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Autore: Fanny Jumping Sparrow    30/12/2012    2 recensioni
* Completamente revisionata *
I destini di Jack, Will ed Elizabeth tornano ad incrociarsi in occasione della ricomparsa di un'arcana minaccia collegata ad una conoscenza in comune che richiederà la convocazione del 5°Consiglio della Fratellanza. Mentre capitan Sparrow dovrà fare i conti con la sua sfuggente Anamaria e i coniugi Turner con un lieto e complicato imprevisto, Jim si ritroverà coinvolto in una leggenda in carne e ossa!
Essere un pirata: per Jack Sparrow è una scelta di vita e libertà
per Will Turner un'eredità e una scelta d'amore
per Elizabeth Turner un ideale e un sogno
per Hector Barbossa una professione e un onore
...E per Jim Turner?
- Capitan Sparrow? Secondo voi pirati si nasce o si diventa?
- Chi lo diventa in fondo ci è nato.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Will Turner
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La spada, il corvo, il mare'
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Salve! Un caro saluto a quanti stanno continuando a seguire questa lunga long che ha già superato i due annetti di età da quando ho pubblicato il prologo. ^.^

Non so neanch'io perché mai ci sto mettendo tanto tempo a concluderla, ma poiché è inutile piangere sul rum versato, non sto più a commiserarmi e spero solo che questo nuovo capitolo sia gradito a quanti ancora leggeranno. Tra l'altro, sebbene molti dialoghi ce li avevo da un pezzo, ho scritto tutto quanto il resto in mezza giornata.

Come al solito, intrighi e misteri non finiscono, pur essendo arrivati praticamente alla conclusione (non credo di superare i 30 capitoli, massimo 32, dato che ho un mucchio di altre idee per la testa...:)) ...

Non mi resta che augurarvi buona lettura e, a che passo di qui, buon 2013!

Al prossimo approdo!)


Capitolo 27: Ibridi

- Figlio? Nel senso che sei sua … madre?
Le parole uscivano come ruvide schegge di vetro e la gola pareva scalfirsi atrocemente al loro passaggio.
Anamaria annuì, tenendo gli occhi sgranati per l’incredulità che suscitava in lei stessa sentirsi affibbiare quell’insolito appellativo.
Jack si trovava in una di quelle rare circostanze in cui al posto della sua proverbiale lingua biforcuta sembrava avere un inerme e raschiante straccetto di feltro. Eppure quell’eventualità l’aveva sospettata sin da quando li aveva osservati camminare l’una accanto all’altro: lo stesso atteggiamento rilassato ma sotto sotto vigile, agile e nervoso, lo stesso sguardo vispo, la stessa carnagione caffè e latte.
- È il padre … è … morto? – indagò ancora, schiudendo a malapena la bocca in una smorfia tremebonda. Era un’altra domanda di cui pensava si sarebbe amaramente pentito di udire la risposta.
La Jucard espirò con forza, portandosi distrattamente una mano alla fronte per sistemare alcune ciocche di bruni capelli sfuggite alla bandana color ocra: - Può darsi … ma potresti essere anche tu … - mormorò incerta, spiandolo di sbieco.
- Impossibile! – gloglottò prontamente quello, con aria vagamente schifata, oltre che terrorizzata.
La piratessa annuì storcendo un sopracciglio, incrociando le braccia: - Sai di essere sterile?
Sparrow credette di aver capito male, essendo assorto dall’impressione che migliaia di bruchi pullulassero allegramente nel suo stomaco, e quell’insinuazione li tramutò in un nugolo di farfalle in fuga, tanto che le sillabe gli si impuntarono tra i denti: - Che? … St …? …
- Perché se è così, è figlio di Jucard di sicuro – convenne drastica la donna, per celare in verità i suoi persistenti dubbi.
In quell’istante Gibbs si frappose come un’ancora di salvataggio per tutti e due: - Non vorrei disturbare, Fortezza si è deciso a confessare. Credo vi interessi ascoltare …
Anamaria si staccò subito dal tronco cui aveva poggiato la schiena, ma inaspettatamente il collega la trattenne debolmente per la coda della giubba: - Vuoi andare davvero? Conosco i metodi di persuasione di Barbossa: non sono punto belli da vedere! – la scoraggiò cercando di guadagnare tempo perché, al di là di ogni aspettativa, nutriva una reale curiosità sui dettagli di quell’ingarbugliata vicenda.
La sua supplica fu totalmente inefficace: - Sparrow: sii uomo! – lo tacciò salace la mora, scuotendo sconfortata la testa al suo vile coprirsi la vista con le dita di entrambe le mani, mentre avanzava svogliatamente dietro di lei.
- Uomo?! – polemizzò offeso il filibustiere. Se a suo giudizio essere tale significava seviziare ferocemente gli avversari, come erano abituati Barbossa e il trapassato Jucard, allora lei e lui erano e sarebbero stati sempre su due correnti opposte. Non avrebbe avuto senso neppure provarci ad avere intenzioni lontanamente serie ...
Thomas Worley, frattanto, nonostante il volto tumefatto e rigato di vermiglio che lo faceva apparire una maschera ancora più raccapricciante di quanto non fosse al naturale, continuava a spargere sui carnefici il suo arrogante rancore.
- Che cosa credete? Odio anch’io dover sottostare alle stramberie di quel pomposo damerino! Ne ho le palle piene delle sue repellenti trovate! – dichiarò senza mezze misure, sputando un grumo di sangue e saliva, sfiorando gli stivali di Will che balzò indietro insieme alla moglie.
Non erano riusciti minimamente a dissuadere il riottoso Capitano della Spettro a risparmiare le maniere brute con il redivivo nemico.
- Ma sono in debito con lui, e presto lo sarete inevitabilmente tutti voi! – seguitò a minacciare i presenti con uno sgangherato sogghigno.
- In debito, perché? – incalzò spazientita la signora Turner, sovrastando i mormorii delle ciurme astanti, che erano irrequiete come leoni in gabbia.
Barbossa si slanciò a ghermire la gola del bucaniere, consentendogli un ridottissimo passaggio d’aria nella trachea per non soffocare, ma le iridi grigie di quel duro criminale furono attraversate da una scintilla di freddezza: - Ha intercesso grazie alle sue doti presso i suoi antenati marini, affinché mi restituissero il soffio vitale. Può tutto con quella pietra. Voi non potete fermarlo. Diventerà il nuovo e invincibile padrone dei mari – ridacchiò sguaiatamente con sguardo allucinato, non appena rilasciato.
Hector gli rifilò un pugno sul naso, prima di allontanarsi stizzoso: - Questo è da vedere.
- In questi tre anni io e Strappabudella abbiamo provveduto ad eliminare tutti i mezzosangue sparpagliati per il mondo – ribadì Fortezza con tono sadico e trionfante.
Anamaria gli si avvicinò esitante: - I mezzosangue?
- Sì, individui aventi per metà un ascendente di origine sovraumana – spiegò celere Barbossa, ripulendosi con una pezzuola unta le nocche nodose dal viscoso fluido che l’aveva imbrattato picchiando rudemente l’ostaggio – Uomini ibridi con eccezionali poteri sopiti che spesso essi stessi ignorano. Secondo la leggenda. – specificò con una risata sarcastica, consegnando il pezzo di stoffa sporca ad uno dei suoi.
Una folgorante intuizione balenò nella mente del giovane Jim che, come guidato da un richiamo interiore e lontano, si defilò quatto quatto dalla ridda di vocianti pirati.
- Giacché siamo in tema di sovrannaturale, c’è una quisquilia di cui dovrei informarvi – scoccò di colpo Jack, disegnando un cerchio con le braccia e calamitando l’apprensione dei più stretti conoscenti, che ben intendevano la sua abitudine di impiegare vocaboli inappropriatamente innocui per camuffare problemi grandi quanto l’oceano.
Il Capitano avvertì quella tensione, ma sbrogliò ugualmente il suo sorriso serafico migliore:
- Poco fa mi sono imbattuto negli spiriti guardiani dell’isola, e mi hanno lasciato intendere che sarebbero modicamente contrari alla nostra partenza … - spiccicò riducendo la voce ad un falsetto all’approssimarsi di lame scintillanti pronte ad infilzarlo e canne da fuoco caricate per esplodere.
Gibbs, al quale aveva già confidato la curiosa e spiacevole scoperta, gli si affiancò invitando i compagni a trattenere la cruda brama di vendetta: - Ce li ha aizzati contro Taft!
- Siamo intrappolati qui? – guizzò incredula ed inviperita Elizabeth, svicolando dalle braccia del consorte che sperava di contenere la sua inopportuna agitazione.
- Non vederla così nera, gioia. Possiamo sempre accingerci a negoziare – si sperticò Jack con impagabile nonchalance; un’estremità d’acciaio aguzza e ricurva gli apparve sotto il naso:
- Tu non più – sentenziò Barbossa, incenerendolo con un’occhiata indisposta e truce.
Le pupille del filibustiere rimpicciolirono all’istante, mentre la sua mano destra cercò di appigliarsi all’elsa sporgente dalla bandoliera che pendeva sul fianco sinistro.
- Ma sei idiota o cosa? Perché mai ci hai condotti proprio qui?! – lo attaccò parimenti contrariata la Jucard, armandosi di un sottile e affilato stiletto.
A Sparrow si incrociarono gli occhi con tutti quei fuorvianti assalti, e li chiuse, zampettando indietro: - L’idea era di confinare Pescegatto qui! – strillò sguainando finalmente la sua sciabola, e parandosi dal sopraggiungere dei Turner.
- E sentiamo, quando avevi intenzione di rendercene partecipi? – lo accusò la bionda piratessa, scansando ancora l’amorevole esortazione del marito di trattenersi.
- Il nostro eroe voleva compiere l’impresa tutto da solo – lo derise malignamente Barbossa stravolgendo le orbite ingiallite.
Jack emise uno sbuffo rassegnato, stridendo la spada contro la sua: - Certo che mi conosci male … o la tua veneranda età ti fa perdere colpi – schioccò le labbra, spavaldo – Avevo tutto sotto controllo dall’inizio! … Che dico? Da mesi! – garantì fiero e beffardo, esagerando volutamente la parziale verità di quell’affermazione, che fu comunque in grado di disarmare momentaneamente l’astio e la miscredenza del più accanito oppositore, Barbossa, ma non la perseveranza degli altri tre che lo incalzavano rincorrendolo.
– E la chiave di volta corrisponde, non è altri che … - si interruppe crivellando di fugaci occhiate l’ambiente e le facce attorno a lui, scorgendo al posto di chi cercava una torma di giacche amaranto sbucare dai rami e stagliarsi sul verde prato.
- A chi diavolo alludi? Si può sapere? – lo estrapolò dai suoi contorti pensieri Anamaria; anche lei, però, avvertì il fruscio di stivali e artiglieria che avanzavano in tre file ordinate e lentamente si voltò.
Dalla sparuta schiera si distaccò un soldato dall’elegante portamento e lo sguardo profondo, un fisico slanciato e nerboruto, e dei tratti un po’ rudi che contrastavano l’impeccabilità della divisa su cui spiccavano svariate medaglie. Tirava sgraziatamente per la collottola un recalcitrante e protestante ragazzino: - Credo che questo delinquentello vi appartenga, Capitano Turner – dedusse gradasso, scorgendo Will scagliarsi in avanti, incurante di tutti i moschetti puntati contro di loro.
- Capitano Roberts, lasciatelo subito. È me che volete! – si offrì deliberatamente il giovane padre, gettando le armi ed intimando alla moglie di non esporsi.
- Scusami papà! Sono un disastro come pirata. L’unica cosa che mi riesce bene sono le bugie – borbottò in un impacciato guaito Jim, conficcando le unghie nei callosi polpastrelli del soldato, al quale non suscitava neppure il solletico.
- In futuro potresti buttarti in politica! – interferì Jack, indiscreto e sardonico, alimentando una sinfonia di commenti contrastanti e acuendo le occhiatacce accusatorie ed assassine dei Turner. Intanto il comandante della guarnigione lo guardò di traverso, chiedendosi la ragione per cui quel corsaro dall’aspetto stravagante non gli fosse del tutto estraneo.
– Scherzi a parte – riprese a parlare Sparrow, mutando completamente tono ed espressione – Il marmocchio ci serve, non vi conviene farci arrabbiare – asserì sfoggiando quel cipiglio serio e risoluto che di rado compariva sul suo volto, perennemente improntato alla sprezzante considerazione di tutto e tutti.
Tanto bastò a convincere Barbossa, Anamaria, Elizabeth e Will sull’attendibilità che avesse tutto coscientemente in pugno.
Insperatamente lo stesso Roberts rilasciò la presa sul ragazzino, che anziché correre a cercar riparo tra i suoi amici, ricaduto in una misteriosa trance, sgattaiolò in direzione del mare.
- Scioglierà l’incantesimo, dunque? – domandò meditabondo il militare inglese, volgendosi direttamente al pirata dalle mille treccine che annuì in un gravoso e remissivo silenzio.
I coniugi Turner, assicuratisi che non vi fossero ulteriori ritorsioni, sebbene non del tutto persuasi dal ruolo svolto da quel marinaio incaricato fino ad un istante prima di catturarli, corsero appresso al proprio figlio.
Li seguì a distanza anche Barbossa, mentre scettico sgualciva un sogghigno amaro: - Hanno generato un ibrido! Sempre della famiglia Turner si tratta! Siete una sciagura! – esclamò claudicando tra le sterpaglie – Non avreste mai dovuto salpare dalla Scozia, Sputafuoco Bill! – ironizzò trovandosi il vecchio collega a ridosso.
Il maturo filibustiere lo ignorò proseguendo, al contrario di Jack che, contento per il miglioramento imprevisto del suo avventato piano, era in vena di chiacchiere: - Ne convengo pienamente. È quello che ho sempre pensato anch’io.
- Questa solfa è inutile, non mi incanti – lo zittì precipitosamente il disonesto compare di disavventure, affrettando il passo per sorpassarlo, e venendo scavalcato a sua volta.
- Non era mia intenzione – rimarcò l’eccentrico Capitano, sfrecciando dispettosamente avanti e lasciando che le fronde che aveva spostato lo colpissero in faccia.
- Così come io non intendo farmi comandare da quelli lì! – ringhiò Hector, ammutolendo di botto insieme agli altri che si erano ritrovati di fronte una barriera trasparente costituita da entità ostili fluttuanti da un’altra dimensione.
Armati e con le cavità oculari vuote e inespressive, capaci di leggere la paura, incombevano come una minaccia che nessuno ebbe la tempra di osare contrastare.
Jim, invece, era riuscito ad aprirsi un varco fra quei corpi di puro spirito, ed ora, non visto da chi non aveva potuto fare altrettanto, vinto da un appello dolce e insistente, si era immerso fino alle ginocchia nelle acque limpide della battigia.
Tolto dal cinturino il suo corto pugnale, ne accostò la punta sulla sottile pelle del pollice, fino ad aprire un minuscolo forellino e riversare fra le onde le gocce del suo peculiare sangue, in cui la terra e il mare, dal giorno esatto del suo concepimento, così come i cuori dei suoi progenitori, si erano mescolati per sempre, rendendolo, a sua stessa insaputa, un ricercato ibrido e un potenziale dominatore delle profondità abissali.

   
 
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