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Autore: CowgirlSara    24/07/2007    9 recensioni
Lo sappiamo, il colonnello Roy Mustang è l'incontrastato rubacuori del comando centrale. Ma cosa succederebbe se sulla sua strada arrivasse un degno rivale? E, soprattutto, come reagirebbe il colonnello se quest'ultimo insidiasse le grazie di un certo tenente?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dance for three - 4 Oh, madonnina, quanti bei commenti che mi fate, sono proprio felice, era molto che una mia storia non aveva tanto successo! Grazie!! Questo è il penultimo capitolo ed è, per forza di cose, interlocutorio e più breve del solito, era nato come un unico capitolo finale, ma poi era troppo lungo e l’ho diviso. Spero che possiate apprezzare anche questo passaggio verso il finale. Divertitevi e non fate mancare il vostro prezioso commento!

Ciao a tutti!
Sara

P.S.: per le risposte ai commenti, ci vediamo come sempre in fondo al capitolo. ^___-
 

4 – La danza delle coppie

I giorni si susseguirono in un grigio e nebbioso autunno, che non faceva altro che immalinconire sempre di più Roy. Spesso, Riza lo sorprendeva a guardare fuori della finestra con aria triste e nemmeno il paio di missioni cui parteciparono servirono a risollevargli l’umore.
I rapporti tra i due ufficiali erano, in compenso, rientrati nella solita routine; anche se Mustang era diventato stranamente poco invadente. Non le faceva domande, non era più ossessionato da Paul, acconsentiva a tutte le richieste di Riza senza fare storie. Sembrava… arreso. E questo a lei non piaceva per niente.
Ogni tanto, la sera, dopo la fine del turno, Roy e Riza si fermavano al poligono di tiro, per adempiere ai famosi obblighi amministrativi del colonnello. Nessuno dei due avrebbe confessato che passare due ore in quello stanzone gelido e lugubre gli piaceva, eppure nel loro cuore aspettavano la sera in cui sarebbe accaduto. E questo, pensavano entrambi, era stupido.
Una di quelle sere, il tenente rientrò nel poligono portando un piccolo vassoio con due tazze di the caldo. Il colonnello stava sparando. Era molto più concentrato ultimamente e lei non sapeva se era un bene o un male, anche se un po’ le mancava il Roy farfallone e distratto.
La donna posò il vassoio nel piano della finestra di tiro accanto a quella di Mustang. Lui la guardò interrogativo, dopo aver smesso di sparare e tolto il caricatore esaurito. Lei gli fece cenno di togliersi anche le cuffie e Roy ubbidì con un sorriso.
“Qui fa piuttosto freddo e ho pensato che una tazza di the le avrebbe fatto piacere.” Affermò, indicandogli il vassoio.
“Oh, sì, grazie!” Rispose entusiasta lui. “Non mi sento più le dita!”
Il colonnello prese la sua tazza e sedette sulla sedia vicina al tavolo degli attrezzi. Riza fece lo stesso, però sedendosi sul bordo del tavolo. Sorseggiarono la bevanda ancora fumante, traendone un discreto sollievo.
Roy osservò la donna bere un breve sorso e fare un piccolo sospiro soddisfatto, poi sorrise. Era bello essere lì con lei, nonostante il silenzio e il freddo. Da qualche giorno rifletteva su una cosa e pensava che quello fosse il giusto momento per proporla a Riza.
“Senta, Tenente…” Esordì l’uomo.
“Mi dica, Colonnello.” Replicò Riza disponibile.
E i loro occhi s’incontrarono, tra l’alzare il capo di lui e l’abbassarlo di lei. Un giorno, pensò Roy, avrebbe dovuto studiarci su questo fatto, su come i loro occhi riuscissero ad incatenarsi a vicenda in quel modo. Come se avessero una calamita incorporata. Ma finì quasi subito, non ci fu il tempo per fare ricerca. Lui distolse lo sguardo, lei chinò gli occhi arrossendo appena.
“Diceva, Signore?” L’interrogò Riza poco dopo.
“Ecco…” Riprese Roy, dopo aver tossicchiato per tornare controllato. “Sa che la settimana prossima ci sarà il ballo dell’esercito e…”
La donna sembrò improvvisamente a disagio. Scivolò giù dal tavolo e fece qualche passo verso la barriera delle finestre di tiro. Lui s’insospettì, ma continuò.
“…mi chiedevo se lei volesse venirci con me.” Ecco, la proposta era fatta, ora stava a lei.
Riza guardava ancora verso i bersagli, o meglio, un punto leggermente più in passo. Le sue dita nervose percorrevano il bordo del banco. Ma era inutile tergiversare, tanto valeva dirglielo e basta.
“Colonnello…” Iniziò girandosi finalmente verso di lui, ma evitando comunque il suo sguardo. “…non è facile, ma… vede, Signore, il fatto è che me lo ha già chiesto qualcun altro e… io ho accettato.”
Lo sapeva. Ma non voleva dire che facesse meno male. Era almeno una settimana che ci pensava, da quando erano arrivati gli inviti e ora era tardi. Niente da fare, lui, in questa storia, arrivava sempre dopo l’orchestra. Continuava a perdere treni uno dopo l’altro, con Riza.
“Mi dispiace…” Si rammaricò la ragazza.
“No, non fa niente.” Replicò Roy, con un gesto noncurante che nascondeva la sua amarezza.
“Sono sicura che lei troverà un’altra persona che l’accompagni.” Affermò Riza, con una punta appena percettibile d’irritazione.
“Sì, lo chiederò ad un’altra…” Mormorò apatico il colonnello, guardando da tutt’altra parte.
A un’altra, sì… pensò con strana rabbia la donna. “Porto via queste tazze.” Annunciò poi, brusca, sfilando dalle dita dell’uomo la tazza ormai vuota.
“Faccia pure.” Reagì blando Roy, alzandosi. “Io finisco con i miei colpi di oggi.” Aggiunse, mentre raggiungeva la sua arma sul bancone.
Riza uscì veloce e con passo nervoso, ma tanto lui non se ne accorse, preso com’era dalle sue recriminazioni. I due avevano qualcosa in comune, ad ogni modo: una stranissima voglia di piangere.

Non era il suo periodo migliore, ma Roy quel giorno si sentiva magnanimo. Era qualche minuto che, invece di leggere il suo rapporto, osservava la figura tormentata di Edward Elric seduto sul divano. Quel ragazzo aveva un cruccio, glielo si leggeva in faccia.
“Cosa c’è che non va, Acciaio?” Gli domandò infine, vinto dalla curiosità.
Ed alzò gli occhi scrutando l’espressione stranamente divertita e inaspettatamente comprensiva del colonnello. S’insospettì in modo immediato.
“Non c’è niente.” Rispose sgarbato, girandosi dall’altra parte.
“Stai tranquillo, a me puoi dirlo.” Continuò accondiscendente Roy. “Sono un uomo adulto, esperto, posso darti un consiglio…”
“A cosa sta alludendo, Colonnello?” L’interruppe il giovane alchimista aggrottando la fronte.
Mustang incrociò le braccia sul piano della scrivania e si sporse verso di lui con un sorriso complice. “Da quanto è arrivata in città?” Chiese con aria saputella.
“E lei che ne sa?” Ribatté cupo l’altro.
“Ho i miei informatori…” Si vantò l’uomo gongolante.
Edward sbuffò, chinando il capo. Inutile cercare di nascondere qualcosa a quell’uomo, per quanto gli desse fastidio doveva ammettere che Roy Mustang stava sempre un passo avanti.
“Due giorni fa.” Soffiò infine.
“E ti da il tormento, eh?” Insinuò Mustang divertito.
“Uff, sì…”
“Ha saputo del ballo, immagino.” Affermò Roy, tornando ad appoggiarsi alla spalliera.
“Ha visto gli inviti e Al, che non regge neanche il semolino, le ha detto tutto!” Si lamentò il ragazzo sconsolato; nemmeno sapeva perché stava dicendo quelle cose proprio al suo superiore.
“Che male c’è?” Fece allora l’uomo; Ed lo guardò allibito. “Mi sembrava di aver capito che lei ti piacesse…”
“Questo non l’ho mai detto.” Precisò l’alchimista d’acciaio.
“Se non ti piace, forse dovresti chiarire con lei.” Gli suggerì saggiamente il colonnello.
“Non ho detto nemmeno questo…” Rettificò Ed, sconsolato.
“Hai le idee un po’ confuse, ragazzo mio.” Commentò ironico Roy; l’altro lo guardò malissimo.
“Parla bene, lei!” Sbottò il ragazzo, incrociando le braccia. “Le basta schioccare le dita per avere intorno orde di femmine pronte a zerbinarsi ai suoi piedi, ma io devo stare attento con Winry!” Continuò con ardore. “Se non peso ogni parola, quella mi smonta come un passaverdura!”
“Credo questo sia un motivo per cui dovresti invitarla al ballo.” Dichiarò il colonnello con calma.
Passò qualche minuto di silenzio in cui Edward scrutò il vuoto con aria riflessiva e Roy osservò lui, aspettando decisioni o reazioni.
“Come s’invita una ragazza al ballo?” Chiese infine il giovane, tormentandosi l’elastico dei capelli, ma continuando a non guardare l’interlocutore.
“Non importa come.” Rispose Roy, sollevando gli occhi e scrutando malinconico la figura chiara di Riza alla sua scrivania. “L’importante è farlo prima che lo faccia un altro…”
“Eh?!” Fece perplesso Ed. “Quale altro?”
“No, scusa, mi ero distratto!” Si riprese subito il colonnello. “Veniamo a noi.” Continuò, cambiando argomento con urgenza. “Questo rapporto fa schifo, Acciaio, è pieno di errori di grammatica e la tua calligrafia è peggio delle zampe di gallina…”
“Grrr…” Mai, si ripromise Ed, mai mostrare il fianco al colonnello, quello era un artista nell’approfittarsi delle debolezze altrui. Bastardo!
Roy, nel frattempo, sorrideva soddisfatto. I battibecchi con Acciaio lo mettevano sempre di buonumore e per un attimo poteva non pensare ai suoi, di crucci. Anche se gli bastava alzare la testa dai documenti, per sapere che non sarebbe durato a lungo. Lei e i suoi capelli biondi erano lì a ricordarglielo.

Era inutile stare a piangersi addosso per i recenti sviluppi della sua vita sentimentale, si disse un giorno Roy. Non si sarebbe presentato da solo al ballo, facendo la figura del fesso davanti ad un trionfante maggiore Paul con al braccio… No.
Il problema, adesso, era tutto nel trovare una ragazza da portare con se. Ce ne sarebbe voluta una abbastanza carina da essere alla sua altezza, ma non appariscente. Una poco impegnativa, ma abbastanza intelligente da non farsi illusioni. Una che gli facesse fare una bella figura, senza obbligarlo a starle appiccicato tutta la sera. Perché lui, alla festa, avrebbe avuto altre situazioni da tenere sotto controllo. Ecco, ci voleva una così.
Ma dove trovarla… La risposta forse era proprio nel corridoio del comando che stava percorrendo in quel momento, nel cenno di saluto che qualcuno gli aveva appena fatto.
Mustang si girò d’impeto, costringendo il tenente Hawkeye, che lo seguiva, a fermarsi sorpresa.
“Amelia.” Chiamò l’uomo e la ragazza che avevano appena incrociato tornò sui suoi passi.
“Mi dica, Colonnello.” Fece poi, accondiscendente come sempre.
Roy le si avvicinò con un sorriso. “Qualcuno l’ha già invitata al ballo?” Le domandò a bruciapelo, dimenticando lo stile ossequioso che di solito le riservava.
Amelia spalancò gli occhi incredula. Lo stava chiedendo proprio a lei? Oddio, ora sveniva… Un attimo, però, si disse la giovane segretaria, spostando lo sguardo. Lo stava facendo davanti al tenente? Cos’era questa storia? Aveva sempre creduto che loro due…
“No…” Rispose però, timidamente.
“Bene.” Fece lui compiaciuto. “Le piacerebbe venirci con me?” Le propose quindi.
Oh, mamma mia! La ragazza era assolutamente allibita. Non pensava che un uomo come il colonnello Mustang potesse mai interessarsi ad una come lei. Ma era comunque perplessa. Continuava a guardare Riza, poi Roy e di nuovo la donna, che sembrava impassibile.
“Amelia?” La richiamò l’uomo e lei tornò a dedicargli la sua attenzione. “Deve rispondere a me, non al Tenente.”
“Oh! Ah, mi scusi…” Balbettò lei arrossendo. “Mi farebbe davvero molto piacere, Signore.” A quella risposta affermativa, lui le sorrise con dolcezza.
“Allora, siamo d’accordo?” Soggiunse Roy, lei annuì. “Mi faccia sapere di che colore è il suo vestito e poi ci accorderemo per quando dovrò venire a prenderla.”
“S… sì…” Rispose meccanica la ragazza, senza riuscire a non lanciare occhiate al tenente.
“A più tardi, Amelia.” La salutò quindi il colonnello, prima di darle le spalle e proseguire. Lei però non lo guardava più, disinteressata al pur splendido panorama posteriore dell’uomo. La segretaria aveva gli occhi negl’occhi di Riza.
Era lo sguardo di due donne intelligenti. Amelia sapeva di non essere all’altezza del colonnello, ma sembrava che quell’occhiata del tenente significasse che glielo affidava con fiducia. Lei annuì e Riza sorrise, prima di seguire Roy in un’altra giornata di lavoro.

Il vestito era perfetto. Color blu cobalto scuro. Scollatura non troppo profonda sul davanti, più ampia sulla schiena, spalline sottili che s’incrociavano dietro. Gonna ampia che lambiva il pavimento. Le donava. Era tanto che non si sentiva così bella. Era tanto che non si sentiva così… triste.
Riza, quella sera, aveva usato particolare cura nel prepararsi, non perché lo volesse davvero, ma soprattutto per non pensare. Anche cercando di rimettere insieme i pezzi che avevano condotto alla situazione attuale, non riusciva a darsi una spiegazione esauriente.
Lei stava uscendo con un uomo. Bene. Un uomo piuttosto bello, affascinante, comunicativo, estroverso e anche abbastanza esplicito. Un uomo che non le nascondeva il desiderio che provava nei suoi confronti. Garbato, intelligente, che probabilmente provava davvero qualcosa per lei. E lei? Non riusciva proprio a lasciarsi andare.
Si diede della stupida. Aveva qualcosa che non andava, di sicuro. Cominciava a pensare di essere difettosa dal lato emotivo. Ogni volta che Anthony aveva uno slancio verso di lei, riusciva a respingerlo con un atteggiamento decisamente freddo. Non riusciva proprio a sciogliersi. Ma come faceva, se la sola idea di abbandonarsi a lui la faceva sentire come una gelatina appena uscita dal frigo? Che cosa le serviva per scaldarsi un po’?! Forse era priva di qualsiasi forma di erotismo…
No, questo no. Perché c’era, qualcosa che la faceva bruciare come una donna dovrebbe davanti ad un uomo che le piace. Pensò ad un paio di occhi scuri che potevano essere glaciali e calcolatori ed un attimo dopo ardere a freddo, sciogliendo qualsiasi resistenza.
Scrollò il capo sconsolata. I sogni erotici sul colonnello era meglio riporli sul fondo di un grosso baule, poi coprirli di mattoni, chiudere con un catenaccio ed un grosso lucchetto e buttarli in qualche canale di scolo. Salvo poi scoprire, nel momento meno opportuno, che si erano liberati di nuovo. Malefici e immortali.
Riza finì di aggiustarsi i capelli e poco dopo suonarono alla porta, era sicuramente Anthony. Lei prese un corto giacchino di lana candida e lo raggiunse in macchina. Il maggiore le aveva portato un piccolo bouquet di fiori da mettere al polso. Le baciò la mano e glielo mise, lei lo ringraziò con un sorriso. Il ballo dell’esercito li aspettava.

Roy entrò nel salone tenendo al braccio Amelia. La ragazza indossava un semplice ed elegante vestito giallo pallido. Il colonnello le aveva personalmente appuntato il bouquet di fiorellini viola alla scollatura. Lui, invece, portava l’alta uniforme, come era solito fare in certe occasioni.
Affermare che ci sembrava nato dentro era poco. Quando la sua accompagnatrice lo aveva visto era rimasta priva di voce per qualche secondo. Quel tipo di abbigliamento risaltava le doti naturali di Roy: la sua eleganza innata, il suo portamento, quel fascino non appariscente ma inevitabile. Molte signore, quella sera, si pentirono di essere state un po’ distratte.
Il salone dove si sarebbe svolto il ricevimento era in condizioni perfette: il pavimento era lucidato a specchio, i lampadari di cristallo brillavano, illuminando a giorno la sala. L’orchestra era stata sistemata in un palco sul fondo, davanti ad un drappeggio di tende rosse. I tavoli per la cena erano stati disposti in una sala più piccola, adiacente a quella del ballo, dove, però avevano allestito un tavolo per i rinfreschi. L’atmosfera era piacevole ed accogliente.
Riza e Anthony arrivarono quando c’era già un certo movimento. La ragazza, in modo del tutto istintivo, si guardò subito attorno. Non le fu difficile individuare il colonnello Mustang. Lui era… perfetto come sempre e Amelia, che lo accompagnava, era davvero molto carina con quel vestito. Riza represse una lieve fitta di gelosia e rimorso, chinando gli occhi.
“Andiamo al tavolo?” Le domandò Anthony, attirando la sua attenzione; lei annuì, ma mentre lo seguiva non riuscì a trattenersi dal lanciare un’altra occhiata a Roy.
Poco dopo arrivò anche un riluttante Edward con al braccio un’entusiasta e trionfante Winry, radiosa nel suo vaporoso vestito rosa. Si prospettava una serata interessante.


CONTINUA

Risposte in ordine quasi casuale:

MistralRapsody – Beh, a volte è facile farsi sfuggire delle storie, bisogna stare attenti! Eheheh! Sono felice che invece sei incappata nella mia e che ti sia piaciuta! Anthony a volte è un po’ spocchioso, in effetti, però io come autrice l’ho rivalutato scrivendo. Amelia la adoro. Punto. E Roy è entrato di prepotenza tra i miei dieci personaggi maschili preferiti!

Winry4ever – Vedi che Anthony migliora? Nemmeno io sono una sua grande fan, ma magari ha le sue ragioni per fare quel che fa. Roy starà bene, dai. Forse non subito… ma si riprenderà. Ah, mi spiace, come hai visto quella scena non era prevista, chissà magari in un’altra ff. Grazie di tutto, per i complimenti e per i preferiti!

_mame_ - Eh, lo so che è divertente far soffrire i nostri beniamini (parla una che ha praticamente strappato o’ core a quello che dichiara essere il suo personaggio preferito in assoluto…). Eh, la scena del poligono la adoro anch’io! Non voglio dire nulla sul finale, ma amo troppo quei due per farli patire in modo esagerato! ^__-

SteelRose Alchemist – Oh, mamma mia! Addirittura capolavoro! Sei troppo gentile! Beh, è una soddisfazione essere riuscita a convincere anche una fan delle RoyEd. Quando riesco a dare anche solo un po’ di divertimento e di emozione, sono contenta. Grazie ancora per i complimenti anche troppo grossi e spero che seguirai la storia fino alla fine.

fumiko – Grazie! Anche io penso che siano perfetti insieme! Come hai visto in questo capitolo, le malinconie non sono finite, ma c’è ancora spazio per salvare la situazione. ^__-

kawai79 – Ma grazie! Sono davvero felice che il capitolo 3 abbia coinvolto così tanto chi lo ha letto! Viene voglia di consolarlo, il nostro Roy, eh? Ma non disperate, il Colonnello è pieno di risorse! Non ti preoccupare del ritardo, tanto anche io ero fuori e quindi non ho potuto leggere! ^__-

Lyla – Ma siete tutte esagerate con i complimenti! Davvero, non me li merito, grazie, mi fate arrossire! Trovi che ho caratterizzato bene Roy? Che sia addirittura perfetto? Mamma mia… Non so se questo Roy sia come dici tu, però io mi sono impegnata a “disegnarlo”, non volevo che risultasse sforzato e ci tenevo a mantenere il suo fascino, perché lo adoro, è così attraente… Non credo di essere un gran genio delle trame, però se poi risultano scorrevoli e, in qualche modo, coinvolgenti, mi fa tantissimo piacere. Ormai non manca molto alla fine e spero di non deludere nessuno. Grazie ancora.

Shatzy – E veniamo a noi… mamma mia, Shatzy, tu mi scrivi dei romanzi al posto delle recensioni! Per riuscire a rispondere a tutto, analizzare tutti i punti che mi proponi ci vorrebbe una serata di chat e non si finirebbe! Ho paura di perdere qualcosa a risponderti così. Proviamo. Sul titolo ovviamente hai ragione, hai colto il segno. Quanto alla scena del poligono, ripeto, la adoro. Solo loro due potevano far diventare romantico un posto del genere! La frase di Riza l’avevo pensata come riferita alla pistola, ma sai che la tua interpretazione mi piace? Io, in effetti, pensavo ad un riavvicinamento, però, non so, gli eventi mi sono un po’ sfuggiti di mano. Per un po’ sono stata in dubbio se mettere la scena della scrivania nel 3, poi però gli eventi successivi, la pomata, la finestra, erano più collegati ai fatti del capitolo 3 e mi sono convita che era meglio metterla lì. Roy non morirà, tranquilla! Anche se ancora ne deve passare qualcuna! Di quello che Riza e Roy provano alla fine del capitolo se ne potrebbe parlare per ore, tu hai espresso benissimo quello che anche io pensavo scrivendo. Bellissimo ciò che hai detto sul loro rapporto, la penso alla stessa maniera. Alla fine ci siamo ormai vicinissimi, ma non anticipo nulla. Ah, i cassetti di Roy! Beh, sono dell’opinione che Riza sappia tutto di lui, che, da bravo e degno rappresentate del sesso maschile, non saprebbe trovare da solo manco le succitate mutande, anche se stanno nello stesso cassetto da trent’anni. Quindi lei deve sapere tutto. Anthony. Beh, certo che come personaggio ha un suo scopo, che non è chissà che di misterioso, solo serviva ai fini della trama, ma nell’ultimo capitolo si scopriranno almeno le sue vere intenzioni verso Riza e questo è tutto ciò che ho intenzione di dire. Come hai visto, Ed è tornato alla grande e sarà con noi anche per il finale. Ahahah, la Maratona! Ehhh, se ho detto che tornerà, tornerà… Che altro dire, mi spiace se mi sono persa qualcosa per strada e ti ringrazio di nuovo per i bellissimi commenti-autostrada, che apprezzo tantissimo, devi saperlo. Mi raccomando non mancare sull’ultimo!

Oddio, come farò a rispondervi dopo l’ultimo capitolo? Forse apro un post sul forum, vi faccio sapere. Grazie ancora, siete troppo gentili, davvero non lo merito. Un bacio grande!
   
 
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