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Autore: oOLeylaOo    22/07/2007    1 recensioni
La storia di una maga che viaggiando per il mondo cerca il vampiro che uccise sua sorella maggiore più di sedici anni prima
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per prima cosa vorrei ringraziare tutti quanti per i complimenti e per avermi seguito fino a questo momento. Vi sono grata e sono commossa del vostro affetto e del fatto che abbiate trovato questa storia appassionante. Ora non so assolutamente che fare, per la prima volta mi sono accorta veramente che quello che scrivo ha almeno un "un valore" visto che qualcuno arriva a copiarlo, quindi fino a che non decido cosa fare non posterò altri capitoli oltre a questo che comunque avevo gia postatao nel forum Twilight. Siceramente il mio sogno è quello di vedere le mie opere pubblicate in copia cartacea ma ho sempre pensato di non essere abbastanza brava, lo penso ancora ma ora come ora ho paura di entrare in una libreria e trovare una mia storia pubblicta con il nome di un altro autore(anche se mi rendo conto che questa è paranoia)... ecco perchè mi scuso con tutto il cuore, ma in questo momento non me la sento di pubblicare oltre la mia sotoria. Quando avrò seriamnte preso una decisione (che sia iscrivermi alla siae o fregarmene altamente di quello che potrebbe accadere) riprenderò a scrivere questa sotoria, fino a quel momento mi scuoso dal più profondo del mio cuore con voi che mi avete seguito fino ad ora e vi chiedo di comprendermi. Prometto di rifletterci in fretta e di non sciarvi troppo con il fiato sospeso.

Un bacione a tutti e godetevi questo capitolo. Ancora scusa. Un bacione grande vostra "Streghetta" (è il soprannome che mi hanno dato le mie migliori amiche).

 

Capitolo 35

- Una confessione -

 

-Ciao Ester.-disse con la sua voce melodiosa, che sembrava penetrarmi fin dentro al cuore. I suoi occhi però esprimevano una certa rabbia e un sentimento che non sapevo identificare: astio, odio oppure desiderio di vendetta. Quale che fosse non aveva molto importanza perché aveva ottime ragioni per provarle tutte e tre.
Era così bello da non sembrare vero, con i capelli lunghi fino alle spalle che si confondevano con la camicia nera e un paio di vecchi jeans sbiaditi. Aveva l’aspetto di un venticinquenne, la mia stessa età pensai con un sorriso, ed era veramente splendido, avrei voluto buttargli le braccia al collo ma pensavo di non averne il diritto, probabilmente perché non ce lo avevo.
-Asher.- ripetei il suo nome, che tanto avevo chiamato dentro di me in quella settimana, perché non riuscivo a formulare altre frasi in quel momento. Quanto mi era mancato pronunciarlo, non lo avrei mai creduto.
-Gia… sorprendente vero? Quando vai a letto con qualcuno non ti aspetti di rivederlo poi, giusto?- la sua voce suonò sarcastica e fredda, ma nonostante questo ero felice che fosse davanti a me, mi sentii veramente stupida. -Solitamente le persone non scompaiono a quel modo, soprattutto non dopo quello che abbiamo fatto!- continuò sempre più arrabbiato, fulminandomi con lo sguardo.
Mi ripresi e lo fissai un attimo accigliata prima di rispondergli: -Quindi tu non ti sei mai comportato così?- domandai fingendo un ingenua curiosità.
-Questo non c’entra!- provò a ribattere, intuendo anche lui però che era una difesa che definire “debole” era un eufemismo.
-Dici? Il tuo potrebbe essere karma!- scherzai, mentre di me ballavo una danza scatenata, piena di gioia solo per il fatto che stavo parlando con lui. Si, ero decisamente stupida.
-Ester, io sono serio!- disse arrabbiato.
-E io no?! Non potrei semplicemente essermi stancata di te dopo quella notte?- domandai retorica, ogni parola uscita dalla mia bocca era fredda e incredibilmente falsa, ma lui non se ne accorse.
Si bloccò, lo vidi congelarsi, quasi non si aspettasse quella replica. -Stai dicendo che è così?- domandò esitante.
-Mi conosci così poco?- replicai io sconfortata, mentre lui alzava gli occhi a incrociare i miei, ora erano molto più luminosi e sereni di prima dopo quella mia domanda. Sorrisi dolcemente prima di chiedere: -Come hai fatto a trovarmi?-
-Abbiamo un patto.- disse in tono piatto, tornando sulla difensiva, forse temendo che lo attaccassi di nuovo.
Lo fissai confusa. -No, non più. E poi…- parlai in tono incerto e mi bloccai, non ero sicura fosse una buona idea dirgli che ero stata schermata dal mio spirito familiare.
Stavolta fu lui a sorridere, si avvicinò a me spingendomi verso lo scaffale pieno di libri della biblioteca, io mi voltai del tutto per fronteggiarlo, anche se ero di sei o sette centimetri buoni più bassa di lui.
-Si invece.- bisbigliò abbassando la faccia per incontrare il mio sguardo, mentre poggiava le mani allo scaffale dietro di me imprigionandomi. -Il patto era che io avrei potuto sciogliere il nostro legame, non tu. Mi spiace, ti sei sforzata per niente.- nella sua voce c’era una nota di amarezza.
-Perché sei qui?- domandai ancora, era così vicino, troppo vicino, iniziavo a sentirmi confusa, l’unico pensiero coerente che avevo era che avrei voluto baciarlo.
-Cosa intendevi con “e poi”?- domandò ignorando la mia domanda.
-Niente di che. Perché sei qui?- risposi sbrigativa, ponendo nuovamente la domanda.
-Non è mai niente di che quando si tratta di te!- ribatté imperterrito, attento e vagamente rabbioso.
-Ho conosciuto il mio spirito familiare.- versione molto abbreviata, ma non avevo molto voglia di parlare. -Ora rispondimi, perché sei qui?-
Mi fissò un attimo con rabbia, di nuovo seccato per qualcosa che non capivo.
-Non ci arrivi? Pensi davvero che ti avrei lasciato andare?- domandò, il suo tono era un misto di rabbia e amarezza. La rabbia la capivo, ma l’amarezza? Che avessi ferito il suo orgoglio? Bè, peggio per lui! Esultai dentro di me al pensiero che mi stavo riprendendo.
-Asher…non arriverai mai ai miei poteri!- dissi seccamente, troncando sul nascere quella conversazione, che tanto sarebbe andata a finire sempre nello stesso modo. Mi aspettavo un “Questo lo credi tu” oppure “Io dico che sono gia a buon punto”, invece mi afferrò il polso e sbattendomi contro lo scaffale. Rimasi sorpresa e non riuscii a muovermi, mi feci male ma solo lievemente, il dolore lo sentivo appena.
 -Pensi davvero che me ne importi qualcosa?- disse con rabbia.
Io lo fissai intontita, non lo avevo mai visto perdere le staffe, non riuscii ad aprire bocca. Mi sentivo spaventata e confusa, Asher mi stringeva così forte il polso da farmi male, si avvicinò così tanto a me da sfiorare il mio corpo con il suo. Il libro cadde a terra con un rumore sordo che rimbombò per la sezione, ma nessuno ci fece caso. Asher chinò la testa nascondendola nella mia spalla, tra i miei capelli, mentre io rimanevo immobile, come pietrificata. Ero tesa, tanto che i nervi mi facevano male, percepivo il suo respiro che lieve mi accarezzava il collo nei punti in cui non era coperto dai miei capelli e sentivo il mio stomaco aggrovigliarsi. Lentamente sentii la sua voce, flebile come un bisbiglio, arrivare al mio orecchio.
-<È vero, sono io il primo ad ammetterlo, volevo te solo per i tuoi poteri! Poteri oscuri, forti, travolgenti… inebrianti…poteri immensi! Se fossi arrivato alla tua anima avrei potuto averli per me! Ma tu, tu hai stravolto la mia vita in modo radicale! Indifferente a ogni lusinga e seduzione, sei andata testardamente avanti per la tua strada, non hai mai cambiato il tuo modo di essere o i tuoi obbiettivi! Non hai mai permesso ai tuoi poteri di corromperti, nonostante continuassero a crescere! Non sei mai cambiata, eppure ogni istante assumevi un atteggiamento o un comportamento nuovo, imprevedibile, mi sembrava quasi che cambiassi continuamente… mi chiedevo come questo fosse possibile. Non ti capivo, rimanevo ogni volta sorpreso e spiazzato, mi arrabbiavo per la tua imprevedibilità, per la mia incapacità di leggerti dentro, ma continuavo a sentirmi confuso. Tu eri diversa da chiunque altro avessi conosciuto, neppure tua sorella reggeva il confronto! Non riuscivo ad allontanarmi da te, il solo pensiero di lasciarti mi infastidiva e questo mi spaventava, ma non avevo via di fuga. Me le hai tolte tutte tu…- pronunciò l’ultima frase alzando il viso e incrociando finalmente il mio sguardo. Mi faceva male il cuore, ogni sua parola sembrava raggiungerlo e conficcarvi si come uno spillo, ma il dolore era piacevole benché facesse crescere il nervosismo; a ogni nuova parola sentivo il mio cuore  battere sempre più forte, così tanto che sembrava stesse per scoppiare.
-Alla fine niente è andato come pensavo. Sei stata tu a entrarmi dentro Ester, e con una forza tale da togliermi ogni voglia di scappare! Ti ho voluta, ho voluto te non per i tuoi poteri, ma perché eri tu, semplicemente! Non mi importava più che fossi una strega o che fossi potente, non era importante quello che riuscivi a fare, io ti volevo, ti desideravo, i tuoi poteri non avevano più importanza per me! La sola idea che qualcuno che non fossi io ti sfiorasse mi faceva impazzire… dovevi essere mia, anche se non sapevo come.- il suo guardo scarlatto sembrava bruciare dentro al mio, ogni parola che pronunciava mi faceva attraversare dai brividi. Distolse gli occhi dai miei, puntandoli su un punto indefinito sopra la mia spalla.-Volevo entrare io dentro di te, in un modo o nell’altro; volevo che fossi solo mia.- iniziai a tremare lievemente, non per la paura, ma per l’eccitazione. -Ora che, finalmente ti ho avuta tra le mie braccia, ora che finalmente ti sei abbandonata a me, mi stai chiedendo di rinunciare a te? No, scordatelo! Non lo farò mai!-disse, stringendo ancora di più il mio polso, a quel punto però non sentivo più il dolore. Alzò di nuovo gli occhi per incontrare i miei -Io non ti lascerò mai!-
Tremavo, scossa da troppe emozioni intense, tanto che non pensavo di poterle contenere, il mio respiro era accelerato e mi sentivo le gambe molli. Vista la poca distanza tra i nostri corpi mi chiesi se Asher riuscisse a sentire il battere aritmico e accelerato del mio cuore.
-Ester.- mi chiamò, stavolta dolcemente, sembrava non sapesse con esattezza che fare, forse temeva di avermi spaventato.
Allungai la mano libera e attirai la sua faccia verso di me per baciarlo, lentamente, un bacio a fior di labbra. Lui rimase sorpreso, ma quando mi allontanai mi attirò nuovamente a se per baciarmi, lasciò il mio polso per abbracciarmi e trattenermi la testa mentre io ricambiavo il suo bacio, sempre più focoso, sempre più intenso. Mi sentivo sciogliere mentre le sue labbra assaporavano le mie rendendo quel bacio il più incredibile che mi avessero mai dato, mi sentii semplicemente felice, completa. Quando smettemmo di baciarci lui continuò a stringermi, quasi avesse paura che scappassi via di nuovo. Non riuscivo a restare in piedi, mi sentivo svenire.
-Asher devo sedermi.-bisbigliai con voce roca.
Lui mi prese in braccio, poi lentamente si mise a sedere per terra, senza distogliere gli occhi da me nemmeno per un istante. Io gli sorrisi e abbandonai la testa sulla sua spalla mentre lui mi accarezzava con dolcezza i capelli.
Lo baciai sul collo e lui mi strinse ancora più forte, quasi volesse condividere la mia pelle. I brividi che mi attraversavano il corpo sembrava non volessero cessare, anzi si susseguivano violenti.
-Mi sei mancato.-bisbigliai, osservandolo di sottecchi, tentando di calmarmi, rendendomi conto di quanto fosse esagerata quella mia reazione.
Lui sorrise, poi mise il broncio e mi scosto un po’ da se per guardarmi -Ti sta bene!- disse, si avvicinò per baciarmi di nuovo, ma io lo fermai e gli accarezzai la guancia: volevo guardarlo, volevo godermi ancora un po’ il suo bel viso, ma non resistetti molto al desiderio di baciare quelle labbra perfette.
-Non devi scappare più.- mi disse, a tre millimetri dalle mie labbra, sentivo il suo fiato caldo sulla pelle. -Promettilo.-
-Ma non dovrei essere io a comportarmi così?- scherzai, le sue parole avevano fatto saltare un battito al mio cuore ma non volevo che se ne accorgesse.
-Ester.- il tono era severo, per tutta risposta lo baciai di nuovo.
-Non scapperò più, ma tu devi darmi retta, ci stai?- contrattai un po’ incerta.
-Per me va bene. Ovviamente purché le tue richieste siano ragionevoli.- accetto con un sorriso.
-E quali sarebbero per te le richieste ragionevoli?-
Mi fissò alzando un sopracciglio, come per dirmi di capirlo da sola, e io gli sorrisi, ma era esattamente quello che volevo chiedergli: non lo avrei portato con me quando sarei andata a prendere Logan, non avrei mai potuto.
Asher inizio a baciarmi sul collo, migliaia di brividi iniziarono ad attraversarmi la schiena, il mio respiro si fece affannoso mentre scendeva verso la clavicola. Lo allontanai con una mano tremante e lui mi fissò con delusione quasi, ma senza protestare. Mi strinse nuovamente a se e io sprofondai in quell’abbraccio.
Sentii la sua mano scivolarmi sotto la camicetta e accarezzarmi la schiena.
-Quante possibilità ho?- mi bisbigliò nell’orecchio, a quanto pare non aveva assolutamente intenzione di arrendersi, il suo fiato caldo mi accarezzava la pelle.
Incominciai a baciarlo lungo il collo, lentamente, assaporando la sua pelle: quanto mi era mancato! Asher mi allontanò da se per baciarmi, mentre con una mano mi apriva i bottoni della camicetta. Sentii la sua lingua scivolarmi tra le labbra, ricambiai il bacio con trasporto, lasciandomi coinvolgere in una danza lenta e sensuale. Quando smettemmo di baciarci mi accarezzò il seno, ancora coperto dal reggiseno, salendo fino alle spalle per togliermi la camicetta. Lo fissavo negli occhi senza distogliere lo sguardo, rabbrividendo a ogni suo tocco. Lui ricambiava lo sguardo con ardore e i suoi occhi parevano risucchiarmi, mi sorrise mentre le sue mani scendevano dalle spalle alla schiena, seguendo i profilo delle spalline del reggiseno, fino ad arrivare alla clip dietro. Allontanai le sue mani prima che potesse sganciarlo, lui mi guardò attento, come per chiedermi che mi prendeva. Sorrisi ammiccante: volevo condurrei io il gioco stavolta, anche se gia sapevo che non ci sarei riuscita, non fino in fondo almeno. Ma forse, ripeto forse, stavolta non sarei morta per l’imbarazzo. Allungai una mano ad afferrargli la maglia sotto il colletto e lo attirai verso di me strattonandolo con dolcezza, ma in modo deciso, lui si chinò ad incontrare il mio bacio a metà strada. Quando tentò di allontanarsi da me lo trattenei: mi piaceva un mucchio baciarlo! Lui mi strinse a se finché non mi trovai schiacciata contro il suo petto: dalla maglia che indossava riuscivo a sentire i muscoli levigati, ma la cosa non mi andava, volevo sentire il calore della sua pelle contro la mia. Mi allontanai facendo leva con i bracci e smettemmo di baciarci mentre prendevo un po’ di distanza, lui mi fissò confuso ma io con assoluta indifferenza presi l’orlo della maglia tra le mani e inizia a tirarla verso l’alto. Più divertito che seccato alzò le braccia in alto per aiutarmi mentre con lentezza gli accarezzavo il torace. Quando gli sfilai la maglia mi accorsi che aveva chiuso gli occhi. La buttai alla mia destra e posai una mano sul petto, vicino al cuore e rimasi sorpresa per ciò che vidi, poi risalii lentamente arrivando fino al collo e poi sfiorandolo solo con la punta delle dita arrivai al suo bellissimo viso. Lui mi sorrise beato.
-Era ora che ti decidessi ad accarezzarmi!-disse con un ghigno.
Ritirai la mano arrossendo, sul suo petto spiccava un elaborato tatuaggio nero che era il simbolo di un incantesimo molto potente, molto più potente di qualunque altro che conoscessi e che serviva a legare due entità distinte in modo indelebile e inscindibile. Quell’incantesimo… di solito i demoni non fanno quell’incantesimo perché comporta pochi vantaggi per loro. Certo adesso avrebbe davvero potuto entrare nella mia anima e uccidermi, solo che … solo che avrebbe corso un rischio molto maggiore di morire anche lui… ma forse non sarebbe morto, dipendeva dal dolore che avrebbe provato, perché ora le mie ferite le sentiva anche lui e poi i suoi poteri e i miei ora erano molto più uniti... Ma la cosa principale di quel patto è che ci univa perennemente. Anche se fossi morta, lui avrebbe potuto richiamare la mia anima, ma si sarebbe indebolito in modo incredibile. Non sapevo con esattezza a che gerarchia di demoni corrispondesse Asher, ma indubbiamente se fossi morta sarebbe sceso al livello di demone inferiore. La sua stessa coscienza si sarebbe frantumata…
Ah, quant’era complicato! Nemmeno io sapevo dire con chiarezza cosa significasse e cosa avrebbe comportato, era un incantesimo troppo antico, le cose che avevo letto su quello erano troppo vaghe…
Lui mi afferrò la mano che avevo allontanato per baciarla e appoggiarla sulla sua guancia.
-Scusa, ti ho messo in agitazione?-chiese con voce dolce come il miele.
-Quel tatuaggio…-bisbigliai senza porre la domanda.
-Sh… va tutto bene.-sussurrò nel mio orecchio iniziando a baciarmi.
-No! Quell’incantesimo...- iniziai allontanandomi da lui per guardarlo negli occhi, anche se mi piaceva che mi baciasse - …è pericoloso… e permanente… ed è molto potente… e permanente.- stavo diventando sempre più agitata e sempre più incredula.
-Ed è questo il problema? Il fatto che sia permanente?--chiese quasi con rabbia.
-No, non è un problema. Non per me…- risposi subito. Non volevo che si arrabbiasse, ma ero sorpresa.
-E allora qual è il problema?- domandò confuso.
-Sarai legato a me… per sempre.- gli feci notare.
-Non ti piace l’idea?- chiese, sembrava confuso e preoccupato insieme.
-E se morissi?- gli feci notare.
-Lo impedirò.- rispose subito, tranquillamente -Ora ho accesso a tutti i tuoi poteri, sono molto più forte di prima. Per la verità per averne pieno accesso dovrei aprirmi anche alle tue emozioni e ai tuoi stati d’animo, cosa a cui non sono sicuro di tenere particolarmente.-
Ignorai l’ultima frase benché mi preoccupasse.-E se non ci riuscissi.-
-A evitare che ti uccidano? Pensi che sia così debole?- domandò alzando un sopracciglio.
-Ma prima o poi morirò, non sono immortale.- feci notare.
-Ora lo sei.- disse e osservando il mio sguardo confuso spiegò. - È il legame che ti renderà tale… Sarai immortale come me, pur non diventando diversa da ciò che sei, sarà il tuo legame con me a renderti tale.-
-Ma se io morissi, tu moriresti?- domandai preoccupata.
-No, ma mi farebbe incredibilmente male.- sospirò, poi mi baciò sulla fronte. -Comunque è un problema che non si pone, perché io non lo permetterò. Sono piuttosto testardo quando mi ci metto!-concluse.
-Asher… io…- iniziò, ma lui mi baciò chiudendomi la bocca.-Ora hai davvero accesso ai miei poteri.- bisbigliai sulle sue labbra.
-Gia, mi piacciono i tuoi poteri.- disse, poi mi baciò di nuovo. -Mi piace la tua anima, Ester…-
-Ti amo.- bisbigliai, prima di attirarlo a me per baciarlo di nuovo. Fu un bacio breve ma dolce, un bacio di quelli che si scambiano gli adolescenti al primo amore.
Lui mi abbracciò e mi diede un altro bacio sulla spalla prima di appoggiarmi la camicetta sulle spalle e sussurrarmi -E’ meglio se ci rivestiamo, per quanto l’alternativa sia intrigante, preferisco qualcosa di più privato. Non mi piace l’idea che qualcun altro ti veda così-
Liberai i sensi e percepii due persone che si dirigevano verso di noi. Balzai in pedi e mi riabbottonai velocemente la camicetta mentre lui si rimetteva la maglia. Mi chinai a raccogliere il libro, decisa ad andarmene dalla biblioteca, ma Asher allungo una mano e afferrandomi il braccio mi strattonò affinché gli finissi addosso, poi mi abbracciò in silenzio.
-Aspetta un attimo, voglio chiarire una cosa.- parlò con voce bassissima e si fermò subito cercando le parole giuste.
Sapevo gia cosa voleva dirmi: i demoni non amano. E allora? Credeva davvero che non lo sapessi? E poi ero io l’ingenua! Comunque arrivati a quel punto non me ne importava niente, sebbene il suo non si potesse chiamare amore, un sentimento che fa fare una cosa simile… era più che sufficiente per me.
Asher mi stringeva a se con forza e delicatezza, come se fossi un tesoro prezioso che si vuole proteggere ma si teme di rompere, io non riuscivo a guardarlo negli occhi.
-Ester… -era la prima volta che lo sentivo così incerto.
-Non ti hanno mai detto “Ti amo”?- domandai con un certa ironia.
-Un milione di volte.- sbuffò lui allentando la presa, finalmente riuscivo a guardarlo negli occhi.
Sorrisi -Qual è il problema?-
-Non penso tu possa capire.- disse mesto.
Alzai gli occhi al cielo. -Non mi ami, lo so gia, i demoni non amano.-
-Se non sapessi che è impossibile direi che ciò che provo per te è amore.- ribatté prontamente, voleva tranquillizzarmi e questo anche se forse era strano mi fece sentire amata.
-Ma visto che lo è direi che sono piuttosto un ossessione.- risposi sempre sorridente.
Lui mi fissò senza fare una piega. -Non sei arrabbiata?- il tono svelava una certa sorpresa.
-No.- dissi, scrollando le spalle.-Sono felice di ossessionarti. Sarò il tuo sogno più bello e il tuo incubo peggiore, la tua sofferenza e la tua beatitudine, così come lo è ogni ossessione. E tu sarai mio soltanto. Non potrai liberarti di me, mai, nemmeno se lo vorrai con tutto te stesso. Anche se, visto quel tatuaggio direi che non lo vuoi.- gli sorrisi felice -Sarò il fuoco che infiamma la tua mente, anche se non il tuo cuore.- conclusi sarcastica, poi sorrisi nuovamente a quel pensiero -Sarà divertente.- e con un ultimo sorriso mi liberai dalla sua stretta correndo verso il pianterreno per prendere in prestito il libro.
Asher mi seguì senza fiatare, poi appena usciti mi chiese: -Come ci si libera delle ossessioni?-
Scoppiai a ridere. -Ma come? Mi hai appena ritrovato e ti sei gia stancato di me?-
-No, è che mi chiedevo come farò quando tua cugina ti avrà fatto fuori. Visto che sembri intenzionata ad andare incontro alla morte, e visto che non hai minimamente intenzione di portarmi con te per evitarla, vorrei sapere come dimenticarti.- nella sua voce la nota polemica e arrabbiata, oltre che preoccupata, era inconfondibile.
-Oh, bè, lo vorrebbero sapere in molti.- scherzai.
-Ester.-
Gli passai le braccia intorno al collo per baciarlo di nuovo, ma lui mi respinse, era incredibilmente serio.
-Oh, dai, non fare così! Puoi sempre morire con me.- lo so, non dovevo scherzarci, ma che altro potevo fare? Anche se quell’alternativa non mi piaceva per niente se la guardavo seriamente e poi, saremmo comunque rimasti insieme.
-Non cambierebbe niente, non saremmo insieme lo stesso.-
-E l’incantesimo?- domandai un po’ confusa, forse non ricordavo con chiarezza i termini e mi ero sbagliata.
-L’incantesimo lega me a te, non te a me, fu ideato da un strega, non da un demone. Certo è il legame più profondo che un demone può stabilire con un strega, ma comporta più vantaggi per quest’ultima che non per il demone stesso.-
-Ma allora perché lo hai fatto?- era tardi per porre la domanda.. ma ormai.
-Perché non riuscivo a trovarti.- rispose -Non importava che incantesimo di ricerca facessi, eri totalmente scomparsa, come se fossi finita in un'altra dimensione. Eri svanita nel nulla. Solo grazie a quest’incantesimo sono riuscito a trovarti.-
Oddio… se non mi aveva trovato era solo perché Morgana mi aveva schermato… era il caso di dirglielo? Che quell’incantesimo non era proprio necessario…?
-Si può sapere dove ti eri andata a cacciare? Come mai non riuscivo a trovarti?- domandò un po’ seccato. Era più dolce, ma ancora molto permaloso.
-Dunque… io…- farfugliai incerta -Ho incontrato il mio spirito familiare.- iniziai, bloccandomi subito.
-Me lo avevi accennato, ma questo che c’entra con la tua irreperibilità?-
-Lei mi aveva… come dire… schermato.- la voce suonava tremante perfino alle mie orecchie. Aspettai l’esplosione che però non ci fu.
-Capisco.- bisbigliò invece, con tono tranquillo, abbracciandomi.
-Asher…?- chiamai, c’era una cosa che mi incuriosiva un po’.
-Si?-
-Tu ce l’hai un anima?- me lo ero sempre chiesto
-Non ho un anima ma ho una coscienza… e non finirà in un bel posto. È per questo che prima ho detto che, anche se io morissi con te, non potremmo comunque stare insieme.- bisbigliò tra i miei capelli.
Sciolsi l’abbraccio e gli presi la mano, poi feci un passo all’indietro per invitarlo a seguirmi.
-Tranquillo.- dissi sorridendo -Se anche finissi nel più alto dei cieli, cosa di cui dubito fortemente, non esiterò a farmi una lunga strada in discesa per raggiungerti. E poi… almeno non avremmo freddo.-

  
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