Note
dell’autrice: è da tanto che non scrivo su questo fandom, così ho deciso di
tirare fuori dal cassetto questa song-fiction sui nostri Marauders (fatta
eccezione per Peter che qui viene nominato di sfuggita). E’ dedicata a Lady
Morgan (Prongs per gli amici), essendo nata come regalo di compleanno per lei.
La tiro fuori per augurare a lei e a voi un felice 2013!!
E’
DURO FARE IL DIO
Sala
comune di Grifondoro
Un
“normale” pomeriggio autunnale.
Me
ne sto comodamente seduto su una delle poltrone a leggere un libro. Ci sono
tanta pace e tanto silenzio, ma non c’è da meravigliarsene: Peter è in punizione
(con tutti i calderoni che ha fuso ci si potrebbe riempire il Lago Nero e dare
così un senso reale al suo nome); per quanto riguarda James e Sirius… beh, che
ci crediate o no, sono seduti ad un tavolino alle mia destra, a svolgere
diligentemente i loro compiti. Come ho fatto a convincerli? No, non con una
pozione o un incantesimo. Diciamo che so essere molto
persuasivo.
Per
ora non si sono lamentati, ma temo che l’idillio non durerà ancora a
lungo.
Ecco,
appunto. Con un grande sbadiglio, Sirius si appoggia allo schienale della sua
sedia, stirando le braccia e facendo sì che l’oggetto resti in bilico sulle
gambe posteriori.
“Hai
finito?” gli chiedo, voltandomi a guardarlo.
“Quasi”
risponde annoiato “Remus, non è che potremmo fare una pausa? Siamo qui da
ore!”
“Hai
una strana concezione del tempo, Felpato, visto e considerato che siete seduti a
quel tavolo solo da venti minuti.” Replico, chiudendo il mio
libro.
“E’
anche troppo, Remus” interviene James, posando la piuma e spingendo da un lato
la pergamena su cui stava lavorando.
“A
quest’ora potremmo essere in giro a tormentare Mocciosus, a combinare scherzi o
semplicemente a camminare per i corridoi con il solito stuolo di fan alle
spalle.”
“Ah
già, dimenticavo che il vostro ego ha bisogno di una continua dose di adorazione
da parte dei comuni mortali. Scusatemi, miei signori, per avervi trattenuto dai
vostri impegni.”
Cala
ovviamente il silenzio, segno che la gelida stoccata, una di quelle di cui vado
assai fiero, ha appena colpito nel segno.
“E’
per caso sarcasmo quello che ho appena udito?” James è sempre il primo a
riprendersi.
“Ramoso,
dai, lascia perdere. Approfittiamone: Remus ci ha appena lasciati liberi.
Andiamo a prendere la mappa per vedere dov’è Mocciosus e poi corriamo a fargli
quello scherzo che avevamo progettato. Ricordi? Quello in cui era implicata una
bella lavata di capelli con il bagnoschiuma di Mrs. Purr…”
“Sirius,
abbiamo un problema molto più grave da risolvere qui.” Dice James, fissandomi in
un modo che, lo confesso, mi provoca un certo disagio.
“…
non vuoi neanche andare ad allenarti un po’ a Quidditch?”
“Sirius,
questo è molto più importante.”
“…
non andiamo nemmeno a spiare la Evans e le sue amiche prefetti che nuotano nella
vasca del bagno dei prefetti? Sai che ora è il loro turno.”
La
mia espressione si fa indignata – le apparenze vanno pur salvate in qualche modo
– però mi sento sollevato: Sirius sa quali tasti toccare per convincere James.
Entro pochi secondi, entrambi saranno spariti dalla mia vista.
Con
grande stupore, però, vedo che James prende un respiro profondo, come a voler
prendere definitivamente una decisione, e poi risponde:
“Sirius,
no.”
Ok,
ora mi devo davvero preoccupare. Anche Sirius è attonito ed infatti si avvicina
al nostro amico e gli posa una mano sulla fronte.
“Remus,
non ha la febbre” mi dice con aria terrorizzata “James, ti prego, dimmi, il
succo di zucca aveva un sapore strano? Forse la carne di vitella era avariata?
Ti prego, dimmi che non stai per morire.”
“Non
sto per morire, razza di pulcioso! E’ Remus quello che ha un
problema.”
Ancora
una volta lo guardiamo confusi.
“Ramoso,
mancano ancora due settimane alla luna piena.” Dice Sirius a voce bassa.
James
si sbatte un mano sulla fronte, poi afferra Sirius per un braccio e gli dice
qualcosa nell’orecchio.
Santa
Morgana, ora sì che mi devo preoccupare! Gli sguardi malandrini fissi su di me
sono diventati due.
“Hai
proprio ragione James, la situazione è alquanto grave.”
In
un lampo, si piazzano ai lati della poltrona su cui sto seduto, bloccandomi ogni
probabile via di fuga.
“Remus”
comincia James “temo che tu abbia le idee un po’ confuse. Sai che sei un
malandrino anche tu, vero?”
“Sì.”
Rispondo un po’ esitante.
“E
allora sai anche che quelli che tu definisci “nostri” impegni, sono anche
impegni tuoi.”
“Ah
certo, perché spiare le ragazze che fanno il bagno e lanciare incantesimi a caso
sul primo che passa ora si possono definire impegni.”
“Per
la miseria, come sei esagerato!” replica James “Non sono incantesimi lanciati a
caso sul primo che passa: sono fatture il cui bersaglio ed i cui effetti vengono
accuratamente calcolati in precedenza. Inoltre, nel novanta per cento dei casi,
il bersaglio non è il primo che passa, è Mocciosus.”
“E
vorrei aggiungere” si intromette Sirius con tono malizioso “che l’ultima volta
non c’eravamo solo noi a spiare le ragazze nel bagno dei prefetti. Un certo
Remus Lupin ci ha fornito la parola d’ordine e ci ha seguiti, dando delle belle
occhiate tutto intorno.”
Mi
sento avvampare fino alla punta dei capelli.
“Ve
ne siete approfittati perché c’era la luna piena vicina ed avevo gli ormoni in
subbuglio.”
“Sì,
sì, credilo pure se vuoi. La verità è che tu sei un malandrino tale e quale a
noi.”
Non
sono proprio adatto io
A
diventar un nuovo dio
Non
assomiglio neanche ad un cherubin
(ma
di cosa stai parlando?)
“Woah,
woah, frena gli ippogrifi Potter, o potrei anche offendermi. Io non vi somiglio
assolutamente, nel bene e nel male: non ho la vostra creatività, siamo
d’accordo, ma nemmeno la vostra idiozia. Devo ammettere che i vostri scherzi mi
divertono parecchio, ma io non li farei mai. Inoltre non ho la vostra
sfacciataggine e la vostra arroganza e…”
Loro
ancora sono qui,
in
ginocchio e per chi
non
può certo andar meglio di così
(più
di così più di così più di così, Oh mio Dio)
“Va
bene Remus, allora saprai spiegarci perché la gente adora anche te, persino
quando non sei con noi. Pensaci, tutti si prostrano davanti a noi, sempre e
comunque e sarebbero disposti a fare di tutto per noi, se solo glielo
chiedessimo. Ci considerano tutti come degli dèi, sai dirci cosa può esserci di
meglio?” James torna alla carica.
E’duro
fare il dio
Osannato
dal corteo
E
questa è la loro verità
“Non
è mica facile essere come noi, stare sempre al centro dell’attenzione, essere
idolatrati… e tu sei esattamente
così: hai il tuo stuolo di fan (ok, è il gruppo delle secchione, ma ce n’è
qualcuna su cui nemmeno io sputerei su) e non mi pare che la cosa ti
dispiaccia.” Chi altri poteva pronunciare queste parole se non
Sirius?
Una
vera devozione
E
non finisce qua
È
piuttosto imbarazzante
Questa
mia notorietà
Non
posso rifiutare devo proprio accettare
Se
mi dicono “sei un dio” io lo sarò
Ma,
in effetti, devo ammettere che ha ragione: anch’io vengo alle volte seguito da
un gruppetto di ragazzine che arrossiscono non appena mi volto a guardarle. E’
anche un po’ imbarazzante, ma, in definitiva piacevole.
Oddio,
sto per caso diventando come loro? Beh, analizzando a fondo la situazione, tutto
sommato non sono molto diverso da loro. Già solo il fatto di spalleggiarli
quando si inventano qualcosa mi rende un complice.
Credo
che ormai mi abbiano contagiato, ma questo non mi dispiace più di tanto: se mi
dicono che sono come loro, anche se non del tutto, non c’è niente di male no? E
allora così sia.
“James,
credo che stiamo cominciando a convincerlo.”
Se
non asseconderemo i loro desideri
Io
già vedo noi fatti a metà
(hai
proprio ragione, giustissimo, e così sia
Noi
siamo dei)
Hogwarts,
Hogwarts et voilà
Non
tradiamo l’ospitalità
(mai
lo faremo, mai lo faremo noi non possiamo, oramai)
“Sì,
lo penso anch’io. Vedi, Remus, noi siamo quello di cui Hogwarts ha bisogno: una
bella botta di vita. Anche se gli insegnanti si lamentano, ci tolgono punti e ci
puniscono, come credi che reagirebbero se smettessimo di essere noi? Prima
ucciderebbero noi e poi si suiciderebbero perché non sarebbero in grado di
sopportare la noia.”
“Wow,
Ramoso, non hai sbagliato nemmeno un condizionale, mi
meraviglio.”
“Fai
pure lo spiritoso, tanto lo so che mi dai ragione. Pensaci, tutta la scuola è ai
nostri piedi, offertaci su un piatto d’argento. Perché rifiutare un dono così
generoso?”
“Suppongo
che sarebbe scortese.” Dico arrendevole.
E’
duro fare il dio
Ma
basta avere un po’ di brio
Basta
un gesto e così un dio sarò
“Oh,
lo vedi che cominci a comprendere?
Sì, lo so che è un compito duro, ma qualcuno lo deve pur svolgere.
L’importante è non perdere l’energia
e la creatività. Comunque, basta veramente poco per stupire e per essere
adorati.”
Siamo
vera perfezione
Una
leggenda siamo noi
Basta
entrare nella parte
E
la gente esulterà
“Tutti
ci considerano il meglio del meglio, modelli da imitare. Entreremo nella storia
di questa scuola, l’importante è voler accettare questo ruolo ogni mattina al
risveglio. Andiamo, non dirmi che non ti senti appagato quando le tue orecchie
odono tutte quelle risate e quegli applausi in seguito ai nostri
scherzi.”
“Hai
dimenticato di citare le urla della McGrannit.”
“Dettagli
Lunastorta, meri dettagli.”
Sembreremo
veri immortali
Siamo
soprannaturali
I
tre nuovi dei già sono qua
Sono
qua!!
“Allora,
ora sei convinto che sei un malandrino esattamente come noi? Un individuo che
entrerà nella leggenda, che è considerato proveniente da un altro mondo. Sei
convinto che fai parte di questo Olimpo insieme a noi?”
Sorrido.
“Sì,
credo di sì.”
Avevo
ovviamente previsto che esultassero, che mi abbracciassero e che facessero altre
scemenze simili, quindi mi sono preparato ad arginare la cosa. Non appena fanno
per abbracciarmi li fermo e dico a voce bassa e con fare
complice:
“Sapete
che idea fantastica mi è venuta in mente?”
“James,
guarda, la piantina che abbiamo seminato sta germogliando, che
emozione.”
“Già,
stiamo a sentire, sono sicuro che quando quelle prime parole da malandrino
rinato usciranno dalla sua bocca avranno l’effetto di un uragano su chiunque
decideranno di abbattersi. Dai, dicci Lunastorta, cosa ti è venuto in
mente?”
“Mi
è venuto in mente che, se non vi rimettete a studiare entro 5 secondi, vi
rifaccio quello scherzetto di ieri l’altro. Ricordate quando mi sono rifiutato
di darvi i miei appunti di Trasfigurazione e durante il compito mi sono messo
davanti alla cattedra così non avete potuto copiare?”
“Quello
è stato di pessimo gusto, anche Minnie ci è rimasta male.”
“Oh,
ma io ho riso tanto Sirius, perché so che è per il vostro bene e che,
sicuramente, avete imparato la lezione.”
“Certo,
abbiamo imparato che, quando tu ti rifiuti di aiutarci, per evitare brutte
sorprese, dobbiamo rivolgerci a qualcun altro.”
“A
chi per esempio, James? Ti ricordo che il prossimo compito è quello di Storia
della Magia e che solo io, Lily e Mocciosus prendiamo
appunti.”
“Allora
li chiederemo alla Evans. Guarda, eccola che arriva, ehi Evans?” dice James
voltandosi verso Lily, che è appena entrata in sala
comune.
“Cosa
vuoi, Potter?” ovvia replica secca da parte di lei.
“Siccome
mi vuoi tanto bene, potresti prestarmi i tuoi appunti di Storia della
Magia?”
“Cruciati,
non li avrai mai.” Caspita che risposta! O si è alzata con il piede sbagliato, o
James l’ha già stressata a sufficienza.
Ramoso
infatti rimane basito e si volta verso Sirius, poi verso me.
Con
un sorriso sornione, gli indico il mio orologio da polso e gli
dico.
“Cinque
secondi sono già passati.”
Non
servono altre parole. In un fruscio di vesti e fogli eccoli di nuovo lì al
tavolo a scrivere sulle loro pergamene, brontolando a denti
stretti.
Io
ritorno al mio libro e sospiro.
Fare
il malandrino (o il dio, come dicono loro) è faticoso, ma in fondo non è così
male.
FINE.