri, mi rifiutai
testardamente.
- Ciao piccola – mi disse mia madre
accogliendomi in casa.
- Ciao Ma...tutto bene.? - le chiesi
mentre mi dirigevo tranquilla in camera.
- Certo tesoro.
Sigaretta.? - propose poi tutta allegra.
Oramai era una nostra,
mal sana, tradizione, quella di fumare appena rientrata in casa, ma
erano forse quegli unici 5 minuti che ci concedevamo l'una
all'altra.
- Allora.?? Ieri com'è andata.? Non mi hai ancora
raccontato niente.!! - mi chiese curiosa mia madre.
- Sai com'è
non ci eravamo ancora viste.! Comunque...bhè decisamente bene. È
stato tutto perfetto...la cena, il bacio in Duomo, lui... c'è mamma
gli piacciono i Muse.!!! - le raccontai estasiata.
- Ah bhè, se
gli piacciono i Muse allora – mi prese in giro lei.
- Dai
mamma...sai cosa voglio dire – la rimproverai io.
- Si, che a
Marco non piacevano i Muse – disse ancora divertita.
-
Preferirei non mettere il nome di Marco in una conversazione, nella
quale centra Logan sai.?? Anzi, preferirei che non uscisse proprio
più il nome di Marco – le spiegai seria. Rimanemmo in silenzio
per qualche secondo, quando poi aggiunsi – E comunque si, a Marco
non piacevano i Muse – le dissi divertita.
La mattina
seguente, uscendo dal portone, notai che nella solita BMW
posteggiata davanti a casa, vi era solo Logan.
- Buon
giorno...come mai soli sta mattina.??- domandai salendo in
macchina.
- Anne deve andare a scegliere un locale per un gala
dopo scuola. Sarei dovuto andare con lei, ma i due Sirdo, Cratti, e
altri della scuola mi hanno chiesto di andare a una partita di
calcetto...E un sacco che qualcuno non mi chiedeva una cosa del
genere, quindi ho pregato Anne di occuparsene da sola. Perciò io ho
preso una macchina e lei la sua – spiegò lungamente il ragazzo.
-
Sai la frase “Anne deve andare a scegliere un locale per gala dopo
scuola” sarebbe stata esauriente – commentai divertita. Il
ragazzo mi trucidò con lo sguardo.
- Mi stai dando del
logorroico.?? - chiese fingendosi offeso.
- Ahahah no, ma è
divertente dirlo una volta tanto a qualcuno e non sentirselo dire –
lo tranquillizzai io ridendomela sotto i baffi. Logan scosse la
testa, e approfittando si sporse verso di me per baciarmi.
-
Questo è decimante un bel buon giorno – mugugnai ancora sulle sue
labbra. Il ragazzo si ritrasse e tornò a concentrarsi sulla
strada.
- Aspetta...ma non potevi mandarmi un messaggio ieri
sera.?? Non ho manco preso l'abbonamento per tornare a casa con i
mezzi.!! - lo rimproverai dopo aver riflettuto sul suo lungo
discorso.
- Tranquilla non ti servirà. La partita è subito
dopo scuola, e giochiamo solo un'oretta. Speravo mi potessi
aspettare, così dopo possiamo andar a prender Alice e raggiungere
Anne. Sai ci teneva che comunque dessi un'occhiata alle location, ma
io volevo stare anche un po' con te...in più ho pensato che sarebbe
carino andare a prendere Alice, così almeno si svaga un po' e non
pensa troppo a Fabrizio – mi spiegò il ragazzo.
- Scusa hai
già avvisato Alice.? - chiesi perplessa e anche un po'
arrabbiata.
- Si ieri sera, perché.?? - ribatté lui come se
fosse la cosa più naturale al mondo.
- Adesso non prendere
questa per una scenata di gelosia, ma non ti è venuto in mente, che
per quanto mi possa far piacere tutto quello che hai organizzato,
potevi degnarti di avvisarmi ieri.?? - li feci notare stra lunata.
-
Io...non ci ho pensato scusa. Io non sono abituato a dar credito a
qualcuno. Le ragazze che ho frequentato erano sempre più un
divertimento, un giocattolo che manovravo a mio piacimento, e non mi
preoccupavo di avvisarle e a loro stava bene così – iniziò a
spiegare lui.
- Scusa mi stai paragonando alle tue avventure.? No
perché se è così probabilmente ci siamo fraintesi, mi sarò fatta
capire male ma io ...- iniziai a contraddirlo oramai del tutto
irritata. Il ragazzo però si parcheggio al volò su un passo
carraio e spense la macchina girandosi verso di me.
- Ferma. Qui
sta uscendo un gran casino per nulla. Io non mi permetterei mai di
paragonarti a quelle oche. Tu sei diversa, e da te non voglio
un'avventura di una o due settimane, giusto per sfizio. Voglio che
questo sia assolutamente chiaro. Tu mi piaci davvero cazzo. Quello
che stavo cercando di spiegarti io era che, a furia di avere quei
tipi di relazioni, se così si possono chiamare, non sono più
abituato ad avvisare qualcuno con cui esco delle mie azioni, e mi
dispiace. Da oggi in poi, con te, cercò di esser più chiaro
possibile e di avvisarti sempre dei miei piani. Soprattutto se
riguardano anche te. Ok.? - mi disse lui in un interminabile, ma
decisamente rassicurante monologo.
- Ok. Adesso però riparti,
non vorrei arrivare tardi a scuola – risposi fredda. Non lo feci
apposta, era semplicemente un mio meccanismo di difesa. Logan non
disse più nulla, uscì dal parcheggio e ritornò in
strada.
Arrivati a scuola, prima di uscire dalla macchina Logan
mi prese di foga e mi baciò. Inizialmente con forza e passione, poi
mano a mano si calmò e iniziò a lasciarmi piccoli baci a fior di
labbra.
- Dobbiamo andare – mormorai io.
- Abbiamo ancora
due minuti prima che suoni – commentò lui.
- Ma anche sei
piani di scale da fare, che ci faranno arrivare in ritardo, e in
prima ora abbiamo la Bonalumi – lo contraddissi io.
- Scusa ma
pensi alla Bonalumi mentre mi baci.? - chiese divertito lui
staccandosi del tutto dalle mie labbra. Ovviamente non risposi e
scesi come se nulla fosse dall'auto.
Quando arrivammo in classe,
fortunatamente la prof non era ancora arrivata, ma notai subito la
presenza delle borse delle mie amiche sui banchi, ma anche la loro
netta assenza.
- Sono in balconcino – mi disse Daria vedendomi
spaesata – e tranquilla ci hanno chiamato dalla vicepresidenza la
Bonny o arriva in ritardo oggi o non arriva proprio – continuò.
Posai allora anch'io la borsa e mi diressi sulle scale esterne.
-
Hej come mai qui fuori.?? - dissi giungendo dalle ragazze, quando
notai Ester in lacrime seduta sui gradini – hoj tesoro, ma che
succede.?? - chiesi avvicinandomi.
- È in panico, non le arriva
il ciclo - mi spiegò Caterina.
- Scusami tesoro, ma non vorrei
mettere il dito nella piaga, ma non hai da un po' un relazione, e
poi il ciclo il mese scorso l'hai avuto – le ricordai sedendomi
accanto all'amica.
- L'ultimo ciclo è stato strano, è durato
pochissimo e le perdite sono state minime. Inoltre prima di averlo
la volta prima ero stata con Andre ricordi.?? e come una deficiente
l'ho fatto senza protezioni, perché dalla foga del momento mi ero
dimenticato che avevo smesso la pillola – mi raccontò la ragazza
piangendo come una pazza.
- Sei andata dal medico.?? - chiese
Ilenia.
- Ma il medico non le dice niente. Di quanto sei in
ritardo.? - domandò Angelica.
- Sono passati già 10 giorni –
rispose Ester. Rimanemmo tutte in silenzio.
- Ragazze
parliamone...qui c'è solo una cosa da fare se vogliamo toglierci il
pensiero: Ester devi fare un test di gravidanza – giunse a
conclusione Magda, e non poteva avere più che ragione.
- Non
posso farlo mica a casa da me.!! E poi da sola non ho il coraggio.!
- disse lei.
- Facciamo che lo fai domani, a casa mia. Passiamo
in farmacia dopo scuola e ci pensiamo poi da me. Ok.?? - propose
Anne.
- No- non ti scoccia, se-sei sicura.?? - chiese
singhiozzando Ester. L'amica scosse la testa e tutte insieme ci
unimmo insieme in un abbraccio consolatorio.
- E domani sera
dormite da me, così almeno qualsiasi sia l'esito staremo
insieme.!! - propose ancora l'americana. Non potemmo che
acconsentire ancora una volta tutte stringendoci ancora abbracciate.