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Autore: POPster    04/01/2013    4 recensioni
Innanzi tutto, devo avvertirvi.
La storia che vi sto per raccontare andrà oltre i limiti dell'ordinario. Probabilmente molti di voi non crederanno alle mie parole, e penso che sia più che giusto. Ognuno ha il diritto di credere a ciò che preferisce.
Comunque, io vi ho avvertito.
Dovrei precisare che io non sono una persona come le altre. Anzi, io sono unica.
Lo so, dicendo questo perdo già parecchi punti in partenza, perché ora penserete che sono una di quelle ragazze che si sentono delle fighe assurde e cose del genere. In mia difesa, posso dirvi che non è così. Non sono affatto una figa assurda, se è quello che vi state chiedendo. E poi, dovrei spiegarmi meglio: non sono proprio unica, diciamo che sono unica nel mio genere.
Ora, avendo fatto le mie premesse, dovrei cominciare col raccontare che questa storia iniziò con un'esplosione, anche se, sinceramente, non è andata proprio così, ma giuro che ci arriveremo presto.

Killjoys!, Superpoteri e un sacco di altra roba.
Genere: Avventura, Generale, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Extra #2

    California
    Molti anni prima

    L'ala Est del laboratorio di ricerca della Better Living Industries era ancora in fase di ristrutturazione.
Dopo l'esplosione accidentale avvenuta qualche settimana prima, Korse, il dirigente del segretissimo gruppo di ricerca e sviluppo al quale aveva dato vita insieme al suo compagno di studi e migliore amico Gordon Crow, aveva dato l'ordine di sospendere per un pò il loro progetto per dar modo ai soccorsi di riassemblare il laboratorio principale.
    Ma se da una parte l'esplosione aveva arrecato gravi danni alla struttura della base della BL/Ind., d'altro lato aveva - sorprendentemente - dato una spinta in più alla voglia di portare a termine il progetto ai due scienziati.
    Victoria, comunque, non riusciva a smetterla di preoccuparsi.
    Sentiva che qualcosa sarebbe andato storto. E comunque sia Korse che Crow erano stati molto vaghi quando gli aveva chiesto delucidazioni riguardo i possibili effetti collaterali dovuti all'esplosione.
    La cosa che la preoccupava di più era il fatto che le vittime principali dell'incidente erano stati i loro bambini.
    Si era ripetuta più volte che, anche se era inutile ormai, avrebbe dovuto dar retta a Donna Way quando questa suggerì che soggiornare in edifici così vicini al laboratorio sarebbe stato da evitare, se non altro per i bambini.
    Victoria allora pensava che Donna fosse semplicemente troppo ansiosa, e magari la gravidanza le aveva scombussolato così tanto gli ormoni che doveva per forza trovare un pretesto per andare contro alle decisioni della direzione.
    In fondo c'erano voluti anni ed anni di studi e lavori per costruire gli edifici della Better Living. Korse e Crow lavoravano a quel progetto sin da quando erano al primo anno di università, e ci avevano messo tutta la passione possibile.
    Avevano creato il tutto pensando ai comfort più adeguati alle esigenze delle loro famiglie, in modo che potessero si, dedicare gran parte del loro tempo al progetto che sostenevano avrebbe migliorato ed anche di molto lo stile di vita dell'uomo, ma, al tempo stesso, potessero passare il tempo libero con le rispettive famiglie.
    Korse aveva fatto costruire delle abitazioni tipiche, dove lui e i suoi dipendenti alloggiavano regolarmente. Oltre al laboratorio, aveva fatto costruire un edificio circondato da un ampio giardino, dove i bambini avrebbero potuto passare le giornate studiando e giocando.
    La sua idea era quella di ricreare uno stile di vita moderno e semplice. Voleva rendere la felicità a portata di mano di ogni uomo. E per farlo, bisognava cominciare dal comfort, dalle più piccole esigenze.
    Ma quello era niente in confronto al progetto a cui stava lavorando ormai da anni con Crow.
    I due avevano provato e riprovato, ed alla fine erano vicini tanto così dal realizzare il primo medicinale in grado di ampliare ed aumentare le abilità dell'uomo normale.
    Come si divertiva a ripetere spesso Victoria, forse i due avevano passato troppo tempo da ragazzini a fantasticare sui supereroi, ma le loro intenzioni erano quelle di far si che grazie ad un semplice medicinale tutti, chi in un modo e chi nell'altro, avrebbero avuto la possibilità di eccellere in uno specifico campo. Chi magari era già un bravo corridore, grazie alla loro invenzione sarebbe diventato un corridore eccellente. Chi aveva delle buone capacità mnemoniche, dopo l'utilizzo del medicinale, sarebbe diventato un vero genio della memoria...
    Quel medicinale avrebbe contribuito anche allo sviluppo di cure contro le malattie degenerative. Quello su cui stavano lavorando non era un semplice stimolatore dei neurotrasmettitori, ma una vera e propria possibilità di cambiare lo stile di vita attuale rendendolo decisamente migliore. Quasi perfetto.
   
    Ma quell'esplosione, quell'incidente, aveva mandato tutto all'aria.
    E nonostante i feriti non fossero gravi e per lo più si erano quasi del tutto ripresi, il lavoro di una vita intera era andato letteralmente in fumo.
    O almeno, così sembrava.
    Fu proprio Victoria ad accorgersi che qualcosa stava succedendo.
    Era seduta davanti alla finestra che dava sul cortile dove un gruppo di bambini stava giocando. Il loro spazio era ristretto, dato che parte del giardino era stato recintato a seguito dell'incidente.
    Teneva d'occhio più o meno tutti, ma il suo sguardo come al solito si posava su Candice sempre più a lungo.
La sua bambina sembrava essersi ripresa alla grande, nonostante facesse fatica a dormire tranquilla dopo lo spavento dell'esplosione. Correva da una parte all'altra, ed aveva insistito perché suo padre le togliesse quelle bruttissime bende che le fasciavano il braccio.
    Era proprio dalla parte del cortile più vicina al laboratorio, Candice, al momento dell'esplosione. Ma nonostante tutto, aveva riportato solo qualche ferita leggera in vari punti del corpo.
    Quella mattina aveva voluto togliere le bende, perché anche tutti gli altri bambini le avevano tolte, e lei non voleva che la prendessero in giro.
Stranamente suo padre, nonostante inizialmente fosse contrario, perché temeva che le ferite fossero ancora aperte, aveva presto acconsentito al capriccio di sua figlia senza troppe storie.
    Ed ora Candice correva e giocava come se niente fosse. Come se fosse la bambina più felice del mondo.
    Victoria sollevò un sopracciglio incuriosita, sporgendo la testa lievemente fuori dalla finestra, per ascoltare le parole della bambina, che, in piedi davanti ad un circolo formato dai suoi compagni di giochi, parlava a gran voce.
    «Ed ora comando io, sono io il capitano, punto e basta!» disse Candice con la sua voce squillante.
    La donna non fece in tempo a sorridere, per la cocciutaggine della bambina che le ricordava proprio quella di suo padre, che tornò immediatamente seria, non appena notò che, più o meno all'unisono, tutti gli altri bambini annuivano ripetendo «Ok, sei tu il capitano».
    Era una cosa fuori dal comune. Specialmente a quell'ora del tardo pomeriggio, quando ormai i ragazzini erano per lo più stanchi e si stranivano facilmente, era atipico il fatto che nessuno degli altri compagni cercasse di opporsi alla presunzione di Candice.
    Ma quello era solo l'inizio di una lunga serie di strani avvenimenti che misero in allarme Victoria prima, e Korse e Crow immediatamente dopo.
    Giorno dopo giorno, i bambini cominciavano a mostrare delle capacità decisamente anormali.
Ray aveva appena 9 anni, eppure aveva mostrato una forza spaventosa quando per giocare aveva lanciato la palla contro una parete frantumandola, letteralmente, nel punto in cui era stata colpita.
    Frank Iero era letteralmente sparito nel nulla per almeno quattro ore, giocando a nascondino con gli altri, diventando invisibile, di punto in bianco.
    E Mikey Way, il secondogenito di Donald e Donna, aveva raccontato di aver fatto degli stranissimi sogni per tre notti consecutive. Alcune parti dei suoi racconti si erano avverate, come se fosse un veggente o qualcosa del genere. Si trattava di piccole banalità, per lo più.
    D'altronde, nessuno credeva che potessero realizzarsi anche quegli incubi in cui il Dr. Crow rapiva delle persone o cose simili.
   
   

- - -
SBEDEBEM!
Ok, prima di tutto, perdonate la mia luuuunghissima assenza. Avevo anche la giustificazione firmata dalla sottoscritta ma il cane l'ha mangiata quando mi sono assentata a seguito di un rapimento alieno avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 Febbraio.
Bene, perdonate anche la brevità [brevezza? Brevosità? Brevitudine? Dio, si nota che è da tanto che non scrivo, eh?] del capitolo, e scusate anche se invece di deliziarvi [?] con un capitolo in cui si continuano a narrare le vicende post riapparizione-di-Frank, vi ho postato uno dei Capitoli Extra in cui si narrano le vicende pre-tutto-quanto.
Ma questo capitolo prima o poi doveva arrivare, non so bene se per schiarirvi le idee [ghghgh] o per incasinarvele ancora di più [mwhawhawha].
Comunque vi prometto che il prossimo capitolo arriverà presto [inizio a scriverlo stasera stessa] e sarà molto più lungo.
Dunque, io vado a prendere i chiodi, così se ne avete voglia potete mettermi in croce con commenti del tipo "Fottiti, tutto sto tempo per pubblicare na minchiata simile".
PS: i martelli portateli voi, è Venerdì sera, e ciò significa che non cucino, non stiro e non faccio sforzi eccessivi u.u
[????]
*scappa via prima dell'arrivo dei medici del Centro di Igiene Mentale*

xoxo
Tere

Ah, e a chi non lascia una recensione - positiva o negativa che sia - gli puzzano i piedi! u.u

 

   
 
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