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Autore: Beverly Rose    03/01/2013    2 recensioni
Imbucata all'ultimo momento ad una festa di Halloween, Kagome si rende conto che il divertimento sarà l'ultima esperienza che sperimenterà questa sera. Il locale è buio e deprimente, i cocktail sono amari, persino gli analcolici alla frutta, la toilette è mista e gli invitati (salvo la sua amica Sango) sono dei soggetti da evitare. Soprattutto quello strano tizio con i capelli lunghi che le lancia occhiatacce senza un valido motivo.
Tratto da secondo capitolo: Kagome non era una fan degli alcolici. In effetti aveva alzato il gomito solo altre due volte prima, entrambe durante una festa come quella. Alla fine l'unico motivo per il quale non aveva considerato fallimentari le serate era stato perché l'alcol ingollato le aveva fatto trovare tutto dieci volte più divertente. Perché, quindi, non contare su un cocktail forte anche questa volta?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Per fortuna non ho sbagliato indirizzo
- pensò Kagome mentre entrava timidamente dalla porta che Sango teneva aperta per lei.

- Eccoti qui, Kagome! - le diede il benvenuto, sorridendo: era ancora visibilmente in fase preparatoria e vestita soltanto per metà ma anche così, Kagome trovò che fosse bellissima.

Le sorrise di rimando pensando sconsolata a quello che avrebbe indossato lei invece, quell’accozzaglia di vestiti che aveva rimediato all’ultimo minuto e che ora giacevano nella sua borsa a tracolla, assieme al pigiama.

Come al solito per la festa di Halloween si era trovata a terra ma la sua amica le aveva caritatevolmente offerto un invito all’ultimo minuto ad una festa per l’ultimo giorno di Ottobre.
Festa, nota bene, alla quale perfino lei poteva risultare imbucata, visto che l’invitato ufficiale era suo fratello maggior ma quando si rischia di restare da soli in casa la Notte delle Streghe, tutto ciò che può assomigliare anche solo vagamente ad un incontro fra coetanei diventava appetibile.

Sango poi era talmente adorabile che Kagome amava trascorrere il tempo con lei: non si conoscevano da molto, appena dal primo giorno di liceo, ma si erano subito trovate.

- Puoi mettere la borsa lì- indicò la sua amica a caso, correndo verso il bagno, dal quale era evidentemente appena uscita; Kagome eseguì e prese goffamente posto su una sedia, guardandosi attorno curiosamente.

L’ingresso della casa di Sango era piuttosto ampio, tanto che dentro stavano comodamente sia due divani che quel tavolo al quale era seduta; da lì poteva vedere la cucina, dove campeggiava un secondo tavolo, e il bagno, dove la sua amica era intenta a truccarsi con cura; infine, c’era in vista la prima serie di gradini di una rampa di scale, che spariva poi dietro l’angolo del muro.

Si chiese vagamente quanti piani potesse avere quella casa quando Sango le si materializzò davanti, degli stivali dal tacco basso in una mano e un gigantesco qualcosa di cartapesta nell’altra.

- Vuoi che ti trucchi?- si offrì - da cosa ti mascheri?

Kagome le sorrise, vagamente sconsolata.

- Non sapevo cosa mettermi!- esclamò, alzando in piedi e frugando nella borsa - ho rimediato questi.

Estrasse una gonna a pieghe a quadrati bianchi e neri e un semplicissimo maglioncino altrettanto nero. Tutto qui. Ma Sango spalancò gli occhi apparentemente deliziata.

- Ho capito!- esclamò.

Si sporse verso il portapenne al centro del tavolo ed estrasse un bastoncino con dei fili rosa che spuntavano dalla punta, che aveva tutta l’aria di essere stato sottratto da una coppa di gelato.

- Questo fa da pon pon! Sei una cheerleader! -decise.

Kagome non pensò nemmeno a puntualizzare che nessuna cheerleader si aggirava vestita di nero come ad un funerale, piuttosto si informò quale fosse invece la maschera di Sango.

- Oh, io sono una tarantola- spiegò con noncuranza, agitando il qualcosa di cartapesta, che in effetti era una massa centrale con quattro protuberanze per lato che potevano essere zampe- anzi, mi aiuti a fissarla alla schiena? Ho anche la ragnatela in macchina, ma la metto quando arriviamo, si rovina se mi appoggio al sedile.

Ah, giusto. Perché dopo essersi preparate per bene, avrebbero dovuto mettersi in macchina e raggiungere quella che Kohaku (il fratello di Sango e unico autentico invitato) aveva il coraggio di chiamare discoteca, ma che tutto il resto della popolazione mondiale definiva buco-di-posto-in-mezzo-alle-montagne-dimenticato-da-Dio. Nonostante ciò, Kagome era piuttosto contenta di andarci, nonché rassicurata dal fatto che Kohaku e i suoi amici avessero addirittura affittato il posto, così il locale sarebbe stato solo per loro e (in teoria) non ci sarebbe stato nessuno di poco raccomandabile.

Quindi non avrebbero incontrato casi umani come Koga, il narcisista senza frontiere.

O come Naraku, il calcolatore da brividi.

O come Miroku, il cascamorto senza tregua.

Miroku, che per l’appunto, stava entrando in casa proprio in quel momento, accompagnato proprio dal fratello maggiore di Sango.

- Te l’avevo detto che veniva?- le chiese lei, spolverandole una nuvola di cipria sul viso.

- No che non l’hai detto!- insorse Kagome. Oh, cielo. Miroku si sarebbe incollato a lei oppure a Sango o a qualche altra ragazza e avrebbe messo in scena qualche teatrino estremamente imbarazzante. Ricontò mentalmente gli spiccioli nel suo portafogli e calcolò quanti drink avrebbe potuto scolarsi.

- Non ti preoccupare, vado io in macchina con lui - la rassicurò Sango- tu vieni su con Kohaku più tardi.

- Ma … come? Non andiamo insieme? - balbettò Kagome.

Sango le piantò la matita nell’occhio, come per risposta.

- Scusami!- strillò, mentre l’altra si piegava in avanti, tenendo una mano sulla parte offesa.

- Comunque- proseguì a mo di scusa - ci sono stati dei problemi con i passaggi, non ci sono due posti liberi nella stessa macchina. L’ho chiesto a lui per questo- aggiunse accennando a Miroku, che ammiccava nella loro direzione, tutto gaio, sventolando le chiavi della sua macchina come se fossero state un trofeo.

- Buonasera, fanciulle! Per questa notte guiderò io il vostro cocchio!

- E’ proprio fesso, accidenti
- scosse la testa Kagome, mentre Sango sbuffava disgustata dall’idiozia della frase.

- Sango- chiamò Kohaku, avvicinandosi alle ragazze - sei pronta? Tu e Miroku dovreste andare.

- Arrivo!

Sango raddrizzò la schiena e guardò critica la sua amica, sollevando il mascara dal suo viso.

- Non faccio in tempo a metterti l’ombretto. Stai bene lo stesso.

Kagome non riuscì a trovare una risposta adeguata, prima che la sua amica schizzasse a recuperare il ragno di cartapesta e ad infilare gli stivali, prima di caracollare verso Miroku, il cui sorriso si allargava ogni secondo che passava.

- Ho la ragnatela che mi hai chiesto, in macchina- informò con orgoglio.

- Sì … Ci vediamo dopo!

Sango agitò il braccio per salutare Kohaku e Kagome e infilò con decisone la porta, lasciando la sua amica in una casa che vedeva per la prima volta quella sera e con un ragazzo che conosceva appena.

Nel silenzio che seguì dopo che la porta d’ingresso si fu richiusa, Kagome maledisse Sango in tutte le lingue che conosceva e rivolse timidamente lo sguardo verso il ragazzo, che sembrava altrettanto indeciso sul da farsi.

- Vuoi cambiarti?- offrì infine- puoi andare di sopra.

Kagome infilò risoluta le scale, stringendo al petto la propria borsa; in cima alla rampa, si rifugiò nella prima stanza che trovò e indossò in un crescendo di depressione quegli inutili vestiti che non c’entravano nulla con la festa.
Scrutò scontenta la propria immagine nel vetro scuro della finestra, notando come prima cosa il segno leggermente livido nell’occhio, dove Sango le aveva conficcato la matita, che sarebbe diventato rosso vivo prima che fossero arrivati alla festa.

- Appena saliamo mi sente- giurò alla stanza vuota: voleva andare a casa e basta.

Infilò gonna e maglioncino e valutò poco convinta il suo riflesso: non indossava tacchi (Sango l’aveva informata che il terreno dal parcheggio fino alla discoteca era quanto di più sassoso potesse esistere) ma un paio di ballerine dalla suola piatta che non facevano proprio nulla per slanciare la sua figura; la gonna a pieghe dava il colpo di grazia, troncando le sue gambe a metà e facendola apparire ancora più irrimediabilmente bassa del solito.

Fu un discreto trambusto al piano di sotto a distoglierla dai propri cupi pensieri. In men che non si dica, Sango fece irruzione della stanza, rossa in volto e decisamente contrariata.

- Salgo con mio fratello- annunciò cupa.

- Allora andiamo insieme?-domandò Kagome sollevata.

La sua amica non celò il senso di colpa.

- Ti prego, vai tu con Miroku- la supplicò -non ti conosce bene, mi ha promesso che ti farà sedere sul sedile posteriore. Continua a dire cose inopportune, mi mette in imbarazzo!

L’altra scosse la testa. Ora doveva pure andare in macchina con Miroku!

Ma come poteva rifiutare? Sango appariva d’un tratto decisamente abbattuta.

- Dovrei andare subito … - le fece poi presente, mortificata.

Kagome decise che avrebbe compiuto questa buona azione, perché tanto già dall’inizio la serata non appariva promettente e una batosta in più non avrebbe cambiato nulla. In effetti, non conosceva Kohaku più di Miroku. Che differenza poteva fare?

- Va bene- sospirò.

- Grazie!- esultò Sango - vado subito, allora. Ci vediamo alla festa. Miroku è qui giù, penso si debba riprendere un attimo. Gli ho … Ehm … Tirato una gomitata in un occhio.

Sango guizzò di nuovo via, in un misto di imbarazzo e sollievo, lasciando Kagome sola.

La ragazza lasciò un’ultima occhiata insoddisfatta al proprio riflesso, poi voltò definitivamente le spalle alla finestra scura, sperando che quel trentuno di Ottobre terminasse presto.









Spunto come un fungo! :)
Allora, questo prologo ha una storia lunga e travagliata che spiega anche perchè a Gennaio carico una fan fiction ambientata in Ottobre!
L'ho scritto circa due anni fa pochi giorni prima di Halloween, ricalcando pure alcuni fatti relalmente accaduti a me medesima nel 2008. Poi l'ho lasciata lì per proseguirla di poche righe ogni qualche mese. Ora, forse, potrei addirittura riuscire a terminarla!

Temo che sarà leggermente OOC ma quando sposto i personaggi in un universo che non appartiene loro ho notato che ho qualche difficoltà a mantenere i caratteri D:
Dopo tutta questa pappardella, saluti, sperando in recensioni! :)
Ciao!
 
  
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