Capitolo Extra #2
California
Molti anni prima
L'ala Est del laboratorio di ricerca della Better Living Industries era ancora
in fase di ristrutturazione.
Dopo l'esplosione accidentale avvenuta qualche settimana prima, Korse, il
dirigente del segretissimo gruppo di ricerca e sviluppo al quale aveva dato vita
insieme al suo compagno di studi e migliore amico Gordon Crow, aveva dato
l'ordine di sospendere per un pò il loro progetto per dar modo ai soccorsi di
riassemblare il laboratorio principale.
Ma se da una parte l'esplosione aveva arrecato gravi danni
alla struttura della base della BL/Ind., d'altro lato aveva - sorprendentemente
- dato una spinta in più alla voglia di portare a termine il progetto ai due
scienziati.
Victoria, comunque, non riusciva a smetterla di preoccuparsi.
Sentiva che qualcosa sarebbe andato storto. E comunque sia
Korse che Crow erano stati molto vaghi quando gli aveva chiesto delucidazioni
riguardo i possibili effetti collaterali dovuti all'esplosione.
La cosa che la preoccupava di più era il fatto che le vittime
principali dell'incidente erano stati i loro bambini.
Si era ripetuta più volte che, anche se era inutile ormai,
avrebbe dovuto dar retta a Donna Way quando questa suggerì che soggiornare in
edifici così vicini al laboratorio sarebbe stato da evitare, se non altro per i
bambini.
Victoria allora pensava che Donna fosse semplicemente troppo
ansiosa, e magari la gravidanza le aveva scombussolato così tanto gli ormoni che
doveva per forza trovare un pretesto per andare contro alle decisioni della
direzione.
In fondo c'erano voluti anni ed anni di studi e lavori per
costruire gli edifici della Better Living. Korse e Crow lavoravano a quel
progetto sin da quando erano al primo anno di università, e ci avevano messo
tutta la passione possibile.
Avevano creato il tutto pensando ai comfort più adeguati alle
esigenze delle loro famiglie, in modo che potessero si, dedicare gran parte del
loro tempo al progetto che sostenevano avrebbe migliorato ed anche di molto lo
stile di vita dell'uomo, ma, al tempo stesso, potessero passare il tempo libero
con le rispettive famiglie.
Korse aveva fatto costruire delle abitazioni tipiche, dove
lui e i suoi dipendenti alloggiavano regolarmente. Oltre al laboratorio, aveva
fatto costruire un edificio circondato da un ampio giardino, dove i bambini
avrebbero potuto passare le giornate studiando e giocando.
La sua idea era quella di ricreare uno stile di vita moderno
e semplice. Voleva rendere la felicità a portata di mano di ogni uomo. E per
farlo, bisognava cominciare dal comfort, dalle più piccole esigenze.
Ma quello era niente in confronto al progetto a cui stava
lavorando ormai da anni con Crow.
I due avevano provato e riprovato, ed alla fine erano vicini
tanto così dal realizzare il primo medicinale in grado di ampliare ed aumentare
le abilità dell'uomo normale.
Come si divertiva a ripetere spesso Victoria, forse i due
avevano passato troppo tempo da ragazzini a fantasticare sui supereroi, ma le
loro intenzioni erano quelle di far si che grazie ad un semplice medicinale
tutti, chi in un modo e chi nell'altro, avrebbero avuto la possibilità di
eccellere in uno specifico campo. Chi magari era già un bravo corridore, grazie
alla loro invenzione sarebbe diventato un corridore eccellente. Chi aveva delle
buone capacità mnemoniche, dopo l'utilizzo del medicinale, sarebbe diventato un
vero genio della memoria...
Quel medicinale avrebbe contribuito anche allo sviluppo di
cure contro le malattie degenerative. Quello su cui stavano lavorando non era un
semplice stimolatore dei neurotrasmettitori, ma una vera e propria possibilità
di cambiare lo stile di vita attuale rendendolo decisamente migliore. Quasi
perfetto.
Ma quell'esplosione, quell'incidente, aveva mandato tutto
all'aria.
E nonostante i feriti non fossero gravi e per lo più si erano
quasi del tutto ripresi, il lavoro di una vita intera era andato letteralmente
in fumo.
O almeno, così sembrava.
Fu proprio Victoria ad accorgersi che qualcosa stava
succedendo.
Era seduta davanti alla finestra che dava sul cortile dove un
gruppo di bambini stava giocando. Il loro spazio era ristretto, dato che parte
del giardino era stato recintato a seguito dell'incidente.
Teneva d'occhio più o meno tutti, ma il suo sguardo come al
solito si posava su Candice sempre più a lungo.
La sua bambina sembrava essersi ripresa alla grande, nonostante facesse fatica a
dormire tranquilla dopo lo spavento dell'esplosione. Correva da una parte
all'altra, ed aveva insistito perché suo padre le togliesse quelle bruttissime
bende che le fasciavano il braccio.
Era proprio dalla parte del cortile più vicina al
laboratorio, Candice, al momento dell'esplosione. Ma nonostante tutto, aveva
riportato solo qualche ferita leggera in vari punti del corpo.
Quella mattina aveva voluto togliere le bende, perché anche
tutti gli altri bambini le avevano tolte, e lei non voleva che la prendessero in
giro.
Stranamente suo padre, nonostante inizialmente fosse contrario, perché temeva
che le ferite fossero ancora aperte, aveva presto acconsentito al capriccio di
sua figlia senza troppe storie.
Ed ora Candice correva e giocava come se niente fosse. Come
se fosse la bambina più felice del mondo.
Victoria sollevò un sopracciglio incuriosita, sporgendo la
testa lievemente fuori dalla finestra, per ascoltare le parole della bambina,
che, in piedi davanti ad un circolo formato dai suoi compagni di giochi, parlava
a gran voce.
«Ed ora comando io, sono io il capitano, punto e basta!»
disse Candice con la sua voce squillante.
La donna non fece in tempo a sorridere, per la cocciutaggine
della bambina che le ricordava proprio quella di suo padre, che tornò
immediatamente seria, non appena notò che, più o meno all'unisono, tutti gli
altri bambini annuivano ripetendo «Ok, sei tu il capitano».
Era una cosa fuori dal comune. Specialmente a quell'ora del
tardo pomeriggio, quando ormai i ragazzini erano per lo più stanchi e si
stranivano facilmente, era atipico il fatto che nessuno degli altri compagni
cercasse di opporsi alla presunzione di Candice.
Ma quello era solo l'inizio di una lunga serie di strani
avvenimenti che misero in allarme Victoria prima, e Korse e Crow immediatamente
dopo.
Giorno dopo giorno, i bambini cominciavano a mostrare delle
capacità decisamente anormali.
Ray aveva appena 9 anni, eppure aveva mostrato una forza spaventosa quando per
giocare aveva lanciato la palla contro una parete frantumandola, letteralmente,
nel punto in cui era stata colpita.
Frank Iero era letteralmente sparito nel nulla per almeno
quattro ore, giocando a nascondino con gli altri, diventando invisibile, di
punto in bianco.
E Mikey Way, il secondogenito di Donald e Donna, aveva
raccontato di aver fatto degli stranissimi sogni per tre notti consecutive.
Alcune parti dei suoi racconti si erano avverate, come se fosse un veggente o
qualcosa del genere. Si trattava di piccole banalità, per lo più.
D'altronde, nessuno credeva che potessero realizzarsi anche
quegli incubi in cui il Dr. Crow rapiva delle persone o cose simili.
- - -
SBEDEBEM!
Ok, prima di tutto, perdonate la mia luuuunghissima assenza. Avevo anche la
giustificazione firmata dalla sottoscritta ma il cane l'ha mangiata quando mi
sono assentata a seguito di un rapimento alieno avvenuto nella notte tra il 29 e
il 30 Febbraio.
Bene, perdonate anche la brevità [brevezza? Brevosità? Brevitudine? Dio, si nota
che è da tanto che non scrivo, eh?] del capitolo, e scusate anche se invece di
deliziarvi [?] con un capitolo in cui si continuano a narrare le vicende post
riapparizione-di-Frank, vi ho postato uno dei Capitoli Extra in cui si narrano
le vicende pre-tutto-quanto.
Ma questo capitolo prima o poi doveva arrivare, non so bene se per schiarirvi le
idee [ghghgh] o per incasinarvele ancora di più [mwhawhawha].
Comunque vi prometto che il prossimo capitolo arriverà presto [inizio a scriverlo stasera stessa] e sarà molto più lungo.
Dunque, io vado a prendere i chiodi, così se ne avete voglia potete mettermi in
croce con commenti del tipo "Fottiti, tutto sto tempo per pubblicare na
minchiata simile".
PS: i martelli portateli voi, è Venerdì sera, e ciò significa che non cucino,
non stiro e non faccio sforzi eccessivi u.u
[????]
*scappa via prima dell'arrivo dei medici del Centro di Igiene Mentale*
xoxo
Tere
Ah, e a chi non lascia una recensione - positiva o negativa che sia - gli puzzano i piedi! u.u